Omelia nella S. Messa con Rito di Ammissione S. Giusto C.se, 7 Luglio 2024

07-07-2024

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

  1. Nella S. Messa domenicale viviamo il momento più alto della nostra vita di discepoli del Signore, e vogliamo parteciparvi rinnovando la convinzione che essa «è la fonte da cui promana tutta l’energia; la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i fedeli possono attingere uno spirito veramente cristiano» (SC. 14).

Per questo è significativo che la Ammissione di Simone a proseguire il cammino che ha intrapreso verso il Diaconato Permanente avvenga in questa celebrazione. L’Ammissione richiama a te, Simone, e a tutti noi una verità bella e feconda: non siamo noi che prendiamo l’iniziativa nei confronti di Dio: noi siamo ammessi! È Dio che, nel Suo Amore, ci chiama e ci accoglie. Ce lo farà dire, fra poco, anche la Preghiera Eucaristica: «Ti rendiamo grazie, o Padre, perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza». L’amore di Dio per noi precede e fonda anche il nostro povero atto di amore, la nostra volontà di seguirlo e di servirlo, di vivere da veri discepoli la vocazione che ad ognuno il Signore ha dato. Coltivare nella preghiera la memoria di questo fatto fondamentale e richiamarcela nel corso delle nostre giornate ci dona la grazia di compiere la volontà di Dio nelle circostanze della vita, liete o faticose che siano.

  1. Carissimo Simone, si apre oggi per te una nuova fase della missione che già stai compiendo nella comunità cristiana e nella scuola dove insegni.

Il contesto in cui oggi viviamo è segnato da «una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone» scriveva Papa Benedetto (Porta fidei, 2); occorre perciò rinsaldare la convinzione che il Santo Padre Francesco richiamava in Evangelii gaudium (266): «Non è la stessa cosa conoscere Gesù o non conoscerlo, camminare con Lui o camminare a tentoni; non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa, presto gli manca la forza e la passione».

Si tratta di testimoniare la Presenza del Signore mediante una vita di comunione vera con Lui e di comunione fraterna all’interno delle nostre comunità, nella rinnovata consapevolezza che chi è “lontano”, non incontra Gesù in astratto, ma nella vita di discepoli che mostrano il volto vero del cristiano innanzitutto attraverso la comunione con Lui e tra loro: uomini e donne che, come tutti, conoscono difficoltà e debolezze, fatiche e gioie, ma che hanno in Cristo la fonte della loro vita e si impegnano a conformarsi a Lui in un cammino di incessante conversione; persone che diventano più vere e attrattive perché più autenticamente umane; costruttori di comunione dentro la comunità.

Questa Ammissione, carissimo Simone, apre la fase del tuo cammino nel quale sei chiamato a coltivare con maggior intensità la vita spirituale e la dedizione al servizio della comunità cristiana. Il Salmo responsoriale ci ha fatto ripetere: «I nostri occhi sono rivolti al Signore». Sì, tienili aperti su di Lui, nell’ascolto della Sua parola, nella preghiera, nell’Adorazione eucaristica, nel compimento dei tuoi doveri quotidiani. Sperimenterai, anche in mezzo alle difficoltà, la gioia che abbiamo chiesto al Padre nella preghiera colletta: «Dona ai tuoi fedeli una gioia santa».

«Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele» abbiamo ascoltato dal Signore nella I Lettura (Ez.2, 2-5). Oggi in modo speciale, senti rivolte a te queste parole! E senti vero nella tua vita anche quanto il Signore ha detto a San Paolo (2 Cor 12,7-10): «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» … E la sua certezza: «Quando sono debole, è allora che sono forte» … Il Signore Gesù, presente e vivo nella Sua Chiesa, ti aiuterà a servire, come Lui, “in patria” – ci ha detto nel S. Vangelo (Mc 6,1-6) – e fuori di essa…

Buon cammino, carissimo Simone, e buon cammino a tutti noi!  Sia lodato Gesù Cristo!