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Auguri di Natale del vescovo

S. Natale 2020

“E’ apparsa la grazia di Dio apportatrice di salvezza per tutti gli uomini”.

E’ l’annunzio, Signore, che accogliamo anche quest’anno, come in ogni altro Natale. Tante situazioni, non solo l’epidemia, stendono un velo di tristezza, ma il dono che Tu ci offri colma di gioia il nostro cuore. In Te, divenuto umanamente incontrabile, noi troviamo la pace. La gratuità del Tuo amore ci dà la certezza di essere amati. E noi Ti diciamo, con il grande Michelangelo:

“ma che poss’io, Signor, se a me non vieni con la tua usata, ineffabil cortesia?”

Buon Natale!

+ Edoardo, vescovo


Novena del Santo Natale

Predicata dal Vescovo mons. Edoardo Cerrato. Dal 16 al 24 dicembre. Calendario e orari.

Novena del Santo Natale predicata dal Vescovo mons. Edoardo Cerrato.

  • Da mercoledì 26 a sabato 19 dicembre 2020: alle ore 20,30 nella chiesa di San Maurizio
  • Domenica 20 dicembre 2020 alle ore 17,15 in Cattedrale
  • Da lunedì a mercoledì 23 dicembre 2020 alle ore 20,30 nella chiesa di San Maurizio
  • Giovedì 24 dicembre 2020 alle ore 17,30 nella chiesa di San Maurizio


Messaggio per la “Giornata del Seminario” 2020

Ivrea, 10 Dicembre 2020

Carissimi Fratelli e Sorelle,

«Cristo comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti – canta il Prefazio della Messa Crismale – e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza. Tu vuoi che nel suo nome rinnovino il sacrificio redentore, preparino ai tuoi figli la mensa pasquale, e, servi premurosi del tuo popolo, lo nutrano con la tua parola e lo santifichino con i sacramenti. Tu proponi loro come modello il Cristo, perché, donando la vita per te e per i fratelli, si sforzino di conformarsi all’immagine del tuo Figlio, e rendano testimonianza di fedeltà e di amore generoso».

Nell’imminenza della Giornata del Seminario, che celebriamo nella III domenica di Avvento, trovate sul nostro settimanale diocesano l’intervento del Rettore e la testimonianza dei seminaristi della nostra Diocesi.

Da parte mia, solo una parola: quella che, nei messaggi dedicati, di anno in anno, alla “Giornata” e nei quali ho cercato di delineare vari aspetti della vita del Seminario, sempre ho sottolineato: la preghiera e l’impegno delle comunità cristiane ad diventare terreno fecondo al sorgere delle vocazioni.

Pregare perché coloro che Dio chiama siano capaci di una risposta generosa e lieta è importantissimo. «Non potrà mai esserci – ci ricorda il Santo Padre Francesco – né pastorale vocazionale, né missione cristiana senza la preghiera assidua e contemplativa, l’adorazione eucaristica, luogo privilegiato di incontro con Dio. Per implorare dall’alto nuove vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, chiedo alle comunità parrocchiali, alle associazioni e ai numerosi gruppi di preghiera presenti nella Chiesa: contro la tentazione dello scoraggiamento, continuate a pregare il Signore perché mandi operai nella sua messe».

E’ in quest’ottica che ho chiesto esplicitamente che in tutte le chiese, ogni settimana, vi sia una giornata dedicata alla Adorazione eucaristica.

Ma pregare non è tutto. A far maturare la risposta dei chiamati la comunità cristiana contribuisce testimoniando, nella varietà dei suoi componenti, la freschezza della propria adesione a Cristo, l’umanità vera che fiorisce nell’incontro con Lui; l’attrattiva che promana dalla vita di un prete convinto e contento della bellezza della sua vocazione.

L’impegno della preghiera e quello di crescere come comunità vive e testimoni di vita evangelica dichiarano quanto siamo convinti che «nel servizio ecclesiale del ministero ordinato è Cristo stesso che è presente alla sua Chiesa in quanto Capo del suo corpo, Pastore del suo gregge, Sommo Sacerdote del sacrificio redentore, Maestro di verità” e che “è grazie al Sacerdozio che la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli continua ad essere esercitata nella Chiesa sino alla fine dei tempi» (CCC 1548; 1536).

