Author: admindiocesi

Assunzione della Beata Vergine Maria

Venerdì 15 agosto 2025 – Cattedrale di Ivrea

  • ore 17.15: Vespri solenni
  • ore 18.00: Messa solenne presieduta dal Cardinale Arrigo Miglio e concelebrata dal Vescovo di Ivrea Monsignore Daniele Salera
Galleria fotografica dei Vespri
Galleria fotografica della Messa solenne

Giubileo dei Giovani 28 luglio – 3 agosto 2025

PROGRAMMA dei giovani della diocesi di Ivrea con il vescovo Daniele

Lunedì 28 luglio
  • Ore 6 Partenza del pullman dalla piazza della chiesa di San Giovanni dei boschi.
  • Ore 16 Arrivo a Roma. S.Messa.
  • Cena e pernottamento.
Martedì 29 luglio
  • Colazione
  • Visita dell’isola Tiberina e del ghetto ebraico. L’Aventino e la presenza dei primi cristiani.
  • Ore 10.30 visita alla Chiesa di San Bartolomeo con la memoria dei martiri.
  • Pranzo.
  • Ore 14.30 Visita guidata al museo ebraico e alla sinagoga.
  • Ore 19 piazza San Pietro: Santa Messa di benvenuto.
  • Cena e pernottamento.
Mercoledì 30 luglio – Dialoghi con la città: 12 parole per dire speranza
  • Colazione
  • Dalle ore 10 alle ore 12.30 nella chiesa di San Pietro in Vincoli: “Giovani e sane relazioni”, con S.E.R. Mons. Vito Piccinonna, Vescovo di Rieti. Parola: Promessa. Testimonianze: don Massimo Angelelli e Gianni Cervellera.
  • Pranzo.
  • Al pomeriggio visita dell’Abbazia alle Tre Fontane. Santa Messa.
  • Cena.
  • Ore 20.30 Liturgia Penitenziale e Confessioni nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura.
  • Pernottamento.
Giovedì 31 luglio – Dialoghi con la città.
  • Colazione.
  • Dalle ore 10 alle ore 12.30 nella Basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini: “Scoprire l’Altro/altro per trovare sé stessi”, con S.E.R. Mons. Daniele Salera, vescovo di Ivrea. Testimonianze: Nicolò Govoni, Still I Rise, Un bambino alla volta; Sergio Astori, psichiatra e scrittore, ideatore di “Parole Buone”; Giovani con pluridisabilità; Giovani dell’UNITALSI; Giovani volontari del Circolo di San Pietro.
  • Pranzo. Santa Messa.
  • Ore 15 apertura di piazza San Pietro.
  • Dalle ore 16.30 alle ore 18 Animazione musicale in piazza San Pietro.
  • Dalle ore 18 alle ore 20 “Tu sei Pietro. Confessio fidei con i giovani italiani” alla presenza del Papa.
  • Cena e pernottamento.
Venerdì 1° agosto – Giornata penitenziale al Circo Massimo.
  • Colazione.
  • Dalle ore 11 alle ore 12 saremo ospiti del programma “In cammino” (in diretta dagli studi di TV2000 – via Aurelia 796). GUARDA SU PGIVREA.IT
  • Pranzo.
  • Ore 14 Passaggio della Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano.
  • Ore 15 visita alla Basilica di San Giovanni in Laterano, guidati dal prof. Adelindo Giuliani. Santa Messa.
  • Cena e pernottamento.
Sabato 2 agosto – In cammino verso Tor Vergata.
  • Colazione.
  • Santa Messa e inizio del pellegrinaggio per raggiungere Tor Vergata.
  • Dalle ore 15 Festa dei giovani a Tor Vergata.
  • Dalle ore 20.30 alle ore 21.30 Veglia di preghiera con il Papa.
  • Pernottamento all’aperto con materassino e sacco a pelo.
Domenica 3 agosto – GIUBILEO DEI GIOVANI
  • Ore 9 Santa Messa presieduta dal Papa.
  • Al termine della Messa: viaggio di rientro.
  • Arrivo in diocesi previsto in tarda serata.

