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Saluto del Sindaco di Ivrea a S.E.R. Mons. Daniele Salera per il suo ingresso in Diocesi

BENVENUTO AL NUOVO VESCOVO DELLA DIOCESI DI IVREA

SUA ECCELLENZA REVERENDISSIMA MONS. DANIELE SALERA

Eccellenza Mons. Daniele Salera,

è con profonda gioia che La accogliamo nella nostra Comunità!

A nome della Città di Ivrea, della quale ho l’onore di essere Sindaco, insieme a tutti i comuni della Sua Diocesi, Le porgo un caloroso benvenuto.

Desidero salutare Mons. Edoardo Cerrato, la cui dedizione ed esempio rimarranno nel cuore di questa Diocesi. È stato un autentico Pastore, un caro Padre e Amico per tutti noi e continueremo a seguirlo con affetto.

Un saluto particolare va a Sua Eminenza il Signor Cardinale Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, che oggi ci onora della Sua presenza in quanto Metropolita della Provincia Ecclesiastica. Saluto e ringrazio anche i Cardinali e i Vescovi presenti, i sacerdoti e i fedeli della Diocesi di Roma, in particolare quelli di Roma Nord, dove Lei ha svolto il prezioso servito di Vescovo ausiliare.

Rivolgo un saluto particolare a Sua Eminenza il Signor Cardinale Baldassare Rèina, Vicario Generale del Santo Padre per la Diocesi di Roma. La Sua presenza oggi rafforza i legami di comunione tra la nostra Comunità e il Pontefice. Chiediamo a Sua Eminenza di portare a Sua Santità il nostro affettuoso saluto, la nostra ammirazione per la sua attenzione a immaginare e costruire la pace per i popoli e il nostro ringraziamento per averci inviato il nostro Vescovo Daniele che, siamo certi, sarà un padre, un fratello e un amico per questa nostra terra canavesana, dove il dialogo è spesso essenziale e asciutto ma sempre diretto e sincero.

Siamo qui, in questa piazza, uniti ai Cittadini, agli Amministratori pubblici e ai rappresentanti delle istituzioni, per iniziare con Lei, Monsignore, un percorso che ci auguriamo sia lungo e ricco di frutti, sia collettivi che personali.

Oggi segna il Suo primo incontro con Ivrea e il Canavese. Per questo motivo, La invitiamo a soffermarsi innanzitutto sulla bellezza del territorio che La circonda e che riflette la ricchezza umana che lo abita. Dal camminamento del Castello “dalle rosse torri”, potrà apprezzare, con un colpo d’occhio tutto questo nell’abbraccio dell’Anfiteatro Morenico.

Un po’ anomalo ma per questo curioso sarà il Suo impatto con Ivrea in quanto coincidente con lo Storico Carnevale; un’occasione speciale per conoscere la nostra Città nella sua espressione più spontanea, vivace, colorata e …battagliera!

Il nostro territorio sta vivendo un momento significativo, che ci impone di progettare un futuro nuovo. Desideriamo costruire un domani ricco di sogni, un ambiente lavorativo creativo e una cultura che ispiri le nuove generazioni.

Nella nostra comunità i valori di solidarietà, pace e convivenza civile sono ben radicati e, in parte frutto dell’eredità di imprenditori illuminati come gli Olivetti, con lei, Monsignore, desideriamo mettere a frutto questi valori, abbiamo bisogno di farli diventare una realtà per tutti.

Siamo consapevoli che gli anni a venire saranno impegnativi e ricchi di sfide ma pensiamo sia fondamentale affrontare il cambiamento con determinazione anziché con timore, investendo nelle nostre peculiarità e nella nostra Comunità per garantire diritti essenziali come la casa, la sicurezza e il lavoro e per questo avremo bisogno del suo aiuto per edificare un contesto inclusivo, in grado di garantire diritti diffusi.

In questo cammino, confidiamo nella partecipazione attiva della Chiesa, che svolge un ruolo fondamentale nel favorire il dialogo e il confronto e che, siamo certi, ci aiuterà a promuovere una cultura della responsabilità e del bene comune.

La Chiesa sa costruire ponti tra le varie religioni e noi desideriamo che tutti gli abitanti del nostro territorio si sentano accolti. Insieme, possiamo costruire interazioni costruttive basate sulla comprensione e sul rispetto reciproco.

Eccellenza ci faccia partecipi della Sua parola, del Suo entusiasmo giovanile nel Ministero Episcopale. Sia per noi fratello e guida, ci accompagni a conoscere la sua visione di una Chiesa attenta ai poveri e ai semplici. Noi desideriamo camminare insieme come una sola famiglia pronti a scoprire, passo dopo passo, nuovi e inaspettati orizzonti.

Con tutto il nostro affetto, Le diamo il nostro caloroso benvenuto, esprimendo al contempo la nostra piena fiducia e disponibilità alla collaborazione, nel rispetto delle differenze e delle diversità dei ruoli,

Vorrei concludere con una citazione di Robert Baden Powell, fondatore dello scautismo: ‘Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri’ e ‘cercare di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo si è trovato’. Spero che questa frase possa esemplificare lo spirito del nostro impegno comune.

La ringraziamo per aver accettato questa missione e questa sfida.

Le auguriamo un proficuo lavoro e un felice avvio della Sua nuova missione.

La stavamo aspettando!

