Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!
- I duecento anni dalla nascita del Conte Thaon di Revel, grande benefattore della vostra Parrocchia e degli abitanti di questo Borgo che, per riconoscenza, ne assunse il nome, sono stati da voi ricordati con iniziative di cui vi faccio le congratulazioni.
La riconoscenza c’è quando si riconosce, e si riconosce quando si ricorda ciò che è avvenuto, quando la storia non è semplicemente il passato, ma qualcosa che continua, qualcosa di cui siamo parte anche noi gente di oggi… Eh sì, perché la storia è una concatenazione di fatti che giungono fino al presente: rispetto a epoche e fatti avvenuti, noi siamo il futuro e il nostro presente è il passato di quelli che verranno dopo di noi… Dimenticare questo significa vivere da sradicati, da persone che non conoscono se stesse… Questa è la grande lezione della storia! Ed è per questo che la storia va studiata e tenuta in grande conto… È per questo che il mio Padre san Filippo Neri pose per primo la storia della Chiesa come materia formativa negli incontri dell’Oratorio.
Bisogna conoscere bene la storia della Chiesa perché alla sua luce si comprendono tante cose… E oggi, quando il passato spesso è dimenticato e si crede che tutto inizi con noi, anche la Chiesa soffre di questa dolorosa malattia… Non si comprende chi siamo, non si comprende il perché di tante cose… Lo si può comprendere, infatti, solo alla luce di qualcosa che c’è stato! Noi dimentichiamo e il nostro orizzonte si fa incerto, e diventiamo incapaci di trasmettere il senso ed il valore della realtà…
- A questa luce celebriamo anche la festa di S. Anna, Patrona della vostra Comunità
Ricordare lei, che fu sposa e madre, ci conduce – come fa la Chiesa – a ricordare anche colui che fu il suo sposo e padre di Maria… Anna e Gioacchino sono sposi e insieme, come sposi, hanno compiuto il loro cammino di fede in quel Dio che li ha scelti p qcosa di grande, p far sorgere sul mondo intero l’Aurora della Redenzione, l’inizio della storia nuova con il concepimento e la nascita della Vergine Immacolata: la donna promessa da Dio nell’Eden sconvolto dal primo peccato, la donna che avrebbe dato alla luce il Salvatore!
Della vita di Anna e Gioacchino non ci sono state trasmesse particolari notizie, ma le prime parole della S. Messa accendono su di essi una splendida luce: “Innalziamo lodi a Gioacchino e Anna nella loro discendenza: Dio fece posare sul loro capo la benedizione di tutti gli uomini” (Cf. Sir 44,1.23).
Dio li ha fatti entrare in una storia infinitamente più grande di quella che stavano vivendo nella loro normale quotidianità: la loro discendenza è benedizione per tutta l’umanità! Quanto accadde nel grembo di Anna è qualcosa che giunge fino a noi e i cui effetti raggiungono tutta la storia umana.
Nel dono reciproco di se stessi, Gioacchino e Anna hanno generato Maria, la madre di Gesù, e sono così diventati preziose radici della Santa Umanità del Figlio di Dio assunta, per la nostra salvezza, nel grembo di Maria; del Figlio di Dio divenuto partecipe della nostra natura umana attraverso le generazioni di uomini e donne che hanno trasmesso la vita: la cosa più grande che all’essere umano sia dato di fare: essere collaboratori di Dio nel trasmettere il dono della vita: donum vitae!
Celebrare la festa di sant’Anna e del suo sposo Gioacchino, oggi non è più solo un fatto di devozione; assume anche il valore di una dichiarazione doverosa: alla base di un essere umano che viene all’esistenza c’è un uomo che è padre e una donna che è madre: non interscambiabili tra loro, ognuno con la propria identità, visibilmente manifesta anche nella complementarietà dei loro corpi…; un corpo non è qualcosa che si ha e che si può perciò interpretare come si vuole: è qualcosa che si è: che è dato, non che si sceglie.
Cari Amici, celebrare la festa di Anna e Gioacchino, diventa così anche l’occasione di pensare ai nostri genitori e alle generazioni che li hanno preceduti ed hanno trasmesso a loro la vita… La nostra vita affonda le radici nella vita di uomini e donne che hanno compiuto la più grande opera che un essere umano possa compiere!
- Sono bellissime le preghiere che la Liturgia innalza a Dio in questa festa: “Dio dei nostri padri, che ai santi Gioacchino e Anna hai dato il privilegio di avere come figlia Maria, madre del Signore, per le loro preghiere concedi anche a noi la salvezza promessa al tuo popolo”. “Donaci di partecipare a quella benedizione, che hai promesso ad Abramo e alla sua discendenza”. “O Dio, che nella tua provvidenza hai voluto che il tuo Figlio nascesse come membro dell’umana famiglia per farci rinascere alla nuova vita, santificaci perché siamo tuoi figli”…
Queste preghiere ci aiutano ad accogliere la Parola che il Signore ci ha rivolto nel Vangelo (Mt 13, 16-17): “Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti han desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!”.
“Beati” significa felici. E “Vangelo”, buona Notizia, significa che la felicità è possibile: non è solo una aspirazione, un desiderio! La felicità esiste, anche se, molto spesso, non è là dove noi la cerchiamo… Il Figlio di Dio si è fatto Uomo p donarci la possibilità di accogliere questa felicità che consiste nel “vederlo” e nell’ascoltarlo: nell’accoglierlo come Persona viva che bussa alla porta d ella nostra esistenza chiamandoci all’incontro con Lui.
Egli è qui in mezzo a noi, misteriosamente ma realmente presente in ciò che ci ha lasciato come dono del Suo amore: la Sua Parola, la Ss.ma Eucarestia, i Sacramenti, la vita nuova che da essi scaturisce e che siamo da Lui chiamati e aiutati a vivere nella comunione fraterna. Se vogliamo la felicità vera, grande, duratura, anzi eterna, è Lui che dobbiamo volere. Volere Gesù Cristo! Volerlo vedere ed ascoltare, presente e vivo nella Sua Chiesa!
Sant’Anna, madre della madre di Gesù, e san Gioacchino suo sposo, padre di Colei che diede al mondo il Salvatore, ci accompagnano nell’impresa – non facile ma bellissima – della realizzazione della nostra vera felicità: la felicità di chi ha fede ora, nel cammino sulla terra, e quella eterna, piena e definitiva in Paradiso!
Buona festa! Sia lodato Gesù Cristo!