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Omelia di Sua Santità K.K. Bartolomeo Arcivescovo di Costantinopoli durante la liturgia eucaristica nella Cattedrale di Ivrea

Ἱερώτατε Μητροπολῖτα Ἰταλίας κ. Πολύκαρπε,

Vostra Eccellenza Mons. Edoardo Aldo Cerrato, Vescovo di Ivrea,

Eminenze, Eccellenze, Reverendissimi Padri,

Illustri Autorità,

Figli e Figlie amati nel Signore

Con profonda riconoscenza al Signore nostro Gesù Cristo, ci troviamo oggi con voi, per vivere in questa amata città di Ivrea, la solennità della festa di San Savino, vescovo e martire.

Provenendo dalla Santa e Grande Chiesa Martire di Cristo, dalla città di Costantinopoli, dal Patriarcato Ecumenico che nel corso della storia ha dato tanti santi, padri, vescovi, teologi, confessori e soprattutto martiri, comprendiamo profondamente il valore di questo momento di festa, perché un figlio della Chiesa Indivisa, San Savino, così amato da voi tutti, deve essere ricordato per avere dato il suo bene più grande, la vita, durante l’ultima grande e terribile persecuzione contro i cristiani, quella di Diocleziano. Vescovo della città di Spoleto, prima del martirio, tra la fine del Terzo e l’inizio del Quarto secolo, le sue reliquie vivificanti furono portate poco prima del Mille, a Ivrea per chiedere al Santo la intercessione nella liberazione della città dalla peste, divenendone così anche il suo Santo Patrono.

Viviamo questo momento, immersi nella preghiera, dentro la celebrazione della Divina Eucarestia, dove Dio si offre ed è offerto per la sua creatura, l’essere umano. Viviamo la sua presenza così reale e così divinizzante, perché il Cristo era, è e sarà per sempre e come dice la liturgia bizantina: “Si spezza e si spartisce l’Agnello di Dio, colui che è spezzato e non diviso, sempre mangiato e mai consumato, ma che santifica quelli che ne partecipano”.

Nella forza dell’Eucarestia trova la sua dimensione il martirio e la testimonianza dei Santi.

Nel XIV secolo, il noto liturgista bizantino Nicola Cabasilas, nella sua somma opera “H EN ΧΡΙΣΤΩ ΖΩΗ – LA VITA IN CRISTO” afferma che “Nulla più dei martiri è prossimo ai misteri di Cristo: essi hanno in comune con Cristo il corpo e lo Spirito, il tipo di morte e tutto. Mentre erano in vita il Cristo era in loro, dopo la morte non abbandona le loro spoglie. È unito alle anime, ma è congiunto e commisto anche a questa polvere sorda; anzi, se è dato di trovare e di possedere il Salvatore in qualcuna delle realtà visibili, ciò è possibile proprio nelle ossa dei santi” (cap. II).

L’autore si richiama alla tradizione della Chiesa indivisa che risale a san Cirillo di Gerusalemme in cui “anche quando l’anima non è più presente, c’è una forza nei corpi dei santi” (Catechesi XVIII,16), a Serapione: “ i corpi dei santi… non sono privi…di energia né di forza divina” (Adversus Manichaeos, PG 40) e a San Giovanni Damasceno: “i santi erano pieni di Spirito Santo in vita e la grazia dello Spirito Santo è inseparabilmente presente alle loro anime e ai loro corpi nei sepolcri” (De imaginibus, PG 94). Lo stesso Arcivescovo di Tessalonica San Gregorio Palamas, contemporaneo del Cabasilas, dichiara: “glorifica le sante tombe dei santi, e se ci sono, i resti delle loro ossa: la Grazia di Dio, infatti, non si è separata da esse” (Decalogo, PG150), “la grazia santificante non si è allontanata dalle sacrosante ossa dei santi, come nei tre giorni della morte, la divinità non si divise dal corpo del Signore” (Confessio fidei, PG 151).

La reliquia, visibilmente oggetto di morte, rappresenta al vivo, per il suo valore taumaturgico, un segno dell’avvenuto superamento della barriera tra la vita e la morte, divenendo “follia per i pagani e scandalo per i giudei” (1 Cor. 1,23).

