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Terra degli uomini – BARREIRAS BRASILE

Nella Diocesi di Barreiras il Diacono Danilo Grindato (57 anni), sposato con Adelaide e papà di Fabio, lavora da circa 20 anni per la Diocesi di Ivrea e rappresenta l’impegno diocesano di Ivrea in quella Terra. Dopo aver sostenuto l’impegno del Progetto “Catavento” per 18 anni ha iniziato un nuovo progetto che si chiama TERRA DEGLI UOMINI in collaborazione con la pastorale sociale della Diocesi di Barreiras Bahia Brasile. Con questo scritto lo presentiamo.

La Legge brasiliana assicura ai coltivatori della terra sprovvisti di proprietà, la possibilità di possederne una estensione sufficiente per la vita familiare. E’ una legge che si preoccupa di smantellare il latifondo, cioè una proprietà sproporzionata al fabbisogno familiare e in possesso di persone che non ne curano la coltivazione. La legge si preoccupa soprattutto di quella terra che ancora non è coltivata. Una volta appurato che una fattoria è lasciata in stato di incuria, la legge dichiara che è possibile l’espropriazione del terreno al legittimo proprietario. Inizia a questo punto un’azione sindacale che si preoccupa di inserire contadini sprovvisti di proprietà insieme alle loro famiglie nel terreno incolto. Il periodo di attesa dell’assegnazione è normalmente molto lungo (circa due, tre o più anni). Questo periodo è segnato da una forma di occupazione pacifica del terreno da parte di quelle famiglie che il sindacato ha registrato come aventi diritto alla terra. La fase di occupazione è quella che si intende aiutare, perché è una fase segnata da una vita precaria. Le famiglie non hanno casa e si riparano sotto delle tende di plastica. Non hanno ancora infrastrutture in grado di garantire l’approvvigionamento dell’acqua potabile, inoltre sono esposte agli agenti atmosferici. Il sole e la pioggia costituiscono per loro una prova per la loro salute e quella dei loro bambini.

La Chiesa brasiliana e le Diocesi del Brasile si preoccupano di questo problema sociale attraverso la Pastorale della terra. Anche la Diocesi di Barreiras agisce in favore dei contadini attraverso un’azione articolata e organizzata. Il Diacono Danilo Grindatto, dopo aver per diciotto anni organizzato la pastorale del minore nella diocesi di Barreiras e aver costituito e amministrato il PROGETTO CATAVENTO in favore dei minori, ha passato alla Caritas diocesana la custodia e la manutenzione delle opere sociali che accompagnava. Nel medesimo tempo, il Vescovo di Barreiras gli ha assegnato un nuovo compito pastorale: quello di seguire e aiutare le persone accampate nelle proprietà rurali espropriate. Il Diacono Danilo ha accettato l’incarico e si è rivolto alla Diocesi di Ivrea per ottenere attenzione ed aiuto. Attraverso il Centro missionario diocesano si è attivato il coinvolgimento dei gruppi che in precedenza sostenevano il Progetto Catavento e la pastorale dei minori. Tra questi gruppi ricordiamo il Gruppo Catavento, il Gruppo Arcobaleno, la nostra Goccia. A partire dall’anno 2015 e per un periodo almeno triennale i gruppi suddetti inizieranno a svolgere una azione di sensibilizzazione e di approvvigionamento in favore del Progetto TERRA DOS HOMENS (Terra degli uomini) che corrisponde alla nuova denominazione coniata da Danilo Grindatto per il suo nuovo compito. Questa denominazione si aggiungerà a quella tradizionale di Progetto Catavento per indicare la finalità intrapresa dal lavoro diocesano e coordinata dal Centro missionario di Ivrea. Questo nuovo progetto elaborato dal nostro Missionario Diacono Danilo che da 20 anni accompagna il progetto Catavento, vuole essere la continuazione dei lavori iniziati dai primi missionari sacerdoti e laici della nostra Diocesi di Ivrea.

