Omelia nella Festa Patronale di S. Giacomo Apostolo Rivarolo C.se, chiesa parrocchiale di S. Giacomo, 25 Luglio 2021

25-07-2021

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

1. Nel Vangelo (Gv 6,1-15) di questa domenica in cui ricorre per la vostra Parrocchia la Festa Patronale di san Giacomo, l’Apostolo non è in primo piano, ma c’è… Mentre in spirito ci rechiamo pellegrini a Compostela, dove quest’anno è Anno Santo Giacobeo, come sempre quando il 25 di Luglio cade di domenica, noi proviamo a cercarlo, san Giacomo, nel racconto evangelico.
Intorno a Gesù vediamo una folla: “lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi” abbiamo ascoltato. Ma vediamo anche i discepoli del Signore: “si pose a sedere con i suoi discepoli”. Giacomo è uno di essi e partecipa – sia pure in modo diverso da Filippo e Andrea – all’evento in cui Gesù con i “cinque pani d’orzo e due pesci” del ragazzino che era là diede da mangiare abbondantemente a “circa cinquemila uomini”.
Giacomo non è in primo piano, ma partecipa perché vede, ascolta, impara… Vide quel ragazzino che aveva messo a disposizione il poco che aveva, vide il miracolo della moltiplicazione, sicuramente mangiò anche lui del dono del Signore, assistette al rifiuto categorico di Gesù di essere fatto re, e forse, proprio lì, iniziò a rendersi conto che Gesù non era uno che cercava consensi politici per instaurare un regno in questo mondo… Il cammino della sua formazione – anche su questo aspetto fondamentale – sarà lungo e non facile: ancora nell’ultima Pasqua di Gesù, quella della Sua morte e risurrezione, non era compiuto totalmente: mentre il Maestro saliva a Gerusalemme, Giacomo, infatti, insieme a suo fratello Giovanni e alla loro madre, ancora chiederà i primi posti nel Regno, facendo indignare gli altri Apostoli, i quali, comunque non erano poi così immuni da tali prospettive se Gesù, rispondendo alla richiesta, richiamò tutti loro…
Il cammino di formazione è stare con Gesù, condividere il suo cammino; imparare da ciò che da Gesù si ascolta e vedere come Egli agisce; cambiare modo di pensare. Anche per Giacomo, come per tutti gli altri, non fu facile, pur appartenendo ai discepoli e, all’interno di questo gruppo, appartenendo al gruppo speciale dei Dodici Apostoli, i quali non sono separati dalla folla, dalla gente, come Gesù talvolta la chiama. Gesù è inviato a tutti; appartenere al gruppo speciale non è separazione, abbandono della folla, ma essere coinvolti, a titolo particolare, nell’opera di Gesù a favore di tutti. La distinzione che c’è tra questi e la folla sta nel seguire Gesù con la consapevolezza che il Maestro li fa “diventare pescatori di uomini”, li invia a tutti.

2. Giacomo, figlio di Zebedeo e di Salome (probabilmente una delle donne che stavano sul Calvario al momento della morte in croce di Gesù), era di Betzaida, pescatore del Lago di Tiberiade nella ditta di suo padre e in società con Simon Pietro. Come suo fratello Giovanni, doveva essere un temperamento forte se Gesù soprannominò entrambi Boanerghes, “figli del tuono”; nel gruppo dei Dodici appare in una posizione di rilievo insieme a Simon Pietro e a Giovanni: fu infatti uno dei tre apostoli che Gesù portò con sé in circostanze speciali: sul monte della trasfigurazione; e nell’Orto degli Ulivi, la notte del tradimento.
La Pentecoste che portò alla comunità apostolica il dono dello Spirito Santo e lanciò gli Apostoli nella missione nel mondo intero, come Gesù aveva chiesto, mise in moto anche Giacomo come annunciatore del Vangelo.
Secondo una antica tradizione egli andò in Spagna e poi ritornò a Gerusalemme, dove, agli inizi degli anni 40, il re Erode Agrippa I “cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa, e fece uccidere di spada Giacomo fratello di Giovanni”. Tra gli Apostoli, Giacomo fu così il primo ad essere martirizzato, bevendo il calice che Gesù aveva preannunciato.
I suoi discepoli – sempre stando alla antica tradizione – portarono il suo corpo sulle coste della Galizia, e qui, secoli dopo, fu prodigiosamente ritrovato. Iniziò allora il grande pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo, lungo “el Camino de Santiago” che diventò uno dei non piccoli elementi che contribuirono a costituire l’Europa, questo continente che di estende “dall’Atlantico agli Urali” fu culla di una straordinaria civiltà.

3. Insieme ai santi ed alle sante Patroni d’Europa, noi chiediamo oggi anche a san Giacomo, per gli uomini e le donne, per i Popoli e le Nazioni dell’Europa e per le attuali Istituzioni europee, la luce della sapienza e del buon senso che vediamo abbondantemente scarseggiare in tanti ambiti del pensare e del vivere.
Ad esempio, ma non è il solo, nelle decisioni di Bruxelles che hanno suscitato in molti preoccupazione e indignazione. Ho fatto pubblicare su settimanale diocesano il coraggioso testo del Vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, intitolato: “Vita, famiglia e libertà stanno ancora a cuore all’Europa?”.
Scrive questo mio confratello e, facendone pubblicare le riflessioni, dichiaro tutta la mia adesione: “In queste ultime settimane da ciò che sta accadendo in Europa e in Italia, nasce una domanda: ma che futuro vogliamo costruire per la nostra società e per le generazioni che stanno crescendo? […] Giovedì 24 giugno il Parlamento europeo ha approvato, con 378 voti favorevoli e 255 voti contrari, la risoluzione che definisce diritto alla salute anche l’aborto, con un attacco frontale all’obiezione di coscienza, considerata come mera negazione di prestazione medica, e alla «disinformazione» dei movimenti per la vita: la risoluzione afferma che il diritto alla salute – e nello specifico i diritti alla salute sessuale e riproduttiva – è un pilastro fondamentale dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere, senza nessuna menzione del diritto alla vita del concepito.
Mentre l’Europa vive un preoccupante declino demografico, aggravato dalla pandemia del Covid, il Parlamento europeo approva un testo che racchiude una visione della vita, della sessualità, dell’educazione sessuale da diffondere nelle scuole, realmente inquietante, dove si tende a comprimere il diritto primario dei genitori e delle famiglie a educare i propri figli su questi temi così delicati e gravi e dove si avverte la chiara imposizione di un “pensiero unico”.
Vita umana, famiglia come soggetto educativo e grembo fecondo di nuove generazioni – delle quali già si avverte il vuoto – e libertà di dissentire dal pensiero dominate: questi sono i beni oscurati e minacciati oggi in Europa e nel nostro mondo ‘sviluppato e moderno’”.

Carissimi Fratelli e Sorelle, rinnoviamo la preghiera iniziale della S. Messa: “Dio Onnipotente ed eterno, tu hai voluto che san Giacomo, primo fra gli Apostoli, sacrificasse la vita per il Vangelo; per la sua gloriosa testimonianza conferma nella fede la tua Chiesa e sostienila sempre con la tua protezione”.
Sia lodato Gesù Cristo.