I Padri Cappadoci, enfatizzando la venerazione per le reliquie materiali, pongono le basi per una nuova concezione del sacro, riconoscendo nel corpo, al di là delle apparenze, ormai redento dalla morte, come componente essenziale dell’uomo, partecipe anch’essa della natura divina. San Basilio

di Cesarea, il Grande, commentando il Salmo 115 afferma: “Allorché la morte avveniva sotto la legge giudaica, i cadaveri erano dichiarati abominevoli; ora invece, che c’è la morte per Cristo, preziose sono le reliquie dei santi… Ecco perché è preziosa dinanzi al Signore, la morte dei suoi Santi” (M. Girardi, Basilio di Cesarea e il culto dei martiri nel IV sec.).

Proprio questa percezione delle reliquie dei santi come una loro “presenza nell’assenza” sta alla base della possibile frammentazione dei loro resti mortali: questo implica che la parte abbia il medesimo valore del tutto. Nell’ordine della grazia vale infatti il principio che la frammentazione non diminuisce, ma moltiplica, dottrina che la Chiesa enuncia solennemente – su un piano teologico più elevato – nella preghiera che accompagna la frazione del Pane consacrato, come abbiamo già accennato: “spezzato ma non diviso, mangiato e mai consumato”. E in questo vediamo la forza dei martiri, fondata sulla Divina Eucarestia.

I Santi, sono i “corridori del cielo”, sono coloro che ci aiutano ad avere “confidenza” con Dio e le cui preghiere, unitamente alla intercessione di Colei che è Tuttasanta, la Madre di Dio, tutto possono davanti a Dio.

In un mondo che ha orrore della morte, come la fine di tutto, che a qualsiasi costo tenta di esorcizzare questo momento della vita, un mondo che ha smarrito il cammino della preghiera, la fiducia e l’affidarsi alla intercessione dei Santi, è particolarmente importante per le nostre Chiese di trovare forza nell’esempio dei Santi e dei martiri, per avere la capacità di una nuova testimonianza, annunciando che la morte non è la fine, ma l’inizio della vita e che la preghiera deve essere sempre la sola e la più grande arma del Cristiano.

Con questi brevi pensieri, amati figli nel Signore, vogliamo ancora una volta rallegrarci per essere oggi con voi a festeggiare il Santo martire Savino, invocando su questa Santa Chiesa di Dio, sul suo Pastore, sui sacerdoti e religiosi, sulle Autorità Civili e su tutto il pio popolo di questa città e di questa

terra, abbondanti benedizioni dal Signore, affinché trionfi sempre la pace e la giustizia e la fede di Cristo sia sempre il collante per ogni opera e azione per il bene di tutti.

Il Signore, per la intercessione di San Savino e di tutti i Santi, Vi benedica e vi chiami a diventare Santi. Amen.

Omelia nella S. Messa Pontificale. Festa di San Savino

Santità, Eminenza, Eccellenze, carissimi Fratelli e Sorelle,

Sia lodato Gesù Cristo!

  1. Questo saluto – che riprende l’acclamazione “Lode a te, o Cristo”, risuonata in risposta al Signore Gesù che ci ha parlato nel S. Vangelo (Mt. 10, 34-39) – mette in luce chi c’è al centro della nostra festa: c’è il Signore Gesù presente e vivo, centro del cosmo e della storia, Salvatore degli uomini e di tutto l’uomo! A Lui noi rivolgiamo il nostro primo pensiero e, con la Liturgia della S. Chiesa, Gli diciamo: “Signore, Tu chiami il tuo popolo a celebrare nella gioia il ricordo del santo martire Savino; rendici testimoni fedeli del tuo regno, per essere partecipi della tua vita immortale” (Orazione colletta). Consapevoli del dono che abbiamo ricevuto nel S. Battesimo, nella S. Eucaristia e in tutti i Sacramenti della salvezza, noi Gli diciamo con sant’Agostino: “Allontanarsi da te è cadere, tornare a te è risorgere, restare in Te è esistere” (Soliloq. I, 3)!