Terra dos Homens, Perché ? Perché Dio há creato la terra per gli uomini, per le donne e per la famiglia, perché loro potessero ricavare il proprio sostegno dalla terra, non ha imposto padroni e servi, ma ha voluto tutti gli esseri umani uguali. L’aviditá dell’uomo ha creato divisioni, violenza, morti. Per ridurre questa ondata di violenza e offrire maggiore giustizia sociale diventa necessario insegnare a queste persone eternamente emarginate e escluse, il modo di difendere i propri diritti, senza violenza, appoggiando politiche sociali efficaci, capaci di modificare la realtá. Il progetto per essere efficiente e far cambiare la realtà quotidiana ha i seguenti obbiettivi:  accompagnare i Sindacati dei lavoratori rurali nella organizzazione e elaborazione di progetti che apportino politiche sociali negli assentamentos, accampamentos e comunita rurali.  Portare la parola di Dio e quindi promuovere l’evangelizzazione di queste persone che vivono ai margini della società.

Il progetto inoltre vuole far crescere piccoli progetti di aiuto nelle necessitá quotidiane: Nell’anno 2016 è stato realizzato questo progetto : Posa in opera di un Sistema di tubazione in plástica semiinterrata che dal pozzo porta acqua pulita all’accampamento (3.000 metri, tre cisterne di 500 litri). Costo totale del materiale circa 2.000,00 euro. (la manodopera é di totale competenza dell’associazione Guarapés, responsabile dell’accampamento.)

Altri progetti che vogliamo realizzare con il vostro aiuto – Costruzione di un forno in argilla cotta per cuocere pane, biscotti etc.Costo del materiale (argilla, cemento, lamiera di zinco, porta, ecc) 500,00 euro. – Formazione di una squadra di calcio per incentivare i bambini e i ragazzi a rimanere nell’accampamento acquistando materiale sportivo: indumenti sportivi, palloni, ecc. Costo del materiale 200,00 euro. – Ciclo di corsi professionalizzanti in materia di allevamento di bovini, suini, ovini e pesci. Costo del progetto compreso il trasporto, il vitto e l’alloggio per circa 20 persone fra uomini e donne. Costo: 400,00 euro, (i corsi normalmente sono offerti gratuitamente dalle Universitá locali o Istituti tecnici.)


Auguri – Natale 2016 – Associazione TAM TAM

Ivrea, 20 novembre 2016 Anche quest’anno TAM TAM  ti aspetta. Ti aspetta con i PRESEPI dal mondo, i PANETTONI artigianali,  la CIOCCOLATA di Modica, le CONFETTURE golose, i TORRONI e le SPEZIE, le sciarpe di SETA e i SAPONI profumati,  gli ANGIOLETTI decorativi e tante, tante altre bellissime novità. Soprattutto ti aspetta perché il Natale anche quest’anno  LO FAREMO INSIEME Sostenendo i piccoli produttori dal Sud al Nord del mondo  ­ anche pensando alle popolazioni colpite dal terremoto ­ ­ (vedi appello retro pagina) ­ rispettando l’ambiente, la cooperazione sociale e lo sviluppo sostenibile. LO FAREMO INSIEME CON UN PICCOLO GESTO Un’antica leggenda africana racconta che un giorno, nella foresta dei grandi ALBERI, scoppia un incendio. Le fiamme divampano alte verso il cielo e il vento propaga il fuoco. Spaventati tutti gli animali cominciano a fuggire cercando di mettersi in salvo verso la cima della MONTAGNA innevata. Tutti tranne uno: il piccolo colibrì. Il colibrì è un UCCELLINO minuscolo e delicato, dal veloce battito d’ali che, mentre gli altri cercano rifugio, si dirige verso il lago. E qui riempie il suo becco d’acqua e comincia ad andare avanti e indietro. Vola rapido dal fiume verso l’incendio su cui lascia cadere ogni volta una piccola goccia per poi ripartire veloce verso il lago. Tutti gli animali sono stupiti dall’ostinata energia del piccolo colibrì e il LEONE, re della foresta, gli domanda: “Ma cosa pensi di fare tu con una goccia?” “Sono la goccia d’acqua che porto in dono” risponde serio il colibrì. “Ma non riuscirai mai con una goccia d’acqua”, dice il leone incredulo. Il colibrì senza fermarsi replica deciso: “forse, ma intanto faccio la mia parte”.


