Omelia nella S. Messa per l’accoglienza dei nuovi Membri dell’Ordine del S. Sepolcro Ivrea, Cattedrale, 16 Giugno 2024

16-06-2024

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

Sono lieto di accogliere in questa Cattedrale, nella S. Messa domenicale, i membri canavesani dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme, alcuni dei quali entrati a farne parte domenica scorsa con la solenne investitura officiata a Milano dal Gran Priore S. E. mons. Maurizio Malvestiti, alla quale ho avuto la gioia di essere presente.

Questo antico Ordine Equestre, al quale da molti anni e con grande convinzione ho l’onore anch’io di appartenere, è un’istituzione laicale posta sotto la diretta guida e protezione della Santa Sede.

Presente in molte nazioni del mondo, conta attualmente 30.000 membri nei cinque Continenti. Inserito al cuore della vita della Chiesa Cattolica della quale è a servizio, vive all’interno delle diverse diocesi e lavora a stretto contatto con la Chiesa Universale in unione di preghiera e comunione di intenti, impegnandosi ad essere esempio di vita cristiana e a sensibilizzare sulla necessità di sostenere la “Chiesa madre” in Terra Santa, coltivando un particolare legame di amore e di dedizione per essa. È composto da Cavalieri e Dame che hanno a cuore, in modo speciale, il destino di questa amata Terra e si adoperano a “sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni cultuali, caritative, culturali e sociali del Patriarcato Latino in Terra Santa”.

Nei confronti di questa benemerita Istituzione i Papi – che in alcuni tempi furono essi stessi Gran Maestro (cioè Capo) dell’Ordine – sempre mostrarono la loro attenta considerazione e espressero all’Ordine sentimenti di gratitudine e di stima.

Ancora recentemente, lo scorso anno, Sua Santità Papa Francesco – a proposito della formazione permanente dei membri – ricordava e lodava «le quattro linee direttive che possiamo vedere rappresentate nel segno della Croce che spicca evidente sui vostri mantelli e che anima la vostra spiritualità. Essa con il suo braccio orizzontale vi ricorda l’impegno a far sì che la dedizione a Cristo crocifisso e risorto abbracci tutta la vostra vita, e nella carità vi renda vicini ad ogni fratello e sorella; mentre con quello verticale, ben piantato per terra e rivolto al cielo, vi richiama alla irrinunciabile complementarietà, nel vostro cammino, tra vita di preghiera e servizio dei fratelli, attento, qualificato, ben radicato nelle realtà in cui operate, rivolto al bene totale della persona… Con respiro universale siete chiamati ad essere Ordine che, forte della propria identità, partecipa al mistero della carità nel modo più bello, aperto e disponibile, pronto ad assumere quei servizi che il Signore richiede attraverso i bisogni dei fratelli: dall’educazione dell’infanzia nelle scuole alla solidarietà concreta con le categorie più fragili, come gli anziani, i malati, i rifugiati. Il Sepolcro vuoto, di cui per vocazione da secoli vi impegnate ad essere speciali Custodi, è in questo senso soprattutto segno dell’amore senza confini del Crocifisso; è segno della vittoria del Risorto in cui anche noi troviamo la vita (cfr Rm 6,8-9) e della potenza del Mistero del suo Corpo e del suo Sangue che ci unisce tutti come sue membra (cfr 1 Cor 10,17).

La Vergine Maria, da voi invocata con il titolo di Regina della Palestina, vi assista sempre nella vostra missione. Di cuore vi benedico».

 

  1. Carissimi Fratelli e Sorelle, per l’amore che tutti noi abbiamo e dobbiamo avere per la Terra Santa, fin dal mio arrivo a Ivrea ho tanto desiderato che il piccolo numero di Cavalieri esistenti in Diocesi aumentasse e che il servizio alle attività pastorali della Chiesa nella Terra di Gesù trovasse nuovi, entusiasti collaboratori. Ringrazio di cuore quelli che oggi ci sono e prego il Signore che il loro numero aumenti, non per terreni desideri di potenza, ma per quanto Gesù ci ha detto oggi nel Santo Vangelo (Mc 4, 26-34): «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce… Il regno di Dio è come un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, ma, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto».

L’invito dell’Apostolo a «camminare nella fede e ad essere pieni di fiducia, a sforzarci di essere a Dio graditi, per comparire davanti al tribunale di Cristo, e ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute» (cf. 2Cor. 5, 6-10) lo rivolgo oggi in particolare ai membri dell’Ordine, ma sappiamo che è rivolto a tutti; come sul cammino di tutti getta luce la preghiera che abbiamo rivolto al Signore all’inizio della S. Messa: «O Dio nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto; soccorrici sempre con la tua grazia, perché possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere».

Buon cammino, carissimi Cavalieri e Dame del S. Sepolcro. Oso dirvi che io con voi ci sarò anche al termine del mio servizio in Diocesi.

Sia lodato Gesù Cristo!