Chiedo al Signore, per intercessione della S. Madre di Dio e dei nostri santi, che in questi tempi non facili, in cui non mancano i motivi di preoccupazione, nessuno ceda allo sconforto. Non siamo un cantiere in disarmo! Siamo il campo del Signore!

«Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia – scrive il Santo Padre Francesco (“Evangelii gaudium”, 85) – è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo… Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare che la forza si manifesta pienamente nella debolezza (2 Cor 12,9)».

Con la più cordiale Benedizione

Vostro, nel Cuore di Cristo Sommo Pastore,

+ Edoardo, vescovo


Al Clero e ai Diaconi della Diocesi

Carissimi Confratelli Sacerdoti e Diaconi,

quanto vi comunico era prevedibile da giorni, ma ora, dopo l’ultimo odierno Dpcm, è anche ufficiale: il “coprifuoco” varrà anche per la sera del 24 dicembre a partire dalle ore 22.
La celebrazione della “S. Messa in nocte” – come già peraltro dichiarato dal Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana il 2. 12 – dovrà essere collocata in modo da consentire il rientro a casa dei Fedeli “in orario compatibile con il coprifuoco”. “Le liturgie e gli incontri comunitari – continua il comunicato – sono soggetti a una cura particolare e alla prudenza. Questo, però, non deve scoraggiarci: in questi mesi è apparso chiaro come sia possibile celebrare nelle comunità in condizioni di sicurezza, nella piena osservanza delle norme”. Da qui “la certezza che sarà così anche per le celebrazioni del Natale, come peraltro avvenuto finora”. “Tenuto conto delle diverse situazioni sarà cura dei vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno”.

Con i migliori auguri per le SS. Feste ormai vicine, fraternamente vi saluto.

+ Edoardo, vescovo


Alle Comunità cristiane per l’inizio del nuovo Anno Liturgico

Ivrea, 19 Novembre 2020

La pace del Signore sia con voi, carissimi Fratelli e Sorelle!

Sia con voi anche in questo tempo in cui l’epidemia mette a repentaglio tanti aspetti della nostra vita, incide negativamente sullo stato d’animo di molti e rende più faticoso quell’essere “sempre lieti” (I Tess, 5,16) che è caratteristica del cristiano e nasce e si alimenta dal percepire, in un reale rapporto di comunione con Dio, che siamo amati e possiamo rispondere amando a nostra volta.

1. Domenica prossima, ultima dell’Anno Liturgico, celebreremo la solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell’universo volgendo lo sguardo e innalzando il cuore a Colui «per mezzo del quale e in vista del quale tutto è stato creato», e nel quale «tutto sussiste» (cfr. Col, 1,16-17). «Principio della creazione, Egli lo è anche della redenzione. Elevato alla gloria del Padre, ha “il primato su tutte le cose” (Col 1,18), principalmente sulla Chiesa, per mezzo della quale estende il suo regno su tutte le cose» (CCC, 792).

In questa solennità si conclude l’Anno Liturgico di cui Egli, presente e vivo in mezzo a noi, come ci ha promesso, è il centro.

Nel corso l’Anno Liturgico, di tempo in tempo, di festa in festa, la Chiesa, infatti, «ricorda tutto il mistero di Cristo, dall’Incarnazione al giorno della Pentecoste e all’attesa del ritorno del Signore» (Concilio Vaticano II, SC,2): e questo “ricordare” non è un semplice richiamare alla mente; è la “memoria”, il “memoriale”, di cui san Paolo VI diceva: «celebrando i misteri del Signore nello svolgimento dell’Anno liturgico, la Chiesa li rende come presenti affinché i fedeli possano venirne a contatto ed essere ripieni della grazia del Salvatore» (Lett. Apost. Mysterii paschalis).

Ai “misteri” – i fatti principali della vita di Cristo – non ci accostiamo dunque come ad avvenimenti circoscritti al passato. La Liturgia «non è una rappresentazione, ma è Cristo stesso che vive nella Sua Chiesa e prosegue il Suo cammino di immensa misericordia» (Pio XII, Mediator Dei). Lo insegnava, con mirabile sintesi, san Leone Magno: «Quod Redemptoris nostri conspicuum fuit, in sacramenta transivit: ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei sacramenti»; e sant’Ambrogio diceva ai suoi fedeli: «Vidimus et nos, sicut maiores nostri, mirabila Dei: anche noi, come quelli che ci hanno preceduto, abbiamo visto le meravigliose azioni salvifiche del nostro Dio»; «In tuis te invenio sacramentis: nei tuoi sacramenti io ti trovo» poteva dire rivolgendosi al Signore.

