Omelia della Santa Messa in Nocte Nativitatis 2024

24-12-2024

Carissimi Fratelli e Sorelle, buon Natale! Sia lodato Gesù Cristo!

«E’ davanti a noi, o Padre, il natale del tuo Figlio, – ha pregato la Chiesa negli ultimi giorni della Novena, del cammino annuale verso Betlemme – ci soccorra nella nostra indegnità Colui che per la nostra salvezza si è degnato di abitare tra noi».

Sentirci indegni davanti a questo amore di Dio, non ci umilia, non ci abbatte, come accade in molte altre circostanze della vita. Davanti a chi mi ama posso essere confuso, dispiaciuto, ma mai umiliato, perché, come il figlio della parabola che ritorna dalle sue strade, sento che le braccia di Dio sono protese a stringermi a sé e a celebrare la festa dell’incontro, la festa dell’essermi ritrovato.

Il Signore è venuto per questo, Fratelli e Sorelle, è venuto per tutti, poiché tutti abbiamo bisogno di questo abbraccio che tocca la nostra carne e il nostro spirito, la nostra persona.

Sono venuto per te – Egli ci dice – per amore tuo mi sono fatto uomo e ho condiviso tutto di te, ho assunto la tua umanità che ora è anche la mia. Partecipo dei tuoi problemi e delle tue difficoltà, come partecipo delle tue gioie. Io solo posso riempire di pace il tuo cuore mai sazio, il tuo desiderio di felicità che, anche nei casi migliori, non si realizza mai completamente poiché tu sei fatto per l’infinito e senti, a volte in modo chiaro, a volte confusamente, di aver sempre bisogno di altro, perché nulla è mai del tutto sufficiente. Io sono qui – dice questo Bambino – perché sono l’Altro per il quale tu sei fatto, l’Altro senza il quale non sei completo!

La Pace che Egli porta – la vera Pace che è tale anche in mezzo alle guerre che insanguinano il mondo, alle tensioni ed ai conflitti non armati ma ugualmente disastrosi, nella società, nelle famiglie, nei vari ambienti – è questa: Sono rimessi i tuoi peccati; puoi ripartire nuovo a costruire rapporti veri!

Da duemila anni, Amici, dura questa storia… Forse qualcuno pensa: non è che si vedano tanti risultati… Sarebbe facile rispondere: prova a pensare che cosa sarebbe se questa storia non fosse iniziata… Ma non è questa la risposta. La risposta è una domanda: questa storia, come l’accolgo, come la accogliamo? Mi lascio coinvolgere, mi lascio cambiare nel modo di pensare, di valutare le cose, di agire nella quotidianità dell’esistenza? Chi deve cambiare? Gli altri? E io?

Questo Bimbo, Amici, che è qui davanti a noi, come era nella grotta davanti ai pastori, non agisce a colpi di bacchetta magica; agisce nella misura in cui Gli apriamo la mente e il cuore: il pensiero, la ragione; i sentimenti, gli affetti… Come i pastori di Betlem, o siamo capaci di vedere «l’avvenimento che Dio ci ha fatto conoscere», oppure l’avvenimento c’è, ma noi ne restiamo fuori!

Vorrei guardare con voi i pastori di Betlemme.

Questi uomini rudi, che la società del tempo relegava al gradino più basso perché ignoravano le norme della Legge, questi uomini intenti a custodire di notte un gregge perché era il loro lavoro e dovevano farlo, mentre sarebbero stati volentieri a dormire nelle loro grotte… questi uomini non erano diversi da Augusto Imperatore che in quei giorni, e in quella notte, da Roma, dal palazzo imperiale del Palatino affacciato sul Circo Massimo, regnava sull’immenso Impero che comprendeva anche Betlemme…

Sulle sue monete – che ancora ci sono – aveva fatto scrivere, qualche anno prima: «Pax in terris» per celebrare la pace che egli aveva realizzato ponendo fine alle guerre civili e ad ogni altro conflitto armato nei territori dell’Impero; ma egli non era in pace – ce lo dicono gli storici del suo tempo – perché la pace che l’uomo vuole nel più profondo di sé non è solo assenza di guerra: è qualcos’altro, è Qualcun altro senza il quale il cuore umano resta inquieto e prova la solitudine anche in mezzo a mille persone care… «Pax in terris» aveva fatto scrivere sulle monete… e «Pax in terra» cantavano gli Angeli nella notte di Betlemme.

Quasi una risposta. La vera risposta! La Pace vera è la Pace di Dio! Il cambiamento vero è quello che Lui solo può imprimere!

Questa notte a Roma viene aperta la Porta Santa del Giubileo, domenica 29 l’Anno Santo inizia nella nostra Diocesi come in tutte le Diocesi del mondo. È Lui la Porta, questo Bimbo-Dio che oggi è nato!

Buon Natale! Sia lodato Gesù Cristo!