C’è Gesù Cristo, carissimi, al centro della nostra festa, come c’è Lui al centro di tutta la vita di san Savino! È la grande verità della fede cristiana che oggi risuona nella S. Liturgia: “Nella gloriosa testimonianza dei tuoi santi tu confermi la fede della Chiesa… In essi, o Signore, noi celebriamo il compimento della Pasqua e proclamiamo la verità della parola annunziata da Cristo, dalla cui morte scaturisce la vita, dalla cui passione la gioia, dalla cui umiliazione la vittoria” (Prefazio della S. Messa).

  1. Essere in comunione con Cristo prendendo la sua croce e seguendolo noi troviamo la vita.

Il nostro Santo questo ha vissuto nel suo tempo, tra la fine del III e l’inizio del IV secolo, quando nell’Impero Romano ancora infuriavano le persecuzioni contro i discepoli di Cristo, come peraltro accade oggi in tante parti del mondo… Insieme a san Savino li vogliamo ricordare oggi questi forti testimoni di Cristo, appartenenti a tutte le confessioni cristiane, nella consapevolezza che, oggi come ieri, “il sangue dei martiri è il seme dei cristiani” e che c’è un prezioso ecumenismo del sangue versato per Cristo, un ecumenismo della santità e della carità fraterna.

Habet mundus iste noctes suas et non parvas: questo mondo ha le sue notti e non piccole” scriveva san Bernardo di Chiaravalle. Lo constatiamo, ma sant’Agostino lucidamente aveva scritto: “Nos sumus tempora. Quales nos sumus talia sunt tempora: i tempi siamo noi; quali noi siamo tali sono i tempi”. E del suo mondo, dell’Impero in profonda crisi culturale, politica e sociale affermava “questo non è un vecchio mondo che muore, è un mondo nuovo che nasce” … L’esito è amaro solo se l’uomo è “fugitivus cordis sui”: se fugge dal suo cuore, se abbandona la luce, se rinnega i grandi valori che illuminano la vita.

Savino, vescovo e martire, è qui ad annunciare che l’uomo di oggi è quello di sempre; che il suo cuore è costituito da un desiderio di pienezza che non viene soddisfatto se non da ciò che è infinito, eterno… San Savino è qui a ricordarci che Gesù Cristo, presente “ieri oggi e sempre” è la fonte viva della nostra vita!

Santità, amato Patriarca Ecumenico, carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

Saluto a Sua Santità Bartolomeo I in Cattedrale

Santità, Arcivescovo di Costantinopoli, Patriarca Ecumenico: “Eὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος ἐν ὀνόματι κυρίου: Benedetto colui che viene nel nome del Signore”!

Con immensa gioia accogliamo la Santità Vostra in questa antica Cattedrale della SS. Madre di Dio, la TuttaSanta a cui rivolgiamo il nostro filiale saluto. Sorge questa Cattedrale su quella paleocristiana e custodisce da più di mille anni le Reliquie del Santo Vescovo e Martire Savino, qui portate da Spoleto, il quale, agli inizi del IV secolo, versò il suo sangue per la fede nel Signore Gesù Cristo.

Vi ingraziamo, Santità, per il grande onore reso dalla Vostra presenza alla Chiesa che è in Ivrea: è la Chiesa paternamente salutata da sant’Eusebio di Vercelli nella lettera che questo antico Padre inviò alle Comunità cristiane del Piemonte dall’esilio in Oriente a cui fu condannato per la sua fedeltà alla dottrina nicena; è la Chiesa che ha avuto come suo primo Vescovo sant’Eulogio, il cui nome lascia intendere anche la sua probabile provenienza; la Chiesa, inoltre, che ha avuto tra i suoi primi Santi san Gaudenzio, che divenne primo Vescovo di Novara. Di questo Santo della Chiesa indivisa offro a Vostra Santità una preziosa sacra Reliquia. Ho l’onore di trasmettere a Vostra Santità il deferente omaggio della Sede Apostolica di Roma nella persona dell’Em.mo Card. Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani. Ricordando con immensa gratitudine la amabile accoglienza che Vostra Santità mi riservò durante la mia visita a Costantinopoli, presento alla Santità Vostra, insieme al mio omaggio, quello di tutta la diocesi di Ivrea, del Clero e dei fedeli; come pure dei Sacerdoti e dei fedeli ortodossi qui residenti, ai quali siamo legati da fraterno affetto e da grande stima. Nel salutare Vostra Santità mi faccio voce anche di tutta la Città e delle Autorità civili e militari, in particolare del Sig. Sindaco di Ivrea. Insieme a Voi, Santità, saluto con fraterna deferenza tutta la Delegazione patriarcale che Vi accompagna, in particolare Sua Eminenza Polikarpos, Metropolita della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia.La gradita Visita di Vostra Santità, che rimarrà negli annali della nostra Diocesi, rinnova la gioia delle Visite compiute dai Romani Pontefici Sua Santità Giovanni Paolo II e Sua Santità Benedetto XVI i quali Vi hanno amato e onorato come venerato Fratello.Eυχαριστούμεν, Παναγιώτατε: Vi ringraziamo, Santità, e chiediamo al Signore di ricompensarVi per il dono che ci fate con la Vostra paterna presenza; grazie per aver voluto unire la Vostra preghiera alla nostra nella festa del Santo Vescovo e Martire Savino!Vostra Santità ci benedica!