Il cammino che ci è proposto attraverso i passi dell’Anno Liturgico è, semplicemente, vivere la vita cristiana che si apre ad accogliere – non in astratto, ma nell’essenziale rapporto con Cristo realmente presente – la grazia del Salvatore, la novità che Egli imprime in noi con il Suo agire, la luce della Sua Parola, la capacità di pensare e di agire secondo il Suo insegnamento.

E’ indispensabile, perciò, che il cammino dell’Anno Liturgico plasmi profondamente anche l’itinerario catechistico che si trasforma in poveri tentativi di trasmettere nozioni se rimane ai margini di questa sostanziale esperienza di fede.

2. Dell’Anno Liturgico il primo Tempo – breve ma intenso – è l’Avvento, nel quale risuona l’invito di Gesù: «Fate attenzione, vegliate» (Mc 13,33).

Il rischio, sempre, è di vivere, infatti, senza chiedersi per che cosa davvero si vive.

Non sono le circostanze in cui viviamo a far la differenza, ma se vivo in comunione con Cristo ciò che sono chiamato a fare. La differenza sta nel “cuore” che ci portiamo dentro mentre facciamo ciò che c’è da fare…

L’Avvento ci è dato per ridestare in noi questo “cuore”. Il “dopo” – l’eternità – è già presente in questo “ora” in cui viviamo, come la luce del sole è già presente nel primo chiarore dell’alba!

«Elevare l’anima a Dio», come la Liturgia ci invita a fare, è affrontare da svegli il «compito» della vita per «andare incontro con le buone opere al Cristo che viene», prestando attenzione a che la nostra bussola sia Gesù Cristo con il Suo insegnamento trasmesso dalla Chiesa, e non il mondo che «non conosce Dio» (Gv.15,21) e rifiuta la luce (Gv.3,20).

«Signore, che io non sia confuso» ci fa chiedere la Chiesa sulla soglia di questo tempo liturgico che ci prepara a rivivere, nel Natale, la prima venuta del Salvatore, ma, ugualmente, ad incontrare Lui nel Suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, e, per ognuno, alla fine della nostra esistenza terrena: il momento del Giudizio, quando saremo giudicati sull’amore.

Propongo a tutti, in questo Avvento, di meditare, attraverso le pagine del Catechismo della Chiesa Cattolica sulle tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità; e di impegnarsi ad esercitarle nella concretezza delle circostanze.

Propongo di intensificare la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio.

Ringraziando di cuore tutti coloro che dalle proprie case si sono uniti in preghiera alle 21 di giovedì 12 e di venerdì 13, nelle feste della Dedicazione della chiesa Cattedrale e dei Ss. Pastori della Chiesa Eporediese, invito a continuare questa comunione orante nel S. Rosario, al termine del quale dalla cappella del Vescovado imparto alla diocesi la Benedizione con il SS. Sacramento: alle 21 di venerdì 27 (antivigilia della I Domenica di Avvento); di lunedì 7 dicembre (vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria); di mercoledì 16 (inizio della Novena di Natale); di mercoledì 23 (antivigilia della Natività di N. Signore). L’intenzione della preghiera è quella che già ho comunicato: chiedere a Dio il Suo aiuto nel tempo difficile che stiamo vivendo e la grazia di un rinnovato slancio di fede, di speranza e di carità.

Aff.mo nel Cuore di Cristo, Fonte di ogni consolazione

Alla Diocesi di Ivrea – Messaggio del Vescovo Edoardo

Ivrea, 11 Novembre 2020

Carissimi Fratelli e Sorelle,

 

facendo seguito alla Lettera che vi ho inviato il 25 ottobre scorso invitandovi a continuare ad innalzare a Dio la preghiera per chiedere aiuto nella presente dolorosa situazione e a partecipare, con le dovute precauzioni anti-contagio, alla S. Messa ed alle celebrazioni liturgiche nelle nostre chiese, desidero oggi proporvi due momenti di preghiera invitandovi a viverli dalle nostre case in comunione spirituale tra noi.