Info, iscrizioni e costi su pgivrea.it


Nomine diocesane

Ivrea, 23 giugno 2025

Ai fedeli della Diocesi di Ivrea

Carissimi/e,

Accogliamo, nelle feste di santa Maria Maddalena (icona della Chiesa che – convertita e liberata – annuncia Cristo risorto) e di santa Brigida (patrona d’Europa, che ci invita a  contemplare con quanto amore Cristo crocifisso ci ha sottratti dalla morte), l’annuncio di nuove nomine per il servizio e l’animazione della nostra Diocesi.

Can. Mons. Silvio Faga: Delegato episcopale per il Diaconato Permanente e la Formazione Permanente del Clero, Membro della Commissio ad Ordines. Sarà il nuovo Vicario generale della Diocesi.

Il dott. Piero Osenga: Direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro.

La dott.ssa Anna Maria Ricchiuti: Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo, il Dialogo interreligioso e la pace.

Suor Juana Traba Gomez, vicedirettore dell’Ufficio catechistico e responsabile diocesana del Catecumenato.

Suor Valentina Cazzella, vicedirettore dell’Ufficio liturgico e dal 1 settembre segretaria del Vescovo.

Ringrazio di cuore don Silvio per questo suo ulteriore sì a servizio della Diocesi e del discernimento del Vescovo, sono convinto che potremo esprimere insieme la cura del gregge che il Signore ci ha affidato e la bellezza della comunione presbiterale.

Il dott. Osenga collabora da tempo con la Caritas diocesana e ha avuto in passato incarichi istituzionali che hanno contribuito nel tempo ad offrirgli una particolare esperienza nell’ambito della Dottrina sociale della Chiesa.

La dott.ssa Ricchiuti, fa parte della Comunità CISV presente nel nostro Castello vescovile ad Albiano. Già suo marito aveva anni fa ricoperto il medesimo incarico in Diocesi. L’esperienza e la sensibilità maturate nel tempo presso la Comunità del Castello fanno si che questo suo incarico possa essere supportato dai fratelli e dalle sorelle che con lei condividono il medesimo cammino sui temi dell’ecumenismo, del dialogo fra le religioni e la pace. Ho chiesto ad Anna Maria di sostenere e animare, in questo tempo così complesso a livello geopolitico, iniziative che aiutino tutti noi a credere con più forza nella necessità della pace.

Suor Juana e suor Valentina provengono dalla Comunità delle Suore Missionarie Catechiste di Gesù Redentore la cui Casa Generalizia è a Roma. Nel mio servizio come Vescovo Ausiliare della Diocesi ho avuto modo di conoscere la loro competenza in ambito catechetico e pastorale. Negli Uffici diocesani per la Catechesi e la Liturgia seguiranno e animeranno la formazione per i ministeri istituiti. Suor Valentina succederà al diacono Marco Florio – che sentitamente ringrazio – nel servizio di segreteria personale del Vescovo. Accoglieremo l’ingresso di questa nuova comunità di religiose in Diocesi il 21 settembre alle ore 19 in Cattedrale.

In questi giorni ho anche nominato don Gian Paolo Bretti e don Franco Sbrogiò rispettivamente parroco di Pont Canavese e amministratore parrocchiale di Frassinetto: li ringrazio per questa disponibilità e con loro ringrazio anche don Aldo Vallero per quanto ha donato alle comunità di Pont e Frassinetto in questi anni.

Vi benedico

+ Daniele Salera

Vescovo di Ivrea


Omelia nella solennità di San Savino, vescovo e martire. Patrono di Ivrea. Ivrea, 7 luglio 2025

Carissimi,

Vorrei anzitutto salutare e ringraziare il Sindaco di Ivrea, il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, gli assessori qui presenti, le altre autorità civili e militari, e in particolar modo gli agenti di polizia penitenziaria – che hanno accompagnato e custodito l’urna con i resti mortali del nostro patrono Savino – e con loro l’Associazione Eporedia 2004, cui è stata affidata la regia degli eventi che in questi giorni hanno reso ancora più viva e accogliente la nostra città.

Saluto e ringrazio anche i fratelli vescovi Farinella, Debernardi e Piretto, siete figli di questa terra e parte di questa storia, è bello e per me consolante che voi siate qui oggi per celebrare e pregare manifestando una comunione che è sempre conforto e sostegno nel cammino.

