Quaresima di Fraternita 2

Misericordia, o Dio! Danilo Grindatto: “Brasile, tra crescita e corruzione”

Dal 2002, anno in cui é stato eletto come presidente Luiz Inacio Lula da Silva, abbiamo visto in Brasile come una rivoluzione pacifica poteva mettere in pratica tutto quello che la Chiesa Cattolica e i movimenti sociali da più di 40 anni predicavano. La grande parte degli emarginati, dei poveri e dei neri avevano finalmente una voce e ridiventavano una presenza, soprattutto attraverso la possibilità di avere finalmente dei diritti: il diritto di studiare, di godere di un accompagnamento medico e medicine alla portata di tutti, il diritto a una casa propria e a un lavoro stabile, il diritto a una vita meno miserabile.

Per il Brasile – conosciuto all’estero come il Paese del calcio, del carnevale perenne, delle grandi differenze sociali – incominciava un’epoca in cui gli è riconosciuto un posto tra le grandi potenze economiche emergenti. Pensate alla felicità della popolazione nel vedere emergere dalle tenebre il proprio Paese, nel quale sino ad allora il valore della vita era banalizzato e il suo prezzo deciso dai pochi che avevano soldi e potere. Fu grande la felicità anche per noi, operatori sociali e evangelizzatori, nel poter spiegare che tutti sono uguali e che si può e si deve vivere una vita meno grama. Quelli del primo mandato di Lula furono quattro anni di crescita, ad onta di una opposizione molto scettica che aspettava il più piccolo scivolone per poter dire: “Visto? I poveri, gli ignoranti, i neri e i nordestini non sanno governare: meglio ritornare sotto il bastone dei pochi ricchi e bianchi….”. Invece, la luce di speranza nel cambiamento diede un’altra vittoria a Lula e altri quattro anni di benessere, nei quali la Chiesa e i movimenti finalmente ebbero un poco di pace e cedettero di potersi riposare dal momento che c’era Lula a pensare a poveri e emarginati… Fu un monumentale errore, che portò alla situazione attuale.

Continuando la nostra piccola storia, nel 2010 Lula non poté essere candidato nuovamente perché la legge elettorale brasiliana permette solo due mandati come presidente. Nella fase di benessere fu eletta la prima donna presidente (Dilma Roussef) e il mandato corse pacifico fino al terzo anno (2013) con un paese che finalmente emergeva come potenza mondiale al fianco della Russia dell’India e della Cina (BRIC), nazioni in via di sviluppo econômico. All’inizio del terzo anno tuttavia ci fu un grande movimento di scontento scatenato dagli esorbitanti costi degli impianti sportivi che accolsero i Mondiali di Calcio (2014) e i prossimi Giochi Olimpici (2016). Il governo di sinistra, diretto e amministrato da un gruppo che soffrì persecuzioni sotto la dittatura militare (negli anni ’70), usò gli stessi sistemi violenti per far tacere il popolo. Noi tutti pensavamo che la corruzione fosse solo un problema di poche persone coinvolte in questo scandalo ma un gruppo di magistrati incominciò a scavare a fondo e scoprì che quanto emerso era solo la punta di un immenso iceberg, fatto di miliardi di dollari rubati al popolo. Rubati al diritto di tutti ad avere un buon sistema sanitario, una educazione di buona qualità, un’assistenza sociale efficace e una sicurezza pubblica capace di proteggere i cittadini. Il grande sogno brasiliano di crescere e di essere finalmente uguali nei diritti e nei doveri di cittadinanza, purtroppo si sfracellò in un mare di corruzione.

La scorsa settimana si é svolta a Barreiras (Bahia), dove io lavoro, l’assemblea diocesana delle componenti pastorali, nella quale si é tracciato il calendario delle attività e delle priorità per il quadriennio 2016/2020; é stata realizzata anche l’apertura della “Campagna di fraternità 2016” per la quale il tema é il trattamento ecologico di tutti i rifiuti, solidi e liquidi. Tema attualissimo dovuto alla proliferazione della zanzara Aedes Aegyti, portatrice delle temibili infezioni Dengue, Zica e Chikungunya (pensate che una stima dell’OMS prevede un milione e mezzo di persone affette solo in Brasile nel 2016). L’assemblea diocesana é stata molto importante, ma una cosa che tutti hanno notato é stato il senso di sfiducia, di scoramento per il futuro, che sembra aleggiare tra la gente. Quello che tutti ci chiediamo é perché gli uomini, che potrebbero e avrebbero la capacità di cambiare in meglio la vita, si ostinino a pensare solo a se stessi, rendendosi schiavi della propria cupidigia per immagazzinare soldi e potere.

In questo anno giubilare della misericordia chiediamo che la misericordia di Dio possa toccare i cuori di questi politici, facendoli smettere di pensare solo a se stessi. Che le nuove leve dei giovani possano eleggere persone oneste e che questo splendido Paese possa ritornare a crescere e si trasformi di nuovo in un luogo dove si vive in armonia e pace. Misericordia, Signore, Misericordia!

Fraternamente, diacono danilo