Concluse le celebrazioni della Pasqua nella solennità di Pentecoste, tra la solennità della SS. Trinità e quella del Cuore SS. di Gesù la Liturgia celebra la solennità del Corpus Domini, un tempo vissuta con pubbliche, imponenti manifestazioni. E’ occasione di riflettere sul mistero eucaristico. Ci può aiutare il testo della catechesi del S. Padre Francesco che già ho proposto nel corso di quest’anno offrendo la sintesi delle catechesi del Papa sulla S. Messa.
+ Edoardo, Vescovo
«La Messa è il memoriale del Mistero pasquale di Cristo. Ci rende partecipi della sua vittoria sul peccato e la morte, e dà significato pieno alla nostra vita. Per questo, per comprendere il valore della Messa dobbiamo innanzitutto capire il significato biblico del memoriale. Esso non è soltanto il ricordo degli avvenimenti del passato, ma li rende in certo modo presenti e attuali. La Messa è il memoriale della Pasqua di Gesù. Non è soltanto un ricordo: no, è di più: è fare presente quello che è accaduto 20 secoli fa.
L’Eucaristia ci porta al vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, come ha fatto sulla croce, così da rinnovar il nostro cuore, la ns esistenza. Partecipare alla Messa, in particolare alla domenica, significa entrare nella vittoria del Risorto, essere illuminati dalla sua luce, riscaldati dal suo calore.
Attraverso la celebrazione eucaristica lo Spirito Santo ci rende partecipi della vita divina che è capace di trasfigurare tutto il nostro essere mortale. Nella Messa si fa Pasqua, stiamo con Gesù, morto e risorto. Nella Messa ci uniamo a Lui. Anzi, Cristo vive in noi e noi viviamo in Lui. Nell’Eucaristia Egli vuole comunicarci il suo amore pasquale, vittorioso. Se lo riceviamo con fede, anche noi possiamo amare veramente Dio e il prossimo, possiamo amare come Lui ha amato noi, dando la vita. Solo se sperimentiamo questo potere di Cristo, il potere del suo amore, siamo veramente liberi di donarci senza paura. Questo è la Messa: entrare in questa passione, morte, risurrezione, ascensione di Gesù; quando andiamo a Messa è come se andassimo al calvario. La partecipazione all’Eucaristia ci fa entrare nel mistero pasquale di Cristo, donandoci di passare con Lui dalla morte alla vita, cioè lì nel calvario».
«La Preghiera eucaristica, che qualifica la celebrazione della Messa e ne costituisce il momento centrale, ordinato alla santa Comunione, corrisponde a quanto Gesù stesso fece, a tavola con gli Apostoli nell’Ultima Cena, allorché “rese grazie” sul pane e poi sul calice del vino: il suo ringraziamento rivive in ogni nostra Eucaristia, associandoci al suo sacrificio di salvezza. In questa solenne Preghiera la Chiesa esprime ciò che essa compie quando celebra l’Eucaristia e il motivo per cui la celebra: fare comunione con Cristo realmente presente nel pane e nel vino consacrati.
Vi è poi l’invocazione dello Spirito affinché con la sua potenza consacri il pane e il vino. L’azione dello Spirito Santo e l’efficacia delle stesse parole di Cristo proferite dal sacerdote, rendono realmente presente, sotto le specie del pane e del vino, il suo Corpo e il suo Sangue, il suo sacrificio offerto sulla croce una volta per tutte. Gesù in questo è stato chiarissimo: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”. È Gesù stesso che ha detto questo. Noi non dobbiamo fare pensieri strani… È il corpo di Gesù; è finita lì! La fede ci viene in aiuto, e crediamo».
«La celebrazione della Messa è ordinata alla Comunione. Dopo aver spezzato il Pane consacrato, cioè il corpo di Gesù, il sacerdote lo mostra ai fedeli, invitandoli a partecipare al convito eucaristico: “Beati gli invitati alla Cena del Signore: ecco l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo”. Noi volgiamo lo sguardo all’Agnello di Dio e lo invochiamo: “O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato”.
Se siamo noi a muoverci in processione per fare la Comunione, in realtà è Cristo che ci viene incontro per assimilarci a sé.
Secondo la prassi ecclesiale, il fedele si accosta normalmente all’Eucaristia in forma processionale, e si comunica in piedi con devozione, oppure in ginocchio, come stabilito dalla Conferenza Episcopale, ricevendo il sacramento in bocca o, dove è permesso, sulla mano, come preferisce.
Dopo la Comunione, a custodire in cuore il dono ricevuto ci aiuta il silenzio, la preghiera silenziosa. Allungare un po’ quel momento di silenzio, parlando con Gesù nel cuore ci aiuta tanto, come pure cantare un salmo o un inno di lode che ci aiuti a essere con il Signore».