Author: admindiocesi

Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2025. Il Messaggio di Papa Francesco

“Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori (cfr 1Pt 3,15-16)” è il tema del Messaggio della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2025.

Cari fratelli e sorelle!
In questo nostro tempo segnato dalla disinformazione e dalla polarizzazione, dove pochi centri di potere controllano una massa di dati e di informazioni senza precedenti, mi rivolgo a voi nella consapevolezza di quanto sia necessario – oggi più che mai – il vostro lavoro di giornalisti e comunicatori. C’è bisogno del vostro impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo.
Pensando al Giubileo che celebriamo quest’anno come un periodo di grazia in un tempo così travagliato, vorrei con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza, incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo.

Disarmare la comunicazione

Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio. Troppe volte essa semplifica la realtà per suscitare reazioni istintive; usa la parola come una lama; si serve persino di informazioni false o deformate ad arte per lanciare messaggi destinati a eccitare gli animi, a provocare, a ferire. Ho già ribadito più volte la necessità di “disarmare” la comunicazione, di purificarla dall’aggressività. Non porta mai buoni frutti ridurre la realtà a slogan. Vediamo tutti come – dai talk show televisivi alle guerre verbali sui social media – rischi di prevalere il paradigma della competizione, della contrapposizione, della volontà di dominio e di possesso, della manipolazione dell’opinione pubblica.
C’è anche un altro fenomeno preoccupante: quello che potremmo definire della “dispersione programmata dell’attenzione” attraverso i sistemi digitali, che, profilandoci secondo le logiche del mercato, modificano la nostra percezione della realtà. Succede così che assistiamo, spesso impotenti, a una sorta di atomizzazione degli interessi, e questo finisce per minare le basi del nostro essere comunità, la capacità di lavorare insieme per un bene comune, di ascoltarci, di comprendere le ragioni dell’altro. Sembra allora che individuare un “nemico” contro cui scagliarsi verbalmente sia indispensabile per affermare sé stessi. E quando l’altro diventa “nemico”, quando si oscurano il suo volto e la sua dignità per schernirlo e deriderlo, viene meno anche la possibilità di generare speranza. Come ci ha insegnato don Tonino Bello, tutti i conflitti «trovano la loro radice nella dissolvenza dei volti» [1]. Non possiamo arrenderci a questa logica.
Sperare, in realtà, non è affatto facile. Diceva Georges Bernanos che «sperano soltanto coloro che hanno avuto il coraggio di disperare delle illusioni e delle menzogne, nelle quali trovavano una sicurezza e che scambiavano falsamente per speranza. […] La speranza è un rischio che bisogna correre. È il rischio dei rischi» [2]. La speranza è una virtù nascosta, tenace e paziente. Tuttavia, per i cristiani sperare non è una scelta opzionale, ma una condizione imprescindibile. Come ricordava Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi, la speranza non è passivo ottimismo ma, al contrario, una virtù “performativa”, capace cioè di cambiare la vita: «Chi ha speranza vive diversamente; gli è stata donata una vita nuova» (n. 2).

