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NOTA DELLA CURIA VESCOVILE

In relazione a quanto recentemente riportato da alcuni organi di stampa circa l’Istituto SS. Annunziata di Rivarolo, corre l’obbligo di presentare correttamente la questione ed anche i fatti antecedenti:

1 – La scuola “Istituto Santissima Annunziata” di Rivarolo Canavese è gestita a partire dal 1997 dalla Cooperativa “La Risposta – s.r.l. Onlus”, formata nella sua fondazione da laici che già lavoravano nella detta scuola quando era gestita dalle Suore di S. Giuseppe di Torino, succedute alle Suore Orsoline. Per continuare a situarsi in tale solco educativo la Cooperativa liberamente chiese ed ottenne dall’allora Vescovo di Ivrea Mons. Luigi Bettazzi il riconoscimento del titolo e della qualifica di “Scuola cattolica”, ai sensi dei canoni 803 § 1-2-3, 806 § 1-2 del Codice di Diritto Canonico, accettando così insieme alla qualifica anche la correlata autorità dei Vescovi di Ivrea sui principi direttivi e le concrete linee educative da seguirsi nella scuola stessa.

2 – La concessione del titolo di “Scuola cattolica” da parte della Diocesi di Ivrea all’Istituto “Santissima Annunziata” è stata altresì recepita da parte dello Stato Italiano, ai sensi del art.9 §1 della Legge n.121 del 25 marzo 1985, portando la Cooperativa “La Risposta–s.r.l. Onlus”, che direttamente gestisce la scuola, a beneficiare delle eventuali agevolazioni statali riservate alle scuole paritarie.

3 – La Diocesi di Ivrea, divenuta proprietaria dell’immobile tramite acquisto nel 2011, ha concesso il medesimo in comodato d’uso gratuito alla Cooperativa, ritenendo l’attività di una Scuola cattolica come un’opera pastorale della Chiesa.

4 – In occasione della richiesta, presentata dal Consiglio di Amministrazione della Cooperativa, di rinnovo del comodato gratuito per venti anni, la Diocesi ha ribadito la propria disponibilità, chiedendo però che fosse rispettata nei fatti la natura di Scuola cattolica, ed ha pertanto sottoposto al CdA una bozza di statuto che delinea chiaramente l’identità cattolica della scuola. Ha quindi riaffermato il fine primario della Scuola (da sempre contemplato e, nel corso degli anni, in alcuni ambiti, non sempre adeguatamente rispettato): la proposta agli alunni di un’educazione cattolica, accettata consapevolmente dalle famiglie nel momento stesso di iscrizione dei loro figli. Per tale fine, infatti, l’edificio è concesso in comodato gratuito.

5 – Stupisce e rattrista non poco la comparsa su organi di stampa di una questione che non ha ancora raggiunto la conclusione del suo iter e che, in una fase delicata, richiede discrezione e disponibilità alla onesta collaborazione, nel rispetto dell’evidente fine pastorale di detta Scuola.

Ivrea, 21 gennaio 2023

Per la Curia diocesana
don Davide Mazza
vice cancelliere vescovile

Ordinazione presbiterale di don Antonio Luca Parisi

Carissimi Confratelli nell’Episcopato, nel Presbiterato e nel Diaconato

e tutti voi, Carissimi Fratelli e Sorelle,

Sia lodato Gesù Cristo! 

1. Rispondendo “Lode a Te, o Cristo” al Vangelo proclamato, come abbiamo fatto poco fa, affermiamo il cuore della nostra fede e della nostra vita di credenti in Cristo, poiché con questo “Tu” che Gli diciamo noi affermiamo che Egli è qui con noi: non un ricordo, un’idea, ma Lui presente e vivo; e rinnoviamo la coscienza, la consapevolezza che la Sua Presenza è il centro della nostra esistenza! 