Ivrea, 15 febbraio 2025

Matteo Chiantore

Sindaco della Città di Ivrea

Ringraziamento a conclusione della messa di ingresso. Ivrea 15 febbraio 2025

Prima d’ impartire la benedizione, vorrei ringraziare tutti voi qui presenti: i signori Cardinali, i fratelli vescovi, i sacerdoti e i diaconi della Diocesi ma anche tutti i presbiteri e i diaconi che sono venuti da Roma o dalle altre Chiese d’Italia. Vorrei ringraziare i consacrati e le consacrate, i laici, le associazioni e i movimenti ma anche tutti coloro che sono qui a titolo personale. Saluto e ringrazio per la loro presenza i rappresentanti delle altre confessioni cristiane: che il cammino verso l’unità e la comunione trovi in questa nostra Chiesa locale un terreno lavorato e fertile.

Saluto e ancora ringrazio il sindaco di Ivrea per la sua accoglienza e per quanto mi ha donato; con lui tutti i rappresentati delle Istituzioni civili e militari: grazie per quanto mettete di voi stessi anche oltre il dovuto, perché coloro che vi sono affidati siano al sicuro e vivano dignitosamente.

Una menzione ed un grazie particolare a tutti coloro che dal giorno della nomina e fino a stasera, hanno donato il proprio tempo, la propria passione, la loro salute, le ore diurne e notturne perchè tutto ciò potesse essere così come è stato e sarà: bellissimo!

Grazie a tutti coloro che hanno organizzato e animato questa celebrazione nei minimi dettagli. Grazie anche a coloro che attraverso i media fanno sì che tanti, anche a distanza, possano seguirci. Un ringraziamento ai tanti volontari provenienti da diversi paesi della Diocesi che hanno offerto e preparato il rinfresco presso il Seminario Minore.

Grazie al Vescovo Edoardo e al Cardinale Arrigo per questa Chiesa di Ivrea che ricevo dal loro cuore di pastori.

Grazie alla mia famiglia per tutto l’esempio e l’amore con cui mi ha protetto e sostenuto.

Vorrei concludere con un passaggio tratto dalla bellissima Meditazione sulla Chiesa del compianto cardinale De Lubac:

“Ormai non sono più che un filosofo, cioè un uomo solo“, si narra dicesse uno sventurato sacerdote, la sera della sua apostasia, ad un visitatore che era andato a congratularsi con lui. Riflessione amara, ma quanto vera! Egli aveva abbandonato la casa, fuori della quale non ci sarà mai altro per l’uomo che esilio e solitudine. Molti non lo avvertono perché vivono ancora nell’immediato, fuori di se stessi, “barricati al mondo come le alghe sulle rocce del mare” (Clemente Alessandrino). Le preoccupazioni quotidiane li assorbono, “il limbo d’oro dell’apparenza“, stende loro davanti un velo di illusione. Oppure tentano di ingannare la loro sete cercando, per vie diverse, qualche surrogato della Chiesa. Ma chi al fondo del proprio essere sente o anche soltanto intuisce e sospetta l’Appello che l’ha destato, sa con certezza che né nell’amicizia, né nell’amore, né a maggior ragione i raggruppamenti sociali che sorreggono la sua esistenza, potranno mai placare la sua sete di comunione. Ne l’arte, né la riflessione, né la ricerca spirituale indipendente, simboli soltanto, promesse di altro ma simboli deludenti, promesse che non reggono, legami troppo astratti o troppo particolari, troppo superficiali o troppo effimeri, tanto più impotenti oggi quanto più seducenti ieri: nulla di ciò che l’uomo crea o di ciò che rimane sul piano dell’uomo potrà strappare l’uomo alla sua solitudine. La sua solitudine, anzi, si accrescerà sempre più man mano che egli scopre se stesso perché essa non è altro che il contrario della comunione alla quale egli è chiamato, ne ha l’ampiezza e la profondità. Dio non ci ha creati “perché dimorassimo nei confini della natura”, né perché vivessimo una vicenda solitaria; ci ha creati per essere introdotti insieme in seno alla sua Vita trinitaria. Gesù Cristo si è offerto in sacrificio perché noi non formassimo più che una sola cosa in questa unità delle persone divine. Questa deve essere la ricapitolazione, la rigenerazione e la consumazione di tutto; e tutto ciò che ci allontana da questa mèta finale è un richiamo ingannatore. Ora c’è un luogo in cui, fin da quaggiù, incomincia questa riunione di tutti nella Trinità. C’è una “famiglia di Dio”, misteriosa estensione della Trinità nel tempo, che non soltanto ci prepara a questa vita unitiva e ce ne dà la sicura garanzia, ma ce ne fa già partecipi. Unica società pienamente aperta, essa è la sola che sia all’altezza della nostra intima aspirazione e nella quale noi possiamo attingere finalmente tutte le nostre dimensioni. De unitate Patris et Filii et Spiritus Sancti plebs adunata (Cipriano): tale è la Chiesa. Essa è “piena della Trinità” (Origene).

Fratelli, sorelle, la Chiesa che ci ha dato la fede, la comunione e ci ha insegnato a gustare fin da ora la vita eterna, è un dono immenso ma anche fragile che il Signore ha messo nelle nostre mani, abbiamone cura, non pensiamo di poterne fare a meno anche se la mente ci offrisse delle plausibili ragioni per pensarlo. Credetemi, ne abbiamo tutti bisogno, e perché sia sempre bella e feconda, ciascuno di noi, nessuno escluso, è chiamato a fare la sua parte, se così non fosse, tutto il Corpo ne risentirebbe!

