Omelia Santuario di N. S. Regina del Monte Stella Ivrea, 8 maggio 2020

08-05-2020

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

Mentre ancora partecipiamo alla Celebrazione della S. Messa solo uniti spiritualmente, e ancora nell’attesa di ritornare alla necessaria partecipazione piena, vorrei in questo caro Santuario del Monte Stella, sotto lo sguardo di Maria, Aurora della Redenzione e partecipe come nessun altro del Mistero di Cristo, ricordare –per offrirlo a Lei – quanto abbiamo vissuto in questo tempo segnato da grande sofferenza, ma anche, per tanti, da un fiorire di preghiera e di rinnovata fiducia nell’Amore di Dio che mai viene meno e ci sostiene nelle prove dolorose che permette, secondo un sapiente piano di salvezza.

Mentre ancora presentiamo alla Vergine Santa i malati, coloro che li servono, e le tante necessità materiali e spirituali della nostra società, bisognosa di profondi cambiamenti di prospettiva, a partire da un ragionevole ritorno a Dio, chiediamo alla Madre della Divina Grazia, al cui Cuore Immacolato, fin dai primi giorni, ho rinnovato la Consacrazione della Diocesi, di sostenerci con la Sua forza materna, come ha fatto finora.

Domenica scorsa, nella Messa in Cattedrale, ho espresso tutta l’amarezza nel constatare che l’Autorità dello Stato non aveva concesso di riprendere, nella cosiddetta “fase 2”, la celebrazione della S. Messa con la presenza dei fedeli, pur avendo avuto dalla Conferenza Episcopale Italiana assicurazione che tutte le norme di protezione anti-contagio sarebbero state osservate.

Immediatamente, e in termini inequivocabili, la Conferenza Episcopale aveva dichiarato il proprio disaccordo sulla decisione dello Stato. Passarono giorni in cui l’amarezza fu accresciuta anche da atteggiamenti che fecero pensare alla mancanza di una linea comune nella Chiesa, e in particolare nella Gerarchia… Ieri, finalmente, l’accordo con lo Stato si è raggiunto: dal 18 maggio le S. Messe potranno riprendere nelle nostre chiese con la presenza dei fedeli, sia pure in numero limitato a causa della valanga di minuziose norme precauzionali.

In tutta la prima fase del contagio ci siamo adeguati responsabilmente, ma certo con dolore, alle pesanti limitazioni imposte dall’Autorità civile… In quei giorni ho invitato tutti a chiedere a Dio, per l’intercessione potente della Vergine Santissima e dei nostri Santi Patroni, la grazia di un profondo risveglio della fede e, con essa, della speranza e della carità. “Che questo tempo di prova – scrivevo nel Messaggio dell’8 marzo alla Diocesi – ci trovi aperti ad un cammino di vera conversione: al cambiamento del modo di pensare (cfr. Mc,1,15) che è la sorgente di un diverso modo di vivere”.

Abbiamo attivato servizi di trasmissione delle celebrazioni; abbiamo invitato a intensificare la preghiera nell’ambiente domestico, in unione spirituale (che non significa “virtuale”!) con le nostre comunità: ci sono stati anche momenti forti di preghiera a cui tutta la Diocesi è stata invitata. Ho chiesto che si suonassero le campane per far sentire la voce della Chiesa che chiamava ad unirsi da casa a questi momenti e, in particolare, alla S. Messa che ho chiesto i Sacerdoti di celebrare ogni giorno, anche nella forzata assenza della gente… Ogni domenica al termine della S. Messa che ho celebrato in Cattedrale ho impartito dal sagrato alla Città e alla Diocesi la Benedizione con il SS. Sacramento: Benedizione Eucaristica che anche ogni giorno feriale ho dato dalla cappella del Vescovado dopo aver celebrato la S. Messa. Fin da subito – dicevo – ho rinnovato la Consacrazione della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria ed ho invitato i fedeli a unirsi in questo atto; ci siamo affidati alla intercessione dei nostri Santi, in particolare di S. Giuseppe. Ho cercato di essere vicino ai fedeli della Diocesi ogni giorno anche con piccoli interventi videotrasmessi, per offrire uno spunto di riflessione sul Vangelo del giorno e sul valore della S. Messa, sul significato di gesti e parole della celebrazione che meritano da parte di tutti una maggiore attenzione: il valore, per esempio, della partecipazione interiore, dal momento che la S. Messa è mistero a cui si partecipa con l’anima prima ancora che con i gesti del corpo, poiché essi o sono interiormente vissuti, o sono gesti e basta… Chiedendo al Signore che la prova dolorosa passasse ma non passasse invano, abbiamo pregato affinché la terribile situazione dell’epidemia diventasse occasione di crescita, anche sotto l’aspetto della pratica della fede.

Oggi, con la Supplica alla “Augusta Regina delle Vittorie, Sovrana del cielo e della terra”, chiediamo a Maria ciò che fin dall’inizio Le abbiamo chiesto con la preghiera che ho suggerito nel mio Messaggio alla Diocesi e che qui torno a rivolgerle:

“Regina e Madre nostra, noi ci consacriamo e ci affidiamo al Tuo Cuore Immacolato!

Facci comprendere, o Madre, che solo la santità ci rende interessanti al mondo, e che, senza di essa, ogni altra impresa non lascia traccia. Strappa da noi le illusioni vane! Illumina le menti con la luce della Verità, riscalda i cuori con la fiamma della Pentecoste.

Conferma i sacerdoti nell’impegno di configurarsi a Cristo Pastore. Sostieni le nostre comunità, le famiglie, i singoli nella fedeltà al Vangelo. Favorisci e proteggi il sorgere delle vocazioni sacerdotali e religiose, la vita laicale vissuta come autentica vocazione ad animare cristianamente le realtà terrestri.

Aiuta il tuo popolo ad uscire da un clima di secolarizzazione che ottunde le menti e rattrista la vita. Donaci il gusto dell’adorazione a Dio, dell’umiltà evangelica, dei principi a cui non si può rinunciare senza che vada perduto il senso stesso della vita!

Ancora e sempre, noi confidiamo in Te, nostra Madre!”.

Buon cammino, carissimi, sotto lo sguardo e nel Cuore di Maria!

Non sia turbato il vostro cuore” ci dice oggi Gesù nel Vangelo.

Sia lodato Gesù Cristo!