Auguri – Natale 2016- Catavento- Terra degli uomini

Carissimi Amici di Catavento, noi del Centro missionario Vi auguriamo uno splendido Natale dove la luce del presepio brilli un po’ più luminosa delle tenebre che avvolgono il nostro mondo e che si appiccicano ai nostri abiti e ai nostri corpi; che oscurano i nostri occhi così da impedirci di vedere quegli uomini e quelle donne, quei bimbi, che si avvicinano alle nostre case e alle nostre città. Auguriamo a tutti di vedere il cuore di Dio che in questo bimbo chiamato Gesù e in tutti i bambini batte festoso in attesa di un’alba più umana. Ci auguriamo che gli sforzi di tutti gli uomini e delle donne di buona volontà, riesca a lenire alcune sofferenze e a risanare le ferite e le lacerazioni che colpiscono alla cieca. Preghiamo perché nessuno tenga conto del male ricevuto delle incomprensioni e delle contraddizioni che ci abitano e possa in questo Natale distendersi accanto al bue e all’asinello e contemplare da quel punto di vista quella famiglia spaventata e spogliata di dignità. Onorata da una visita così strana e imprevista. Preghiamo che gli angeli del “SI” si diano da fare per convincere milioni di esseri umani ad andare a Betlemme per vedere personalmente il da farsi. Vi ringraziamo carissimi per essere stati anche quest’anno a rincorrere quei discepoli missionari che Gesù ha mandato tra noi per disturbarci un po’ e iniettarci l’antidoto della fantasia, della poesia e della musica. Soprattutto la PACE vi accompagni in questi giorni e con il nuovo anno diventi la compagna del vostro lungo viaggio. Vi auguriamo Buon Natale con la migliore colonna sonora che conoscete e desiderate ascoltare. Ci uniamo alle zampogne e ai flauti che cantano la Gloria di Dio che come sempre è riassunta nelle parole di Gesù: “SONO VENUTO PERCHE’ TUTTI ABBIANO LA VITA IN ABBONDANZA!” Nell’attesa di riverderVi e riabbracciarVi, vi spediamo i nostri migliori auguri di NATALE, Ivrea 25 dicembre 2016 IL CENTRO MISSIONARIO


Progetto capre comunitarie – Maimelane 1

Nella nostra missione di Maimelane (Mozambico) esistono 24 comunità rurali (villaggi). La vita là è molto difficile perché non esistono altre fonti di guadagno al di fuori di una agricoltura di sussistenza che permette appena di sopravvivere. Ma, a complicare le cose, spesso, come in questi 2 ultimi anni, arriva anche la siccità che decima i già miseri raccolti, ed allora la fame è grande e la gente, soprattutto i giovani, sono costretti ad emigrare in cerca di espedienti per campare. Così le comunità si svuotano ed alcune stanno praticamente scomparendo. Eppure chi resta non desiste dallo sforzo di portare avanti le varie iniziative della comunità tra cui il mantenimento della chiesa con i suoi vari servizi come la caritas, l’assistenza ai malati, ecc… Pensando a come dare una mano a questi volenterosi, ho notato come l’allevamento di capre costituisce una risorsa buona e sicura, perché nella boscaglia troverebbero sempre qualcosa da brucare anche in tempo di siccità, e non danno altre spese se non per comprarle. Parlando coi diretti interessati si è combinato di cominciare con 5 capre per ogni villaggio per un allevamento comunitario: gestito dalla comunità e per la comunità.(i proventi andrebbero tutti per le necessità locali). Si comincia con 5 capre (4 femmine e 1 maschio) che poi andranno aumentando a piacere secondo le iniziative e possibilità degli interessati. Ogni capretta costa 25 euro. Che ve ne pare? Glielo facciamo questo bel regalo di Natale? Don Josè Come fare la tua donazione – Direttamente al Centro Missionario Diocesano – via Varmondo 9 a Ivrea – Sul Conto Bancario – UNICREDIT Agenzia di Ivrea IBAN IT 45 X 02008 30545 00000 3880256 intestato a “Ufficio Missionario Ivrea” causale: Mozambico – Maimelane Per informazioni 0125 641097