Giovedì 12 novembre, festa della Dedicazione della nostra chiesa Cattedrale, e Venerdì 13, memoria dei Ss. Pastori della Chiesa Eporediese, alle ore 21, nella Cappella del Vescovado, esporrò il SS. Sacramento e mi unirò a voi nella preghiera del S. Rosario. Al termine impartirò a tutta la Diocesi la Benedizione Eucaristica.

Sono certo che molti vorranno unirsi in spirito e in orante comunione.

Aff.mo nel Cuore di Cristo

nostra pace e consolazione


Alle comunità cristiane della Diocesi

«Finché gridiamo: “è buio, è buio!” non si accende la luce. Accendila tu!» (S. Teresa di Calcutta)

Ivrea, 25 Ottobre 2020

Carissimi Fratelli e Sorelle,

le nuove ordinanze dell’Autorità Civile relative alla ripresa della diffusione del Covid sono volte a salvaguardare la nostra e l’altrui salute fisica: ad esse, come non abbiamo mancato di fare in precedenza, responsabilmente ci atterremo.

Come Vescovo sento tuttavia il dovere di tornare, in questo momento, a ricordare a noi credenti anche l’impegno nella cura e nella salvaguardia della salute spirituale.

La preghiera fervente che abbiamo visto alzarsi a Dio da parte di singoli e di comunità – nei mesi drammatici del confinamento (lockdown) – per chiedere grazia e sostegno e l’aiuto a mantenere vivo lo sguardo su Cristo Risorto, vincitore della morte e del peccato, deve continuare.

L’affievolirsi di questo clima di preghiera, infatti, lascia spazio, tra l’altro, allo scoraggiamento che si nota in non poche persone di ogni età e che rende difficile la vera “ripresa”, alla quale indispensabili sono i profondi cambiamenti – in tanti ambiti della nostra vita, anche della vita ecclesiale – di cui l’epidemia ha mostrato la necessità, facendoci toccare con mano la fragilità della nostra condizione umana e la necessità di affrontare le situazioni che non possiamo prevedere e tanto meno risolvere con le sole nostre forze.

La partecipazione alla S. Messa e alla vita sacramentale ha bisogno di rinnovato slancio e di rinnovata convinzione.

Nella “prima fase” della drammatica diffusione dell’epidemia, mentre ai fedeli era impedita la presenza alla S. Messa – celebrata ogni giorno da tanti sacerdoti e anche abbondantemente teletrasmessa per favorire la partecipazione in unione spirituale –, ho cercato di tenere viva,  nell’attesa del ritorno alla normalità, la consapevolezza che la Chiesa «vive continuamente del sacrificio redentore, e ad esso accede non soltanto per mezzo di un ricordo pieno di fede, ma anche in un contatto attuale, poiché questo sacrificio ritorna presente, perpetuandosi sacramentalmente, in ogni comunità che lo offre per mano del ministro consacrato. In questo modo l’Eucaristia applica agli uomini d’oggi la riconciliazione ottenuta una volta per tutte da Cristo per l’umanità di ogni tempo» (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia).

Nella seconda fase, quando la partecipazione dei fedeli alla S. Messa – nel rispetto delle norme anti-contagio – è ritornata possibile, non abbiamo potuto fare a meno di notare non sempre occupati tutti i posti pur ridotti dall’obbligo di “distanziamento sociale”.

Sento il dovere di ricordare che la vita sacramentale è un elemento essenziale – non un “optional”– nel cammino di fede. Assistere alla Messa domenicale teletrasmessa – quando non vi sono ragioni di salute e di vera difficoltà che impediscano di recarsi in chiesa – non è in linea con la fede vissuta: «Per quanto i mezzi di comunicazione svolgano un apprezzato servizio verso gli ammalati e coloro che sono impossibilitati a recarsi in chiesa, e hanno prestato un grande servizio nella trasmissione della Santa Messa nel tempo nel quale non c’era la possibilità di celebrare comunitariamente, nessuna trasmissione è equiparabile alla partecipazione personale e può sostituirla. Anzi queste trasmissioni, da sole, rischiano di allontanarci da un incontro personale e intimo con il Dio incarnato» (Dicastero per il Culto Divino ai Presidenti delle Conferenze Episcopali, in “L’Osservatore Romano”,12 settembre 2020).

