Sia lodato Gesù Cristo!
Carissimi Fratelli e Sorelle, inizio con voi la Novena in preparazione alla festa della Natività di Maria e l’Anno Eucaristico indetto dalla vostra Parrocchia ringraziando il Signore per i Suoi doni e guardando alla Ss. Madre di Dio come alla prima discepola di Cristo, guida preziosa più di ogni altra nel cammino della fede.
- Il cammino della fede! A questo riguardo, anche oggi desidero dirvi ciò che incessantemente ho ripetuto fin dall’inizio del mio ministero tra voi, iniziato proprio mentre si apriva, indetto da Papa Benedetto XVI, l’Anno della Fede e il Sinodo dei Vescovi su “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. Da queste coincidenze, belle e impegnative, ho tratto la linea guida per questi 12 anni del mio servizio; e, ora che il tempo rimanente si è fatto breve, con consapevolezza ancor più forte ripeto quanto nella predicazione, nelle catechesi e in tutte le occasioni ho sempre annunciato: il Signore Gesù, centro del cosmo e della storia, è il centro della nostra fede e di tutta la nostra vita di credenti.
Lo dobbiamo ribadire nel nostro tempo in cui – diceva Papa Benedetto – “capita ormai non di rado che i cristiani continuino a pensare alla fede come un presupposto ovvio”, mentre, invece, “una profonda crisi di fede ha toccato molte persone”.
Constatiamo ogni giorno questa situazione nelle generazioni di bambini, di giovani, dei loro genitori, persino dei nonni… Non serve a nulla lamentarsi: ciò che conta è che noi – che ancora ci siamo – rinvigoriamo la nostra fede con una adesione a Gesù Cristo più consapevole, e con la testimonianza aperta e coraggiosa: una novità che nasce dal conoscere i contenuti della fede cristiana, dal rapporto vero con la Persona di Gesù presente tra noi nella Sua Parola, nella SS. Eucarestia, nella grazia dei Sacramenti, nella comunione fraterna dentro le nostre comunità, nell’attingere dal Suo insegnamento la visione della vita, nel compiere i passi che Egli ci chiede… Senza la salda convinzione che il centro di tutto è il nostro rapporto vivo con Cristo, la fede si spegne, si riduce a vaga religiosità, e le cose anche buone che facciamo servono assai poco alla trasmissione della fede.
- Questa mattina, su invito della diocesi di Acqui, ho celebrato a S. Giulia di Dego la S. Messa nella festa della Beata Teresa Bracco, una giovane donna di vent’anni che ottant’anni fa ha dato la vita per rimanere fedele a Cristo, resistendo ad un ufficiale tedesco che tentava di abusare di lei, come altri soldati stavano facendo con le ragazze del Paese prese prigioniere.
A un bel gruppo di giovani della Pastorale Giovanile ho ricordato anche il nostro servo di Dio Gino Pistoni che condivide con questa giovane martire la data di nascita – il 1924; 100’anni fa – e quella della morte, il 1944: 25 luglio Gino e 28 agosto Teresa: due giovani cristiani che han conformato al Vangelo tutta la loro vita e che non risplendono solo per il martirio che l’ha conclusa, ma per la vita cristiana che hanno vissuto. “Offro mia vita. W Cristo Re!” scrisse con il suo sangue Gino Pistoni mentre stava morendo per aver assistito un soldato nemico abbandonato dai suoi… Teresa non ebbe neppure il tempo di scrivere: andò incontro al suo Signore con il capo fracassato dal calcio che l’ufficiale le diede con il suo pesante scarpone…
Diverse le circostanze in cui questi due ventenni offrirono sé stessi in dono a Dio, ma identica la fedeltà e l’amore per il Signore maturati in un cammino di formazione cristiana senza il quale non si cresce; maturati in un cammino di fede non sentimentale, emotiva, ma di forte adesione a Gesù fino a dire con san Paolo: “Cristo vive in me. E questa mia vita la vivo nella fede, nel rapporto di comunione con Lui che mi ama e dona sé stesso p me”. Avevano vent’anni! Non dovettero fermarsi a pensare se offrire o no la propria vita per Cristo. Nel loro rapporto con il Signore fecero quello che Cristo stesso ha fatto per noi! Hanno vissuto davvero: non solo “vivacchiato”, come diceva un altro splendido giovane cristiano delle nostre terre, il Beato Pier Giorgio Frassati.
Difronte a uomini e donne così, noi comprendiamo che cos’è la nostra fede, la fede cristiana, e sentiamo come un peso la banalità con cui spesso la viviamo, noi che, grazie al Battesimo siamo figli di Dio, innestati sulla vita di Gesù, abitati dallo Spirito Santo!
- È imminente l’Anno Santo del Giubileo: forte chiamata di Dio a rinnovare la nostra fede, la nostra speranza che su questa fede si fonda, la nostra carità senza la quale la vita umana si rattrappisce e dissecca.
Grazie per lo speciale Anno eucaristico che oggi si apre nella vostra Parrocchia. È quanto di meglio potevate pensare per prepararvi a celebrare il 90° anniversario del grande Congresso Eucaristico celebrato qui a Verolengo con il concorso di popolo – fino 30.000 persone accorse da tutta la Diocesi – che le cronache del tempo ci tramandano.
Anno Eucaristico significa: Gesù al centro: la Sua presenza viva celebrata nella S. Liturgia, adorata in momenti solenni e in quelli più semplici, amata nell’impegno a conformare a Lui la nostra vita.
Maria Ss.ma, la prima discepola del Signore, da questo amato santuario ci invita a ritornare a Lui con tutto il cuore perché Egli è quanto di più caro noi abbiamo; ci invita a rinnovare la nostra fede che è il nostro tesoro più prezioso!
A Lei ci rivolgiamo chiedendole di volgere a noi gli occhi Suoi misericordiosi, mentre noi rinnoviamo la nostra consacrazione al Tuo Cuore Immacolato.
Sia lodato Gesù Cristo.