Dare ragione con mitezza della speranza che è in noi

Nella Prima Lettera di Pietro (3,15-16) troviamo una sintesi mirabile in cui la speranza viene posta in connessione con la testimonianza e con la comunicazione cristiana: «Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto». Vorrei soffermarmi su tre messaggi che possiamo trarre da queste parole.
«Adorate il Signore, nei vostri cuori»: la speranza dei cristiani ha un volto, il volto del Signore risorto. La sua promessa di essere sempre con noi attraverso il dono dello Spirito Santo ci permette di sperare anche contro ogni speranza e di vedere le briciole di bene nascoste anche quando tutto sembra perduto.
Il secondo messaggio ci chiede di essere pronti a dare ragione della speranza che è in noi. È interessante notare che l’Apostolo invita a rendere conto della speranza «a chiunque vi domandi». I cristiani non sono anzitutto quelli che “parlano” di Dio, ma quelli che riverberano la bellezza del suo amore, un modo nuovo di vivere ogni cosa. È l’amore vissuto a suscitare la domanda ed esigere la risposta: perché vivete così? Perché siete così?
Nell’espressione di San Pietro troviamo, infine, un terzo messaggio: la risposta a questa domanda sia data «con dolcezza e rispetto». La comunicazione dei cristiani – ma direi anche la comunicazione in generale – dovrebbe essere intessuta di mitezza, di prossimità: lo stile dei compagni di strada, seguendo il più grande Comunicatore di tutti i tempi, Gesù di Nazaret, che lungo la strada dialogava con i due discepoli di Emmaus facendo ardere il loro cuore per come interpretava gli avvenimenti alla luce delle Scritture.
Sogno per questo una comunicazione che sappia renderci compagni di strada di tanti nostri fratelli e sorelle, per riaccendere in loro la speranza in un tempo così travagliato. Una comunicazione che sia capace di parlare al cuore, di suscitare non reazioni passionali di chiusura e rabbia, ma atteggiamenti di apertura e amicizia; capace di puntare sulla bellezza e sulla speranza anche nelle situazioni apparentemente più disperate; di generare impegno, empatia, interesse per gli altri. Una comunicazione che ci aiuti a «riconoscere la dignità di ogni essere umano e [a] prenderci cura insieme della nostra casa comune» (Lett. enc. Dilexit nos, 217).
Sogno una comunicazione che non venda illusioni o paure, ma sia in grado di dare ragioni per sperare. Martin Luther King ha detto: «Se posso aiutare qualcuno mentre vado avanti, se posso rallegrare qualcuno con una parola o una canzone… allora la mia vita non sarà stata vissuta invano» [3]. Per fare ciò dobbiamo guarire dalle “malattie” del protagonismo e dell’autoreferenzialità, evitare il rischio di parlarci addosso: il buon comunicatore fa sì che chi ascolta, legge o guarda possa essere partecipe, possa essere vicino, possa ritrovare la parte migliore di sé stesso ed entrare con questi atteggiamenti nelle storie raccontate. Comunicare così aiuta a diventare “pellegrini di speranza”, come recita il motto del Giubileo.

Sperare insieme

La speranza è sempre un progetto comunitario. Pensiamo per un momento alla grandezza del messaggio di questo anno di grazia: siamo invitati tutti – davvero tutti! – a ricominciare, a permettere a Dio di risollevarci, a lasciare che ci abbracci e ci inondi di misericordia. Si intrecciano in tutto questo la dimensione personale e quella comunitaria. Ci si mette in viaggio insieme, si compie il pellegrinaggio con tanti fratelli e sorelle, si attraversa insieme la Porta Santa.
Il Giubileo ha molte implicazioni sociali. Pensiamo ad esempio al messaggio di misericordia e speranza per chi vive nelle carceri, o all’appello alla vicinanza e alla tenerezza verso chi soffre ed è ai margini.
Il Giubileo ci ricorda che quanti si fanno operatori di pace «saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). E così ci apre alla speranza, ci indica l’esigenza di una comunicazione attenta, mite, riflessiva, capace di indicare vie di dialogo. Vi incoraggio perciò a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori d’oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere. Aiuta il mondo ad essere un po’ meno sordo al grido degli ultimi, un po’ meno indifferente, un po’ meno chiuso. Sappiate sempre scovare le scintille di bene che ci permettono di sperare. Questa comunicazione può aiutare a tessere la comunione, a farci sentire meno soli, a riscoprire l’importanza del camminare insieme.

Non dimenticare il cuore

Cari fratelli e sorelle, di fronte alle vertiginose conquiste della tecnica, vi invito ad avere cura del vostro cuore, cioè della vostra vita interiore. Che cosa significa questo? Vi lascio alcune tracce.
Essere miti e non dimenticare mai il volto dell’altro; parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro.
Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione. Seminare sempre speranza, anche quando è difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto.
Cercare di praticare una comunicazione che sappia risanare le ferite della nostra umanità.
Dare spazio alla fiducia del cuore che, come un fiore esile ma resistente, non soccombe alle intemperie della vita ma sboccia e cresce nei luoghi più impensati: nella speranza delle madri che ogni giorno pregano per rivedere i propri figli tornare dalle trincee di un conflitto; nella speranza dei padri che migrano tra mille rischi e peripezie in cerca di un futuro migliore; nella speranza dei bambini che riescono a giocare, sorridere e credere nella vita anche fra le macerie delle guerre e nelle strade povere delle favelas.
Essere testimoni e promotori di una comunicazione non ostile, che diffonda una cultura della cura, costruisca ponti e penetri nei muri visibili e invisibili del nostro tempo.
Raccontare storie intrise di speranza, avendo a cuore il nostro comune destino e scrivendo insieme la storia del nostro futuro.
Tutto ciò potete e possiamo farlo con la grazia di Dio, che il Giubileo ci aiuta a ricevere in abbondanza. Per questo prego e benedico ciascuno di voi e il vostro lavoro.

Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2025, memoria di San Francesco di Sales.

Francesco

[1] «La pace come ricerca del volto», in Omelie e scritti quaresimali, Molfetta 1994, 317.
[2] Georges Bernanos, La liberté, pour quoi faire?, Paris 1995, trad. it. “A che serve questa libertà”, in Lo spirito europeo e il mondo delle macchine, Milano 1972, 255-256.
[3] Sermone “The Drum Major Instinct”, 4 febbraio 1968.

 


La leggenda di Snow Horse 2025

Gli studenti dell’Istituto Salesiano Card. Cagliero, assieme al Gruppo musico-teatrale Agorà (la Piazza), metteranno in scena un MUSICAL emozionante con l’obiettivo di RACCOGLIERE FONDI (offerta libera all’ingresso) per sostenere l’Associazione SMC Sclerosi Multipla Canavesana nell’ACQUISTO di un PULMINO ATTREZZATO per il trasporto di soggetti affetti da disabilità.

Special Guest – MATTEO GAMERRO

03 GIUGNO – ORE 21:01 – ISTITUTO SALESIANO CARDINAL CAGLIERO


Salute e salvezza, abitare la solidarietà

Convegno diocesano di Pastorale della Salute in collaborazione con il Forum Sociosanitario della Valle d’Aosta.

Sabato 17 maggio 2025 presso il Seminario Vescovile di Aosta dalle ore 9.00 alle ore 13.00.

  • Ore 9.00
    • Preghiera iniziale e saluto del Vescovo S. Ecc. Mons. Franco Lovignana
    • Saluto del Direttore UPS Diocesi di Aosta don Isidoro Mercuri Giovinazzo
    • Saluto del Presidente Nazionale Forum Prof Aldo Bova
    • Saluto del Presidente Regionale Forum Dott. Giovanni Donati
    • Modera don Isidoro Mercuri Giovinazzo
  • Ore 9.30
    • Prof. Francesco Vaia: Membro del Collegio dell’Autorità garante nazionale per i diritti sulla disabilità
    • La fragilità e l’esigenza di un nuovo welfare per una società più giusta ed equa
  • Ore 9.55
    • Diacono Ramón Raymundo: Assistente religioso cappellano presso l’ASL della Valle d’Aosta
    • Ascolto e relazione
  • Ore 10.20
    • Roberto Maurizio: Consigliere nazionale Unitalsi
    • Disabilità:la fatica di accettare, la forza di accogliere, la possibilità di un incontro
  • Ore 10.45
    • dibattito
  • Ore 11.00
    • Pausa
  • Ore 11.15
    • Dott. Antonio Falcone: Vicepresidente -Vicario Associazione Medici Cattolici Italiani
    • Medici a servizio della persona umana
  • Ore 11.40
    • Dott. Giovanni Donati: Presidente del Forum Sociosanitario della Valle d’Aosta
    • Fragilità umana e senso della cura nella relazione clinica
  • Ore 12.05
    • Dott. Gian Antonio Dei Tos: Dirett. Regionale UPS Triveneto e dell’UPS della Diocesi di Vittorio Veneto
    • Per un’ etica della cura
  • Ore 12.30/12.45
    • dibattito e conclusione
  • Nel pomeriggio, dalle ore 15, visita guidata nella Chiesa Cattedrale e nella Collegiata di Sant’Orso.