Omelia per la messa di ingresso. Ivrea 15 febbraio 2025

Quando con il Vescovo Edoardo abbiamo definito la data per l’ingresso in Diocesi, non eravamo a conoscenza dei testi che ci avrebbe offerto la Liturgia di questa domenica. Li accogliamo ora, nella loro bellezza ma anche nella chiarezza con cui ci parlano. Riconosco come un dono che in questa celebrazione, inizio del ministero episcopale nella Diocesi di Ivrea, il Signore metta davanti al mio cammino un testo come quello di Geremia: è un segnale chiaro per me, decifrabile.

Su queste parole si plasma un credo, un atteggiamento, una visione, uno stile, una scelta, una disciplina del pensare e dell’agire.  La Scrittura più volte mostra come il popolo credente e coloro a cui il Signore ha affidato una missione siano stati invitati a fidarsi. Pensiamo ad Abramo, accetta di lasciare tutto fidandosi delle promesse di Dio, pensiamo a Mosè che non dovrà dar peso alla sua balbuzie e al ricordo del crimine commesso per dire il suo sì al Signore, ma anche a Isaia domenica scorsa: si fiderà di più del tizzone ardente che ha purificato le sue labbra che della consapevolezza di essere un uomo dalle labbra impure. E ancora Giosuè: demolirà le mura di Gerico con un rito che assomiglia più ad una liturgia che ad un assalto; Gedeone dovrà ridimensionare in modo impressionante il suo esercito prima di vincere la battaglia. Il tutto perchè ogni chiamato sia consapevole che non sarà la sua forza a procurargli la vittoria o a permettergli di raggiungere gli obiettivi della missione che il Signore gli affida, ma solo il suo pieno abbandono in Dio.

Nel Nuovo Testamento questo “riporre la propria fiducia nel Signore” è passato, prima dai rimproveri che Gesù ha rivolto agli apostoli, poi dai patimenti cui la Provvidenza divina li ha sottoposti. Sono stati chiamati – lo abbiamo ascoltato proprio domenica scorsa – fidandosi della Sua Parola e abbandonando tutto. Questo doppio movimento ci provoca ad una conversione dell’intelletto e della volontà che si compone di due passaggi congiunti: riporre la nostra fiducia in ciò che Dio dice a noi, significherà anzitutto divenire via via più capaci di comprendere la  Parola (con l’intelletto appunto ma direi soprattutto con l’arte del discernimento dei segni con cui Egli comunica a noi il suo volere) ed in secondo luogo (e qui entra in gioco la volontà), sceglierla come àncora per non farsi portar via dalle correnti, luce per affrontare anche la tenebra più oscura, traccia per un sentiero che porta alla vetta! A questo punto – se abbiamo ben capito quanto centrale sia questo passaggio – la Parola (o più generalmente la modalità con cui il Signore ci sta parlando) può divenire la mia roccia, il mio scudo, e dunque posso sceglierla come unico segnale da seguire, addirittura credendo che essa mi offra “una verità molto più vera” di quelle verità che la mia mente, i miei affetti, i miei ricordi e i miei schemi mi hanno offerto finora. Così ripongo la mia fiducia in Dio e non più in me, come gli apostoli che si sono fidati e hanno lasciato tutto (tutte le modalità con cui finora avevano interpretato la vita) per seguirlo (per seguire ciò che la sua Parola nello specifico gli aveva comunicato).

Ma come dicevamo, per riporre in Dio la fiducia alla maniera degli apostoli vi è anche un’altra strada da seguire (non alternativa alla prima): quella della frantumazione dell’io attraverso le prove che conducono all’umiltà. È qui che la nostra sequela diviene sempre più “cristiforme”, poiché siamo stati sottratti al dominio del Male da Colui che pur essendo Figlio imparò l’obbedienza da ciò che ha patito, e attraverso questa via ci ha redenti. Fratelli, sorelle, la nostra partecipazione all’opera redentiva del Cristo ha bisogno che si “depotenzi la nostra potenza” perché effettivamente possiamo – come i Vangeli ci rammentano – andare dietro a Lui e non stargli davanti. Noi torneremo a porre in noi stessi o nei surrogati delle nostre certezze la nostra fiducia se non accettassimo di avere, non una volta ma stabilmente “un tesoro in vasi di creta” (2Cor 4,7): accettare pian piano – ma liberamente – di diventare piccoli, di abbandonare il desiderio di onnipotenza, attraverso tutto ciò che nella vita ci destabilizza.

Ricevere questa Parola, in questa particolare celebrazione, significherà accettare liberamente che questo servizio episcopale e il cammino che compiremo insieme sia benedetto dalla confidenza in Dio perchè il Signore è – e vogliamo che sia – nostra fiducia. Accettare liberamente di attraversare tutto ciò che è debolezza perché si manifesti in noi la Sua potenza poiché: “la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio” (1Cor 1,18).

Consideriamo inoltre che il ministero del vescovo, per quanto debba necessariamente mettere in conto la solitudine e l’incomprensione, per sua natura non ha radici in esse, il ministero del vescovo ha bisogno della comunione con il Santo Padre, con il Collegio dei Vescovi, con la Chiesa locale che gli è affidata e – in particolare – con il suo presbiterio e la comunità dei diaconi. In questa comunione ha il suo stato naturale. Essa non si costruisce sulla simpatia umana o sulle affinità naturali, ma sul sacramento dell’Ordine, sul comune ascolto della Parola, sull’intercessione reciproca, sulla celebrazione eucaristica; fra i riti che la compongono in particolare vorrei menzionare l’immixtio, il momento in cui chi presiede mette nel calice che raccoglie il Sangue di Cristo, un frammento del suo Corpo.

