Omelia nella S. Messa Pontificale Solennità della Assunzione della B. V. M. Ivrea, Cattedrale, 15 Agosto 2019

15-08-2019

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

1. «Oggi Maria è salita nei cieli: Rallegratevi! Con Cristo regna per sempre!» canta la Chiesa in questa festa solenne, così cara al popolo cristiano che ovunque – come qui in Ivrea – a Maria Assunta furono dedicate chiese e cattedrali. Quando il venerabile Pio XII, nell’Anno Santo del 1950, definì dogma di fede il contenuto di questa festa, la verità che il Romano Pontefice proclamò in forma solenne è quella che la Chiesa fin dai primi tempi aveva creduto ed affermato: «Al termine della sua vita terrena l’Immacolata Madre di Dio, Maria sempre vergine, è stata assunta nella gloria celeste in corpo e anima». Questi titoli – “Immacolata, sempre vergine” – dicono il motivo per cui Maria è totalmente glorificata in tutta la sua persona umana – corpo ed anima –: è la Tutta Santa; è stata preservata per grazia – unica creatura della stirpe umana – dal peccato originale in vista di una straordinaria missione: essere la Vergine-Madre di Dio che si fa Uomo per salvare l’uomo. Fra poco il Prefazio canterà: «Non poteva conoscere la corruzione del sepolcro Colei che ha generato il Signore della Vita». Siamo di fronte, Fratelli e Sorelle, – anzi, siamo dentro!– ad un Mistero di infinito Amore, ad un prodigio di Amore che tutti ci coinvolge! Noi contempliamo oggi la Madonna Ss.ma, e ciò che in lei risplende agli occhi della nostra fede è la piena realizzazione di noi stessi, la salvezza eterna a cui Dio ci ha destinati e verso la quale ci chiama a camminare: la meta raggiunta da Maria attende anche noi e orienta, dunque, ogni nostro passo, ogni pensiero, ogni gesto nella nostra esistenza quaggiù… Il prodigio del cristianesimo, la bellezza del cristianesimo! Non finiremo mai di ringraziare il Signore per il dono di essere cristiani, grazie al quale la nostra vita di uomini e di donne diventa partecipazione alla vita stessa di Dio, in Cristo Gesù. Maria nel Magnificat cantò questa straordinaria realtà: Dio è presente dentro la storia; viviamo il tempo nuovo: non un eden che non conosce sofferenza, tensioni, problemi e conflitti, ma il tempo della salvezza, della novità che irrompe e rende nuova ogni cosa.

2. Lo scorso anno, ricordo di aver commentato, a questa luce, lo splendido inno della S. Chiesa d’Oriente “Agnì Parthene”: Pura Vergine, Signora, potente Madre di Dio. Ti salutiamo, Vergine Sposa! Quest’anno, alla stessa luce, affascinati dalla stessa bellezza, desidero ricordare con voi, Amici, una grande donna del nostro popolo, inno essa stessa: una donna cristiana, testimone del Signore della vita: Paola Marozzi Bonzi che a 76 anni chiudeva la sua esistenza terrena il 9 agosto scorso, festa di un’altra grande donna, s. Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein. Paola Bonzi amava ripetere che la sua luce – lei che aveva perduto la vista a vent’anni, da poco madre della sua primogenita – era «ridare il sorriso alle mamme». La sua missione: la felicità delle donne, soprattutto quelle che all’inizio della gravidanza, per vari motivi, erano spaventate dal dire “sì” alla loro creatura. Nel 1984, dopo l’entrata in vigore in Italia nel 1978 della legge sulla interruzione volontaria della gravidanza – anni difficili, in cui la presenza dei volontari era mal tollerata, ma nessuna difficoltà fermava Paola Bonzi – aveva fondato a Milano nella clinica Mangiagalli il primo CAV – Centro di aiuto alla vita – con sede in un Ospedale.

Lo ha diretto fino a venerdì scorso; pochi giorni prima scriveva: «Fiocchi azzurri, fiocchi rosa. Sono la nostra gioia e il motivo per cui ci impegniamo». E indicava il numero di bambini salvati dall’aborto nel suo CAV dal 1984 ad oggi, grazie a un “sì” coraggioso delle madri, sostenute dalla vicinanza dei volontari: 22.703: quasi il numero degli abitanti di Ivrea… «Una donna coraggiosa – ha scritto di lei la Presidente del Movimento per la Vita – garbata, intraprendente, dolce, tenace, appassionata e sempre pronta ad essere lei stessa grembo per quelle mamme tentate dall’aborto per una gravidanza difficile o inattesa». Ripeteva sempre che i bambini nascono grazie alle loro mamme, se queste sono aiutate in un momento di smarrimento, perché è nel cuore della donna che risiede il sì alla vita. Un’intera esistenza, vissuta nell’ascolto quotidiano di donne e future mamme in difficoltà; un servizio portato avanti in prima persona, con grande determinazione e infinito amore. Trentaquattro anni di impegno senza mai abbattersi di fronte agli ostacoli, spesso enormi. E ha fatto tutto questo avendo sempre chiaro l’obiettivo: accogliere e custodire la Vita nascente come il più bello e prezioso dei doni di Dio: Donum vitae, il Dono della vita, come insegnava s. Giovanni Paolo II che spesso la accolse e la sostenne. Ancora il 29 luglio scorso Paola Bonzi scriveva: «L’avventura è stata meravigliosa e non può finire. La Vita è Amore. Restiamo insieme, costruendo così il Futuro. Non ho mai conosciuto una mamma che si sia pentita di non aver abortito ».

E’ stata una grande donna di cui tutta l’Italia dovrebbe essere fiera, mentre capita di sentir chiamare “grandi italiane” altre che, riguardo alla vita nascente (e non solo ad essa) sono espressione di un “pensiero”, propalato da potenti organizzazioni internazionali, diventato oggi – lo afferma anche Papa Francesco – una dittatura nella quale non c’è posto per coloro che Paola Bonzi con amore ha servito: i più piccoli e indifesi a cui è negata l’accoglienza; decine di milioni ogni anno nel mondo. Un laico che si dichiara non credente scrisse: «Le poche esperienze di santità laicale, come quella di Paola Bonzi, le migliaia di bambini salvati e di madri salvate dalla decisione irriflessa per l’aborto attraverso la cura affettiva e la conversazione fraterna, dovrebbero diventare luce per tutti, invece che essere trascurate e umiliate…».

3. In Maria assunta in cielo, carissimi Fratelli e Sorelle, il valore della vita umana – di ogni vita umana, dal suo sorgere nel grembo materno fino al naturale tramonto – risplende di intensa luce, e in Lei, pienamente realizzato, risplende il Mistero dell’Amore infinito che il Signore offre ad ognuno. Dalla “valle” in cui viviamo noi guardiamo a Lei, la Vergine-Madre assunta in Cielo, con la nostalgia che il cuore umano prova dinanzi ad un bene sconfinato. E le diciamo: Fulgente riflesso della pienezza di vita, donna nuova in cui ha avuto inizio al tempo nuovo, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”.

Sia lodato Gesù Cristo!