Omelia della S. Messa nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio – S. Benigno C.se, Abbazia di Fruttuaria, 2 Febbraio 2019

04-02-2019

Sia lodato Gesù Cristo!

1. Celebriamo una splendida festa del Signore, cara al popolo cristiano anche per la candela benedetta che portiamo nelle nostre case come segno di benedizione: segno umile, ma concreto, tangibile; e noi sappiamo (e la Chiesa lo sa bene) quanto l’uomo, per sua natura, ha bisogno di segni concreti … Sono passati 40 giorni dal Natale e la S. Liturgia ci fa rivivere l’avvenimento della Presentazione del Signore al Tempio, in obbedienza alla Legge di Dio che prescriveva l’offerta dei maschi primogeniti come riconoscimento esplicito che tutto appartiene a Dio e tutto – i figli in particolare – sono dono Suo! Maria e Giuseppe salirono al Tempio ad offrire il Bambino… Ne abbiamo ascoltato il racconto, e abbiamo accolto nel nostro spirito l’annuncio che Cristo è la Luce: “lumen ad revelationem gentium et gloria plebis tuae Israel: luce per illuminare i popoli, tutti gli uomini, e gloria dell’Israele di Dio”.

2. Cristo è la Luce. Lo dirà Egli stesso nei giorni del Suo ministero pubblico: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Come sono forti queste parole! Forse, dopo averle sentite tante volte, non ne siamo più scossi… Dobbiamo ascoltarle come la prima volta, come le ascoltarono i primi discepoli: era un uomo in carne ed ossa quello che vedevano e sentivano parlare… E diceva una cosa così straordinaria che nessun uomo può dire, a meno che sia un folle: “Io sono la luce del mondo; chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Come non percepire in noi un fremito di fronte alla forza di Cristo, all’impeto delle sue parole? Ciò che Egli propone è qualcosa di così straordinario che si è costretti a dire: questa non è una proposta per “pensionati della fede”, una proposta di “saldi autunnali”: qui siamo di fronte a qualcosa di “dirompente”, qualcosa che, se è vera – e fede significa proprio dire: è vero, è così! Il buio non c’è più nella mia vita se io accolgo Te, Tu sei la luce del mondo!! – la vita cambia. Altro che “saldi autunnali”, roba da “pensionati”! Qui c’è una forza, una potenza inaudita…! Qui c’è il vigore della giovinezza!

Cristo è la Luce.

Lo ha detto – senza parole, infante – già nella notte di Betlemme, quando il cielo si accese e i pastori “furono avvolti da una grande luce”. Lo dirà ancora, attraverso l’eloquente linguaggi dei segni, il venerdì santo, quando “da mezzogiorno fino all’ora nona si fece buio su tutta la terra” poiché si spegneva la luce del mondo in quel grido di offerta amorosa al Padre: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. E lo dirà ancora il sole del mattino di Pasqua, quando le donne, “orto iam sole”, trovarono vuoto il sepolcro in cui si era tentato di chiudere la Luce del mondo … “Tenebrae non comprehenderunt eum” canta Giovanni nel Prologo del suo Vangelo: le tenebre non l’hanno accolto; sì, non l’hanno accolto; ma il verbo usato dall’evangelista significa anche: non l’hanno afferrato, non lo hanno soffocato.

E’ una luce che illumina, il Signore Gesù, ma illumina per mettere in movimento: quello che caratterizza tutto l’avvenimento odierno: Maria e Giuseppe camminano verso il Tempio; Simeone ed Anna, mossi dallo Spirito, sono anch’essi in cammino… Un cammino orientato all’Incontro (“Hypapante” è il nome orientale di questa festa: la festa dell’Incontro). Ed è l’incontro – l’incontro con il Signore – che rende vera la nostra festa! Si tratta di accoglierLo ascoltandoLo, di seguirLo mettendo i nostri passi dietro ai Suoi, di amarLo in un rapporto di amicizia che tutto coinvolge, di non trattenere nulla di ciò che noi siamo, pché è salvato e non si perde solo ciò che a Lui è consegnato … “Egli è qui per la salvezza e per la perdizione di molti, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori!” dice Simeone. Cristo è la nostra Pace perché svelando le profondità del nostro essere, non ci umilia né ci angoscia; ci dice: Sono qui per salvarti! Consegna a me la tua vita… Sperimenterai la “spada” che trafisse il cuore di mia madre, ma attraverso questa ferita riceverai in dono la vita nuova… Le strutture, le comunità, la società, cambiano nella misura in cui sei tu a cambiare, a lasciarti cambiare. Attende tibi! Guarda a te stesso, rinnova il tuo sguardo e il tuo cuore! Cambierà la realtà intorno a te se sarai filo d’erba fresca anche in terra arida.

3. Due “Giornate” orientano oggi la nostra riflessione in questa Liturgia domenicale: la “Giornata della Vita Consacrata”, che richiama a tutti il valore di quelle vite che, rispondendo ad una particolare chiamata dentro la comune vocazione battesimale, si offrono al Signore nell’impegno pubblico di testimoniare l’obbedienza, la povertà e la castità nel dono totale di sé a Dio, sorgente, fine e centro del nostro vivere. Sono qui con noi alcuni Religiosi e Religiose che vivono e operano nella nostra Diocesi. Sono contento di esserci anch’io non solo come Vescovo, ma con la gioia di appartenere ad una famiglia di Vita Consacrata, la Congregazione dell’Oratorio… Istituendo questa Giornata san Giovanni Paolo II scriveva: «Tutto il popolo cristiano prenda sempre più consapevolezza del dono che è la presenza delle consacrate/i, eredi di grandi Santi che hanno fatto la storia del cristianesimo. Vi invito tutti a stringervi attorno alle persone consacrate, a gioire con loro, a condividere le loro difficoltà, a collaborare con esse. Fate sentire loro l’affetto e il calore di tuto il popolo cristiano. La Vita Consacrata sta al cuore stesso della Chiesa, in quanto esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unico suo Sposo».

La seconda è la “Giornata per la vita”, istituita dalla Chiesa in Ialia per ricordare e affermare publicamente che la vita umana è dono di Dio, ha un valore sacro e deve essere quindi stimata e difesa dal suo sorgere al suo naturale tramonto. Nella splendida enciclica del 1995, “Evangelium vitae” san Giovanni Paolo II scrive: «Il Vangelo della vita sta al cuore del messaggio di Gesù e va annunciato con fedeltà coraggiosa. Oggi questo annuncio si fa particolarmente urgente per l’impressionante moltiplicarsi e acutizzarsi delle minacce alla vita, soprattutto quando essa è debole e indifesa… Purtroppo, questo inquietante panorama si va dilatando: si consolida una nuova situazione culturale: larghi strati dell’opinione pubblica giustificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti della libertà individuale e ne pretendono persino l’autorizzazione da parte dello Stato, e l’intervento gratuito delle strutture sanitarie. L’esito al quale si perviene è drammatico: la coscienza, quasi ottenebrata da così vasti condizionamenti, fatica sempre più a percepire la distinzione tra il bene e il male in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita umana. A tutti i membri della Chiesa, rivolgo il più pressante invito per l’edificazione di un’autentica civiltà della verità e dell’amore».

Amici, chiediamo a Dio la grazia di non chiudere gli occhi e di non indurire il cuore di fronte alla Luce che Cristo è, Luce che risplende anche nel messaggio che queste due Giornate –Vita Consacrata e Vita– ci portano.

Sia lodato Gesù Cristo!