Omelia per l’Ingresso parrocchiale di Don Gianni Malberti, F.S.C.B. Ivrea, chiesa di S. Lorenzo, 29 Ottobre 2023

29-10-2023

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

  1. È una preghiera davvero essenziale quella che la Liturgia ha messo sulle nostre labbra, all’inizio della S. Messa, in questa domenica in cui accogliete il nuovo Parroco: 

Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi”. 

Abbiamo chiesto al Signore la grazia di crescere nella fede, nella speranza e nella carità, le tre virtù fondamentali del cristiano che sono dette “teologali” perché è il Signore stesso che le infonde in noi nel S. Battesimo, ma come un seme che deve svilupparsi; e qui entriamo in gioco noi…: il seme si sviluppa e cresce, con l’aiuto di Dio, nella misura in cui noi accogliamo e amiamo il dono che ci è stato fatto. 

 Fede, speranza e carità sono la vita nuova del cristiano che Dio ci offre attraverso il Suo Figlio e che noi, nella nostra fragilità di creature, viviamo sorretti da Lui nell’impegno – ci ha detto l’Apostolo nella II Lettura (1Ts 1,5-10) – di «convertirci dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio Gesù, che egli ha risuscitato dai morti». 

Nel Vangelo di questa domenica (Mt 22,34-40) Gesù ci presenta questa vita nuova: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

«Tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente»: Dio ci chiama ad amare non “a modo nostro”, ma a modo Suo; l’amore che ci propone comporta un cammino di crescita: guardando a se stesso san Paolo ci dice: «Non ho certo raggiunto la mèta; mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo» (Fil. 3,12).

Raggiungere Cristo che già ci ha raggiunti con il dono della salvezza, già ci tiene tra le Sue braccia! È in questa corsa che si sviluppa la vita nuova che ci è stata donata e noi cresciamo. Ancora san Paolo: «Affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini che tende a trarre nell’errore, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui» (Efes 4, 14-15): «fino a quando Cristo sia formato in noi» (Gal 4,19).  

È per questo, Amici, che esiste la Chiesa, la comunità dei salvati in cui si compie la nostra crescita in Cristo; ed è per questo che nella Chiesa esiste il Sacerdozio, istituito dal Signore con il suo triplice compito: l’annuncio del Vangelo, la santificazione mediante i Sacramenti, la guida della comunità nel cammino della salvezza.      

Il nostro sguardo è rivolto dunque a Lui, al Signore Gesù, al quale, poco fa, abbiamo ripetuto ancora una volta: Lode a te, o Cristo”, affermando, con questo “Tu” che Gli diciamo, che Lui non è qui come un ricordo, ma è presenza viva in mezzo a noi; e che è quanto abbiamo di più caro, poiché – lo diciamo ancora con san Paolo –  «Mihi vivere Christus est» (Fil 1, 21): per me vivere è Cristo; la mia vita è Lui!

2. In Lui, in Cristo Gesù, saluto tutti voi, carissimi Parrocchiani di S. Lorenzo e con voi saluto don Renzo che rimane e don Piero che parte. Fin dal momento in cui ha accettato la cura della vostra Parrocchia, don Piero mi aveva chiesto di lasciarlo libero al compimento dei suoi 75 anni… Sono riuscito a farlo solo ora, ma non va “in pensione”: continua il suo ministero nelle Parrocchie di Torre Balfredo e del Bessolo, in Cattedrale come canonico e nella Scuola diocesana di Teologia….

Un saluto oggi ed un grazie speciale è per don Gianni, venuto nella nostra diocesi come dono della comunità dei Missionari di S. Carlo, dopo una lunga esperienza pastorale nelle Parrocchie della Maremma e, prima ancora, a Novosibirsk, nella profonda Siberia, al servizio dei Cattolici che da tanto tempo erano privi di cura pastorale. 

Due anni fa, giungendo tra noi, aveva detto: «Vado in diocesi di Ivrea con un grande desiderio: abbracciare questa nuova dimensione e amarla». 

Grazie, don Gianni! Nel tuo servizio in Valle Sacra hai mostrato che le tue parole non erano di circostanza! E sono certo che questo è anche il cuore con cui vieni a S. Lorenzo.

Ai tuoi nuovi parrocchiani chiedo di accoglierti in questa luce, nella consapevolezza che il Sacerdote c’è per e per servire i fratelli. Le due dimensioni sono inscindibilmente unite… Tutto il resto discende di qui!

Carissimi Parrocchiani, siamo tutti chiamati (tutti! Preti e Laici) a rinnovare la nostra fede amando Cristo con nuovo slancio in un rapporto vero di comunione con Lui: nell’ascolto della Sua Parola, nell’accogliere la novità che Egli opera attraverso i Sacramenti, in particolare nell’Eucarestia, culmine e fonte di tutto il vivere: fonte anche dell’amore fraterno che, tra le tante sue espressioni, ha le forme della sincera e generosa collaborazione all’interno di ogni singola comunità, ma anche con le altre comunità cristiane. Ivrea supera ormai di poco i 22.000 abitanti ed ha 7 Parrocchie… Si può ragionevolmente pensare che nel prossimo futuro esse avranno tutti i Parroci che hanno finora? Le Parrocchie dovranno imparare a collaborare tra loro rifiutando quella mondanità di cui parla speso Papa Francesco, e che è, fondamentalmente, il cedimento allo “spirito del mondo”.

In un tempo in cui vediamo infrangersi le certezze più elementari, e vediamo le emozioni passeggere prendere il sopravvento sulla ragione, abbiamo bisogno di rinnovare la nostra fede accogliendo dal rapporto di comunione con Cristo il Suo modo di pensare, sentire, vedere e agire: anche attraverso il sano esercizio della ragione: la ragione che non si chiude in se stessa e nei limiti della visione puramente empirica delle scienze, ma è capace di riconoscere in Dio, nel Dio di Gesù Cristo, il senso della vita. 

Carissimi Fratelli e Sorelle, il motivo per cui, in occasione dell’ingresso dei nuovi Parroci, lascio a loro di presiedere la S. Liturgia è per sottolineare il valore del Parroco nella comunità che gli è affidata. Non è un funzionario mandato a dirigere la filiale di una organizzazione: è il Pastore chiamato, in virtù del Sacramento dell’Ordine che ha ricevuto, a compiere l’opera di Cristo e a guidare la comunità cristiana in comunione col Vescovo e tutta la Chiesa.

A questa luce don Gianni – ne sono certo – prende possesso del suo incarico lasciando che esso prenda totalmente possesso di lui; a questa luce voi lo accogliete e prendete possesso di lui in ciò che egli è mandato a compiere.  

A tutti buon cammino, di cuore! 

Maria, Madre della Chiesa, Aiuto dei cristiani, ci accompagna e prega per noi. I santi diaconi Lorenzo e Stefano, con la testimonianza della loro vita donata a Cristo e ai fratelli fino al martirio, ci indicano il cammino della fedeltà al Signore e ci ricordano che nella comunione fraterna e nella missione si vive la una vera partecipazione alla vita della Chiesa, Popolo santo di Dio e Corpo di Cristo Signore.

“Lode a te, o Cristo”!

 Sia lodato Gesù Cristo!