Buon Natale, carissimi Fratelli e Sorelle!
Gesù Cristo, “Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre” – canta la Liturgia nella notte santa proclamando la Calenda del 25 dicembre – “volendo santificare il mondo con la sua venuta, essendo stato concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo”.
È sceso per noi dalle altezze dei cieli e si è fatto realmente uomo. Ha vissuto la nostra vita e ne ha condiviso fatiche e dolore, gioie e speranze. Morto in croce, risorto da morte e salito al Cielo, è rimasto con noi, misteriosamente ma realmente presente, come ha promesso, e ci offre la possibilità di vivere ogni istante con Lui e in Lui.
La nostra vita, certo, continua a conoscere dei vuoti, ad essere attanagliata da vicende dolorose e da problemi che ci paiono talvolta insormontabili; ma abbiamo in Lui il senso di ogni cosa, la pace che il nostro cuore inquieto desidera e che gli angeli hanno annunciato a Betlemme.
Felici non si è, infatti, se le condizioni del vivere quotidiano sono quelle che noi desideriamo; lo siamo se accogliamo lo sguardo nuovo sulla vita che Gesù è venuto a portarci tirandoci fuori dal ripiegamento su noi stessi, dalle schiavitù in cui spesso ci pieghiamo.
“Gesù Cristo è qualcosa che mi accade” ha scritto qualcuno. Esattamente questo: una Vita che chiede di entrare nella nostra vita. È venuto – homo factus est – duemila anni fa. Viene lungo i secoli anche nella ‘carne’ della Chiesa, innanzitutto nell’Eucaristia con cui ci incorpora continuamente a Sé. Verrà nel ritorno glorioso, alla fine dei tempi, quando darà compimento definitivo al Regno che è già dinamicamente presente e qualifica, segna, scuote l’oggi che stiamo vivendo.
La vera tristezza dei nostri tempi, la vera aridità, è data dal non riconoscere la Sua presenza che sorregge la nostra esistenza anche nella drammaticità di tante situazioni.
Abbiamo bisogno di conversione. Ma questa non accade in risposta a richiami morali in vista di un agire più corretto. Passa e si compie attraverso il riconoscimento dell’iniziativa già in atto del Salvatore.
Buon Natale, Fratelli e Sorelle.
† Edoardo, vescovo