Saluto a Sua Santità Bartolomeo I in S. Ulderico

Παναγιώτατε, Santità, amato Arcivescovo di Costantinopoli Nuova Roma e Patriarca Ecumenico:  “Eὐλογημένος ὁ ἐρχόμενος ἐν ὀνόματι κυρίου: Benedetto colui che viene nel nome del Signore”!

Con questa acclamazione la Chiesa che è in Ivrea ha l’onore e la gioia di porgerVi il suo primo saluto e ringrazia la Santità Vostra per la Sua paterna presenza in questo semplice momento di preghiera che, nell’ascolto della Passio Sancti Savini, apre le celebrazioni annuali in onore del S. Vescovo e Martire della Chiesa indivisa. Sabato mattina avremo la gioia di salutarVi ufficialmente nella solenne S. Liturgia a cui ci farete il dono di assistere, in Cattedrale, ma fin d’ora, Santità, Vi ringraziamo con amore filiale.

Le Sante Reliquie del Martire Savino – trasportate oggi in questo tempio da dove, sabato, faranno solenne ritorno in Cattedrale per le vie della Città – cantano l’amore per Cristo e per la Chiesa che ha condotto questo testimone a dare la vita per non rinnegare quanto egli aveva di più caro.

Al termine di questa preghiera la Santità Vostra ci rivolgerà il Suo discorso. Fin d’ora anche di questo La ringraziamo: ευχαριστούμεν, Παναγιώτατε. Vi ringraziamo, Santità!

GMG 2023: le tappe del cammino verso la GMG dei nostri 101 ragazzi

Diario dell’avanguardia

I 38 “pionieri” avevano lasciato Romano Canavese nel tardo pomeriggio di lunedì 24 luglio diretti a Lourdes dove avevano fatto tappa, incontrandosi con altri 13mila giovani, dalla Corea, Giappone, Stati Uniti e altri Paesi, che stavano seguendo lo stesso itinerario verso Lisbona. Vi avevamo raccontato dei loro primi giorni di vita, di esperienza, di incontri, preghiera e condivisione a Lousa.

I giovani eporediesi hanno poi visitato il Monastero Agostiniano di Santa Croce dove sono conservate le reliquie dei primi cinque martiri francescani, la Cattedrale Antica e quella Nuova, la prestigiosa Università, il Monastero delle Carmelitane di Santa Teresa dove fino al 2006 ha vissuto l’ultima veggente di Fatima, Suor Lucia. In quel Monastero è conservato tutto dell’esperienza mistica di Suor Lucia; le sue lettere, i vestiti, la cella, gli abiti. La visita di Coimbra ha toccato un altro Monastero, quello di Sant’Antonio al Monte degli Ulivi. In tutti questi luoghi i giovani hanno incontrato persone che con la loro esperienza pastorale, di pre- ghiera, di consacrazione hanno impresso un ulteriore slancio verso la GMG ma li hanno anche sprona- ti ad un impegno costante nella Chiesa. “La Chiesa ha bisogno dei giovani” ha ripetuto in diverse lingue il Vescovo di Coimbra durante l’omelia della Concelebrazione Eucaristica alla quale hanno preso parte oltre 40 vescovi e tantissimi sacerdoti. Nella serata il concerto animato da gruppi francesi, americani e locali tra i quali anche il gio- vane compositore dell’inno della GMG 2023.