Carissimi Fratelli e Sorelle, con tutte le precauzioni necessarie alla salvaguardia della salute, ma anche con rinnovato slancio di fedeltà al Signore, è necessario

– tornare ad accostarsi al Sacramento della Confessione. Invito i Sacerdoti a rinnovare generosamente la propria disponibilità a questo ministero e a ricordarne ai fedeli il valore e la necessità;

– tornare a partecipare alla S. Messa ricevendo la S. Comunione, a proposito della quale – per quanto concerne la distribuzione – non posso fare a meno di notare che riceverla sulla mano (uno dei due legittimi modi approvati dalla Chiesa) non sempre elimina, più di quanto sia il deporre l’Ostia nella bocca, la possibilità del contatto fisico: molti fedeli non si attengono infatti all’uso corretto di porre la mano sinistra bene aperta e di portare alla bocca, con la destra, la S. Particola. In molti casi mi capita – le varianti sono molte, ma ne segnalo una – che qualcuno chiuda la mano mentre ancora chi distribuisce l’Ostia non ha avuto il tempo di ritirare le dita…

– continuare – o iniziare, là dove non fosse in atto – l’impegno della Adorazione Eucaristica nelle nostre Parrocchie, un giorno alla settimana, come ho chiesto ai Sacerdoti nell’Incontro che abbiamo avuto a Betania di Vische il 1° settembre scorso: con l’intenzione – in primo luogo – di chiedere al Signore il dono di vocazioni sacerdotali per la nostra diocesi, ma anche la grazia che i nostri cuori si aprano ad aderire profondamente a Gesù, unico Salvatore, presente e vivo in mezzo a noi, testimoniare il Quale, con l’annuncio della fede, con la speranza e con le opere di carità, è il primo servizio che possiamo rendere alla intera società.

Vi benedico ripetendovi: «Finché gridiamo: è buio, è buio! non si accende la luce. Accendila tu!»

Nel Cuore di Cristo, fonte di ogni Consolazione.

+ Edoardo, vescovo.


Indicazioni per l’accesso agli uffici della Curia Vescovile

Ai fini della prevenzione e del contrasto alla diffusione del CORONAVIRUS (Covid-19), nel rispetto delle normative sia nazionali che regionali, nonché dei consigli degli esperti, nell’interesse della nostra salute, di quella dei ns. dipendenti/collaboratori e di quella delle persone che ogni giorno frequentano gli ambienti della Curia Vescovile (e più in generale delle strutture diocesane), dobbiamo adottare le seguenti misure, nella certezza che tutti vorranno collaborare per contribuire al superamento di questo particolare momento di emergenza:

  • Si raccomanda ai Utenti di utilizzare i mezzi che oggi la tecnologia mette a disposizione (posta elettronica, telefono, fax, internet, ecc.) al fine di limitare il più possibile accessi personali presso gli Uffici della Curia Vescovile. In questo periodo in cui la diffusione del virus è imprevedibile, infatti, dovremo cercare di evitare appuntamenti e/o riunioni: cerchiamo di privilegiare l’uso del telefono, della posta elettronica.
  • A tutte le persone che dovranno comunque, sia pure brevemente, accedere presso gli Uffici della Curia Vescovile è fatto divieto di entrare all’interno dello stesso per recarsi alla postazione del personale; si dovrà obbligatoriamente attendere presso la reception in attesa di ricevere assistenza osservando sempre e comunque le misure di sicurezza consigliate:
  • utilizzare dispositivi di sicurezza (mascherine);
  • utilizzare guanti o pulizia della mani con l’apposito gel igienizzante presente all’ingresso;
  • rispettare distanza minima interpersonale di un metro e le segnaletiche presenti;
  • evitare contatti
  • Gli Utenti che si devono recare in Curia solo per consegnare documenti, previo contatto con il personale addetto mediante il citofono collegato al campanello esterno, potranno lasciarli su un apposito supporto posto all’ingresso. Si consiglia di inserire i documenti in apposite buste, indicando un nome di riferimento ed un numero telefonico: successivamente il personale addetto si metterà in contatto telefonico per richiedere eventuali delucidazioni e/o per fornire

Ci riserviamo di modificare le istruzioni di cui sopra in funzione dell’evolversi della situazione, nella speranza che questo periodo di disagio si protragga per il minor tempo possibile consentendo a tutti noi di ritornare alla normalità ed alla serenità.

Ivrea, 28 Maggio 2020