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La Vocazione di Tommaso

Messaggio per i giovani di Azione Cattolica diocesana

Carissimi Giovani di Azione Cattolica della diocesi di Ivrea,

quest’anno nella traccia pastorale che il nostro Vescovo mons. Cerrato ha proposto alla diocesi; Eucarestia: convocati alla presenza del Signore. Tema: la Vocazione1. Come Azione Cattolica Giovani abbiamo dedicato proprio per il tempo di Pasqua la Vocazione di Tommaso2, ispirandoci al brano evangelico che la liturgia della Chiesa ci fa ascoltare nella Domenica in Albis.

La Vocazione di Tommaso che riflette il nostro atteggiamento davanti a Gesù Risorto. Lui, il Signore della vita e della Storia continua a risorgere nella nostra vita, nella vita della comunità cristiana, nel mondo.

Nell’immagine realizzata dal noto artista gesuita Padre Rupnik; Tommaso sembra aggrapparsi al costato di Gesù e Gesù con il mantello lo copre. Gesù che aveva detto a Maria Maddalena: “non mi trattenere perché devo andare al Padre” che è la traduzione più esatta della famosa locuzione latina noli me tangere che traducevamo “non mi toccare”. Gesù vuole invece che Tommaso lo tocchi, addirittura, si aggrappa al suo Costato; e questo Tommaso così rappresentato, come un giovane, dovrebbe invitare in particolare tutti i giovani ad aggrapparsi al Costato di Gesù per dire nell’Oggi della Storia: Mio Signore e mio Dio, cioè ripetere la Professione di fede che dal giorno del Battesimo ci accompagna.

Ma vi è un’altra annotazione che non dovremmo trascurare, Tommaso non era con i Dodici quando Gesù apparve loro, sarà presente 8 giorni dopo, questa annotazione del numero 8 è significativa perché rimanda al Giorno della Domenica dal quale siamo chiamati a riscoprire sempre di più il valore della Domenica è che – “Senza la Domenica”- il giorno ottavo, il giorno dopo il sabato, il giorno della Resurrezione – “non possiamo vivere”.

La fede nel Risorto la viviamo come comunità cristiana quando si è rivolto ai giovani il Papa emerito Benedetto XVI durante la G.M.G. a Colonia nel 2005, ha detto: “Attenzione, non si può vivere la fede in un modo individualistico, perché se si vive la fede in questa dimensione chiusa si rischia di non incontrare mai Gesù. A volte voi giovani vi sentite attratti facilmente da altre cose, da uno stile di vita lontano dallo stile del Cristianesimo”. Per questo, dinanzi allo spettacolo di un mondo che chiude le orecchie all’annuncio della fede, Benedetto XVI affermava rivolgendosi ai giovani in un’altra circostanza: “A voi il compito di riproporre con la competenza che vi è propria la bellezza, la bontà, la verità del volto di Cristo, in cui ogni uomo, è chiamato a riconoscere i suoi tratti più autentici e originali, il modello da imitare sempre meglio. Questo arduo compito, la

vostra alta missione: additare Cristo all’uomo d’oggi, presentandolo come la vera misura della maturità e della pienezza umana”.

Allora ci domandiamo in questi giorni di come stiamo vivendo la fede? La tentazione di vivere una fede in maniera individualistica è forte! E forse siamo incoraggiati a vivere in modo individualistico la nostre fede perché non possiamo vivere la fede insieme, come Assemblea, come Comunità, soprattutto la domenica nella celebrazione eucaristica. Papa Francesco ha richiamato recentemente a questo: “Ci sono dei momenti in cui dobbiamo rinunciare al Sacramento anche se attraverso gli Strumenti di Comunicazione Sociale ci poniamo in atteggiamento di Comunione Spirituale durante la celebrazione eucaristica trasmessa, questa non è la normalità”. Il Papa aggiunge e ribadisce che la Chiesa è Sacramento, come la Celebrazione dei Sacramenti: “non può viaggiare attraverso questi mezzi della Comunicazione”. E’ vero che noi possiamo incontrarci con Dio anche attraverso questo incontro spirituale – il culto spirituale di cui parla San Paolo – ma il Signore nell’ordinarietà ha voluto che la sua Chiesa passasse attraverso il Sacramento.