Anche i santi ci ricordano della necessità di questa comunione, e quando vi penso mi rendo conto che è veramente un bene sommo e necessario, da desiderare intensamente, da cercare come un tesoro che è nostra eredità, ma che va dissotterrato in continuazione dalla coltre delle abitudini, delle delusioni, delle disillusioni, delle idealizzazioni e della via mondana per raggiungerlo, quella della simpatia e delle affinità. Così scriveva il martire Ignazio di Antiochia ai Magnesii:

VII,1. Come il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, né da solo né con gli apostoli, così voi nulla fate senza il vescovo e i presbiteri. Né cercate che appaia lodevole qualche cosa per parte vostra, ma solo per la cosa stessa: una sola preghiera, una sola supplica, una sola mente, una sola speranza nella carità, […].

E ancora agli Efesini:

  1. […] Dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canti a Gesù Cristo. […] È necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per essere sempre partecipi di Dio.

Su questo argomento negli anni del servizio in Seminario, amavo meditare un passaggio della Pastores Dabo Vobis 12:

[…] Il presbitero, in forza della consacrazione che riceve con il sacramento dell’Ordine, è mandato dal Padre, per mezzo di Gesù Cristo, al quale come Capo e Pastore del suo popolo è configurato in modo speciale, per vivere e operare nella forza dello Spirito Santo a servizio della Chiesa e per la salvezza del mondo. Si può così comprendere la connotazione essenzialmente « relazionale » dell’identità del presbitero: mediante il sacerdozio, che scaturisce dalle profondità dell’ineffabile mistero di Dio, ossia dall’amore del Padre, dalla grazia di Gesù Cristo e dal dono dell’unità dello Spirito Santo, il presbitero è inserito sacramentalmente nella comunione con il Vescovo e con gli altri presbiteri, per servire il Popolo di Dio che è la Chiesa e attrarre tutti a Cristo […]. Non si può allora definire la natura e la missione del sacerdozio ministeriale, se non in questa molteplice e ricca trama di rapporti, che sgorgano dalla Santissima Trinità e si prolungano nella comunione della Chiesa, come segno e strumento, in Cristo, dell’unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano.

Dànno ristoro allo spirito le parole “unità” e “comunione” le ha usate il martire Ignazio, le si ritrova nell’esortazione di Giovanni Paolo II, le si vede qui in quest’eucaristia che ci ispira a desiderarle, le si nota nella presenza del Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, in quella del Metropolita, nei vescovi che prima di me hanno offerto se stessi per questa Diocesi, nei fratelli della Conferenza Episcopale di Piemonte e Valle d’Aosta. Tutto ciò che questa Liturgia ci fa vedere, ora siamo invitati a viverlo per rimanere discepoli e non protagonisti, per ricordarci che quest’opera non è iniziata e non finirà con noi, per contemplare con i nostri occhi cosa fa la grazia quando la si lascia agire nella nostra storia.


Saluto dell’Amministratore Apostolico mons. Edoardo Cerrato per l’ingresso del vescovo Daniele Salera Ivrea, 15 febbraio 2025

Cattedrale, 15 febbraio 2025

Saluto cordialmente tutti i presenti: gli Eminentissimi Signori Cardinali, gli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi, il Clero, le Autorità civili, militari e di Pubblica Sicurezza, e tutto il caro Popolo di Dio! Un saluto particolarmente affettuoso e riverente rivolgo però al nostro nuovo Vescovo.

Eccellenza Reverendissima e carissima,

la Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica che è in Ivrea La accoglie con gioia come suo Pastore ringraziando innanzitutto il Signore, datore di «ogni buon regalo e di ogni dono perfetto» (Giac, 1,17), e il Romano Pontefice che a noi La invia.

Il momento che stiamo vivendo è grande e bello, anche umanamente, ma lo viviamo consapevoli che esso affonda le radici in un mistero di grazia che viviamo nella fede.

«Cristo Signore, Figlio di Dio vivo – insegna il Concilio Vaticano II nel Decreto Christus Dominus – è venuto per salvare il suo popolo dai peccati e per santificare tutti gli uomini; com’egli era stato mandato dal Padre, così mandò i suoi apostoli e li santificò dando loro lo Spirito Santo, affinché, a loro volta, glorificassero il Padre sopra la terra e salvassero gli uomini. […] In questa Chiesa di Cristo […] i vescovi, posti dallo Spirito Santo, succedono agli apostoli come pastori delle anime e, insieme col sommo Pontefice e sotto la sua autorità, hanno la missione di perpetuare l’opera di Cristo, pastore eterno. […] Perciò i vescovi, per virtù dello Spirito Santo che è stato loro dato, sono divenuti veri ed autentici maestri della fede, pontefici e pastori».

È questo, Eccellenza, ciò che più profondamente ci tocca in questo momento! Io Le consegno il “pastorale” – simbolo della Sua missione di Pastore – ma nella certezza che è Gesù Cristo, Signore e Sposo della Chiesa, a consegnarLe questa «porzione del popolo di Dio affidata alle [sue] cure pastorali».

Le auguro, Eccellenza, un ministero fervido e lieto, benedetto da Dio e fortificato dalla materna protezione della Vergine Assunta e dei nostri Santi; Le assicuro la mia preghiera quotidiana per Lei e per questa Chiesa alla quale rimango spiritualmente legato per la comunione nel cammino di fede e nell’amore fraterno. E Le assicuro il mio filiale affetto nel più profondo rispetto della Sua missione.

Mi benedica e ci benedica!