Gesù è «la via, la verità e la vita»; è «la Verità fatta Persona» diceva Papa Benedetto che ricordiamo con affetto e riconoscenza anche in questo momento… Gesù egli aggiungeva – «si rivolge al cuore anelante d ho che si sente pellegrino e assetato, al cuore che sospira verso la fonte della vita, al cuore mendicante della Verità, e nel sacramento dell’Eucarestia ci mostra in particolare la verità dell’amore, che è la stessa essenza di Dio». «Tramite il Battesimo il mio proprio io viene inserito in un nuovo soggetto più grande, nel quale il mio io c’è, ma trasformato, purificato, mediante l’inserimento nell’altro. Così diventiamo “uno in Cristo”, un unico soggetto nuovo. “Io, ma non più io diventa la formula dell’esistenza cristiana».  

Siamo qui, Amici, a rinnovare l’esperienza di tutto questo, l’esperienza della fede cristiana, mentre accompagniamo il diacono Antonio nel passo grande che sta per fare; e che lo porrà al servizio di tutti proprio per introdurre i fratelli in questo rapporto con Cristo, in questa “amicizia da cui tutto dipende”, come dice Papa Benedetto nella Introduzione al suo “Gesù di Nazaret”.

 L’amicizia da cui tutto dipende! 

È in essa che noi cresciamo, come dice san Paolo (Efes. 4,15): «Crescamus in illo per omnia», cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, «donec formetur Christus in nobis»: sino a quando Cristo sia formato in noi (Gal. 4,19).

 2. Quel che sta per accadere in te, carissimo Antonio, è quanto di più grande possa accadere ad un uomo: la tua umanità è presa da Dio, attraverso le mani della Chiesa, e tu vieni trasformato “ontologicamente”, cioè nelle profondità del tuo essere… Dirai nella S. Messa: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” e sarà Cristo a dirlo attraverso di te; e quando dirai a qualcuno “io ti assolvo” sarà Cristo a compiere il prodigio dello scioglimento dei peccati… Tu agirai nella Persona di Cristo, partecipe, a titolo specialissimo, del Suo Sacerdozio! L’effusione dello Spirito Santo per l’imposizione delle mani di un successore degli Apostoli farà sì che rimarrai tu, ma non più quello di prima… Dio prenderà possesso della tua vita in un modo di cui noi addirittura fatichiamo a cogliere tutta la portata… In certi momenti un prete, un vescovo si ferma attonito di fronte a ciò che egli è per grazia di Dio… Guarda se stesso, vede la sua fragilità, la sua piccolezza e non gli par vero che in lui sia scesa la potenza del Signore, la potenza di pronunciare parole non sue, di compiere gesti non suoi, attraverso i quali accade qualcosa che è un prodigio divino, una nuova creazione, un nuovo inizio in cui è racchiuso tutto il mistero della salvezza, tutta la storia della salvezza!

Le parole di Gesù – «Io sono la vite, voi i tralci. Rimanete in me» – sono per tutti i discepoli, ma è commovente pensare che esse, sgorgate dal Cuore di Cristo nell’Ultima Cena, erano rivolte ai Dodici, i suoi Dodici che Egli aveva scelto – «scelse quelli che egli volle». Di quei dodici uomini conosceva la fragilità, ma ad essi affidava la più sublime delle missioni… 

«Rimanete in me» è la condizione per vivere la missione; pena il rinsecchire come tralci senza la linfa della vite! «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda… Io in loro e tu in me» (Gv. 17,21-23).

«Se il Risorto fosse per noi il ricordo del ricordo di altri, per quanto autorevoli come gli Apostoli – insegna il S. Padre Francesco in “Desiderio desideravi” – se non venisse data anche a noi la possibilità di un incontro vero con Lui, sarebbe come dichiarare esaurita la novità del Verbo fatto carne. La fede cristiana o è incontro con Lui vivo o non è»; e aggiunge: “La Liturgia è il luogo dell’incontro con Cristo” (10)«La Liturgia garantisce la possibilità di tale incontro di cui abbiamo bisogno: abbiamo bisogno di poter ascoltare la sua voce, mangiare il suo Corpo e bere il suo Sangue: abbiamo bisogno di Lui. La potenza salvifica del sacrificio di Gesù, di ogni sua parola, di ogni suo gesto, sguardo, sentimento ci raggiunge nella celebrazione dei sacramenti. Io sono Nicodemo e la Samaritana, l’indemoniato di Cafarnao e il paralitico in casa di Pietro, la peccatrice perdonata, la figlia di Giairo e il cieco di Gerico, Zaccheo e Lazzaro, il ladrone e Pietro perdonati. Il Signore Gesù continua a perdonarci, a guarirci, a salvarci con la potenza dei sacramenti (11).

