Omelia nel 10° anniversario di Ordinazione presbiterale di don Giuseppe Sciavilla Ivrea, Cattedrale, 28 Giugno 2024

28-06-2024

Sia lodato Gesù Cristo!

  1. A tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, un cordiale saluto e grazie per la vostra presenza così numerosa!

Un saluto particolare però è oggi per don Giuseppe che, in questa Cattedrale, dieci anni fa, proprio in questo giorno, riceveva il dono dell’Ordinazione presbiterale.

Carissimo don Giuseppe, sono davvero lieto  di vedere riunite oggi intorno a te tante persone con le quali, attraverso il tuo ministero, hai saputo instaurare un rapporto che è di servizio, ma anche di amicizia, di belle relazioni umane, vissute come Vicario parrocchiale di S. Maria Assunta, come Assistente di vari gruppi e associazioni ecclesiali, e come Sacerdote capace di entrare in rapporto anche con chi non fa parte di queste aggregazioni, ma lascia trasparire, in vari modi, il bisogno di qualcosa che forse non sa definire, ma che è il bisogno di Dio, iscritto nel cuore umano…

La missione della Chiesa, l’annuncio del Vangelo nella attuale società, esige oggi questa attenzione, questo sguardo rivolto anche al di là dei nostri consueti spazi di ministero, e io sono contento, don Giuseppe, che tu, senza trascurare il campo di quelli a noi più vicini, lo stia compiendo mentre svolgi anche il servizio di segretario vescovile.

Ricordare l’Ordinazione è per tutti occasione di innalzare a Dio il nostro grazie per il Sacerdozio, per questo grande “dono e mistero”, come diceva san Giovanni Paolo II… Ed è occasione di esprimere a Dio la nostra gratitudine per l’amore con cui ci ama e ci sostiene, e di rinnovare l’offerta di noi stessi a Lui e ai fratelli ricordando che per la salvezza di tutti il Signore Gesù ha versato il Suo Sangue e a tutti noi siamo inviati!

  1. La solennità dei Santi Pietro e Paolo, nella quale entriamo con questa S. Messa, mette davanti a noi queste due magnifiche figure di Apostoli, “colonne della Chiesa”, fondatori della Chiesa di Roma la quale presiede, per volontà di Cristo, a tutta la Chiesa pellegrina nel mondo, la «Una, Santa, Cattolica e Apostolica» che professiamo nel Credo.

Pietro con in mano le chiavi del Regno dei Cieli che Gesù gli ha consegnate, Paolo con la spada e il volume delle sue lettere, oggi li contempliamo nella luce del Cielo, fulgenti di gloria, ma sappiamo come a quella meta sono arrivati: hanno donato se stessi in un cammino di incessante conformazione a Cristo, un cammino che li ha condotti fino a dare la loro vita per amore di Lui: prima nel servizio e nella fatica quotidiana, poi nel sì totale alla richiesta del loro Signore: Pietro sulla croce, a testa in giù, nel Circo di Nerone che sarebbe diventato Piazza S. Pietro in Vaticano; e Paolo lungo la Via Appia, nel luogo dove fu decapitato.

Il ministero sacerdotale, carissimi Fratelli e Sorelle, è fonte di gioia ma sempre passa attraverso il dono di se stessi a Cristo e si compie nel non trattenere nulla di noi.

Questa, Amici, è la grazia che la vostra preghiera per i Sacerdoti deve incessantemente chiedere: che sappiano donarsi completamente a Cristo e alla missione che Cristo ha loro affidato: con lo slancio di Paolo (che abbiamo ascoltato nella II Lettura: Gal.1,11-20), con l’amore di Pietro (lo abbiamo ascoltato nel S. Vangelo: Gv.21,15-19): uno slancio ed un amore che non si lasciano abbattere dalla consapevolezza d nostra povertà, ma si reggono sulla forza di Cristo!

È di qui, Amici – dal rapporto con il Signore Gesù nella celebrazione della Santa Eucarestia, nell’ascolto della Sua parola, nella preghiera che deve segnare i vari momenti della nostra giornata, nel costante colloquio con Lui – che traiamo la forza per servire con generosità il popolo cristiano: i vicini e i lontani! Cercate nel Sacerdote innanzitutto l’uomo di Dio, attraverso il quale il Signore offre i Suoi doni preziosi: la Sua Parola di vita e i Sacramenti della salvezza! Questa è la missione del Sacerdote! Questo il motivo per cui esiste!

  1. Sull’orizzonte, Fratelli e Sorelle, si affaccia ormai l’Anno Santo. Papa Francesco ci ha detto che cosa la Chiesa si attende da noi in questo tempo speciale:

Nei mesi che ci condurranno all’apertura della Porta Santa con cui daremo inizio al Giubileo, vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia…Un Anno della preghiera dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, in quella della Chiesa e del mondo”.

Dobbiamo coltivare in noi il clima della preghiera nello scorrere delle ore, lungo le nostre giornate, nel bel mezzo delle nostre occupazioni, quando gli impegni rendono difficile dedicarci a più lunghi momenti di pausa: una invocazione, una parola di offerta, di lode, di ringraziamento mantiene vivo il nostro contatto con Dio e ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno per vivere, evitandoci di “vivacchiare” (B. Pier Giorgio Frassati).

Una bella pagina della “Spe salvi” di Papa Benedetto mi ha sempre colpito:

La vita umana è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per eccellenza, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche della luce di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata. E quale persona potrebbe, più di Maria, essere per noi stella di speranza? Lei che con il suo «sì» aprì a Dio la porta del mondo; lei che diventò la vivente Arca dell’Alleanza, in cui Dio si fece carne, divenne uno di noi, piantò la sua tenda in mezzo a noi!”.

Carissimo don Giuseppe, noi ringraziamo con te il Signore per il dono del Sacerdozio!

Carissimo Fratelli e Sorelle, grazie a tutti voi di far festa per questo dono!

Sia lodato Gesù Cristo!