Il Vescovo incontra i movimenti – V domenica di Quaresima

V Domenica di Quaresima
21-03-2021

IL VESCOVO INCONTRA I MOVIMENTI

5.
V Domenica di Quaresima Cattedrale
28 marzo 2021

I Gruppi di Preghiera di San Pio

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Papa Pio XII chiese di pregare per la pace, per l’unità e per la salvezza del mondo. Padre Pio mise in atto questo desiderio del Pontefice chiamando attorno a sé i suoi figli spirituali e tutti i fedeli che ogni giorno accorrevano a San Giovanni Rotondo. Il suo esempio venne seguito in moltissimi paesi italiani ed europei. Si formarono vari nuclei che periodicamente si riunivano per pregare secondo le intenzioni del Padre, il quale chiese, inoltre, ai sacerdoti di assumere la guida spirituale dei Gruppi in modo tale da garantirne un legame con la Chiesa.

La Casa Sollievo della Sofferenza, in S. Giovanni Rotondo, guida ed assiste i Gruppi di Preghiera che attualmente sono presenti in tutto il mondo, riconosciuti grazie ad uno Statuto approvato dalla Santa Sede ed entrato in vigore il 4 maggio 1986.

Questa Casa, infatti, non è solo il centro da cui i Gruppi ricevono la guida e l’orientamento: lì essi sono nati nella forma con cui oggi si presentano.

Fin da quando la Casa era ancora in costruzione, era già vivo il carisma di Padre Pio sul sollievo della sofferenza, e i suoi figli spirituali lo condividevano e divulgavano. L’Opera già c’era: basata sulla preghiera che andava diramandosi in gruppi spontanei, uniti dall’affetto a Padre Pio. La Casa colse questi palpiti, questo naturale aggregarsi di spiriti e di cuori attorno ad essa, e prese a guidare, tutelare e istruire i Gruppi, attingendo da Padre Pio i criteri ai quali dovevano attenersi se volevano dirsi propriamente Gruppi di Preghiera. Perfino questa denominazione era nata nella Casa: comparve per la prima volta sul bollettino della Casa Sollievo, nel giugno del 1950, scritta da Guglielmo Sanguinetti che, tutte le sere, riceveva da Padre Pio nella sua cella istruzioni per l’Opera che nasceva e forza e luce per il suo spirito.

Secondo i dati d’archivio del Centro Internazionale, nel 1956, anno dell’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza, si contavano circa100 Gruppi diffusi in Italia, Svizzera e Francia.

Una notevole diffusione si ebbe negli anni che segnarono la storia di San Pio.

Nel 1978, ricorrendo il decennale della morte del Padre, si decise di onorarlo con la Peregrinatio Mariae. L’iniziativa, accolta come missione popolare e grande richiamo alla preghiera, fu l’occasione per presentare Padre Pio come modello di preghiera e di devozione mariana a quanti non avevano ancora avuto l’occasione di conoscerlo. Fu proprio in questo anno che nacquero in Italia 205 Gruppi di Preghiera.

Nel 1999 Padre Pio fu proclamato beato: “l’eco che questa beatificazione ha suscitato in Italia e nel mondo – affermò durante l’omelia del 2 maggio Papa Giovanni Paolo II – è segno che la fama di Padre Pio ha raggiunto un orizzonte che abbraccia tutti i Continenti”. Questa fama, giunta oltreoceano, portò, in quell’anno, alla registrazione di 216 Gruppi italiani e oltre 30 esteri (nati principalmente in Argentina, Stati Uniti, Malta e Gran Bretagna).

Nel 2002, quando P. Pio fu iscritto nell’Albo dei Santi, i Gruppi registrati furono 251. I 71 Gruppi esteri nacquero principalmente in Argentina, Gran Bretagna, Polonia, USA, Canada e

Australia, ma non mancarono Gruppi in Ghana, Nigeria e Sud Africa. Il 16 giugno, in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II affermava: “La preghiera, fondamentale caratteristica della spiritualità di Padre Pio, continua nei Gruppi di Preghiera da lui fondati, che offrono alla Chiesa e alla società il formidabile contributo di una orazione incessante e fiduciosa”.

Prezioso strumento per la formazione dei partecipanti ai Gruppi è la rivista “Casa Sollievo della Sofferenza”, nata nel settembre 1949 come bollettino di poche pagine. Oggi è una rivista mensile, organo ufficiale dei Gruppi di Preghiera che ha lo scopo di diffondere l’insegnamento autentico di Padre Pio, gli avvenimenti, e le attività dell’Opera e dei Gruppi di Preghiera, ma anche informazioni sull’attività ospedaliera e scientifica molto attiva nell’Ospedale di S. Giovanni Rotondo.

t.p.