Risposta al saluto del Sindaco di Ivrea, dott. Chiantore. Ivrea 15 febbraio 2025

Egregio Signor Sindaco, dottor Chiantore, La ringrazio per le Sue parole e la Sua accoglienza. Insieme a Lei ringrazio tutte le autorità civili e militari che in questa occasione, e attraverso di Lei, mi dànno il loro benvenuto.

Ci è affidata una responsabilità grande, che accogliamo con entusiasmo e profonda consapevolezza.

Dal canto mio assicuro il mio supporto e la mia vicinanza in tutto ciò che come Chiesa di Ivrea potremmo compiere, anzitutto per proteggere la popolazione che ci è affidata da ogni male e da ogni sentiero che impedisca soprattutto ai più deboli e ai più giovani di vivere in pienezza la loro vita.

Inoltre tenga pure in conto il nostro contributo laddove insieme potremo unire forze e carismi per emancipare l’uomo da ogni dipendenza che mini il diritto di tutti ad essere liberi e ricchi di speranza per il futuro.

Il tempo in cui viviamo ci condiziona a tal punto da impedirci, spesso senza accorgercene, di fidarci gli uni degli altri, di ricordare che la vita è un dono, e che abbiamo bisogno di relazioni sempre, anche quando si fanno difficili. Così come Chiesa d’Ivrea potremo fare “del nostro meglio” per testimoniare che la comunità è una necessità e non un peso, e che dietro ogni sofferenza si scorge la possibilità di un riscatto e di una vita nuova.

Chiedo fin da ora la benedizione del Signore su tutti voi che amministrate e custodite questa porzione di terra che ci è affidata.

Cordialmente La saluto e Le porgo i miei più sentiti ringraziamenti.


COMUNICATO STAMPA 6° lancio – 13 febbraio 2025

Mancano due giorni all’ingresso in diocesi del nuovo vescovo Mons. Daniele Salera, che succede a Mons. Edoardo Cerrato che l’ha retta per dodici anni. L’evento è previsto per le ore 15 di sabato 15 febbraio in Cattedrale. Prima però, a partire dalle 14,30, il Vescovo Daniele farà visita ai volontari Caritas nel cortiletto della Mensa e poi andrà al Tempio dell’Immacolata, dove vi sarà l’incontro con il Metropolita Cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. Saranno i giovani di Azione Cattolica, Pastorale giovanile e Scouts a far da ala all’ingresso di Monsignor Salera al Tempio, dove già avranno preso posto i religiosi e le religiose e tutti coloro che seguiranno da li, sull’apposito maxischermo, la Liturgia che verrà celebrata in Cattedrale. Quello al Tempio sarà un breve ma intenso momento anche di presentazione pubblica del nuovo vescovo che poi, accompagnato dal cardinale Repole e dal vescovo Cerrato percorrerà i 250 metri fino alla Cattedrale per essere accolto sul sagrato dal primo cittadino di Ivrea Matteo Chiantore, che gli rivolgerà un saluto a nome anche dei colleghi sindaci del territorio, moltissimi dei quali già siederanno nei banchi all’interno della Cattedrale. Monsignor Salera risponderà al saluto del sindaco e da li in poi il rito diventa liturgia vera e propria con tanti segni, gesti e parole che scandiscono il passaggio di consegne tra predecessore e successore.

C’è molta attesa per quanto dirà il nuovo vescovo nella sua prima omelia rivolta non solo a chi è presente in Cattedrale, ma anche a coloro che seguiranno la celebrazione attraverso i nuovi mezzi di comunicazione della diocesi e de Il Risveglio Popolare. L’insediamento sarà trasmesso in live streaming (diretta) sul sito web e sui social (Youtube e Facebook) de Il Risveglio Popolare (www.risvegliopopolare.it) e della diocesi di Ivrea (www.diocesivrea.it) a partire dalle 14,15.

Ricordiamo che puntando la fotocamera sul qrcode qui sotto pubblicato si può accedere alla sezione sul sito della diocesi di Ivrea appositamente creata per l’ingresso di Monsignor Salera, dove vengono costantemente aggiornate tutte le informazioni utili alla partecipazione in presenza e a quella da remoto.

Ribadiamo che le strade che conducono verso Piazza della Cattedrale saranno chiuse a partire dalle ore 14 da Piazza Balla. Piazza Fillak sarà parcheggio riservato ai partecipanti che provengono da fuori regione; il parcheggio dell’Oratorio San Giuseppe riservato ai sacerdoti e quello dietro l’ex Seminario Varmondo per i soli vescovi. Una “pattuglia” di una trentina di scouts sarà a disposizione nel perimetro dell’evento per indirizzare, aiutare, accompagnare e dare indicazioni, e lo faranno in collaborazione con il personale delle Associazioni di Polizia. In Piazza Castello e Piazza Duomo dal mattino di sabato vigerà la rimozione forzata delle auto. Ambulanza con personale sarà a disposizione per ogni eventualità; servizi igienici saranno posizionati in angoli strategici.

La Messa di ingresso delle 15 di sabato in Cattedrale è da considerarsi come festiva, assolvendo così al precetto domenicale.

Alla celebrazione – cui sono stati invitati i parroci delle 3 parrocchie ortodosse rumene presenti in diocesi (Ivrea, Chivasso e Rivarolo) e la predicatrice della Chiesa evangelica di Ivrea – è annunciata la presenza di 20 tra Cardinali e Vescovi, una trentina i diaconi permanenti e numerosi sacerdoti, provenienti sia dalla diocesi sia da fuori, che useranno l’Aula Magna dell’ex Seminario Maggiore per indossare i paramenti per poi recarsi ai posti loro riservati in Cattedrale. I Sindaci, con fascia tricolore, prenderanno posto anch’essi nei posti riservati. Anche la Chiesa di San Nicola da Tolentino sarà aperta e disporrà di uno schermo per chi vorrà seguire da lì la liturgia di ingresso.