3. Carissimo Antonio, la Parola di Dio che abbiamo ascoltato è quella che il Signore pronuncia per te nel giorno della tua Ordinazione… 

Gesù – che «lascia Nazaret e va ad abitare a Cafarnao, che percorre tutta la Galilea, insegnando e annunciando il vangelo del Regno» (Mt 4,12 ss) – ti indica le dimensioni del tuo servizio, l’ampiezza di cuore e la disponibilità verso una società che ha bisogno di Cristo e il suo bisogno è ancor più drammatico perché non sa di averlo, come scriveva Papini, convertitosi a Cristo dopo lungo errare: «Gesù, tutti hanno bisogno di Te, anche quelli che non lo sanno. E quelli che non lo sanno, assai più di quelli che lo sanno. Tu sai quanto sia grande per me e per tutti noi il bisogno del Tuo sguardo e della Tua parola».

 E Giovanni ricorda nella sua Prima Lettera (3,22-4,6) che sono molti i falsi profeti che insegnano cose del mondo e dal mondo sono ascoltati; ma oggi come allora si possono individuare dal fatto che «non riconoscono Gesù Cristo venuto nella carne»: Gesù Cristo quale Egli è, vero Dio e vero Uomo, la cui parola è eterna, non è legata agli slogan del momento; Gesù Cristo vivente nella Chiesa. «Questo è il suo comandamento: che crediamo nel suo nome e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato».

Buon cammino, don Antonio! 

Sii prete secondo il Cuore di Cristo!

Sia lodato Gesù Cristo!


Benedetto XVI ha concluso il suo cammino quaggiù

Alla Diocesi di Ivrea
31 Dicembre 2022

Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci giunge in questo momento la dolorosa notizia che Sua Santità Benedetto XVI, alle 9,34 di questa mattina, ultimo giorno dell’Anno civile, mentre la Chiesa si sta preparando a cantare il Te Deum e a celebrare l’Ottava del Natale, ha concluso il suo cammino quaggiù e già ha visto, splendente di gloria e di misericordia, il Volto amato del Suo Signore. Questo non è il momento delle commemorazioni.

Il mio messaggio è invito alla preghiera affinché il Signore accolga l’anima buona del Papa che tanto abbiamo amato e dal cui luminoso Magistero siamo stati sostenuti. Solo desidero ricordare le parole che Egli ha pronunciato con la voce, fin che lo ha potuto fare, e con il cuore negli ultimi tempi: “Mi preparo non per una fine, ma per un Incontro”!

Grazie, Signore per il dono che, nella persona di Papa Benedetto, hai fatto alla Chiesa e al mondo! Accoglilo nella pace grande che Egli ha sperimentato come dono Tuo anche nei momenti difficili della vita. Fa che risuonino oggi, nei nostri cuori e nelle nostre menti, le Sue parole: “Alla nascita va associata la certezza che è un bene esserci…Viviamo, allora, nella certezza che solo Dio può dare: è bene che tu ci sia. Ne puoi essere certo, qualunque cosa accada”.

Con grande dolore, ma nella luce di Cristo Salvatore

+ Edoardo Aldo Cerrato, C. O.
Vescovo di Ivrea


Preghiera per il Papa emerito Benedetto XVI

Al Clero e ai fedeli della diocesi

Carissimi,

ci uniamo, nelle nostre Parrocchie e in tutte le comunità per elevare al Signore la preghiera che il Santo Padre Francesco ha chiesto a tutta la Chiesa per accompagnare Sua Santità il Papa emerito Benedetto XVI in questo particolare momento della Sua vita. Personalmente desidero esprimere anche il mio filiale affetto, la mia profonda stima e riconoscenza per Lui che mi ha nominato vescovo ed ha illuminato con il Suo luminoso Magistero i passi del mio camino.

Il Signore lo sostenga in questo passo con cui, come ha detto il Santo Padre Francesco, silenziosamente sostiene la Chiesa.