Auguri- Natale 2016 – Gruppo Amizade

Ivrea, dicembre 2016 Cari amici, in questo Natale ormai alle porte vogliamo riflettere con voi sul tema del cambiamento, termine forse più comprensibile ai giorni nostri per intendere la conversione. Come ha detto Papa Francesco con una lucida analisi, questa non è un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca e tutti siamo chiamati a rendercene anzitutto consapevoli. La vita stessa è la prima spinta naturale al cambiamento, all’evoluzione. E’ proprio necessaria un’inversione di rotta, un capovolgimento di idee e di pensieri per dare risposte ai nuovi problemi che si presentano nella nostra vita, nella società attuale e nel mondo. La vita cambia perchè ci vuole vivi, attenti, sempre disponibili a trasformazioni e a nuovi adattamenti. “….I dinosauri sono scomparsi non perchè molto, troppo deboli, ma perchè troppo forti, intrappolati nell’assurdo della loro struttura organica…Per conseguenza essi erano nell’impossibilità di rispondere in maniere diverse alle nuove sfide che l’ambiente poneva…”(da “Contemplattivi nello spirito di Gesù di Nazareth”- Piccoli Fratelli del Vangelo- Spello). Allora la logica di potenza del dinosauro non è funzionale alla vita; piuttosto la fragilità e la debolezza, accettate e assunte, ci consentono di crescere in umanità, in condivisione, in apertura. Nel nostro piccolo cerchiamo di inserirci in questo flusso vitale a livello personale e comunitario. Nella lettera precedente vi parlavamo del nostro desiderio di operare un cambiamento nella destinazione dei nostri aiuti a favore delle nuove urgenze rappresentate dai migranti, dai profughi e da chi è costretto a fuggire dalla guerra e dalla miseria. In questo anno abbiamo destinato parte dei fondi che raccogliamo a due associazioni, Comunità di S. Egidio e Medici Senza Frontiere, che li hanno utilizzati per realizzare corridoi umanitari e per l’accoglienza nei campi profughi.

C’è qualcosa di nuovo anche sotto il sole di Santa Rita de Cassia! Una tettoia per riparare i bambini dalla calura durante i giochi in cortile e per fare le riunioni con i genitori.

Tutti questi sono piccoli, ma efficaci segni di amore perchè l’Amore si propone sempre così, nella debolezza e nella fragilità, ma è in grado di sviluppare un’energia di vita e una forza trasformatrice! Vi salutiamo con l’augurio di un Buon….nuovo…Natale di ri…nascita! Il Gruppo Amizade


Auguri Natale 2016

Carissimi amici e collaboratori del Centro Missionario, il Natale ci riporta vicino a Gesù e in questi giorni nel presepio si nota un via vai molto simile al movimento di gente che attraversa le missioni che amiamo e conosciamo. Uomini e donne, bambini e ragazzi, giovani in cammino, portando zaini, cestini di frutta, uova, formaggi. Il racconto di Natale mantiene la realtà descritta nei Vangeli e crea una situazione magica e fiabesca. Lontanissima e innocua. Sappiamo che per qualche giorno questo quadro poetico viene tollerato, quando non addirittura sollecitato… ma la realtà preme e chiede spiegazioni. I drammi, le violenze, le aggressioni sono parte del mondo e invadono spazi, territori, case, piazze… la speranza delle persone normali come noi è che ci sia ogni tanto una tregua in questa guerra a puntate. Il Vangelo invece parla sempre di pace: non si tratta di tregua passeggera, ma di un atteggiamento fondato nel profondo dell’essere umano e divino. Certezza di una fede che vince il mondo. Ci auguriamo che il Natale riaccenda di nuovo i motivi che ispirano la ricerca della pace. Come dono condiviso, costante, continuato. Come un canto che risuona nella mente e nel cuore: indimenticabile. Preghiamo per saper ricevere pace soprattutto là dove le mani sono ferite e impoverite; chiediamo di apprezzare le tregue, ma di non abbandonare il desiderio di pace che ci viene donato insieme al Regno di Dio, alle beatitudini e agli aghi di pino, ai silenzi dei boschi e alla neve che imbianca le terre e promette raccolti nuovi e abbondanti.

Auguri di pace in questo Natale.