Savino è vescovo e martire, come vescovo aveva ricevuto il compito di aver cura della Chiesa locale affidatagli, ed in particolar modo gli veniva chiesto di custodire e nutrire la fede di tutti coloro che di quella Chiesa erano parte. Non poteva così pensare solo a se stesso, ma ogni suo pubblico gesto aveva rilevanza non solo simbolica ma anche testimoniale per il suo popolo. Vescovo e martire: gli era stato imposto dal prefetto Venustiano, di adorare un simulacro di Giove, sceglie di distruggerlo, per asserire che questi non poteva essere dio. A questo suo gesto, segue l’amputazione delle mani, ben rappresentata nell’affresco settecentesco del Cogrossi che troviamo nella cappella del Santissimo sacramento (o di san Savino). Quella prima forma di passione fu dettata dal voler essere, non solo fedele al suo Signore, ma anche custode autentico e coraggioso della retta fede. Proprio così, il compito che la vita o la Provvidenza ci ha affidato, chiede a ciascuno di noi di essere sempre un testimone, e ogni testimonianza può comportare la partecipazione ad una certa forma di martirio, questo ce lo ricorda la stessa lingua greca che traduce proprio con μαρτυρία la testimonianza che spetta ad ognuno.

Ma l’essere testimoni, e in questo solco anche martiri, non è essenzialmente un dovere per noi cristiani. Ben lo ha espresso papa Benedetto XVI quando in un Angelus del 2007 asseriva che:

“Lo stesso Amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e a farsi obbediente fino alla morte di croce (cfr Fil 2,6-8), ha poi spinto gli Apostoli e i martiri a dare la vita per il Vangelo. Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori. […] Il martire cristiano, come Cristo e mediante l’unione con Lui, “accetta nel suo intimo la croce, la morte e la trasforma in un’azione d’amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto d’amore che si dona totalmente”.

Con queste medesime parole vorrei rivolgermi ai sacerdoti e ai diaconi della nostra Diocesi. Condivido con voi – figli e fratelli – ciò che ho finora appreso della dinamica cristiana dell’obbedienza, tanto da volerla riportare nel mio motto: quell’ amore, che ha condotto tanti nostri fratelli e sorelle al martirio, è la fonte della vera e più autentica obbedienza. La nostra comune obbedienza al Vangelo non è solamente un atto della volontà motivato dall’intelletto. Perché generi la vita in Cristo e sia intrinsecamente spirituale, la nostra obbedienza è risposta d’amore ad un cenno di Colui che ci ha chiamati, e sarà così l’amore a tirar fuori da noi energie che pensavamo di non avere più o ad aiutarci nell’accogliere quei limiti che la vita ci pone innanzi. Può accadere invece che – pur senza volerlo – viviamo in un’obbedienza che in realtà ci mantiene in una sorta di torpore privo di affetto, e che dunque ci porta ad esercitare il nostro ministero piuttosto come esecutori di compiti e doveri. L’obbedienza mossa da un autentico discernimento, al contrario libera gli affetti, e dà ad essi l’alimento dell’amore creativo e fragile, che tiene cioè conto teneramente anche della nostra debolezza, preservandoci dal rischio di vivere il ministero nella diabolica illusione dell’onnipotenza.

È sempre papa Benedetto ad aiutarci nel compiere un ulteriore passo avanti nella comprensione di un martirio mosso dall’amore. In una sua Lectio divina a commento del Discorso di Paolo agli “anziani” di Efeso, papa Ratzinger così scriveva:

“San Paolo sa che probabilmente il viaggio a Gerusalemme gli costerà la vita: sarà un viaggio verso il martirio. Qui dobbiamo tenere presente il perché del suo viaggio. Va a Gerusalemme per consegnare a quella comunità, alla Chiesa di Gerusalemme, la somma per i poveri raccolta nel mondo dei Gentili. E’ quindi un viaggio di carità, ma di più: questa è un’espressione del riconoscimento dell’unità della Chiesa tra ebrei e gentili, è un riconoscimento formale del primato di Gerusalemme in quel tempo, del primato dei primi Apostoli, un riconoscimento dell’unità e dell’universalità della Chiesa. In questo senso, il viaggio ha un significato ecclesiologico e anche cristologico, perché ha così tanto valore per lui questo riconoscimento, questa espressione visibile dell’unicità e dell’universalità della Chiesa, che mette in conto anche il martirio. L’unità della Chiesa vale il martirio”.