+ Edoardo, vescovo

Omaggio della Diocesi di Ivrea a Sua Eminenza Reverendissima il Sig. Cardinale Arrigo Miglio

  • Sabato 8 ottobre, alle ore 20,45 nell’aula magna dell’ex Seminario minore di via Varmondo Arborio, conferenza del prof. don Francesco Mosetto, SdB, in collaborazione con il prof. Silvio Ricciardone sulla “Iconografia delle antiche chiese e cappelle del Canavese” (la dimensione catechistica e liturgica delle opere d’arte in esse contenute).
  • Domenica 9 ottobre, alle ore 15 in Cattedrale, solenne Celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eminenza.

Il vescovo Edoardo, rinnova a tutta la Diocesi l’invito a partecipare.


Apertura straordinaria delle Sale Espositivi del Museo Diocesano

Appuntamento alle Sale Espositive del Museo Diocesano sabato 24 e domenica 25 settembre 2022. In occasione dell’iniziativa “Cultura a Porte Aperte“, è prevista un’apertura straordinaria, a ingresso libero, delle sale nell’ex Seminario Maggiore in Via Varmondo Arborio, 28.
Nel pomeriggio di domenica, inoltre, sarà possibile, su richiesta, visitare la chiesa di san Nicola da Tolentino.
ORARI:
  • sabato 24 settembre: 10.00-12.00 / 15.00-18.00
  • domenica 25 settembre: 15.00-18.00
Per info e prenotazioni: 3393323955

Lettera pastorale 2022/2023

Al Clero, ai Religiosi e ai Fedeli Laici

Lettera Pastorale per l’Anno 2022-2023

1. “Credere cristianamente”

Anche quest’anno, carissimi Fratelli e Sorelle, saliti numerosi ad Oropa per affidare alla Madre di Cristo e della Chiesa ciò che abbiamo vissuto nell’anno pastorale terminato e per chiedere la Sua intercessione sui passi che compiremo nel nuovo, abbiamo chiesto a Maria che sia nuovo davvero, convinti che tale può essere nella misura in cui nuovi siamo noi se rinnoviamo la nostra adesione a Gesù Cristo nel modo di pensare e di valutare la realtà, nel vivere e nell’operare.

Questa fedele adesione si chiama, semplicemente, fede cristiana, «il fiducioso affidarsi – scrive nella sua prima enciclica, “Lumen fidei”, il Santo Padre Francesco – a un “Tu”, che è Dio, il quale si è mostrato a noi in Cristo, ha fatto vedere il suo volto e si è fatto realmente vicino a ciascuno di noi». «Avere fede, credere cristianamente, è incontrare questo “Tu”».

L’inizio del mio servizio alla Diocesi eporediese, dieci anni fa, coincise con l’apertura del Sinodo dei Vescovi su “La Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” e con l’inizio dell’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI; considerando che «non è più possibile farsi illusioni, troppo evidenti essendo diventati i segni della scristianizzazione nonché dello smarrimento dei valori umani e morali fondamentali», il Papa ci chiamava, nella Lettera Apostolica “Porta fidei”, a rinnovare profondamente la nostra fede e a dare nuovo slancio alla missione. 

Ritenni mio prioritario impegno tenere desta e far crescere la convinzione che a fondamento di tutto sta il nostro incontro con Cristo: una concreta adesione alla Sua Persona, alla Sua Presenza salvifica, a tutto ciò che ci ha insegnato, a tutto ciò che ha fatto e ci ha trasmesso; una comunione che è sorgente anche delle vere relazioni fraterne tra noi, dentro le nostre comunità e tra di esse, e dell’impegno di testimoniare Colui in cui crediamo. 

 2. La S. Liturgia 

A questa luce, fin dall’inizio del mio servizio e lungo il corso di esso, ho sottolineato quanto insegna il Concilio Vaticano II: la S. Liturgia «è la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i fedeli possano attingere uno spirito veramente cristiano» (S.C.14). «In quanto opera di Cristo sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado» (S.C.7); «è il culmine verso cui l’azione della Chiesa tende e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore» (S.C.10). 