Il Centro missionario


Quaresima di Fraternita 1

Maimelane: dove lo spirito missionario soffia ancora…

L’umile terra che calpestiamo ha un colore rosso. Terra africana e mozambicana, che va bene per fare mattoni. Si tratta di una terra che se lavorata diventa dopo un po’ capace di produrre con abbondanza prodotti alimentari, frutta e ortaggi, cereali agricoli e piante di medio e alto fusto che danno frutti abbondanti e copiosi. Una terra dove scorre latte e miele come direbbe la Bibbia. Il trattore rosso alla missione è pronto per partire. Attende l’arrivo di un autista che lo faccia diventare uno strumento industriale. Per ora non lo è. Ci sono anche prodotti del sottosuolo che vanno cercati scavando gallerie oppure anfratti naturali, alla ricerca di minerali preziosi e costosi. Grandi macchine si avvicinano ai cantieri. In ogni dove, lungo le strade. Cantieri rigorosamente chiusi alle persone non addette. Curiosi no, non li vogliono. Lavoratori specializzati si, possibilmente specializzatisi in scuole mozambicane, sorte da pochissimi anni. Cercano giacimenti di gas che pare in Mozambico siano abbondanti. Vicino a Maimelane dove abbiamo la missione, c’è un impianto industriale di altissima tecnologia che proviene dal Sud Africa. E’ nata una cittadella attorno agli impianti e pompe di grande capacità pompano il Gas in gasdotti sotterranei. Il popolo mozambicano è un popolo buono e se non fosse per la continua tensione di guerra tra le due fazioni storicamente separate che rappresentano il Fronte di Liberazione, tutto sarebbe tranquillo. Di fatto non si percepisce nessuna tensione.

Il lavoro, la scuola, la Chiesa, lo Stato Un pezzo di pane probabilmente si arriva ad averlo con un lavoro rabberciato e indifeso. Lavoro a cottimo, quindi instabile e insicuro. Si cerca lavoro alla missione oppure alla scuola. Le donne si adattano a fare lavori umili. Gli uomini rivendicano un impiego più redditizio. Gli uni e gli altri fanno un buco nell’acqua in una società segnata dall’epocale passaggio dei giovani dalla civiltà rurale a una industriale. L’obbiettivo dei giovani è andare nelle grandi città e lasciare la campagna: come possiamo dar loro torto? Scarsa professionalità nei lavori agricoli e industriali ostacolano la crescita di una società che avrebbe tutto per progredire. I soldi non ci sono. I trasporti in pulman ci sono: piccoli pulmini che caricano persone all’inverosimile, ma sono comunque assai costosi per le tasche di un mozambicano. A poco a poco saranno i manager delle grandi imprese a capire che dovranno formare all’interno delle fabbriche scuole di formazione e di professione. La struttura scolastica del Mozambico sta solo ora muovendo i primi timidi passi. Tuttavia raggiunge una grande quantità di alunni. Percorrono piccole e grandi distanze gli studenti per venire alla scuola. Dalla scuola materna alla scuola primaria e secondaria. Il sistema però non è auto sostenibile: necessita ancora di interventi sussidiari: scuole cattoliche, metodiste, oppure Ong che sostengono con le loro risorse la nascita di nuove scuole professionali. I missionari cattolici appartenenti a congregazioni hanno fatto un lavoro importante per aprire un cammino scolastico in questo paese. Occorre però l’investimento dello Stato. Questo avviene nel momento in cui lo Stato paga gli insegnanti che lavorano nelle strutture diocesane. Avviene spesso.

La Diocesi e la città di Imhabane La Chiesa però non è solo questo: essa forma religiosamente centinaia di catechisti, suore e preti, perché lavorino a servizio del popolo di Dio. La formazione è necessaria perché la competenza è richiesta in ogni ambito dell’educazione cristiana. Anche queste attività formative necessitano di denaro e di disponibilità. Ecco allora le parrocchie e le diocesi investire in corsi prolungati di formazione. Il periodo della formazione catechistica dura un anno e viene svolto in una grande struttura diocesana a Ghiua, ove è sorto il santuario dei martiri di Ghiua (24 catechisti, uccisi durante gli scontri della guerra civile). Ghiua si trova ormai nella periferia di Inhambane, capitale della regione ed anche la sede della Diocesi. Il Vescovo si chiama Monsignor Adriano Langa: è mozambicano e prima di arrivare a Inhambane era vescovo ausiliare di Maputo. Appartiene all’Istituto francescano e alla provincia francescana del Mozambico. Visita continuamente la sua Diocesi, accompagnato dal Vicario parrocchiale e dai suoi collaboratori. La sua maggiore preoccupazione è quella di trovare le risorse umane e finanziarie per arrivare a sostenere la chiesa cattolica in una enorme regione quale è la diocesi di Inhambane.