Sì, l’amore per noi battezzati può avere anche a che fare con quel martirio, con quel saper rinunciare a parole, idee, convinzioni, gesta, che possono mettere a rischio l’unità della Chiesa. Posso scegliere per amore il martirio della rinuncia all’affermazione delle mie idee se intuisco che questo farà bene alla comunione, che – come già ricordavo nella messa d’ingresso ad Ivrea – non si realizza per simpatia ma per quelle parole che diremo o ascolteremo nella seconda epiclesi della terza preghiera eucaristica: “A noi che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito santo, perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito”.

Infine, San Savino ha miracolosamente donato la vista ai suoi nemici proprio attraverso ciò che in lui era stato segnato dal martirio: attraverso le sue braccia monche ha guarito colui che aveva ordinato l’amputazione delle sue mani: ciò che mi ha dato dolore ed ha posto un limite forzato alla mia voglia di vivere, diventa ora la via per donare la vita eterna a chi non ne ha mai sentito parlare o la disprezza. Si ripete per lui quel processo di cui in tante occasioni ci hanno parlato gli Atti degli Apostoli: miracolo, illuminazione dell’intelletto, richiesta di conversione, dono della fede, celebrazione del sacramento: Venustiano chiede di essere battezzato proprio dopo esser stato guarito dai moncherini del nostro patrono. Quando si sceglie di rispondere al male con il bene, quando si scelgono parole e azioni di pace come risposta alternativa ad una pur motivata reazione violenta, si sente il profumo della vita eterna. Papa Leone XIV, in questo pur breve periodo di pontificato, ha già pronunciato parole molto forti in questa direzione:

“È veramente triste assistere oggi in tanti contesti all’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi. È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni. Come si può credere, dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta? […] E mi chiedo: da cristiani, oltre a sdegnarci, ad alzare la voce e a rimboccarci le maniche per essere costruttori di pace e favorire il dialogo, che cosa possiamo fare? Credo che anzitutto occorra veramente pregare. Sta a noi fare di ogni tragica notizia e immagine che ci colpisce un grido di intercessione a Dio. E poi aiutare, come fate voi e come molti fanno, e possono fare, attraverso di voi. Ma c’è di più, e lo dico pensando specialmente all’Oriente cristiano: c’è la testimonianza. È la chiamata a rimanere fedeli a Gesù, senza impigliarsi nei tentacoli del potere. È imitare Cristo, che ha vinto il male amando dalla croce, mostrando un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato: uno, per paura di essere spodestato, aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe; l’altro si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell’irreparabile. Guardiamo Gesù, che ci chiama a risanare le ferite della storia con la sola mitezza della sua croce gloriosa, da cui si sprigionano la forza del perdono, la speranza di ricominciare, il dovere di rimanere onesti e trasparenti nel mare della corruzione”.

(DISCORSO DEL SANTO PADRE LEONE XIV ai PARTECIPANTI all’assemblea plenaria della riunione delle Opere per l’aiuto alle chiese orientali” – 26 giugno 2025)

Queste, carissimi fratelli e sorelle sono parole chiare rivolte a chi vuole far passare il messaggio che la guerra sia l’unica via per difendere o generare la vita. Queste sono parole chiare che ci scuotono dal rischio di abituarci a ciò che sta accadendo attorno a noi, abituarci alla distruzione, all’inutilità del diritto internazionale, abituarci alla “legge del più forte” appunto. Quella testimonianza che, dopo la preghiera il Santo Padre ci chiede di offrire, avrà sempre a che fare con il martirio, con quei moncherini che avremo accettato di usare non per reagire e combattere, ma per sanare ed amare.

+ Daniele Salera

Vescovo di Ivrea


Pellegrinaggio diocesano al Santuario di OROPA 8-9 agosto 2025

PELLEGRINAGGIO A PIEDI

Venerdì 8 agosto 2025

  • ore 23,00: preghiera presso la Chiesa parrocchiale di Andrate e partenza del pellegrinaggio organizzato e guidato dal Servizio per la Pastorale Giovanile e Vocazionale.

Il programma prevede alle ore 23 la preghiera con la benedizione dei pellegrini nella chiesa parrocchiale di Andrate. Verso le 23.30 inizierà il cammino di circa 25 km lungo il Tracciolino. Sono previste tue tappe di circa 30 minuti ogni 2 ore, a Graglia e al fiume Elvo. L’arrivo ad Oropa è previsto verso le ore 7.30.