Il Concilio Vaticano II afferma che il Primo Sacramento è Gesù. Dio poteva salvare il mondo senza la Croce, eppure Dio attraverso Gesù sceglie questa “strada sacramentale” e nella Chiesa. Quando Gesù Ascende al Cielo la sua continuazione passa attraverso la Presenza della Chiesa Sacramento di Salvezza. Il Cardinal Carlo Maria Martini a proposito della testimonianza umana e soprannaturale della vita di Gesù su questa vita dopo la sua Ascensione al Cielo, commentava: “Non c’è più la presenza visibile di Gesù fra gli uomini, gli apostoli sono d’ora in avanti coloro da cui dipende l’annuncio del Regno di Dio”3. Lo esprimeva bene nel suo film Francesco di Assisi (1964) anche la regista Liliana Cavani nella scena cosiddetta dell’ultima cena di Francesco. Francesco ormai stanco e malato prende il pane e lo spezza e lo offre a tutti i commensali chiamandoli per nome. In questa inquadratura è evidente il riferimento alla “Fractio Panis”, gesto di Gesù altamente significativo di amore e unità che rimase impresso nel cuore e nella mente degli Apostoli, e attraverso di loro nei discepoli lungo i secoli. L’ultima parola di Francesco in questa inquadratura rivolgendosi ai suoi frati, citando Gesù: “Amatevi”. Sembra che la regista abbia richiamato con questa ultima cena di San Francesco, ripresa dalla biografia di Tommaso da Celano, le quattro perseveranze menzionate negli Atti degli Apostoli che mi soffermerò tra breve.

In questo periodo nel quale siamo privati di questo incontro sacramentale ma proprio in questo periodo si alimenti in noi il desiderio di riprendere l’Incontro con Gesù Risorto soprattutto nel giorno di Domenica e di vivere le quattro perseveranze che gli Atti degli Apostoli ci consegnano in questo tempo di Gioia Pasquale:

1) L’Insegnamento degli Apostoli

2) La Frazione del Pane

3) La Carità e la Koinonia, la Comunione

4) La Preghiera

L’Insegnamento degli Apostoli oggi non manca. In questo periodo il nostro Vescovo non ci fa mancare delle mini-catechesi preziosissime.

Certamente, la Carità in questi giorni è bene presente, anzi cresce attraverso una generosità più ampia. Speriamo che questo ci aiuti a evitare alla ripresa delle attività la tentazione dell’egoismo.

Le Preghiere, continuano provvidenzialmente, ma ciò che manca è la Frazione del Pane vissuta sacramentalmente perché anche la celebrazione della messa che noi viviamo in modo sacramentale è il nostro alimento della fede. Ma questo aspetto “Sacramentale” deve essere compreso e desiderato! Ci auguriamo che con tutte le precauzioni del caso la ripresa veda anche una “riscoperta” del Sacramento della Chiesa, del Sacramento della Comunità, del Sacramento dell’Eucarestia, dei 7 Sacramenti, del Sacramento della Riconciliazione.

Gesù è andato incontro a Tommaso attraverso un segno sacramentale: mettere le mani nel Costato e nel luogo dei chiodi di Cristo. Che con questo gesto sacramentale eloquente, possiamo anche noi con Tommaso viverlo al più presto!

Chiediamo al Signore nella Preghiera e sentendoci avvolti dal manto amorevole e misericordioso di Gesù Risorto: Mio Signore e mio Dio.