La Parrocchia e la città di Maimelane Maimelane è a sua volta una delle 22 parrocchie della diocesi di Inhambane. Grande tremila Km quadrati, con una popolazione di 30mila persone. Un solo prete (don Giuseppe Bergesio, del clero diocesano di Ivrea), quattro suore mozambicane, giovani e volenterose, addette alla formazione e al sostegno delle attività pastorali della parrocchia. Poi naturalmente alcuni laici ben formati si impegnano stabilmente per la parrocchia. Occorre evidentemente sostenere le loro attività con uno stipendio, che la parrocchia passa loro ogni fine mese. L’intento è di trasferire il maggior numero di attività nelle mani di persone mozambicane, affinché assumano con competenza le responsabilità dei settori più importanti della parrocchia. Se ci saranno scelte condivise e pedagogicamente oculate, la cosa potrà avvenire nei prossimi anni. Gli ostacoli che si frappongono richiedono ancora un lavoro paziente e prolungato. E’ quello che ci richiedono gli orientamenti dei vescovi africani riuniti nei loro sinodi territoriali. La Chiesa italiana si sente coinvolta in questo affascinante compito di accompagnamento e di innovazione. Chiediamo al Signore che anche lui investa su di noi, laici, seminaristi religiosi e catechisti le sue migliori risorse e che noi sappiamo imitarlo nelle nostre diocesi e comunità. Così saremo al servizio del compito richiesto.

Riflessione personale Mi ha commosso don Giuseppe (Jose’) Bergesio, quando mi ha chiesto una sera a Maimelane, se il suo ritorno nella diocesi di Ivrea, sarebbe stato un impoverimento per la nostra diocesi che vedrebbe chiudersi in questo modo una porta missionaria importante. Lui mi accennava al fatto che il motivo principale della sua partenza per il Mozambico è stato quello di non lasciare spegnere lo slancio missionario diocesano. Prima ancora di fare qualcosa per la chiesa mozambicana, il suo intento è stato ed è, quello di aiutare la nostra diocesi a non chiudere le porte della missione “Ad Gentes”. Non ho trovato subito, lì per lì, le parole per confortare la sua domanda. Forse la mia freddezza lo ha fatto dubitare ancora di più. Dovrò chiedere perdono per questo peccato?

don matteo somà (direttore centro missionario diocesano – ivrea)


Quaresima di Fraternita 2

Misericordia, o Dio! Danilo Grindatto: “Brasile, tra crescita e corruzione”

Dal 2002, anno in cui é stato eletto come presidente Luiz Inacio Lula da Silva, abbiamo visto in Brasile come una rivoluzione pacifica poteva mettere in pratica tutto quello che la Chiesa Cattolica e i movimenti sociali da più di 40 anni predicavano. La grande parte degli emarginati, dei poveri e dei neri avevano finalmente una voce e ridiventavano una presenza, soprattutto attraverso la possibilità di avere finalmente dei diritti: il diritto di studiare, di godere di un accompagnamento medico e medicine alla portata di tutti, il diritto a una casa propria e a un lavoro stabile, il diritto a una vita meno miserabile.

Per il Brasile – conosciuto all’estero come il Paese del calcio, del carnevale perenne, delle grandi differenze sociali – incominciava un’epoca in cui gli è riconosciuto un posto tra le grandi potenze economiche emergenti. Pensate alla felicità della popolazione nel vedere emergere dalle tenebre il proprio Paese, nel quale sino ad allora il valore della vita era banalizzato e il suo prezzo deciso dai pochi che avevano soldi e potere. Fu grande la felicità anche per noi, operatori sociali e evangelizzatori, nel poter spiegare che tutti sono uguali e che si può e si deve vivere una vita meno grama. Quelli del primo mandato di Lula furono quattro anni di crescita, ad onta di una opposizione molto scettica che aspettava il più piccolo scivolone per poter dire: “Visto? I poveri, gli ignoranti, i neri e i nordestini non sanno governare: meglio ritornare sotto il bastone dei pochi ricchi e bianchi….”. Invece, la luce di speranza nel cambiamento diede un’altra vittoria a Lula e altri quattro anni di benessere, nei quali la Chiesa e i movimenti finalmente ebbero un poco di pace e cedettero di potersi riposare dal momento che c’era Lula a pensare a poveri e emarginati… Fu un monumentale errore, che portò alla situazione attuale.

