Omelia nella S. Messa di Ordinazione diaconale dell’Accolito Antonio Parisi Ivrea, Cattedrale, 2 Luglio 2022

02-07-2022

Sia lodato Gesù Cristo!

Carissimi Fratelli e Sorelle e Confratelli Sacerdoti e Diaconi,

carissimo Antonio, ordinando Diacono,

la Parola di Dio che abbiamo ascoltato non l’abbiamo scelta noi tra Letture che potevano sembrarci adatte a questo momento. Abbiamo accolto ciò che il Signore dice alla Chiesa nella Liturgia del giorno, la Parola che nella S. Messa Egli indirizza oggi a tutto il Suo popolo. 

1. Così, abbiamo ascoltato la Promessa di salvezza fatta dal Signore (Am, 9,11-15) alla «capanna di Davide» diventata «cadente» in un tempo in cui il popolo e i suoi capi distoglievano lo sguardo dal Dio vivente per volgerlo a vari idoli: il culto del Dio vero, di conseguenza, si era corrotto e ridotto a pura esteriorità, e la vita della società, nell’infedeltà all’Alleanza, era avvelenata da ingiustizie e soprusi… Il Signore aveva mandato Elia e Eliseo a richiamare a conversione; poi, nel tentativo di fermare il Suo popolo nella folle corsa verso la rovina, mandò anche Amos (scelto non tra i profeti “di professione”, ma un mandriano e raccoglitore di sicomori) mentre già l’esilio si affacciava all’orizzonte. Otto dei nove capitoli di Amos minacciano il castigo, cioè l’opera che Dio stava per compiere al fine di salvare il suo popolo; ma le ultime parole del Signore – quelle che abbiamo ascoltato – sono una promessa di salvezza: «Così dice il Signore: In quel giorno rialzerò la capanna di Davide, che è cadente; ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine, la ricostruirò come ai tempi antichi… Muterò le sorti del mio popolo Israele”»… Dal doloroso esilio di 70 anni a Babilonia tornerà nella sua terra un piccolo resto da cui la storia riparte…

La Parola del Signore proclamata da Amos: «Cercatemi e vivrete» oggi è rivolta a noi, e con essa la parola del profeta: «Preparatevi a incontrare il vostro Dio». 

2. Dio fa la Sua parte, ma chiede la nostra! “Cercare” il Signore e “incontrare” il nostro Dio è la parola, carissimo Antonio, che il Signore pronuncia oggi per noi, e per te che stai per inginocchiarti a ricevere l’imposizione delle mani nell’Ordinazione diaconale, chiamato a servire il popolo di Dio soprattutto in questo: nel bisogno che ha – ed è grande! – di rinnovare l’incontro e il rapporto di una vera comunione. A questo sei mandato e la Chiesa ti dà preziose indicazioni.

«Investito di questo ministero per la misericordia che ti è stata usata» – come dice l’Apostolo – sei stato scelto e preso a servizio; noi diciamo sì a una proposta che viene da Dio e di cui Egli è, e sempre rimane, l’artefice e il protagonista. È la verità da cui il grande Von Balthasar fu come folgorato nel momento in cui progettava la sua donazione al Signore: «No, tu non servirai; tu sarai preso a servizio»! Non sarai tu, Antonio, a stabilire le modalità e le circostanze del tuo servire: la tua parte sta nel vivere la fedeltà a Dio che ti ha chiamato e che oggi ti assegna un compito dando alla tua vita un nuovo inizio, innestato sull’Inizio da cui tutto ha avuto origine!

La Chiesa con le incalzanti domande che fra poco risuoneranno ti indicherà elementi essenziali del cammino diaconale e poi di quello presbiterale: “Vuoi esercitare il ministero del diaconato con umiltà e carità? Vuoi custodire in una coscienza pura il mistero della fede, per annunziarla con le parole e le opere, secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa? Vuoi custodire e alimentare lo spirito di orazione? Vuoi conformare a Cristo tutta la tua vita? Prometti a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza?”.

Alla tua risposta – “Lo voglio; sì, con l’aiuto di Dio lo voglio” – la Chiesa, con il realismo e la concretezza dei gesti, ti chiederà di prostrarti a terra, mentre le Litanie faranno risuonare l’invocazione alla Vergine Santissima e a tanti Santi. Tu ricorderai tutta la tua storia e chiederai che la tua vita si spalanchi all’amore di Colui che ti ha scelto e chiamato ad essere di Cristo ancor più intimamente e fortemente di prima! Poiché è questo appartenere a Cristo, nel cuore e nelle opere, che ti renderà capace di diakonein, di servire la Chiesa del Signore!

Colpisce, nelle parole e nei gesti dell’Ordinazione, l’insistenza sulla umiltà: la consapevolezza di chi è Dio e di chi sono io; la necessità di accogliere lo sguardo di Dio e di una incessante purificazione interiore, attraverso la quale si cresce e si diventa ciò che Dio ci chiama ad essere, in un cammino di libertà dalle paure, dalle ansie, dall’abbattimento per gli insuccessi; una crescita nell’amare in modo oblativo, nel servire senza pretese, avendo a cuore il vero bene degli altri, contento dei talenti ricevuti, senza invidie ed avvilenti confronti, impegnandoti con serietà ma senza seriosità, nella consapevolezza che siamo “vasi di creta” che contengono però un tesoro prezioso da condividere nella missione che ci è stata affidata.

3. È di questa comunione che Gesù ci parla nel Vangelo (Mt 9,14-17) quando dice: non possono digiunare gli invitati a nozze finché lo sposo è con loro… Lo Sposo è qui, ora. Accogliere la Sua Presenza e vivere l’amicizia con Lui è il compito fondamentale della nostra vita. 

«Dio – dice san J. H. Newman – ti vede in tutta la tua individualità e ti chiama col tuo nome. Egli conosce tutto ciò che c’è in te, è presente nel giorno in cui gioisci come in quello in cui soffri; prende parte alle tue speranze e alle tue tentazioni, ti cinge e ti porta sulle sue braccia. Ascolta la tua voce come pure il battito del tuo cuore e il soffio del tuo respiro. Tu non ami te stesso più di quanto egli ti ama. Non sei soltanto una creatura di Dio: tu sei un uomo redento e santificato, un suo figlio, favorito della stessa gloria e benedizione che dal Padre eternamente si riversa sul Figlio unigenito».

Il dono che dallo Sposo riceviamo non è una pezza nuova da cucire su un vestito vecchio, né un vino nuovo messo in un contenitore vecchio. È una nuova creazione in cui sperimentiamo la gioia di Cristo insieme ai dolori del parto!

Coraggio, Antonio, e buon cammino alla luce di queste stupende realtà! La “capanna di Davide” ti attende, ma prima ancora ti attende il Signore che la vuole ricostruire!

Ti accompagna la Vergine Madre, partecipe come nessun altro del Mistero di Cristo!

Sia lodato Gesù Cristo!