E’ il momento di mettere al centro ciò che è l’Unum Necessarium, come ci ha proposto il Vescovo Edoardo nella lettera pastorale di quest’anno. Gesù Cristo presente e vivo nella sua Chiesa, con la Sua indefettibile promessa: “Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla consumazione del mondo”; “Chi mangia me vive di me”.

Vorrei riprendere come ho già proposto nella Settimana Santa quella preghiera bellissima della Veglia Pasquale che conclude il ciclo delle orazioni della liturgia della Parola:

O Dio potenza immutabile e Luce che non tramonta, volgi lo sguardo alla tua Chiesa mirabile sacramento di salvezza e compi l’opera predisposta nella tua misericordia.

Tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità per mezzo di Cristo principio e sorgente di tutte le cose.

Don Giuseppe Sciavilla, Assistente


Messaggio per il mese di Maggio e la Giornata di Preghiera per le Vocazioni

Al Clero e ai Laici della Diocesi di Ivrea
per il mese di Maggio e per la Giornata di Preghiera per le Vocazioni

Ivrea, 29 Aprile 2020, festa di S. Caterina da Siena

1. Sulla soglia del mese di maggio, che vivremo quest’anno nella dolorosa situazione della epidemia ancora in corso, vi invito, carissimi Fratelli e Sorelle, a rivolgere con particolare fiducia lo sguardo alla Vergine SS.ma supplicandoLa : “Rivolgi a noi gli occhi Tuoi misericordiosi”.

Negli ormai tanti giorni di pesanti limitazioni, in cui ci si è uniti spiritualmente alla S. Messa celebrata nelle nostre chiese e si è pregato nelle nostre case, abbiamo invocato, con la preghiera del S. Rosario, la grazia della liberazione dal terribile flagello del Covid-19, toccando con mano quanto siano fragili i mezzi umani e precari i poteri del mondo che paiono così forti.

Ora, in questo mese di maggio, con la preghiera quotidiana del Rosario, personale o comunitaria dentro le nostre case, continuiamo a chiedere a Maria che passi, ma non invano, questo doloroso “segno dei tempi”; che la fede dei credenti, purificata dalla prova, torni ad attingere alle vere sorgenti; che la società nel suo insieme sappia vedere nei tanti gesti di solidarietà e nello spirito di servizio di tanti l’indicazione di un nuovo stile da assumere, nel rispetto alla vita dal suo sorgere al suo tramonto e in tanti valori dimenticati o apertamente rifiutati.

Mi unisco al S. Padre Francesco nell’invito rivolto a tutti i fedeli (Lettera del 25 Aprile) a recitare ogni giorno il S. Rosario “contemplando insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre” e a invocare la Madonna con le due preghiere che ci ha proposto. Alla conclusione del mese di Maggio vi chiedo di unirvi a me nel rinnovare – come faccio ogni anno nel santuario della Regina del Monte Stella – la Consacrazione della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria.

2. Per la Giornata di preghiera per le Vocazioni, che vivremo il 3 Maggio, “Domenica del Buon Pastore”, chiedo a tutta la Diocesi che nelle nostre chiese, mentre ancora la S. Messa sarà celebrata senza il concorso del popolo, sia esposto e adorato dai sacerdoti il SS. Sacramento unendo alla supplica per il dono di nuove vocazioni sacerdotali l’offerta anche dei sacrifici che la forzata “reclusione” comporta e che pesa ai Pastori quanto ai Fedeli: innanzitutto la forzata assenza della gente alla S. Messa, la partecipazione alla quale – osservate tutte le norme prudenziali che conosciamo – è necessario che riprenda nella fase 2. Come il S. Padre ha detto lo scorso 17 aprile: “questo momento che stiamo vivendo ha fatto che tutti ci comunicassimo anche religiosamente attraverso i mezzi di comunicazione. Siamo tutti comunicanti, ma non insieme. E questa non è la Chiesa: questa è la Chiesa di una situazione difficile, che il Signore permette, ma l’ideale della Chiesa è sempre con il popolo e con i sacramenti. Sempre. La Chiesa, i sacramenti, il popolo di Dio sono concreti. È vero che in questo momento dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo, ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci”.