“Vogliamo vedere Gesù”

Insieme al nostro Assistente diocesano, don Riccardo Bigi, della Comunità oratoriana in formazione, ringraziamo il nostro Vescovo per l’invito che ci ha rivolto a partecipare in Cattedrale alla S. Messa, domenica 21 marzo. E’ stata una vera festa per noi, Gruppi di Preghiera di san Pio, presenti nella diocesi a Ivrea (chiesa di S. Maurizio), a Pobbia (chiesa parrocchiale della Madonna della Neve), a Torrazza Piemonte (chiesa parrocchiale di S. Giacomo), a Casabianca (chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista). Commentando la pagina evangelica della domenica monsignor Edoardo ha sottolineato, nel loro significato e nelle implicanze per la nostra vita, le parole dei “Greci” che si trovavano a Gerusalemme tra coloro che vi erano saliti per la Pasqua: “Vogliamo vedere Gesù”.
“Il verbo usato da questi uomini, che sono detti ‘gentiles-pagani’ nella traduzione latina – ha rilevato il Vescovo – è ‘volere-thelomen’ che esprime la volontà, ma con una particolare sfumatura… Importante è, ancor più, anche il verbo ‘vedere’ che nel vangelo di Giovanni è equivalente a credere: un desiderio, dunque, quello dei Greci di entrare con Gesù in un rapporto. E Gesù, che pare non rispondere alla richiesta, risponde, invece, indicando chi è Colui a cui si crede: è il chicco di frumento che cade a terra e muore per portare molto frutto; è Colui che attira tutti a sé lasciandosi innalzare sulla croce per la salvezza degli uomini. La richiesta di quei Greci – continuava il Vescovo – interpella anche lnoi che già abbiamo incontrato Cristo, e ci suggerisce una domanda: voglio davvero vedere il Signore? La ricerca infatti non si esaurisce mai. Gesù è sempre con noi, ma è sempre anche davanti a noi. Si tratta di entrare in rapporto di comunione con una Persona concreta, non con una “idea” di Gesù e neppure solo un ‘ideale’ che da Lui ci è offerto. Lo esprime bene una bella preghiera che dovremmo ripetere spesso: ‘Anima di Cristo santificami, corpo di Cristo salvami, sangue di Cristo inebriami, acqua del costato di Cristo lavami, nelle Tue sante piaghe nascondimi, non permettere che mi separi da Te, nell’ora della mia morte chiamami e fa che io venga a te…’. Gesù Cristo ci salva con la totalità della Sua Persona a noi donata”.

A noi, Gruppi di Preghiera di san Pio da Pietrelcina, ha poi ripetuto quanto in tante occasioni, non solo nella festa annuale di san Pio: “è preziosa la vostra presenza, proprio perché i vostri Gruppi sono stati voluti dal santo come una presenza orante diffusa nel mondo intero”. Ed ha citato le parole del cardinale p. Raniero Cantalamessa: “Se tutto il mondo corre dietro a P. Pio come un

giorno correva dietro a Francesco d’Assisi è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire: l’amore”.

“Tutto ciò che P. Pio è stato – ha continuato il Vescovo – è dono di Cristo accolto da un discepolo totalmente consegnato al Maestro, plasmato dal suo Salvatore fino a ricevere sulle sue membra le stigmate del Signore, le Sue ferite d’Amore. Guardare a P. Pio, perciò, è guardare a Cristo che, ‘innalzato sulla croce, attira tutti a sé’, a Cristo ‘seme caduto nella terra per portare frutto’. La devozione e l’affetto a P. Pio ci portano a incontrare in profondità Gesù Cristo vivo e presente”.

P. Pio fece della propria vita un incessante atto di amore a Cristo, un sì incondizionato a favore di tutti!

“Iscrivendo l’umile frate cappuccino nell’Albo dei Santi, san Giovanni Paolo II diceva: ‘Quanto attuale è la spiritualità della croce vissuta dall’umile Cappuccino di Pietrelcina! Il nostro tempo ha bisogno di riscoprirne il valore per aprire il cuore alla speranza. In tutta la sua esistenza, P. Pio ha cercato una sempre maggior conformità al Crocifisso, avendo ben chiara coscienza di essere stato chiamato a collaborare in modo peculiare all’opera della redenzione. Senza questo costante riferimento alla Croce non si comprende la sua santità. Nel piano di Dio, infatti, la Croce costituisce il vero strumento di salvezza per l’intera umanità e la via esplicitamente proposta dal Signore a quanti vogliono mettersi alla sua sequela. ‘Per arrivare a raggiungere l’ultimo nostro fine – diceva infatti P. Pio – bisogna seguire il divin Capo, il quale non per altra via vuol condurre l’anima eletta se non per quella da lui battuta; per quella, dico, dell’abnegazione e della Croce’… La ragione ultima dell’efficacia apostolica di P. Pio, la radice profonda di tanta fecondità spirituale si trova in quella intima e costante unione con Dio di cui erano eloquenti testimonianze le lunghe ore trascorse in preghiera. Amava ripetere: ‘Sono un povero frate che prega’, convinto che ‘la preghiera è la miglior arma che abbiamo, la chiave che apre il Cuore di Dio’. Questa fondamentale caratteristica della sua spiritualità continua nei Gruppi di Preghiera da lui fondati, che offrono alla Chiesa e alla società il formidabile contributo di una orazione incessante e fiduciosa”.

caterina paradiso