Continuando la nostra piccola storia, nel 2010 Lula non poté essere candidato nuovamente perché la legge elettorale brasiliana permette solo due mandati come presidente. Nella fase di benessere fu eletta la prima donna presidente (Dilma Roussef) e il mandato corse pacifico fino al terzo anno (2013) con un paese che finalmente emergeva come potenza mondiale al fianco della Russia dell’India e della Cina (BRIC), nazioni in via di sviluppo econômico. All’inizio del terzo anno tuttavia ci fu un grande movimento di scontento scatenato dagli esorbitanti costi degli impianti sportivi che accolsero i Mondiali di Calcio (2014) e i prossimi Giochi Olimpici (2016). Il governo di sinistra, diretto e amministrato da un gruppo che soffrì persecuzioni sotto la dittatura militare (negli anni ’70), usò gli stessi sistemi violenti per far tacere il popolo. Noi tutti pensavamo che la corruzione fosse solo un problema di poche persone coinvolte in questo scandalo ma un gruppo di magistrati incominciò a scavare a fondo e scoprì che quanto emerso era solo la punta di un immenso iceberg, fatto di miliardi di dollari rubati al popolo. Rubati al diritto di tutti ad avere un buon sistema sanitario, una educazione di buona qualità, un’assistenza sociale efficace e una sicurezza pubblica capace di proteggere i cittadini. Il grande sogno brasiliano di crescere e di essere finalmente uguali nei diritti e nei doveri di cittadinanza, purtroppo si sfracellò in un mare di corruzione.

La scorsa settimana si é svolta a Barreiras (Bahia), dove io lavoro, l’assemblea diocesana delle componenti pastorali, nella quale si é tracciato il calendario delle attività e delle priorità per il quadriennio 2016/2020; é stata realizzata anche l’apertura della “Campagna di fraternità 2016” per la quale il tema é il trattamento ecologico di tutti i rifiuti, solidi e liquidi. Tema attualissimo dovuto alla proliferazione della zanzara Aedes Aegyti, portatrice delle temibili infezioni Dengue, Zica e Chikungunya (pensate che una stima dell’OMS prevede un milione e mezzo di persone affette solo in Brasile nel 2016). L’assemblea diocesana é stata molto importante, ma una cosa che tutti hanno notato é stato il senso di sfiducia, di scoramento per il futuro, che sembra aleggiare tra la gente. Quello che tutti ci chiediamo é perché gli uomini, che potrebbero e avrebbero la capacità di cambiare in meglio la vita, si ostinino a pensare solo a se stessi, rendendosi schiavi della propria cupidigia per immagazzinare soldi e potere.

In questo anno giubilare della misericordia chiediamo che la misericordia di Dio possa toccare i cuori di questi politici, facendoli smettere di pensare solo a se stessi. Che le nuove leve dei giovani possano eleggere persone oneste e che questo splendido Paese possa ritornare a crescere e si trasformi di nuovo in un luogo dove si vive in armonia e pace. Misericordia, Signore, Misericordia!

Fraternamente, diacono danilo


Quaresima di Fraternita 3

Maria ci guida alla santità “Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione”

IVREA – Ospitiamo questa settimana un contributo di Suor Petra Urietti, missionaria canavesana che i lettori del Risveglio già ben conoscono. Suor Petra appartiene alla Congregazione delle Suore di San Giuseppe, uno dei rami del grande albero che ha avuto inizio in Francia alla metà del 1600. In un tempo in cui la donna consacrata era ritenuta tale dalla Chiesa e dalla società solo in clausura, un gesuita, Jean-Pierre Médaille, ha creduto nella possibilità per la donna di consacrarsi a Dio rimanendo nel mondo e mettendosi al servizio dei più poveri, per aiutare le persone del loro tempo a ritrovare la strada evangelica della comunione e della pace, mediante la testimonianza della loro vita fraterna e delle loro opere. Il loro progetto di vita ebbe inizio il 15 ottobre 1650 a Le Puy-en Velay, in Francia, e Padre Médaille lo chiamò Piccolo Disegno. Sull’esempio della prima comunità se ne sono formate tante altre, tutte animate dallo stesso desiderio di Gesù di costruire relazioni di comunione tra le persone, perché “tutti siano uno”. Oggi le suore di San Giuseppe sono circa 15.000, presenti in tutti i continenti. Esse formano una grande famiglia internazionale, nutrita della stessa linfa delle origini. Anche per il laico del Piccolo Disegno, la cosa fondamentale è vivere il proprio battesimo. Il Piccolo Disegno non lega a nessun ambito di azione, ma spinge ad avere orizzonti vasti, un’anima grande, una sete profonda di abbracciare in tutto e ovunque, ciò che capiremo essere più gradito a Dio, per il bene del “caro prossimo”, ma sempre scegliendo le categorie del piccolo e del semplice.

