Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!
- Sulla soglia della Quaresima, ogni anno ho ricordato un elemento fondamentale di qesto Tempo santo e del cammino che sale alla Pasqua: non è iniziativa nostra, ma di Dio, del Suo Amore p noi. La XChiesa ogni anno indice la Quaresima, ma proclamando la Parola del Signore che dice: “Ecco ora il giorno favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”.
Il ricordo di questa fondamentale dimensione della Quaresima ci fa comprendere che è profondamente gioioso questo Tempo Tp: la Quaresimama – diceva Papa Benedetto – è la festa dei 40 giorni; e il segno austero delle Ceneri, i canti e le melodie, lo stesso colore dei paramenti sacri ci parlano di serietà nell’impegno, ma non contraddicono affatto l’intima gioia di sapere che stiamo ricevendo un dono: la possibilità di un “nuovo inizio” la cui sorgente è in Dio; un dono di grazia che ci aiuta a prendere più viva coscienza dei nostri peccati e ad accogliere il perdono da cui ripartiamo rinnovati.
L’Amore ci viene incontro sulla via del nostro peccato e ne fa il luogo della salvezza. È di qui, da questa certezza che fiorisce in noi più intenso il desiderio di pregare, di ascoltare, di rispondere all’amore di Dio: preghiera, digiuno, elemosina.
- Nel Messaggio alla Dioc, ho richiamato quanto la Chiesa ci insegna nel “Catechismo della Chiesa Cattolica” (CCC): “L’appello di Gesù alla conversione e alla penitenza non riguarda anzitutto opere esteriori, ma la conversione del cuore, la penitenza interiore, senza la quale, le op di penit.za rimangono sterili e menzognere”… I gesti e le opere di penitenza ci preparano a chiedere e accogliere “il perdono dei nostri peccati che sono offesa a Dio, rottura della comunione con lui, e al tempo stesso con la Chiesa”.
Ho quindi sottolineato il valore del Sacramento del Perdono proponendo una bella catechesi del Santo Padre Francesco:
“Attraverso i Sacramenti dell’iniziazione cristiana – il Battesimo, la Confermazione e l’Eucarestia – l’uomo riceve la vita nuova in Cristo. Ora, tutti lo sappiamo, noi portiamo questa vita ‘in vasi di creta’, siamo ancora sottomessi alla tentazione, e, a causa del peccato, possiamo persino perdere la nuova vita. Per questo il Signore Gesù ha voluto che la Chiesa continui la sua opera di salvezza anche con il Sacramento della Riconciliazione, che scaturisce direttamente dal mistero pasquale. La sera di Pasqua il Signore apparve ai discepoli, chiusi nel cenacolo, e, dopo aver rivolto loro il saluto ‘Pace a voi!’, soffiò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati’. Questo passo ci svela la dinamica più profonda che è contenuta in questo Sacramento. Anzitutto, il fatto che il perdono dei nostri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi. ma è un regalo, un dono dello Spirito Santo che sgorga incessantemente dal Cuore spalancato di Cristo crocifisso e risorto. In secondo luogo, ci ricorda che solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù con il Padre e con i fratelli possiamo essere veramente nella pace. Uno può dire: io mi confesso soltanto con Dio…. Io vorrei domandarvi – ognuno si risponda nel suo cuore –: quando è stata l’ultima volta che ti sei confessato?”. (Catechesi 19 febbraio 2014).
- Nel CCC (1422-1470) abbiamo ulteriori spunti di riflessione:
Nella celebrazione di questo sacramento due elementi sono ugualmente essenziali:
da una parte, gli atti dell’uomo che si converte sotto l’azione dello Spirito Santo: la contrizione, la confessione e la soddisfazione;
dall’altra parte, l’azione di Dio attraverso l’intervento della Chiesa che, mediante il Vescovo e i suoi presbiteri, concede nel nome di Gesù Cristo il perdono dei peccati e stabilisce la modalità della soddisfazione.
È bene prepararsi a ricevere questo Sacramento con un esame di coscienza fattoto alla luce della Parola di Dio: nel Decalogo e nella pagina delle Beatitudini, in quella del giudizio…
La contrizione è il dolore dell’animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire.
Con la confessione dei peccati guardiamo in faccia i peccati di cui ci siamo resi colpevoli; ce ne assumiamo la responsabilità e, in tal modo, ci apriamo nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.
La soddisfazione. Bisogna riparare il male commesso. La “penitenza” che il confessore impone è spesso molto leggera, e noi ne ringraziamo la S. Madre Chiesa, ma sentiamoci chiamati anche ad aggiungere noi qualche opera buona per ricuperare la nostra salute spirituale.
Fratelli e Sorelle,
buona festa dei 40 giorni! Buon cammino verso la Pasqua!
Sia lodato Gesù Cristo!