Un rinfresco, al termine, verrà servito sui tre piani dell’ex Seminario Minore in Via Varmondo 9 da un nutrito gruppo di volontari del territorio.

Avviso ai giornalisti; coloro che hanno richiesto il pass potranno ritirarlo a partire dalle ore 10 in Sala Stampa, ubicata sul lato sinistro della Cattedrale, prospiciente il passaggio che conduce da Piazza Duomo a Piazza Castello. Personale dell’Ufficio Comunicazioni Sociali sarà a disposizione a partire dalle 12 per eventuali sopralluoghi ai siti dell’evento e per spiegare lo svolgimento della celebrazione.

Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Ivrea

Carlo Maria Zorzi – 3494168283

ufficiocomunicazionisociali@risvegliopopolare.it


COMUNICATO STAMPA 5° lancio – 6 febbraio 2025

Per facilitare la partecipazione e la comprensione della S. Messa di ingresso e di presa di possesso della sede diocesana di Mons. Daniele Salera, 69° vescovo di Ivrea, tracciamo alcuni punti salienti della celebrazione che si terrà in Cattedrale ad Ivrea sabato prossimo 15 febbraio dalle ore 15, così come è stata preparata dall’Ufficio liturgico diocesano.

Sul sagrato della Cattedrale il vescovo Daniele riceverà il saluto del Sindaco di Ivrea Matteo Chiantore anche a nome dei sindaci del territorio, e a sua volta ricambierà il saluto. Terminata questa parte il vescovo, verrà accolto dai canonici del Capitolo sulla porta della Cattedrale. Il presidente del Capitolo gli porgerà il crocifisso per la venerazione, riceverà l’aspersorio, si segnerà con l’acqua benedetta e poi entrerà in Cattedrale aspergendo i fedeli. I canonici accompagneranno il vescovo alla cappella del Santissimo Sacramento per un momento di adorazione. Terminato questo atto, in sacrestia il vescovo e i concelebranti indosseranno i paramenti per la Messa.

La processione interna vedrà Mons. Salera ultimo tra i concelebranti (insieme al metropolita, l’arcivescovo di Torino Cardinale Roberto Repole), mentre chiuderà la processione Mons. Cerrato, che porta il pastorale.
E’ in questo momento che avviene “il passaggio di consegne” davanti all’altare maggiore. Il rito inizia con una formula di saluto prevista dal Pontificale, letta dal vescovo Cerrato, il quale aggiungerà un suo breve saluto di accoglienza al nuovo vescovo che gli sta accanto. Mons. Salera consegnerà quindi la Bolla pontificia al Metropolita che a sua volta la porgerà al Cancelliere vescovile per darne lettura in pubblico. A questo punto il vescovo Cerrato annuncia l’insediamento del suo successore e gli consegna il Pastorale. Mentre suonano la campane della Cattedrale i presenti cantano il “Veni creator”.

Una delegazione della Diocesi renderà omaggio al nuovo vescovo: il vicario generale in rappresentanza di tutti i sacerdoti, poi un diacono permanente, un religioso, una religiosa, una famiglia, un giovane.

Terminato questo atto di omaggio e obbedienza, il nuovo vescovo scenderà dalla cattedra bacia l’altare, lo incensa e tornando alla cattedra darà inizio alla Messa. Saranno presenti i rappresentanti delle comunità ortodosse. Sull’alzata dell’antico altare saranno esposte le reliquie dei patroni della Cattedrale e della Diocesi. Prima della benedizione, il sindaco di Ivrea consegnerà un omaggio al nuovo vescovo mentre i doni personali gli verranno consegnati dopo il termine della celebrazione.

CONOSCERE LA DIOCESI DI IVREA.

Essa appartiene alla Regione ecclesiastica Piemonte-Valle d’Aosta è suffraganea della Arcidiocesi metropolitana di Torino. Ha una superficie di circa 1.850 kmq, con una popolazione di 202.919 abitanti, distribuiti in 102 comuni e 141 parrocchie raggruppate in 7 vicarie formate da 25 unità pastorali. Le Diocesi confinanti sono: Aosta, Biella, Vercelli, Casale, Torino, Chambery – S. Jean de Maurienne – Tarentaise (Francia). I presbiteri diocesani sono 87, 6 gli extradiocesani, 20 i presbiteri religiosi. 28 i diaconi permanenti. I Cardinali di origine eporediese sono Mons. Tarcisio Bertone, Mons. Giuseppe Bertello e Mons. Arrigo Miglio. I vescovi di origine eporediese sono Mons. Lorenzo Piretto, Mons. Pier Giorgio Debernardi e Mons. Roberto Farinella, attualmente Vescovo di Biella. Il vescovo Mons. Alessandro Staccioli della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata è originario di Trieste ma risiede in diocesi di Ivrea.

AVVISO AI GIORNALISTI.

Chi intende accreditarsi per seguire l’evento dovrà farlo entro lunedì 10 febbraio seguendo la procedura indicata nello spazio relativo all’ingresso del nuovo vescovo sul sito della diocesi, raggiungibile con il QRcode qui a fianco. I pass dei giornalisti potrà essere ritirato alla Sala Stampa a partire dalle ore 10 di sabato 15 febbraio (o eventualmente in altro modo previo accordo con l’UCS).

Con lo stesso QRcode si può accedere alla mappa interattiva continuamente aggiornata sulla base delle indicazioni del Comitato organizzatore.

Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Ivrea

Carlo Maria Zorzi – 3494168283

ufficiocomunicazionisociali@risvegliopopolare.it

 


COMUNICATO STAMPA 4° lancio – 30 gennaio 2025

Si delinea già una prima traccia degli impegni del Vescovo Daniele subito dopo il suo ingresso in diocesi, fissato per il prossimo 15 febbraio. Domenica 16 febbraio, infatti, il Vescovo Daniele visiterà il percorso archeologico dell’antica Abbazia di Fruttuaria alle ore 10, presiederà poi la Santa Messa nella chiesa abbaziale alle ore 11,15. Nelle successive domeniche visiterà le chiese giubilari celebrandovi la Santa Messa: questo itinerario si concluderà la domenica di Pasqua con la Santa Messa nel Duomo di Chivasso. In diocesi le chiese giubilari sono la Cattedrale di Ivrea, il Duomo di Chivasso, le chiese parrocchiali di Borgofranco, Castellamonte e Rivarolo e quella del Sacro Cuore di Betania a Vische, celebrandovi la Santa Messa. Nelle chiese giubilari, come pure nelle Cattedrali non è presente la Porta Santa, ma i fedeli, comunitariamente o da soli, possono lucrare l’Indulgenza giubilare. Il Vescovo Daniele durante il tempo quaresimale visiterà inoltre alcuni luoghi di sofferenza, tra questi l’ospedale e il carcere, come significativo pellegrinaggio di misericordia.

Con l’avvicinarsi del 15 febbraio, il Comitato organizzatore che si ritrova ogni settimana per mettere a punto tutti i dettagli dell’evento, ha fornito ulteriori indicazioni utili per chi parteciperà personalmente.

Quel giorno la Cattedrale di Ivrea sarà aperta a partire dalle 13,30 mentre il Tempio dell’Immacolata aprirà alle ore 13. A parte i posti per i Concelebranti, Autorità e famigliari di monsignor Daniele Salera, sia in Cattedrale che al Tempio non vi sono posti riservati, e non sono stati distribuiti pass per l’ingresso, se non per i giornalisti. Il servizio d’ordine appositamente istituito darà le necessarie indicazioni per garantire una buona accoglienza a tutti. Il corteo che accompagnerà il nuovo vescovo verso la Cattedrale si arricchisce anche della presenza degli Alfieri con le bandiere delle parrocchie cittadine. All’interno della Cattedrale sarà portato solo il Gonfalone della Città di Ivrea. I sindaci presenti vestiranno la fascia tricolore.

Importante ricordare che l’accesso auto verso Piazza della Cattedrale e vie adiacenti sarà chiuso a partire dalle 14 da Piazza Balla e riaperto alle 19. Piazza Fillak e il parcheggio dell’Oratorio San Giuseppe saranno disponibili per sacerdoti, diaconi e chi arriva da fuori regione. Verranno posizionati dei bagni chimici nelle adiacenze di Piazza Cattedrale e Piazza Castello.

I sacerdoti useranno come sagrestia per indossare i paramenti la Sala Rostagno nell’ex Seminario Varmondo. Porteranno con sé solo il camice; la stola e la casula saranno disponibili in sagrestia. I diaconi porteranno con sé il camice e la stola bianca. Il servizio d’ordine li accompagnerà in Cattedrale per prendere posto negli spazi dedicati.

Il rinfresco che si terrà sui tre piani dell’ex Seminario Minore di Via Varmondo 9 sarà preparato e servito da un gruppo di volontari provenienti da diversi paesi del circondario.

In preparazione all’ingresso di monsignor Salera da ricordare le veglie di preghiera; martedì 4 febbraio alle 18,30 nel Duomo di Chivasso, mercoledì 5 alle 16 a S. Maria in Doblazio a Pont Canavese, giovedì 6 nella parrocchiale di San Giacomo a Rivarolo alle 16 e infine alle 21 di venerdì 7 febbraio nella parrocchiale del Sacro Cuore ad Ivrea.

Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Ivrea

Carlo Maria Zorzi – 3494168283

ufficiocomunicazionisociali@risvegliopopolare.it

COMUNICATO STAMPA 3° lancio – 23 gennaio 2025

Il Comitato organizzatore che ogni settimana fa il punto sull’avanzamento dei lavori per l’accoglienza del nuovo vescovo di Ivrea, monsignor Daniele Salera, insiste sulla necessità di accompagnare questo importante evento per la diocesi con la preghiera. La locandina appena editata (usare il qrcode per accedervi) indica i luoghi e le date dove sono stati organizzati – a livello diocesano – i quattro momenti di preghiera: Chivasso, Pont, Rivarolo e Ivrea. Ovviamente nulla impedisce che, in altre date, altre iniziative di preghiera di parrocchie e comunità vengano proposte ai fedeli per vivere intensamente l’ingresso del vescovo Daniele, per il suo ministero e per la nostra adesione alla sua missione in diocesi.