Se questa possibilità nella nuova fase non ci sarà data, non è certo perché non ne abbiamo fatto chiara richiesta.

Carissimi Fratelli e Sorelle, in comunione di fede e di preghiera, cordialmente vi benedico.

† Edoardo, vescovo


Messaggio di auguri del Vescovo Edoardo

Santa Pasqua 2020

«Ecco giunto il regno della vita e sconvolto il potere della morte. E’ apparsa un’altra nascita, così come un’altra vita, un altro modo di esistere, una trasformazione della nostra stessa natura.

Questo è il giorno che il Signore ha fatto. Giorno del tutto diverso da quelli dell’inizio, poiché in questo giorno Dio crea cieli nuovi ed una terra nuova. Che cieli? Il firmamento della fede in Cristo. Quale terra? Il cuore buono. In questo giorno viene creato l’uomo autentico, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Questo giorno di grazia ha distrutto le angosce della morte, e dato alla luce il primogenito tra i morti, Colui che per noi si è fatto come noi affinché divenissimo suoi fratelli».

Cristo è risorto,
è veramente risorto! Alleluia. Buona Pasqua!

+ Edoardo, vescovo


Santa Pasqua 2020

Messaggio di auguri del vescovo Edoardo

«Ecco giunto il regno della vita e sconvolto il potere della morte. E’ apparsa un’altra nascita, così come un’altra vita, un altro modo di esistere, una trasformazione della nostra stessa natura.

Questo è il giorno che il Signore ha fatto. Giorno del tutto diverso da quelli dell’inizio, poiché in questo giorno Dio crea cieli nuovi ed una terra nuova. Che cieli? Il firmamento della fede in Cristo. Quale terra? Il cuore buono. In questo giorno viene creato l’uomo autentico, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Questo giorno di grazia ha distrutto le angosce della morte, e dato alla luce il primogenito tra i morti, Colui che per noi si è fatto come noi affinché divenissimo suoi fratelli».

Cristo è risorto,
è veramente risorto! Alleluia. Buona Pasqua!

+ Edoardo, vescovo


Sussidio per la meditazione delle liturgie della Settimana Santa

A cura dell'Ufficio Liturgico Diocesano

Il sussidio che è stato preparato per la Settimana Santa 2020 è un contributo per la preghiera personale. Una preghiera che coinvolge la nostra vita: immagini, indicazioni per ascoltare brani di musica e letture per la meditazione. Dice S. Teresa d’Avila, in “Il castello interiore”:

“La porta per entrare nel castello è l’orazione e la meditazione. Entrare nel castello è entrare dell’anima in se stessa.”

Cerchiamo che questo tempo così fluido diventi opportunità per solidificare la nostra fede. Le celebrazioni alla televisione, via streaming sui canali digitali della Diocesi (sito web, YouTube, ecc) ci aiutano a vivere la Settimana Santa in una forma eccezionale

 


Fate questo in memoria di me

Sussidio dell'Ufficio Catechistico per la Settimana Santa

Sussidio

L’ufficio catechistico diocesano propone un piccolo sussidio per accompagnare le famiglie e i Catechisti durante la settimana santa, che quest’anno sarà vissuta in modo molto simile ai nostri fratelli Ebrei. Sarà vissuta in famiglia, in modo breve e semplice, senza pretese.
La Pasqua è, nella sua origine, una liturgia domestica e famigliare. Dio sarà comunque in grado di sorprenderci, pur consapevoli della nostra fragilità.

