Omelia nella S. Veglia e nella S. Messa della Domenica di Risurrezione 2024

30-03-2024

Sia lodato Gesù Cristo!

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Surrexit Dominus vere! Alleluia! Il Signore è veramente risorto. Lode a Dio!”.

  1. Questo annuncio gioioso che sale dal cuore della Chiesa dice il significato profondo d augurio “Buona Pasqua” che in questi giorni ci scambiamo: dice che per noi la Pasqua non è la festa di Primavera, ma l’evento decisivo della storia umana, l’evento che più di ogni altro tocca la nostra vita, come dice il messaggio di auguri che ho ricevuto da un mio caro fratello Vescovo della Chiesa d’Oriente: “Χριστός Ανέστη. Ἀληθῶς ἀνέστη! Lasciamoci sorprendere da quest’alba diversa, lasciamoci sorprendere dalla novità che solo Cristo può dare. Lasciamo che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, lasciamo che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito”.

È questo, Fratelli e Sorelle, l’augurio che anch’io vi faccio.

La risurrezione di Cristo da morte cambia tutto… Apparentemente tutto continua come prima; il male, il peccato, la sofferenza sono ancora presenti nella vita dei singoli e dei popoli; in realtà, tutto è cambiato perché il male è sconfitto alla radice.

Ne facciamo esperienza se ci lasciamo sorprendere; se la nostra fede è vissuta in un rapporto con Cristo che consiste nel lasciare che la sua tenerezza e il suo amore muovano i nostri passi, nel lasciare che il battito del suo cuore trasformi il nostro debole palpito…

  1. Per il Messaggio pasquale alla Diocesi ho scelto quest’anno le parole di Papa Giovanni XXIII che10 anni fa veniva proclamato Santo:

Cristo, nostra speranza, è risorto; in nessun altro c’è salvezza. Siamo con Gesù risorto; rimaniamo con lui. Da questa certezza saldissima, che si irradia dal mistero della Risurrezione, scaturisce ogni fermento rinnovatore di giustizia e di carità”.

Nei giorni del Triduo Santo abbiamo visto Gesù inchiodato alla croce a condividere il dramma della nostra morte; Lo abbiamo visto deposto nel sepolcro. Ma quel sepolcro, che è ancora là, a Gerusalemme, è vuoto.

La nostra fede è basata su questo fatto testimoniato dalle donne che la domenica mattina andarono al sepolcro e trovarono rotolata via dall’ingresso la grande pietra, testimoniato anche da Pietro e da Giovanni che corsero là, in quel mattino, dopo l’annuncio portato da Maria Maddalena…

Su questa assenza del cadavere di Gesù e sul fatto che nessuno lo aveva sottratto, come testimoniarono anche i soldati di guardia, tutta la nostra fede si fonda, perché non solo il sepolcro è vuoto, ma Colui che era indiscutibilmente morto si mostrò vivente, chiamò per nome Maria di Magdala, andò incontro, nel pomeriggio, ai due discepoli sulla strada che scende da Gerusalemme ad Emmaus, andò ad incontrare i Suoi apostoli, la sera stessa, nel cenacolo.

Erano esterrefatti, questi uomini e queste donne, spaventati; non capivano, ma una cosa non potevano mettere in dubbio: il loro Maestro sconfitto e straziato sulla croce, deposto sulla fredda pietra, era di nuovo con loro: non rianimato, non vivo soltanto nel loro ricordo e nel loro tentativo di consolarsi, ma vivo davvero, vivo nel Suo corpo che ancora portava aperte le ferite dei chiodi e della lancia. E lo dissero, lo raccontarono, con gioia e con tremore. Testimoniarono ciò che i loro occhi avevano visto, fatti indiscutibili: gli incontri con Lui che durarono quaranta giorni, finché lo videro salire in cielo dal monte degli Ulivi ed ascoltarono da Lui: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Per coloro che li ascoltavano non era facile credere a questa notizia … In effetti, faticarono anch’essi, i discepoli e gli apostoli, a credere a tutto questo, ad aprire il cuore a questa sconcertante novità. Credettero a ciò che i loro occhi vedevano! Tutto era misterioso, ma indiscutibilmente reale!

La loro vita continuava nelle occupazioni e nelle circostanze di sempre, ma ora era tutt’altro vivere! Ora tutto veniva vissuto riconoscendo la Presenza del Salvatore dentro alle cose di ogni giorno, la Sua presenza, misteriosa, ma così reale da rendere capaci di affrontare il dolore, la sofferenza, le difficoltà quotidiane, la vita, con un cuore nuovo, con una pace che nessun altro può dare.

Essi credettero, e la loro fede è la stessa di a noi, discepoli di oggi. Anche noi oggi incontriamo nel mistero Colui che essi incontrarono: Egli è qui; è qui nella Sua Parola che risuona nel Vangelo; è qui nel pane e nel vino che, nella S. Messa, diventano il Suo Corpo e nel Suo Sangue; è qui nelle parole della assoluzione da cui i nostri peccati sono cancellati; con il Suo amore indefettibile è qui nella Chiesa, Una, Santa, cattolica ed Apostolica, nelle vicende liete e in quelle tristi della nostra esistenza!

Pasqua è la possibilità di una incredibile pienezza offerta alla nostra fragile vita, alle difficoltà che essa incontra.

Pasqua, oggi come allora, è per noi la possibilità di vivere da risorti, di vedere i teli di lino nel sepolcro vuoto e di credere, come credettero Giovanni e Pietro e tutti i primi.

Buona Pasqua, carissimi Fratelli e Sorelle! Il Signore è risorto, è veramente risorto!

Sia lodato Gesù Cristo!