La riunione col 2° gruppo

Il secondo gruppo di giovani eporediesi della pastorale diocesana, intanto, era partito all’alba di venerdì 28 luglio da Romano Canavese, guidato dal padre oratoriano Samuele Menini, ed era arrivato a Lourdes dove ha partecipato alle Celebrazioni tradizionali che si tengono nel Santuario Mariano dei Pirenei francesi, più o meno sullo stesso pro- gramma che già aveva seguito il primo gruppo. Ricordiamo che Lourdes e Fatima sono due tappe sul cammino verso Lisbona suggerite e pianificate per una intensa preparazione spirituale all’evento mondiale che avrà il suo clou nella giornata di domenica prossima 6 agosto.

Tutti insieme a Fatima

Lunedì 31 luglio i due gruppi della nostra diocesi, uno partito da Lousa (dopo il saluto alla comunità, al parroco, alle famiglie di accoglienza), e l’altro da Lourdes si sono ritro- vati sulla spianata dell’altro Santuario mariano, quello di Fatima. Alle 11 hanno assistito alla Messa “internazionale” con altri 20mila gio- vani da tutto il mondo. Ha presieduto il Vescovo di quella diocesi, monsignor José di Leiria-Fatima con moltissimi sacerdoti che stanno accompagnando i giovani alla GMG.

Nell’omelia, tradotta anche in italiano, “ci ha chiesto di prendere esempio da Maria nel seguire il Signore – ci hanno raccontato i gio- vani della nostra diocesi – monsignor Josè ci ha invitati a diventare pellegrini, missionari, come Maria, e motivandoci a essere testimoni di gioia nella vita di tutti i giorni”. Dopo la celebrazione la rituale foto di gruppo, dove finalmente tutti i 101 della dio- cesi di Ivrea appaiono riuniti.

Nel pomeriggio di lunedì una visita alla Basilica antica, dove sono sepolti Francesco, Lucia e Giacinta, i tre pastorelli di Fatima, poi la Basilica nuova e di nuovo in viaggio verso la meta finale, Lisbona. I nostri ragazzi sono ospiti della parrocchia di Carnaxide, a 11 km dalla capitale.

Arrivo a Lisbona

Martedì 1° agosto, dopo una mattinata dedicata a fede, arte e cultura con la visita ad alcuni luoghi simbolici della capitale lusitana, nel pomeriggio il cardinale Manuel Clemente, patriarca di Lisbona, ha presieduto la Messa nel Parco Eduardo VII che apriva ufficialmente la GMG 2023. “Per molti è stato un viaggio difficile a causa della distanza, dei collegamenti e dei costi. Avete dovuto trovare le risorse, organizzando diverse attività e contando su gesti di solidarietà che, grazie a Dio, non sono mancati – ha detto il cardinale -. Partendo da lontano o da vicino, vi siete messi in cammino. Ed è così che dobbiamo affrontare la vita stessa: come un cammino da percorrere, facendo di ogni giorno una nuova tappa”. Tappe in cui si trovano persone nuove e conosciute; il gruppo eporediese incontrerà il cardinale Arrigo Miglio, canavesano, già vescovo di Iglesias, di Ivrea e Cagliari, che anche questa volta non ha perso l’occasione di partecipare alla GMG in mezzo a centinaia di migliaia di giovani e confratelli preti e vescovi di nazionalità e idiomi tanto diversi. Per il cardinale celebrante, “non è neanche sempre necessario capire le parole, come sta accadendo ora, tra così tante lingue qui riunite” quando “sono gli occhi a parlare e vi sentite sicuri e fiduciosi, nell’atmosfera cristiana che insieme create e nei semplici gesti con cui comunicate”.

Messe, catechesi e Rise Up

Mercoledì 2 agosto un buon numero di ragazzi della Pastorale giovanile di Ivrea ha preso parte agli incontri “Rise Up” che dureranno fino a domani, venerdì. Si tratta di un “nuovo modello di catechesi” della Gmg che “invita i giovani a riflettere sui grandi temi affrontati durante il pontificato di Papa Francesco: l’ecologia integrale, l’amicizia sociale e la fratellanza universale, la misericordia”. Si tengono in circa 270 siti diversi vicini ai luoghi di accoglienza dei giovani e in più di 30 lingue diverse.