È intanto stato stilato il programma del pomeriggio del 15 febbraio prossimo, giorno dell’ingresso.
Alle 14,30 il Vescovo Daniele saluterà i volontari della Caritas diocesana nel cortile antistante la Mensa Caritas in Via Varmondo. Subito dopo, alle 14,45, sarà accolto al Tempio dell’Immacolata dei Miracoli dai giovani della Pastorale Giovanile, dell’Azione Cattolica, dei gruppi Scout, dei Movimenti ed Aggregazioni Ecclesiali, delle religiose e dei laici presenti. All’interno del Tempio seguirà lo scambio di saluti col cardinale Roberto Repole, Metropolita, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. Ed è insieme al Metropolita e all’Amministratore Apostolico monsignor Edoardo Cerrato che il vescovo Daniele lascerà il Tempio per percorrere Via Varmondo e raggiungere piazza del Duomo. Il corteo sarà accompagnato dal Gruppo Pifferi e Tamburi dello Storico Carnevale di Ivrea.
Alle 15.15 monsignor Salera sarà accolto in Piazza del Duomo dalle Autorità Civili; sul sagrato della Cattedrale riceverà e ricambierà il saluto del Sindaco di Ivrea Matteo Chiantore a nome dei Sindaci del Canavese. Al termine di questo momento di accoglienza ci sarà l’ingresso in Cattedrale ed inizierà la parte liturgica con la solenne concelebrazione.

L’accesso in Cattedrale sarà consentito fino ad esaurimento posti; non sono previsti pass per l’ingresso se non per i giornalisti al fine di facilitare l’esecuzione del loro lavoro (usare il qrcode per la procedura d’accreditamento). Una sala stampa sarà attrezzata in un locale di fronte all’uscita laterale di sinistra della Cattedrale. Presso il Tempio dell’Immacolata e in San Nicola, un maxi schermo sarà allestito per consentire di seguire la celebrazione a chi non troverà posto in Cattedrale.
Il traffico auto verrà chiuso dalle 14 alle 19 a partire da Piazza Balla in Via Cuniberti, Via Verna, Via Varmondo, Piazza Duomo e Piazza Castello.
In tutte le chiese della diocesi, nelle Messe di domenica 9 febbraio (e nelle vespertine di sabato 8) si celebrerà e pregherà “per il Vescovo” usando l’apposito formulario del Messale Romano. Sabato 15 febbraio, giorno dell’ingresso, sono sospese tutte le Messe del pomeriggio e della sera, in tutte le chiese della diocesi.
L’ingresso di monsignor Salera a partire dal momento dell’accoglienza al Tempio sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi e de Il Risveglio Popolare e sui rispettivi canali Youtube.

Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Ivrea

Carlo Maria Zorzi – 3494168283


COMUNICATO STAMPA 2° lancio – 16 gennaio 2025

In attesa dell’arrivo del nuovo vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera, sono stati organizzati a livello diocesano quattro incontri di preghiera in preparazione all’ingresso del 15 febbraio prossimo. Il primo incontro di preghiera è previsto per martedì 4 febbraio alle ore 18,30 presso il Duomo di Chivasso; il secondo sarà il giorno successivo mercoledì 5 febbraio alle 20,30 presso la Chiesa di Santa Maria in Doblazio a Pont Canavese; il terzo giovedì 6 febbraio alle ore 16 nella parrocchia di San Giacomo a Rivarolo e infine l’ultimo ad Ivrea venerdì 7 febbraio alle ore 21 presso la parrocchia del Sacro Cuore.

Da ricordare, infatti, che tale evento è bene che sia accompagnato dalla preghiera per il vescovo e la sua missione, per la diocesi e per i diocesani, e che l’ingresso solenne è la festosa circostanza in cui il nuovo vescovo entra nella propria Cattedrale con l’autorità di cui è investito ed è la prima occasione in cui incontra il suo clero e il suo popolo. E’ necessario dunque anche capirne a fondo il senso e il significato per vivere in pienezza quel momento.

In occasione dell’ingresso del vescovo Daniele, l’Amministratore Apostolico Mons. Edoardo Cerrato ha emesso un decreto in cui ordina che “nel pomeriggio e serata di sabato 15 febbraio su tutto il territorio e in tutte le parrocchie, cappelle e chiese della Diocesi non siano celebrate né le S. Messe vigiliari della VI domenica del Tempo Ordinario, Anno C, né alcuna altra Messa o celebrazione liturgica e che tutti i presbiteri, diaconi, religiosi e fedeli partecipino, salvo cause di forza maggiore e legittimi impedimenti, alla presa di possesso del nuovo vescovo di Ivrea, Mons. Daniele Salera”.

Tutto il rito di ingresso sarà trasmesso in streaming sui social della diocesi di Ivrea e su quelli de Il Risveglio Popolare per facilitare la partecipazione ai lontani e a chi non ha possibilità di essere quel giorno ad Ivrea. L’ingresso del nuovo vescovo avverrà in Cattedrale e per chi non vi troverà posto potrà recarsi nella chiesa del Tempio dell’Immacolata dove sarà allestito appositamente un maxi schermo e dove il Vescovo Daniele rivolgerà un primo saluto. Per l’ingresso in Cattedrale il comitato organizzatore non ha previsto dei pass se non per i giornalisti al fine di facilitare il loro lavoro. Il saluto del Sindaco di Ivrea Matteo Chiantore a Mons. Daniele Salera, a nome di tutti i Sindaci del territorio che già in precedenza avranno preso posto all’interno della Cattedrale, avverrà sul sagrato della Cattedrale stessa.

Ricordo la sezione dedicata all’ingresso di Mons. Salera sul sito della diocesi di Ivrea raggiungibile dalla home page del sito www.diocesivrea.it mediante l’apposito banner oppure tramite il Qrcode qui in basso. L’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano ha previsto il rilascio di appositi pass per gli operatori degli organi di informazione; la procedura per l’accredito è pubblicata sulla pagina principale della sezione dedicata alla liturgia di ingresso.

Ufficio Comunicazioni Sociali – Diocesi di Ivrea

Carlo Maria Zorzi – 3494168283

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