Giubileo degli Insegnanti di Religione e conclusione dei corsi di aggiornamento a.s. 2024/2025

Sabato 24 maggio 2025

  • ore 9.30: presso il Tempio dell’Immacolata di Ivrea (via Varmondo, 16) il nostro Vescovo Mons. Daniele Salera terrà una meditazione sul tema “Il discernimento dei contesti culturali negli Atti degli Apostoli”;
  • ore 10.45: inizio del pellegrinaggio giubilare verso la chiesa cattedrale;
  • ore 11.00: Santa Messa in cattedrale presieduta dal Vescovo.

L’incontro e la celebrazione del Giubileo sono aperti a tutti.


Il pluralismo educativo e la cultura della parità scolastica

Il pluralismo educativo e la cultura della parità scolastica: 25 anni dalla promulgazione della legge 62/2000. Una promessa mancata?

In occasione della ricorrenza dei 25 anni dalla promulgazione della Legge sulla Parità Scolastica, una riflessione sul bilancio di tale legge e spunti e contributi per il futuro.

Con Stefano CapelloRoberto GonteroVirginia KaladichDaniele MesitiStefano SuranitiPaolo Usellini

Modera Giuseppe Parisi

In collaborazione con Fidae del Piemonte e della Valle d’Aosta


Preghiera per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 2025

Signore Gesù,
ti sei fatto pellegrino in mezzo a noi,
sempre ci precedi e ci accompagni:
mostraci la Via
affinché camminando sulle orme dei tuoi passi
procediamo sicuri sulla strada del Vangelo.

Il tuo Spirito Santo
spalanchi nel nostro cuore
la porta della fede:
ci insegni a pregare,
a chiedere perdono e a perdonare.
Nell’ascolto della tua Parola
e in una vera riconciliazione
possiamo udire e comprendere la tua voce
che sempre ci chiama.

Rendici tuoi discepoli
e attraverso la nostra vita
arricchisci la tua Chiesa di sante vocazioni
perché ogni persona si sappia amata e benedetta
e conosca la vita e la speranza dei figli di Dio.

Amen.

(Conferenza Episcopale Italiana)

60° Anniversario della dedicazione del Tempio all’Immacolata dei miracoli

Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea. Un amore più forte del fuoco. 60° Anniversario della dedicazione del Tempio all’Immacolata dei miracoli.

Giovedì 29 maggio 2025 ore 20.45. Veglia di preghiera con la presenza del Vescovo d’Ivrea mons. Daniele Salera.

Venerdì 30 maggio 2025 ore 20.00. Santo Rosario.

Sabato 31 maggio 2025 ore 10.30. Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo d’Ivrea mons. Daniele Salera.

Vi aspettiamo per pregare insieme e conoscere meglio questa piccola grande storia…


UNITALSI Sottosezione di Ivrea in pellegrinaggio con il Vescovo Daniele a Lourdes 14-19 luglio 2025

UNITALSI Sottosezione di Ivrea in pellegrinaggio con il Vescovo Daniele a Lourdes 14-19 luglio 2025.

Partenza da Ivrea la sera del 14 luglio e rientro a Ivrea la mattina del 19. Disponibile pullman attrezzato con pedana sollevatrice.

Ci si può iscrivere come personale in servizio, pellegrino, ammalato, accompagnatore, giovane.

Info e iscrizioni: U.N.I.T.A.L.S.I. sezione piemontese. Sottosezione di Ivrea Via Arborio 5 10015 Ivrea (TO). Telefono 3468548370 – info@unitalsi-ivrea.it


