La Chiesa Cattedrale
Duomo di Santa Maria Assunta

Cenni Storici
La Chiesa Cattedrale di Santa Maria Assunta venne innalzata nella zona più elevata della città di Ivrea, in uno spazio dedicato al culto da tempi antichissimi: l’edificio cristiano sostituì il tempio romano presumibilmente verso la fine del IV secolo; nelle immediate vicinanze della struttura, secondo la consuetudine, si trovava il battistero, oggi non più esistente.
Al tempo del vescovo Warmondo, vescovo tra il 969 e il 1005 circa, venne intrapresa la riedificazione della cattedrale nelle forme romaniche; il completamento del complesso è databile al secondo quarto del XII secolo: in particolare parte dell'abside e dei campanili è attribuibile a questa fase costruttiva. La cattedrale venne dotata di due campanili, elevati lateralmente all'abside rivolta ad ovest, e di un tiburio ottagonale, decorato con archetti pensili e nicchie; l'abside era circondata dal deambulatorio che si collegava alle navatelle laterali, passando sotto ai campanili.

Recenti studi architettonici hanno prospettato l'esistenza di una seconda abside contrapposta a quella tuttora presente, secondo uno schema tipico della cultura ottoniana. Oltre l'abside occidentale si sviluppava il Chiostro dei Canonici, del quale oggi rimane il tratto orientale, restaurato nel 1978.

Il luogo di culto subì una sensibile trasformazione nel Cinquecento, quando fu innalzata la facciata, con una campata di portico a tre fornici, in sostituzione della probabile, preesistente, abside orientale.

Per iniziativa di Michele De Villa, nella seconda metà del Settecento iniziò l'ampliamento della cattedrale mediante l'edificazione di cappelle laterali: nel 1761 fu creata la cappella dedicata a San Savino, oggi cappella del SS. Sacramento, sul fianco meridionale della costruzione. Monsignor Ottavio Pochettini, proseguendo l'opera intrapresa, fece erigere, sul fianco settentrionale, in posizione simmetrica, la cappella dei Santi Pietro e Paolo, detta anche del Crocifisso. Lo stesso vescovo Pochettini affidò all' architetto Giuseppe Martinez la risistemazione del complesso che, pur conservando la struttura romanica, assunse l'aspetto di una chiesa barocca; i lavori furono eseguiti nel 1786-1787. Per quanto concerne l'esterno, segnaliamo la chiusura delle antiche finestre che si aprivano sopra il tetto della navata laterale sud, rimpiazzate da altre, in stile rococò.

Nell'ultimo decennio del XVIII secolo, furono costruite due ulteriori cappelle laterali, attigue alle preesistenti. Negli anni '40 e '50 dell'Ottocento, all'epoca dell'episcopato di Luigi Moreno, furono eseguiti interventi architettonici di rilievo. Le prime opere interessarono il lato prospiciente il vescovado, dove era posta la sacrestia; nel 1844, il geometra Ignazio Girelli presentò il progetto, subito attuato, di un unico edificio comprendente, oltre la sacrestia, ampliata e rinnovata, la sala del Capitolo, due cappelle e diversi locali.

Intanto, essendosi manifestata l'esigenza di aumentare la capienza del luogo di culto, sin dal 1840 si era pensato al prolungamento della cattedrale nella parte anteriore, con il conseguente innalzamento di una nuova facciata. Accantonati i progetti dell'ingegnere Giuseppe Antonio Meichioni, del 1840, e del geometra eporediese Antonio Serramoglia, del 1853, verso la fine del 1853 presero avvio i lavori di ampliamento, su disegno dell'architetto Gaetano Bertolotti di Torino. La facciata, neoclassica, fu ideata ad imitazione di quella di San Giorgio Maggiore in Venezia, del Palladio; le opere scultoree vennero eseguite da Giuseppe Argenti di Novara. Contemporaneamente, furono realizzate altre cappelle laterali e, sul fianco della navata destra, un piccolo battistero, ingrandito nel 1910, su disegno dell'ingegnere Camillo Boggio, per iniziativa del vescovo Matteo Filipello.