Omelia della S. Messa nella Veglia Pasquale Ivrea, Cattedrale, 3 Aprile 2021

03-04-2021

Buona Pasqua, carissimi Fratelli e Sorelle. Sia lodato Gesù Cristo!

In questa Veglia, che è il cuore di tutto l’anno liturgico, la S. Chiesa ci coinvolge nelle sue preghiere e nei suoi canti più belli e in gesti che parlano, tutti quanti, di novità: la novità di cui non possiamo fare a meno se vogliamo uscire dalla vecchiezza che in tante forme attanaglia la vita.

All’inizio della Veglia è stato acceso un fuoco: con la sua luce rievoca il momento della creazione, quando tutte le cose dal nulla sono state tratte per un atto d’amore di Dio… E noi, di fronte a questa luce, siamo indotti a posare sulle cose uno sguardo rinnovato, ad accogliere il significato che esse portano in sé. La realtà ci è data e viene da un Altro! Non siamo noi, infatti, a doverglielo attribuire. Non siamo noi a decidere che cos’è l’uomo, la donna, il matrimonio, la salute, il lavoro, la fatica, le gioie dell’esistenza…

Poi da quel fuoco è stato acceso un nuovo cero e la Chiesa ha cantato esultante che la sua fiamma penetra le altezze dei cieli e raggiunge gli spazi infiniti. Rappresenta Gesù Cristo questo cero, il Salvatore la cui presenza continuamente riaccade nella nostra vita, e, se accolta, fa nuovo tutto ciò che viviamo.

Tra poco la Chiesa benedirà l’acqua dalla quale rinasceranno a vita nuova i nostri fratelli che riceveranno il Battesimo; e il loro rinascere, la novità che in essi accade, richiamerà a noi, già battezzati, che il Sacramento ricevuto è da vivere in modo nuovo ogni giorno…

La Novità che fuoco, luce, acqua annunciano e portano è Qualcuno che ci è venuto incontro, il Figlio unigenito del Padre che si è fatto uomo, ha condiviso la nostra vita, è morto sulla croce ed è risorto il terzo giorno, ha spezzato le catene della morte, ci ha liberati dal peccato e da ogni turbamento che paralizza la vita… “Il nostro Dio non è un Dio lontano” – diceva Papa Benedetto -: ha un cuore. Anzi ha un cuore di carne, si è fatto carne proprio per poter soffrire con noi ed essere con noi nelle nostre sofferenze. Si è fatto uomo per darci un cuore di carne e per risvegliare in noi l’amore”. 

Come coloro che l’hanno incontrato duemila anni fa e hanno sentito di doverGli consegnare tutta la loro vita, anche noi lo incontriamo oggi, nel tempo e nelle situazioni in cui ci è dato di vivere, e – come Gli disse allora un uomo concreto e pratico come Simon Pietro – anche noi gli diciamo: “Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”!

In questa Veglia che, attraverso le Letture, ci presenta le grandi tappe della storia della salvezza, noi sentiamo presenti, in modo speciale, gli uomini e le donne che lo incontrarono duemila anni fa: giovani e adulti, semplici e potenti, peccatori e giusti, che sperimentarono che quell’Uomo con la Sua amicizia ricostruiva la loro vita, rivelava il senso di tutto e dava pienezza all’esistenza di ciascuno! Poi l’hanno visto morire, appeso alla croce… Tutto sembrava finito… Anche le donne che il primo giorno dopo il sabato andarono al sepolcro, vi andarono per finire di imbalsamare il suo corpo. Ma iniziarono lì, davanti a quel sepolcro che trovarono aperto e vuoto, i fatti nuovi, impensabili, che dal quel momento avrebbero dato la svolta definitiva alla loro vita… Maria di Magdala, corse a dirlo agli apostoli… Pietro e Giovanni corsero al sepolcro, entrarono e videro che i teli erano là, distesi al loro posto, afflosciati su se stessi perché vuoti del corpo che prima contenevano: intatti, non manomessi; le bende ancora avvolgevano tutt’intorno la sindone… Tutto era al suo posto, intatto… Giovanni “vide e credette”: capì che cosa significava quella parola del Maestro: “dopo tre giorni risorgerò”.

Tornarono a casa; a Maddalena, rimasta a piangere davanti al sepolcro vuoto, Gesù si presentò, la chiamò per nome: Maria lo riconobbe; era Lui, era lì, davanti a lei!

Fratelli e Sorelle, noi siamo qui, questa sera, come vera continuazione di quella storia! Anche noi provati da tante situazioni difficili della vita, ma con una certezza: Colui che ci può colmare di Novità c’è; fra poco, il pane e il vino, frutto della terra e del nostro lavoro, diventeranno il Suo corpo e il Suo sangue: Lui vivo e fonte della autentica Novità!

Il mistero continua ad essere mistero, ma la voce della Chiesa che da duemila anni canta: “E’ risorto! E’ vivo! E’ qui!”, questa voce della Chiesa ci accompagna a toccare il mistero, ci fa ascoltare la voce di Lui che ci dice: “Vieni e seguimi. Io sono la via, la verità e la vita”: non avere paura! E se la vita si accanisce contro i desideri del tuo cuore, non abbatterti, io sconfitto la morte! Siamo qui per dirGli il nostro sì. Credenti in Lui, nella Sua presenza tra noi, nel Suo amore che ci avvolge; nel fatto che il Mistero ha un volto, il Suo, quello del Crocifisso-Risorto che ci apre un destino di gioia eterna!

Buona Pasqua! Sia lodato Gesù Cristo!