Carissime Sorelle e carissimi Laici del Piccolo Disegno, un abbraccio a tutti e a ciascuno! La Quaresima quest’anno è iniziata il giorno prima della festa della Madonna di Lourdes: penso sia una vera grazia. Lei, la Madre invocata da tanti malati nel corpo e nello spirito, può essere la “persona più giusta” per accompagnarci in questo cammino di quaranta giorni verso la Santa Pasqua, perché Lei, più di chiunque altro, conosce bene sia la gravità sia il motivo delle nostre paralisi, delle nostre sordità, delle nostre cecità, delle nostre ferite, delle nostre anemie spirituali. A Lei, senza timore o vergogna, possiamo presentare tutte le nostre fragilità o durezze, tutte le nostre rigidità o pigrizie, tutte le nostre lamentele o pretese, tutte le nostre cadute e ricadute: Lei conosce e accoglie sia quelle personali, sia quelle comunitarie o familiari e Lei può aiutarci a guardarle in faccia con coraggio per trovare una via di guarigione.

Lei è la Madre Santa che desidera che i Suoi figli diventino santi! Il Magnificat, che Maria ha cantato dopo un viaggio fatto correndo e prima di cominciare un servizio d’amore nella casa di Sua cugina Elisabetta, può diventare per noi un’ottima guida per un profondo esame di coscienza e per un rilancio sia nel cammino della conversione al grazie sia nel cammino di conversione alla fiducia nella Misericordia di Dio operante nella nostra vita: con Lei, senza false scuse, possiamo rivedere il percorso compiuto su queste due piste e possiamo riappropriarcene con forza per proseguire con entusiasmo sulla via della nostra chiamata. Il Magnificat è un inno che ci deve accompagnare ogni giorno, sette giorni su sette; è un inno di profonda contemplazione e azione e può veramente spalancarci la strada verso la Piscina che sana, rinvigorisce, rinnova: la Piscina del Cuore di Cristo che in ogni Santa Messa si apre per far sgorgare il Sangue Redentore che lava i peccati del mondo, che dona al mondo la Pace.

Chiediamo a Maria, Madre dell’Eucarestia, di essere Lei ad accompagnarci ogni giorno alla Tavola del Pane di Vita: è troppo grande questo Miracolo d’Amore per potervi accedere da soli! In questo anno decennale della nascita dell’Istituto verranno proposti degli incontri di approfondimento del mistero eucaristico: Padre Médaille ha intuito la nostra storia e il nostro mandato contemplando Gesù Eucarestia e quindi sentiamo il bisogno di formarci a questa “scuola” che parte non dall’alto, ma da dentro. A questa “scuola” la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità cresceranno e ci permetteranno di entrare nel vero cammino di dialogo (con Dio, tra noi e con il caro prossimo) per la cura della casa comune, là dove, insieme, consacrate e laici, potremo testimoniare il Vangelo secondo il Piccolo Disegno. Dato che chiunque può contare i semi in una mela, ma nessuno può contare le mele in un seme, con grande zelo, con affettuosa generosità verso la realtà in cui viviamo, cerchiamo di seminare in riva a tutti i ruscelli del nostro quotidiano opere buone (le opere di misericordia): porteranno frutti di bene oltre ogni nostro calcolo nell’esistenza del caro prossimo e nella nostra stessa esistenza. A conclusione del Messaggio per la Quaresima 2016, Papa Francesco scrive: “Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo chiediamo per l’intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di fronte alla grandezza della misericordia divina a Lei donata gratuitamente (Lc 1,48), ha riconosciuto la propria piccolezza riconoscendosi come l’umile serva del Signore (Lc 1,38)”. Amen! Così sia!

suor petra