I temi mariani delle tre giornate si ricollegano al tema generale della Gmg – “Maria si alzò e andò in fretta” – e propongono ai giovani una missione: “Oggi è il tempo per sogna- re e impegnarsi per un mondo nuovo, come fece la giovane Maria. Ma come possiamo imitare Maria al giorno d’oggi? Gli ‘imitatori di Maria’ – che ascolta la Parola di Dio, si alza e si mette in cammino – non rimango- no ‘sul divano’ né guardano le cose dal balcone o dalla finestra”.

I nostri giovani hanno poi partecipato – insieme ad altri 2mila300 giovani tra cui quelli di Torino, Asti, Alessandria, Biella, Mondovì, Pinerolo, Vercelli e Aosta (accompagnati da circa 50 sacerdoti della regio- ne ecclesiastica piemontese) – alla catechesi proposta dal vescovo di Alessandria monsignor Guido Gallese, il quale ha incentrato la sua riflessione sull’ecologia integrale, tema della prima giornata ufficiale di Lisbona, non come problema tecnico o ingegneristico poiché il Papa nella sua Laudato Si ci offre delle linee di “spiritualità ecologica”. L’invito dun- que ad avere cura della persona, di noi stessi. E un secondo invito, quello di saper vivere il territorio, da vivere, da guardare, nel tempo con la dovuta pazienza: perché la conversione ecolo- gica richiede del tempo perché per arrivarci bisogna passare attraverso la conversione del cuore. “E al rientro da queste giornate – ha sollecitato il Vescovo di Alessandria – bisognerà essere una comunità viva, attiva, che parla attraverso l’incontro col Signore e tra noi: nella creazione Dio ci chiede di incontrarlo”. Quindi la Messa presieduta dall’Arcivescovo di Torino monsignor Roberto Repole (che pro- porrà la sua catechesi quest’oggi) e in serata l’esplosione di gioia della “festa degli italiani” che si è tenuta al Passeio Maritimo de Algés.

L’atteso incontro con Francesco

Papa Francesco è da ieri in Portogallo, dove i suoi incontri scandiranno le giornate di vigilia prima della grande celebrazione di domenica 6 agosto. Al suo arrivo è seguita una serie di cerimonie di benvenuto e di scambio di saluti, l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico, poi con il Primo Ministro nella nunziatura apostolica, e la recita dei Vespri con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate, i seminari- sti e gli operatori pastorali.

Oggi, giovedì 3 agosto, alle 9, ci sarà l’incontro con i giovani univer- sitari presso la “Universidade Católica Portugesa”, dove il Papa pronuncerà un discorso. Poi il tra- sferimento a Cascais, per il saluto – alle 10.40 – con i giovani di Scholas Occurerentes, nella loro sede loca- le. Alle 17.45 la Cerimonia di acco- glienza nel “Parque Eduardo VII”, con un discorso del Papa.

La giornata di venerdì 4 agosto comincerà, a Lisbona, alle 9, con la confessione di alcuni giovani della Gmg a “Praça do Império”. Alle 9.45, nel “Centro Paroquial de Serafina”, l’incontro coi rappresen- tanti di alcuni centri di assistenza e di carità, a cui Francesco rivolgerà un discorso, per poi, alle 12, pran- zare con i giovani nella nunziatura apostolica. Alle 18, nel “Parque Eduardo VII”, si svolgerà la Via Crucis con i giovani, con un discorso del Santo Padre.

Sabato 5 agosto, alle 8 la partenza in elicottero alla volta di Fatima, per un volo di 50 minuti a cui farà seguito la preghiera del Rosario con i giovani ammalati presso la Cappella delle Apparizioni del Santuario di Nostra Signora di Fatima, luogo del discorso del Santo Padre e della preghiera.

Nel pomeriggio, alle 18, con l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù presso il “Colégio de S. João de Brito”. La giornata pubblica del Papa si conclu- derà alle 20.45, nel “Parque Tejo” a Lisbona, con la Veglia con i giovani a cui indirizzerà un discorso.