 

 

Don Chiadò Cutin è andato alla Casa del Padre

Parroco di Bosconero, Canonico dell'Abbazia di Fruttuaria

Il Vescovo diocesano Mons Edoardo Cerrato, il Vescovo emerito Mons. Luigi Bettazzi, e il presbiterio diocesano affidano a Gesù Buon Pastore l’anima del sacerdote

DON PIERFRANCO CHIADO’ CUTIN

di anni 72

Parroco di Bosconero

Canonico dell’Abbazia di Fruttuaria

A norma delle vigenti leggi in materia di emergenza sanitaria, i funerali si svolgeranno in forma strettamente privata nel cimitero di Bosconero. La S. Messa esequiale sarà celebrata appena possibile, in data che sarà pubblicamente comunicata.


Lettera ai catechisti della Diocesi

Ufficio Catechistico

Carissimi catechisti,

abbiamo pensato di scrivervi non potendoci incontrare, sebbene spiritualmente si continui ad essere uniti nelle nostre case e nelle nostre Parrocchie, virtualmente ogni giorno sui social.

All’improvviso la nostra vita con il catechismo, le attività pastorali, la famiglia, il lavoro si è fermata, lasciandoci un senso di impotenza e di preoccupazione per l’incertezza del futuro. Fermandoci, tuttavia, riflettiamo sull’essenziale della nostra vita, Gesù Cristo, sull’importanza delle nostre relazioni umane, degli affetti, delle amicizie, ma soprattutto sul valore fondamentale di Dio e della sua presenza nella nostra esistenza. Una realtà, una presenza quella di Cristo così incommensurabile da essere il centro della catechesi, della nostra stessa vita, perché il nucleo della Rivelazione e della salvezza e quindi significato profondo, unicamente autentico della nostra vita.

In questi anni abbiamo cercato di far scoprire ai bambini e ai ragazzi come la vita sia un dono di Dio e come possiamo cogliere l’impronta del Creatore nella bellezza e nell’ordine del Creato. Abbiamo insegnato come Gesù Cristo sia il Figlio di Dio venuto sulla Terra per rivelarci il volto del Padre e salvarci dal male, da ogni male. Abbiamo così trasmesso l’immenso valore della fede, di quella luce immensa che ti riempie il cuore quando incontri il Signore nell’Eucaristia, di quanto Lui ricolmi ogni giorno la nostra vita di significato, conducendoci a compiere il bene sempre, ad amare tutti anche quando sembra difficile, per lasciare un segno del nostro passaggio, un raggio del suo amore. Ora Gesù Cristo ci dice che non siamo soli, che Lui ci è accanto in questo momento, non soltanto realmente presente nel tabernacolo, nella presenza infinitamente grande dell’Eucaristia, ma che ci è accanto anche nelle nostre case, quando preghiamo o amiamo, negli ospedali attraverso l’opera di quei medici e di tutti coloro, infermieri e volontari, che con Lui stanno cercando di salvare tanti malati, perché Dio agisce attraverso di noi quando compiamo il bene.

Cristo è accanto a noi, ora, nelle nostre case, come sempre, e ci aiuta con il suo Spirito ad essere uniti anche se distanti, perché è Lui che ci unisce per essere una cosa sola nel suo amore.

L’invito che rivolgiamo a voi catechiste e alle famiglie del catechismo è di pregare con noi, accendendo ogni giorno un cero nelle vostre case, pregando con i vostri Sacerdoti, che continuano a celebrare la Messa per voi, tutti insieme, uniti in Cristo, per proseguire il cammino di crescita nella fede. Una preghiera con il cuore, perché il contagio si arresti, i malati guariscano e tutto torni alla normalità, una preghiera perché la salvezza di Cristo raggiunga, converta e salvi ogni uomo sulla Terra.

Il nostro messaggio per dirvi che la Chiesa con il vostro Vescovo, i vostri Sacerdoti è con voi e soprattutto il Signore Gesù Cristo è presente accanto a ciascuno di noi per salvarci, nella certezza di quanto ci dicono i bambini attraverso i loro disegni che “Tutto andrà bene”, perché il Signore opera nella storia del mondo.

L’Ufficio Catechistico Diocesano – Responsabile Don Valerio D’Amico