Negli ultimi tre anni pastorali, in particolare, proponendo le catechesi di Papa Francesco sulla S. Messa, ho chiesto alla Diocesi di compiere un cammino di formazione sulla SS.ma Eucaristia celebrata nella S. Messa, per comprendere che cosa effettivamente è, che cosa i momenti costitutivi della celebrazione, le sue parole, i gesti, i simboli, il sacro silenzio ci insegnano, come singoli e come comunità, sulla fondamentale impostazione del vivere cristiano:  

2019-2020: Eucaristia: convocati alla presenza del Signore. Tema: la vocazione; 

2020-2021: Eucaristia: Parola e Pane di vita. Tema: la Parola al centro della catechesi; il pane spezzato nella condivisione con i più poveri;

2021-2022: Eucaristia: dalla celebrazione alla testimonianza. Tema: la nuova evangelizzazione e l’impegno di testimonianza nella carità.

L’epidemia ha creato a un largo tratto di questo cammino non poche difficoltà, ma non l’ha impedito del tutto, dove se ne è compresa l’importanza e c’è stata la volontà di compierlo. 

La necessità di continuarlo viene ora messa in evidenza da Papa Francesco nella Lettera Apostolica “Desiderio desideravi” del 29 giugno scorso. 

«Vorrei che questa lettera – scrive infatti il Santo Padre – ci aiutasse a ricordare la necessità di una formazione liturgica autentica e a riconoscere l’importanza di un’arte della celebrazione che sia a servizio della verità del mistero pasquale e della partecipazione di tutti i battezzati, ciascuno con la specificità della sua vocazione». «Perché la Liturgia sia efficace ci viene chiesto di riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana. Mi riferisco al suo senso teologico, come il n. 7 della Sacrosanctum Concilium ha mirabilmente descritto: la Liturgia è il sacerdozio di Cristo a noi rivelato e donato nella sua Pasqua, reso oggi presente e attivo attraverso segni sensibili (acqua, olio, pane, vino, gesti, parole) perché lo Spirito, immergendoci nel mistero pasquale, trasformi tutta la nostra vita conformandoci sempre più a Cristo». «Ogni aspetto del celebrare va curato (spazio, tempo, gesti, parole, oggetti, vesti, canto, musica…) e ogni rubrica deve essere osservata: basterebbe questa attenzione per evitare di derubare l’assemblea di ciò che le è dovuto». «I ministri ordinati svolgono un’azione pastorale di primaria importanza quando prendono per mano i fedeli battezzati per condurli dentro la ripetuta esperienza della Pasqua. Ricordiamoci sempre che è la Chiesa, Corpo di Cristo, il soggetto celebrante, non solo il sacerdote. La conoscenza che viene dallo studio è solo il primo passo per poter entrare nel mistero celebrato. È evidente che per poter condurre i fratelli e le sorelle, i ministri che presiedono l’assemblea devono conoscere la strada sia per averla studiata sulla mappa della scienza teologica sia per averla frequentata nella pratica di una esperienza di fede viva, nutrita dalla preghiera, di certo non solo come impegno da assolvere. Nel giorno dell’ordinazione ogni presbitero si sente dire dal vescovo: “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore”». 

3. Il “cammino sinodale 

Nello scorso anno pastorale, il nostro programma si è inserito nel “cammino sinodale” di tutta la Chiesa che ha visto la partecipazione di non poche comunità parrocchiali agli incontri in cui si è stati chiamati a “narrare” la vita delle comunità stesse, il positivo e il problematico di esse… Un buon numero di relazioni è giunto al Vescovo attraverso il “Gruppo di coordinamento” (che ringrazio per il buon lavoro compiuto e per la ricca e chiara sintesi presentata e trasmessa, come richiesto, alla Conferenza Episcopale Italiana). 

Sulla base di questa relazione – che prossimamente sarà oggetto di riflessione e di confronto in una Assemblea del Clero e in un’altra aperta a tutti – proseguirà il “cammino sinodale”, strutturato nelle tre tappe fissate dalla Conferenza Episcopale: fase narrativa che continua nel 2022-2023; fase sapienziale (2023-2024); fase profetica (2025). 