Domenica 6 agosto, alle 9, la Messa per la Gmg nel “Parque Tejo”, seguita dall’Angelus. Alle 16.30 l’incontro con i volontari della Gmg presso il “Passeio marítimo” di Algés, con un discorso del Santo Padre. Alle 17.50 la Cerimonia di congedo presso la Base Aerea di Figo Maduro a Lisbona e il rientro in Italia previsto a Fiumicino verso le 22,15.

Fonte: Il Risveglio Popolare 3 agosto 2023


“Buona scuola!” Messaggio per l’inizio del nuovo anno scolastico

Come si dice – e non per un semplice atto di cortesia – “buongiorno”, “buonasera”, “buone vacanze”, “buon lavoro” e buon… tante altre cose, dico “Buona scuola!” a docenti e studenti sulla soglia del nuovo anno scolastico.

Ogni anno ho voluto sottolineare qualche aspetto fondamentale del “fare scuola”, del “vivere la scuola”. Quest’anno, mentre ancora l’epidemia continua e il clima di paura, di ansia e di sfiducia non è scomparso nemmeno nella migliorata situazione sanitaria, vorrei dire, a tutti coloro che nella scuola sono chiamati ad operare, quello che diceva madre Teresa di Calcutta: «Finché gridiamo: è buio! non si accende la luce. Accendila tu!».

Chi sia questo “tu” è facile immaginare. Quando un giornalista chiese a madre Teresa “quale è il problema più grande nel mondo”, lei, Nobel per la pace (1979) per l’impegno verso i più poveri e il rispetto del valore e la dignità di ogni singola persona, rispose: “you and me: tu e io”!

Occorre partire da chi io sono, da come sono, da che cosa intendo fare, da che cosa realmente faccio, da come vivo non un aspetto della vita, ma la vita in tutta la sua ampiezza…

Ho ripensato a questo “you and me” leggendo il Messaggio indirizzato da Papa Francesco, in agosto, ai partecipanti al Meeting di Rimini che ha avuto come tema l’affermazione di Søren Kierkegaard: “Il coraggio di dire io”. “È un titolo quanto mai significativo nel momento in cui si tratta di ripartire con il piede giusto, per non sprecare l’occasione data dalla crisi della pandemia. “Ripartenza” è la parola d’ordine. Ma la ripartenza non si realizza automaticamente. Il coraggio di rischiare è innanzitutto un atto della libertà. La società ha necessità vitale di persone che siano presenze responsabili: persone: non un “io” concentrato sui propri bisogni e i propri diritti soggettivi, ma un “io” aperto agli altri, proteso a formare il “noi” della fraternità e dell’amicizia sociale. C’è bisogno innanzitutto di qualcuno che abbia il coraggio di dire “io” con responsabilità e non con egoismo, comunicando con la sua stessa vita che si può cominciare.

Da dove può venire il coraggio?” si chiede Papa Francesco. Ai credenti in Gesù Cristo risponde: “la ragione profonda del coraggio è Cristo. La gioia del Vangelo infonde l’audacia di percorrere nuove strade”.

“Ripresa” è parola ricorrente in vari ambiti della società. Ma la “ripresa” non può essere una ripartenza da “dove eravamo rimasti”: occorrono – sono indispensabili – dei profondi cambiamenti. Chi deve cominciare? È qui che si colloca il “coraggio di dire io”.

Buona scuola!

† Edoardo, vescovo

Primi passi del cammino sinodale

Nella mattinata di giovedì 24 giugno si è tenuta – convocata da Monsignor Vescovo – la prima riunione dei Vicari Generale ed Episcopali e dei Vicari Foranei per dare avvio ad un primo confronto su quanto richiesto alle Diocesi dal Sinodo dei Vescovi con sua “Nota” ricevuta e trasmessa il 23 maggio u.s.

In attesa di ricevere dalla Sede Apostolica l’annunciato “Documento preparatorio, accompagnato da un Questionario e da un Vademecum con proposte per realizzare la consultazione in ciascuna diocesi”, i presenti si sono espressi sulla linea proposta da Monsignor Vescovo e già pubblicata sul “Risveglio popolare” del 24 giugno (a cui si rimanda): “ascolto reale del Popolo di Dio… partecipazione di tutti al processo sinodale… ascolto della totalità dei battezzati”.