Sabato 9 agosto 2025

  • ore 9,00 – 10,00 sacerdoti disponibili per le confessioni
  • ore 10,00 Basilica nuova: S. Messa presieduta dal Vescovo Daniele
  • al termine della Messa: processione verso la Basilica antica per la recita dell’Angelus
  • ore 15,30 Basilica nuova: recita del S. Rosario e Benedizione Eucaristica

Prenotazioni pullman: presso la propria Parrocchia

Video della celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Daniele e galleria fotografica clicca qui.


Solennità di San Savino, Vescovo e martire Patrono di Ivrea. 5-7 luglio 2025

SABATO 5 LUGLIO 2025

  • ore 17.00 – Chiesa di S. Nicola da Tolentino (piazza Duomo): Investitura dei Priori alla presenza di mons. Vescovo e preghiera davanti all’urna del Santo in Cattedrale

DOMENICA 6 LUGLIO

  • ore 17.30 – Chiesa Cattedrale Primi Vespri solenni capitolari
  • ore 18.00 – Chiesa Cattedrale Santa Messa solenne capitolare

LUNEDÌ 7 LUGLIO

  • ore 9.00 – Chiesa di S. Grato (Borghetto) canto dell’Ora Terza e Processione con l’Urna del Santo verso la Cattedrale (percorso: via Gozzano, via delle Rocchette, via Guarnotta, piazza Gioberti, via Arduino, piazza di Città, via Palestro, piazza Balla, via Varmondo)
  • ore 11.30 – Chiesa Cattedrale: SANTA MESSA PONTIFICALE PRESIEDUTA DA S. E. MONS. DANIELE SALERA, VESCOVO DI IVREA

Clicca qui per l’omelia, il video della celebrazione e la galleria fotografica.


Obolo di San Pietro – 29 giugno 2025

Domenica 29 giugno, in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, le comunità cattoliche sono invitate a partecipare all’Obolo di San Pietro, un’iniziativa fondamentale che va oltre la semplice raccolta fondi. Non è un gesto da affrontare con leggerezza; al contrario, riguarda ogni fedele e racconta l’essenza stessa della Chiesa, permettendo a chiunque di contribuire a una vasta rete di carità globale che ogni anno raggiunge innumerevoli persone e comunità in tutto il mondo, spesso in silenzio e senza clamore.

L’Obolo è lo strumento attraverso cui la Chiesa universale supporta il ministero del Santo Padre. Questo sostegno non è solo di natura istituzionale, ma si estende soprattutto agli aspetti umani, pastorali e spirituali della sua missione. Ogni anno, le offerte raccolte tramite l’Obolo consentono di realizzare progetti vitali: dalla costruzione di nuove chiese nelle aree più remote del pianeta, alla cura di malati dimenticati, dalla formazione di giovani seminaristi in contesti difficili, all’intervento rapido in caso di catastrofi naturali o conflitti che devastano vite e speranze.

Per contribuire all’Obolo di San Pietro, non sono richieste grandi somme, ma l’intenzione sincera è fondamentale. È cruciale comprendere che ogni offerta non si disperde, ma si trasforma in azioni concrete: si traduce in un riparo per chi è senza casa, speranza per chi ha perso tutto, cure per chi soffre, opportunità di formazione per chi aspira a un futuro migliore, e un domani per chi attende con fiducia.

Fin dai primi passi del suo pontificato, Leone XIV ha promosso una visione di Chiesa centrata su Cristo e fedele al Vangelo dei “piccoli”.

Partecipare all’Obolo significa rinnovare la propria appartenenza alla Chiesa e il sostegno al suo cammino.


La Sindone nella Diocesi di Ivrea. Espressioni artistiche e di fede

Presentazione del libro: “La Sindone nella Diocesi di Ivrea. Espressioni artistiche e di fede”.

Chiesa di San Nicola da Tolentino, Via San Varmondo Arborio, 32 – Ivrea. 4 luglio 2025 ore 17,30. Ingresso libero.

Alla presenza di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Daniele Salera, Vescovo di Ivrea

Ne parleranno:

  • Franco Quaccia, Autore
  • Tiziano Passera, Presidente ASAC
  • Gian Maria Zaccone, Direttore del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone