Omelia nell’Ordinazione dei Diaconi Permanenti Strambino, chiesa parrocchiale, 18 Marzo 2023

18-03-2023

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sacerdoti, Diaconi e Laici, 

e carissimi ordinandi Diaconi Permanenti, 

Sia lodato Gesù Cristo! 

1. Il più cordiale saluto rivolgo innanzitutto alle Spose e alle Famiglie di Angelo, Elio, Emanuele, Fiorenzo, Franco, Luca, Massimiliano, Maurizio, Moreno, alle quali desidero dire: Grazie per questo dono! Non perderete nulla di quanto essi finora sono stati nel rapporto con voi. Il Sacramento del Matrimonio su cui poggia l’amore e la vita famigliare che gli Ordinandi Diaconi hanno vissuto e vivono non viene intaccato dalla nuova consacrazione che ora ricevono… Rimarranno sposi e padri e membri della loro famiglia. Hanno detto “sì” ad un servizio, ma con il vostro consenso; e la Chiesa – che ai suoi Preti celibi chiede il dono di sé senza riserve – non lo chiede nella stessa forma ai Diaconi Permanenti. Vivere il Sacramento del Matrimonio – per quelli che sono sposati – è e rimane la prima vocazione. La generosità della Famiglia nel fare spazio al servizio diaconale, sarà di beneficio alla Famiglia stessa nella misura in cui il vostro congiunto sarà un autentico Diacono, e lo sarà non senza di voi e nel rispetto delle esigenze della sua Famiglia che ha sempre il primo posto. Grazie per questo dono!

2. È giorno di grande festa oggi per la nostra diocesi, un anticipo mattutino della gioia speciale a cui la Chiesa ci inviterà questa sera, quando, con i Primi Vespri, entreremo nella domenica chiamata “LaetareRallégrati” poiché siamo giunti a metà del cammino quaresimale e la Chiesa, esultante, guarda alla Pasqua ormai vicina. 

La vostra Ordinazione diaconale, carissimi Ordinandi, si celebra in questo clima, e noi ringraziamo il Signore che ci ha indicato nel rapporto sincero con Lui la sorgente della vera gioia e la modalità di sperimentarla: «Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti» ci ha detto il Signore nella I Lettura (Os, 6,1-6); e nel Vangelo (Lc18, 1.6), con la parabola dei due uomini saliti al Tempio a pregare, Gesù stesso ha messo davanti ai nostri occhi chi davvero vive questo rapporto che è il cuore di tutta la nostra esistenza.

Nella solenne semplicità dell’Ordinazione – in cui Dio prende la vostra vita e vi fa diaconi, servi del Suo Amore, al servizio degli uomini, la Chiesa innalza a Dio questa preghiera: 

«Dio onnipotente, sorgente di ogni grazia, per mezzo del tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore, Tu compi nel tempo l’eterno disegno del tuo amore Effondi in questi nostri fratelli lo Spirito Santo, perché compiano fedelmente l’opera del ministero. Siano pieni di ogni virtù: sinceri nella carità, premurosi verso i poveri e i deboli, umili nel loro servizio, retti e puri di cuore, vigilanti e fedeli nello spirito… Forti e perseveranti nella fede, siano immagine del tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giungano con lui alla gloria del Tuo Regno. Per opera dello Spirito Santo tu hai formato la Chiesa, corpo del Cristo, varia e molteplice nei suoi carismi, articolata e compatta nelle sue membra; così hai disposto che mediante i tre gradi del ministero da te istituito cresca e si edifichi il nuovo tempio».

Voi sapete bene, carissimi Ordinandi, che non siete qui a ricevere un’onorificenza, un riconoscimento al merito… È a donare voi stessi che il Signore vi chiama!

La Chiesa perciò vi interroga pubblicamente e vi chiede di rispondere con un deciso «Lo voglio, con l’aiuto di Dio lo voglio» che impegna la vostra vita, ma che impegna anche la Comunità cristiana a vedere rettamente che cosa deve cercare nel vostro servizio, dal momento che non siete ordinati per servire i gusti o i capricci di questo o di quello, ma l’opera della salvezza che il Signore compie. 

Le domande che la Chiesa vi rivolge sono incalzanti e precise: le udiremo fra poco, ma già qui desidero sottolinearne tutta l’importanza:

«Vuoi essere consacrato al ministero nella Chiesa per mezzo dell’imposizione delle mie mani con il dono dello Spirito Santo?» 

Vuoi essere consacrato? C’è una consacrazione, un atto di Dio, alla base del vostro ministero, non solo una generosa volontà umana di mettersi al servizio.

«Vuoi esercitare il ministero del diaconato con umiltà e carità in aiuto dell’ordine sacerdotale, a servizio del popolo cristiano?» 

Umiltà è mettersi sotto lo sguardo di Dio, assumendo la Sua visione sulla realtà; e carità è l’amore di Dio effuso nei nostri cuori, l’amore che tutti abbraccia, senza preferenze di persone.

«Vuoi, come dice l’Apostolo, custodire in una coscienza pura il mistero della fede, per annunziarla con la parola e con le opere, secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa?» 

Non si custodisce nulla automaticamente: si custodisce nella misura in cui si cresce in ciò che ci è dato!   

«Vuoi custodire e alimentare lo spirito di orazione e adempiere fedelmente l’impegno della Liturgia delle ore, insieme con il popolo di Dio per la Chiesa e il mondo intero?» 

L’indispensabile ascolto di Dio e il colloquio con Lui; non a morsi o strappi, ma in un rapporto di vera comunione. 

«Tu che sull’altare sarai messo a contatto con il corpo e sangue di Cristo vuoi conformare a lui tutta la tua vita?» 

Conformarsi a Cristo non è una “pia pratica”; è l’impegno fondamentale che trae origine dal nostro Battesimo.

E infine: «Prometti a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza?» 

Carissimi Ordinandi, nella doverosa e attenta considerazione delle vostre esigenze familiari e professionali, il vostro servizio alla Diocesi sarà là dove il Vescovo – questo che vi ordina e i suoi successori sulla Cattedra Eporediese – ne vedrà la necessità. Dovremo tenerne conto tutti, anche i Preti della Diocesi.

Venendo qui a ricevere l’Ordinazione liberamente, quel «Sì, lo voglio» già l’avete detto nel vostro cuore; fra poco lo direte pubblicamente alle domande che la Chiesa pubblicamente vi rivolgerà. 

Vi auguro buon cammino con l’habitus che è ben di più della stola e della dalmatica di cui sarete rivestiti: è la disposizione-base in cui esercitare il compito a cui il Signore vi ha chiamati e che la Chiesa vi affida. 

Portate in voi la Parola del Signore che abbiamo ascoltato; e anche quella che, in nome Suo, la Chiesa pronuncerà nella preghiera di Ordinazione e nelle impegnative domande. 

Prima del fare c’è l’essere. Siete Diaconi di Cristo per servire nell’amore Suo i vostri fratelli, a partire dalla vostra Famiglia!

Buon cammino! 

Sia lodato Gesù Cristo!