Indicazioni liturgiche e preghiera per il Papa defunto

Indicazioni liturgiche per il Papa defunto
  1. Durante la Sede vacante e fino all’elezione del nuovo Sommo Pontefice nella Preghiera Eucaristica e nelle intercessioni della Liturgia delle Ore si dovrà omettere il nome del Papa.
  2. Tutte le comunità cristiane sono invitate a pregare per l’anima di Papa Francesco nella celebrazione dell’Eucaristia e nelle Liturgia delle Ore.
  3. Il formulario per la Messa dei defunti «per il Papa» «si può utilizzare dopo aver ricevuto la notizia della morte o per la sepoltura definitiva del defunto, anche nei giorni fra l’Ottava di Natale e nei giorni in cui ricorre una memoria obbligatoria o un giorno feriale che non sia il Mercoledì delle Ceneri o nella Settimana Santa» (Messale Romano, p. 976).
  4. Durante l’Ottava di Pasqua si celebra la Messa del giorno. Nelle preghiere Eucaristiche si aggiunga il ricordo del Papa nelle intercessioni per i defunti. Nella preghiera dei fedeli si inserisca una particolare intenzione per Papa Francesco.
  5. Nella preghiera universale della Messa e nelle preci della Liturgia delle Ore si potrà aggiungere una delle seguenti intercessioni:
    • Dio Padre di misericordia, accogli nella Gerusalemme del cielo il tuo servo e nostro Papa Francesco: concedigli di contemplare in eterno il mistero che ha fedelmente servito sulla terra. Preghiamo.
    • Pastore eterno, concedi a Papa Francesco la gioia di contemplare in eterno il tuo volto e donagli il premio promesso ai tuoi servi fedeli. Preghiamo.
    • Ti ringraziamo o Signore, per il ministero di Papa Francesco e per il dono che egli è stato per la Chiesa e per l’umanità: possa ora partecipare in pienezza alla gioia della Gerusalemme celeste. Preghiamo.
    • Per Papa Francesco: il Signore Risorto lo accolga nella dimora della luce e della pace. Preghiamo.
    • Per il defunto Papa Francesco: perché il supremo Pastore, che sempre vive per intercedere per noi, lo accolga nella sua pace. Preghiamo.
Veglia per il Papa defunto

Nella luce della Pasqua: in preghiera per Papa Francesco (Veglia – documento PDF)

Santo Rosario per il Papa defunto

Nella luce della Pasqua: in preghiera per Papa Francesco (Santo Rosario – documento PDF)


Messaggio di cordoglio del Vescovo Daniele per la morte del Santo Padre Francesco

Ivrea, 21 aprile 2025

Carissimi sacerdoti, religiosi/e, consacrati/e, fedeli laici della Diocesi di Ivrea, accogliamo con dolore l’annuncio della morte del nostro amato Papa Francesco.

Lo abbiamo visto soltanto ieri nella solennità della Pasqua in Vaticano, in quegli impegni istituzionali cui non si è sottratto fino all’ultimo. Lo abbiamo visto, debole ma presente, silenzioso ma partecipe e desideroso di mostrare tutta l’accoglienza e l’affetto, che sempre hanno caratterizzato il suo tratto, verso coloro che gli chiedevano udienza.

Lo ricordiamo per il suo Magistero, per l’impulso dato cammino della Chiesa nella direzione di un rinnovato impegno missionario. In particolare vorrei ricordare due passaggi dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium (2013). Il primo è una citazione del Documento di Aparecida (2007): “La vita si rafforza donandola e s’indebolisce nell’isolamento e nell’agio. Di fatto, coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano la riva sicura e si appassionano alla missione di comunicare la vita agli altri” (EG 10); il secondo dà nuovo slancio alla vocazione di tutti i battezzati: “Non si può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti, in virtù della propria esperienza, che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. Sappiamo bene che la vita con Gesù diventa molto più piena e che con Lui è più facile trovare il senso di ogni cosa. È per questo che evangelizziamo. Il vero missionario, che non smette mai di essere discepolo, sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, respira con lui, lavora con lui. Sente Gesù vivo insieme con lui nel mezzo dell’impegno missionario. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette, gli manca la forza e la passione” (EG 266).

Grazie Papa Francesco, grazie perchè ciò che hai chiesto alla Chiesa lo hai mostrato, anzitutto e per primo, con la vita. Grazie per questa esistenza donata “fino alla fine”; il Buon Pastore ti accolga ora insieme a Maria, Madre sua e Madre nostra, nel Suo riposo.

Chiedo a tutte le comunità della Diocesi di organizzare momenti di preghiera personali e/o comunitari. Tutti ci ritroveremo in Cattedrale, per una celebrazione eucaristica di suffragio, giovedì 24 p.v. alle 20.30.

Il Vescovo Daniele