A Oropa, sotto lo sguardo della Madre di Dio e della Chiesa, abbiamo chiesto la grazia che questo “cammino” realizzi davvero lo scopo per cui è stato indetto: attraverso un sincero e fraterno confronto, un dialogo leale e fruttuoso, attenti anche ad evitare – come ci ha indicato la Sede Apostolica nel Vademecum offerto – «le insidie che potrebbero ostacolare il nostro procedere durante questo tempo di sinodalità”: 1) La tentazione di voler guidare le cose di testa nostra invece di lasciarci guidare da Dio. La sinodalità non è un esercizio strategico corporativo. È piuttosto un processo spirituale guidato dallo Spirito Santo. Possiamo essere tentati di dimenticare che siamo pellegrini e servitori sul cammino tracciato da Dio per noi. I nostri umili sforzi in termini di organizzazione e coordinamento sono al servizio di Dio che ci guida sul nostro cammino. Siamo argilla nelle mani del vasaio divino (Is.64,8).  2) La tentazione di concentrarci su noi stessi e sulle nostre preoccupazioni immediate. 3) La tentazione di vedere solo “problemi”. 4) La tentazione di concentrarsi solo sulle strutture. 5) La tentazione di non guardare oltre i confini visibili della Chiesa» (Synodus Episcoporum, Vademecum. Manuale ufficiale per l’ascolto e il discernimento nelle Chiese locali).

4. Gli Uffici Pastorali 

Alla luce di quanto ci è stato indicato, il nostro “cammino sinodale” non può non tenere in grande conto il fondamentale compito della evangelizzazione. 

Occorre però “ripensare” la missione: che cosa sia necessario perché essa non si riduca soltanto ad uno slogan; che cosa significa “Chiesa in uscita” e che cosa questa “uscita” comporti; quali aspetti della vita delle nostre comunità parrocchiali sono attraenti, se è vero che si diventa cristiani per attrazione e non per proselitismo. E si potrebbe continuare… 

Ritengo necessario, e urgente, in questo contesto, anche un “cammino sinodale” degli “Uffici diocesani”, ognuno dei quali, nel proprio specifico ambito, non può svolgere il suo servizio indipendentemente dagli altri, essendo unica per tutti la missione fondamentale della Chiesa.

All’Ufficio Catechistico e a quello Liturgico a cui ho proposto una reciproca attiva collaborazione, dal momento che non c’è catechesi senza la formazione liturgica e non c’è formazione liturgica che non contempli la catechesi, assegno il compito di fungere da coordinamento degli altri Uffici.

La formazione liturgica è, sì, una formazione che la Chiesa deve dare sulla Liturgia, ma è anche la formazione che la Liturgia offre alla intera vita della Chiesa. È fondamentale riscoprire il nesso che unisce le quattro Costituzioni del Concilio Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium, Dei verbum, Gaudium et spes.  

5. Il Consiglio Pastorale

Dal “cammino sinodale” dovrà nascere anche il nuovo Consiglio Pastorale, «al quale spetta, sotto l’autorità del Vescovo, studiare, valutare e proporre conclusioni operative su quanto riguarda le attività pastorali della diocesi” (CJC. 511); «composto da fedeli scelti in modo che attraverso di loro sia veramente rappresentata tutta la porzione di popolo di Dio che costituisce la diocesi, tenendo presenti le diverse zone della diocesi stessa, le condizioni sociali, le professioni e inoltre il ruolo che essi hanno nell’apostolato, sia come singoli, sia in quanto associati» (CJC. 512 §2).

È indispensabile che i suoi componenti siano, non solo in linea di principio, portatori di quanto realmente attingono dalle comunità e non solo da sé stessi o da ristrette cerchie di persone. E che siano scelti dunque dalle Vicarie e dagli altri organismi in considerazione del loro reale inserimento nella concreta vita delle comunità e capaci di ascolto delle reali istanze di esse.

Al nuovo Consiglio pastorale, come a quello Presbiterale, ognuno nel proprio ambito, sarà chiesto infatti di portare al Vescovo concrete e ponderate riflessioni sulla vita della Diocesi relativamente all’attività pastorale, alla distribuzione del Clero visibilmente ridotto di numero, alla stessa riduzione numerica dei fedeli che partecipano alla vita delle comunità parrocchiali e alla indispensabile opera missionaria nei confronti dei tanti che hanno abbandonato, o mai adeguatamente conosciuto, la bellezza e la forza della fede in Cristo.  

