Omelia nella Messa della Domenica XIX del Tempo Ordinario Festa di S. Alessandro Martire Fontaneto d’Agogna (NO), 11 Agosto 2019

11-08-2019

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

1. Abbiamo davanti ai nostri occhi, in questa festa, un cristiano che ha dato la vita per Cristo nel martirio cruento, come fanno,oggi ancora, tanti nostri fratelli in tante parti del mondo, poiché il martirio, nella vita della Chiesa, non è un incidente di percorso: Gesù lo ha preannunciato chiaramente: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi la perderà per causa mia, la salverà… Sarete odiati da tutti a causa d mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato». Queste parole infondono in noi una sana inquietudine su come viviamo la nostra fede, il dono più prezioso, che ci fa dire a Cristo nel canto del “Gloria”: «Tu solo il Santo, tu solo il Signore, Tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo», dichiarando così che per noi Egli è tutto; che senza di Lui non possiamo vivere; che è Lui la sorgente da cui ci viene la vita.

2. Sant‟Alessandro è uno di quelli che Giovanni Apostolo vide in visione e nell‟Apocalisse racconta: «Vidi una moltitudine immensa, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanto al trono e all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani… Sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello». In questa moltitudine -dicevo- noi guardiamo oggi a sant‟Alessandro di cui la vostra Parrocchia –180 anni fa, nel 1839– ha avuto il privilegio di ricevere in dono il sacro Corpo tratto dalle Catacombe romane di S. Ippolito, sulla Via Tiburtina. Della sua vita non conosciamo i particolari: solo che era un giovane cristiano, soldato, che, sotto l‟Impero di Diocleziano, sul finire del III o l‟inizio del IV secolo, diede la vita per Cristo. Ci piacerebbe saperne di più, ma vale anche per noi ciò che diceva s. Ambrogio predicando nella festa di un martire: «Appellabo martyrem, predicavi satis: dirò che è martire, ed ho detto quanto basta»! Il giovane Alessandro è stato un testimone di Cristo: non ha riservato nulla di sé per se stesso. Testimone di fede e di amore! Anche di amore, sì, perché non si dà la vita se non si ama ciò in cui si crede e Colui in cui si crede!

I Martiri ci interpellano, carissimi Fratelli e Sorelle. Celebrare la loro festa ci induce a chiederci: come viviamo la nostra fede? Quella fede che – lo abbiamo ascoltato nella II Lettura – è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Come viviamo la nostra fede? E‟ una domanda che non possiamo evitare nel nostro tempo, in una società che vive nella dimenticanza di Dio, della Verità che da Lui viene, della Legge divina che comprende anche la legge naturale, violata la quale, la natura stessa si ribella e l‟essere umano è destinato a pagare prezzi sempre più alti. La nostra testimonianza di uomini e donne che nel Battesimo si sono rivestiti di Cristo, è resa più urgente da questa situazione… Il desiderio più profondo del cuore umano è il desiderio di Dio, anche quando l‟uomo non lo avverte; se non si coltiva questo desiderio si perde il senso della vita… Questo, Amici, siamo chiamati a testimoniare con decisione, con una vita che mostri la diversità del cristiano rispetto a chi cristiano non è.

3. «Cercate ogni giorno il volto dei Santi» dice un testo della Chiesa antica. Tenere rivolto ad essi il nostro sguardo è il modo migliore per accogliere la Parola del Signore Gesù e per adempiere al nostro compito fondamentale: configurarci a Cristo dentro alla specifica vocazione di ognuno. Il cristiano, infatti, è uno che si configura a Cristo, ne assume la forma, poiché Gli appartiene, è parte di Lui; uno che può dire con san Paolo: «Siamo membra d Suo corpo, siamo del Suo sangue e delle Sue ossa», e quindi: «vivere è Cristo; è Cristo la mia vita; vivo io, non più soltanto io: Cristo vive in me e questa vita che io vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me». Gesù Cristo è presente e vivo, ci viene incontro, introduce nella nostra vita la novità che noi non possiamo darci: la possibilità di vivere in un “di più”, in un «centuplo»: cento volte tanto in gusto, passione per la vita, per tutto. Dentro al rapporto di comunione con Lui siamo chiamati a vivere tutto – ogni parola, ogni gesto, ogni scelta, ogni palpito del nostro cuore. E di qui scaturisce la missione di annunciare agli altri ciò che noi stiamo vivendo…

Oggi regna un «pensiero unico» che esercita il dominio sulla società, denunciato più volte anche dal S. P. Francesco: «Oggi – diceva, ad esempio- se tu non pensi così [secondo i dettami di questo pensiero] non sei moderno, non sei aperto o peggio. Anche oggi c’è la dittatura del pensiero unico» che nel secolo scorso «ha finito per uccidere tanta gente». E‟ il «pensiero unico» già delineato con chiarezza all‟inizio del „900, da Robert Benson, nel romanzo “Il padrone del mondo” che lo stesso Papa Francesco ha invitato a leggere e di cui ha detto: «Quasi come fosse una profezia, Benson ha visto proprio quello spirito della mondanità che ci porta alla apostasia». I Santi Martiri, Amici, i Martiri di tutti i tempi, non sono “super-uomini”, ma uomini veri che in Dio hanno riconosciuto e riconoscono la fonte della vera libertà e, nell‟obbedienza a Lui, l‟autentica realizzazione della vita umana; uomini e donne, giovani e anziani, persino bambini, che hanno scelto di non rinnegare Cristo, sapendo che Cristo si rinnega anche solo piegandosi inerti a mentalità secolarizzate, in contrasto con la santa Legge di Dio che afferma il valore trascendente della persona umana, il valore della famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna, sul valore della paternità e della maternità, della preziosa complementarietà della donna e dell‟uomo, della preziosa distinzione dei due generi.

I nostri Martiri, testimoni della fede cristiana, sono così anche i testimoni del valore dell‟essere umano, della sua dignità di creatura unica e irripetibile, del valore della vita! Essi hanno tenuto in conto la Verità più che la comodità, la vita eterna più che il fugace trascorrere degli anni di quella terrena. Ci testimoniano ciò che Gesù ci ha detto poco fa nel S. Vangelo: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto darvi il Regno. Siate pronti, come quelli che aspettano il loro padrone e gli aprono subito quando arriva. Tenetevi pronti perché il Figlio dell’Uomo viene nell’ora che non immaginate».

Buona festa, Amici!

Guardiamo a sant‟Alessandro e camminiamo alla luce che ha fatto di lui un coraggioso soldato di Cristo, prima ancora che dell‟Imperatore! Non seguire Gesù, ma qualcun altro, oggi come sempre, è tradirlo!

Sia lodato Gesù Cristo!