Nel prossimo incontro, fissato per il 15 luglio, i partecipanti preciseranno quanto, nel frattempo, hanno ulteriormente pensato circa le modalità pratiche della consultazione. È stata evidenziata nel primo incontro l’importanza della consultazione e si è sottolineato, fra l’altro, che essa fornirà l’occasione di una ripresa di incontri e di attività rallentate – e in alcuni casi addirittura sospese – a causa della situazione epidemica.

In ottemperanza a quanto stabilito dalla Sede Apostolica – Ogni vescovo nominerà – prima di ottobre 2021 – un responsabile (eventualmente un’equipe) diocesano della consultazione sinodale, che possa fungere da punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza Episcopale e che accompagni la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi” – Monsignor Vescovo raccoglierà, nella riunione del 15 luglio, i pareri dei Vicari. Dell’equipe, come è stato nella riunione del 24 giugno, fungerà da segretario il padre Davide Damiano.


Al Clero e ai Laici della Diocesi di Ivrea

Comunicato del Vescovo Edoardo - 8 marzo

Nel rendere pubblico il Comunicato della Conferenza Episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta con le decisioni che domani 9 marzo entrano in vigore a causa della situazione attuale, ancora una volta, la terza in queste due ultime settimane, chiedo ai Sacerdoti di non omettere le celebrazioni delle S. Messe, anche se si tratta di celebrarle senza il concorso di popolo.

Invito i fedeli – che sono perciò dispensati dal precetto festivo – a unirsi spiritualmente alla celebrazione della S. Messa nei giorni feriali e in quelli festivi e ad intensificare la preghiera per chiedere al Signore protezione e la grazia della cessazione dell’epidemia.

Invito tutti a chiedere a Dio, per l’intercessione potente della Vergine Santissima e dei nostri Santi Patroni, la grazia di un profondo risveglio della fede e, con essa, della speranza e della carità. Che questo tempo di prova ci trovi aperti ad un cammino di vera conversione: al cambiamento del modo di pensare (cfr. Mc, 1,15) che è la sorgente di un diverso modo di vivere.

A tutti ricordo la Parola del Signore: “Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,1-2).

La Diocesi

– ha bisogno di unità: unità tra i sacerdoti, unità tra i fedeli laici, unità nelle legittime sensibilità diverse, unità che è il grande desiderio del Cuore di Cristo, e la Sua preghiera al Padre: “che siano uno, affinché il mondo creda”.

– Ha bisogno di slancio missionario per la “Nuova Evangelizzazione”: i lontani debbono non solo sentire l’annuncio, ma poter vedere in noi che l’adesione a Cristo trasforma la vita e la rende più bella, la arricchisce di umanità, la realizza davvero!

– Ha bisogno di rispondere al grande appello, che ci viene dalla Chiesa, ad essere “Casa di preghiera”, luogo fraterno in cui si incontra il Signore nell’autenticità della Sua Parola e della Sua dottrina, nella vita sacramentale; luogo di accoglienza per chi cerca la pace nel turbinio dell’esistenza quotidiana, per chi cerca la consolazione che viene da Dio…

Preghiamo!

Regina e Madre nostra, noi ci affidiamo al Tuo Cuore Immacolato!

Facci comprendere, o Madre, che solo la santità ci rende interessanti al mondo, e che ogni altra impresa, senza di essa, non lascia traccia. Strappa da noi le illusioni vane! Illumina le menti con la luce della Verità, riscalda i cuori con la fiamma della Pentecoste.

Conferma i sacerdoti nell’impegno di configurarsi a Cristo Pastore. Sostieni le nostre comunità, le famiglie, i singoli nella fedeltà al Vangelo. Favorisci e proteggi il sorgere delle vocazioni sacerdotali e religiose, la vita laicale vissuta come autentica vocazione ad animare cristianamente le realtà terrestri.

Aiuta il tuo popolo ad uscire da un clima di secolarizzazione che ottunde le menti e rattrista la vita. Donaci il gusto dell’adorazione a Dio, dell’umiltà evangelica, dei princìpi a cui non si può rinunciare senza che vada perduto il senso stesso della vita!

Ancora e sempre, noi ci affidiamo a Te, nostra Madre!

† Edoardo, vescovo