Carissimi Fratelli e Sorelle, 

so per esperienza – e non solo episcopale – che la Lettera Pastorale può essere ritenuta uno scontato adempimento annuale del Vescovo… 

Vi chiedo di leggere quanto vi scrivo e di pensarvi con la convinzione che la Diocesi siamo tutti, Vescovo, Preti, Diaconi e Laici, e che tutti siamo chiamati, ognuno secondo la sua vocazione, ad amare e servire questa Chiesa Particolare, anche quando ciò richiede la rinuncia a nostri interessi individuali.

Vi auguro buon cammino e, invocando l’intercessione di Maria Ss.ma e dei nostri Santi, vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Ivrea, Solennità di Maria SS. assunta in cielo.

† Edoardo, vescovo 


Adorazione eucaristica per la Pace

14 settembre, festa della S. Croce

Ci uniamo di cuore alla giornata di preghiera e spiritualità che la Cei, aderendo all’iniziativa lanciata dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), indice come gesto comunitario di solidarietà per l’Ucraina e che, a livello comunitario, chiedo alle nostre Parrocchie, alle Associazioni ed ai Movimenti, di vivere come momento di adorazione eucaristica del 14 settembre nel pomeriggio o nell’arco della giornata.

«In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, ci uniamo con tutte le Chiese d’Europa per implorare da Dio il dono di una pace duratura nel nostro continente. In modo particolare, vogliamo pregare per il popolo ucraino perché sia liberato dal flagello della guerra e dell’odio», sono le parole della preghiera contenuta nel sussidio
preparato per l’occasione dall’Ufficio liturgico nazionale e scaricabile online. «Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica! Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani». «Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino» (Papa Francesco).

+ Edoardo, vescovo


Solennità di San Savino

Solennità di San Savino, Vescovo e martire, Patrono di Ivrea.

Programma dalle celebrazioni:

  • Mercoledì 6 luglio 2022
    • ore 17,30 – Chiesa di S. Nicola da Tolentino (piazza Duomo): Investitura dei Priori alla presenza di mons. Vescovo e preghiera davanti all’Urna di San Savino in Cattedrale
    • ore 21 – Chiesa di S. Ulderico (piazza di Città: Lettura della Passione di San Savino e preghiera davanti all’Urna del Santo
  • Giovedì 7 luglio 20220
    • ore 9,45 – Chiesa di S. Ulderico: Canto dell’Ora Terza e Processione con l’Urna del Santo verso la Cattedrale
    • ore 10,30 – Chiesa Cattedrale: Santa Messa Pontificale presieduta da S.E.R. mons. Lorenzo Piretto O.P., Arcivescovo Emerito di Smirne

Pellegrinaggio diocesano ad Oropa

Carissimi Sacerdoti, Diaconi e Fedeli della Diocesi,

dopo due anni in cui, a motivo dell’epidemia, il nostro Pellegrinaggio diocesano al Santuario di Oropa, pur non sospeso, si è svolto in forma meno solenne e con una partecipazione più ridotta, siamo grati al Signore e alla Vergine Santa di poter riprendere quest’anno, in forma piena, questo momento, importante nella vita della Diocesi, che ha sempre visto una notevole partecipazione di fedeli. Saliremo al Santuario sabato 6 agosto, festa della Trasfigurazione del Signore.

Nei prossimi giorni sarà comunicato il programma, che seguirà, tuttavia, lo schema di sempre.

Confido che Parrocchie, Comunità ecclesiali, Movimenti ed Associazioni sentano l’importanza di questo atto significativo che idealmente chiude l’Anno Pastorale ed apre il nuovo; e chiedo loro, perciò, di iniziare a preparare la propria partecipazione.

“Insieme” non è un’espressione riservata a documenti e dichiarazioni: è lo stile del camminare ecclesiale anche con gesti concreti di partecipazione, di condivisione e di preghiera.

 

Ivrea, 9 giugno 2022.

Con affetto

† Edoardo, vescovo