Omelia nella festa di N.S. Regina del S. Rosario Ivrea, chiesa di S. Maurizio, 7 Ottobre 2022

07-10-2022

Sia lodato Gesù Cristo!

Carissimi Fratelli e Sorelle,

1. celebriamo la memoria della Beata Vergine, Regina del S. Rosario, e pregandola di rivolgere a noi i Suoi occhi misericordiosi, Le chiediamo la grazia di aiutarci a contemplare, in comunione con Lei, partecipe come nessun altro della vita di Gesù, i misteri di Cristo, i fatti della vita del nostro Salvatore, per incontrarlo non astrattamente, ma nella realtà di tutto ciò che Egli è: vero Dio e vero Uomo che dà incessantemente alla nostra vita la possibilità di accogliere il dono della salvezza. 

Non possiamo, infatti, pregarlo e adorarlo senza accogliere tutto ciò che Egli è, e i misteri del Rosario, di giorno in giorno, lungo l’arco di ogni settimana, ci aiutano ad abbracciare tutta intera la realtà di Cristo, ad aprirci al Suo insegnamento ed alla Sua reale presenza tra noi. Così, nei misteri gaudiosi contempliamo il Suo farsi Uomo “per noi uomini e per la nostra salvezza”, l’amore infinito con cui ha assunto la nostra natura umana ed ha condiviso la nostra vita affinché noi diventassimo partecipi della Sua; e contempliamo tutta la Sua infanzia, la sua crescita in età, sapienza e grazia nel confronto con Dio e con gli uomini… Nei misteri della luce lo contempliamo nei tre anni della Sua vita pubblica, fino al momento – misteri dolorosi – della sua condanna a morte, della flagellazione e coronazione di spine, della Sua crocifissione e morte in croce, che ci aprono alla contemplazione dei misteri gloriosi: dalla risurrezione e ascensione al cielo al dono dello Spirito Santo nella Pentecoste, e agli effetti della redenzione da lui operata, che risplendono in Maria assunta in cielo, primizia di ciò a cui tutti siamo chiamati. 

Ripetendo lungo tutto il Rosario il saluto che l’angelo, a Nazaret, e che Elisabetta ad Ain Karim, rivolgono a Maria, e ripetendo l’invocazione che le rivolge la Chiesa (“Prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte”) è il Signore Gesù che noi contempliamo: e lo contempliamo per gustare nella preghiera e per vivere nell’esistenza quotidiana ciò che Egli è stato ed è, ciò che ha compiuto e compie per noi! Egli, il Signore Gesù, è quanto noi abbiamo di più caro!

2. Anche quest’anno nella Lettera Pastorale è a Lui che ho invitato a guardare per rinnovarGli “la nostra adesione nel modo di pensare e di valutare la realtà”, nel vivere e nell’operare ed ho ricordato che “questa fedele adesione si chiama, semplicemente, fede cristiana, poiché avere fede, credere cristianamente, è incontrare Lui, il Tu del Figlio di Dio fatto Uomo “per noi uomini e per la nostra salvezza”.

“L’inizio del mio servizio alla Diocesi eporediese, 10 anni fa – l’ho ricordato nella Lettera Pastorale – coincise con l’inizio dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI che ci chiamava a rinnovare profondamente la nostra fede e a dare nuovo slancio alla missione. Ritenni, perciò, che il mio impegno prioritario di Vescovo inviato in questa Diocesi era di tenere desta e far crescere la convinzione che a fondamento di tutto sta il nostro incontro con Cristo: una concreta adesione alla Sua Persona, alla Sua Presenza salvifica, a tutto ciò che ci ha insegnato, a tutto ciò che ha fatto e ci ha trasmesso; una comunione che è sorgente anche delle vere relazioni fraterne tra noi, dentro le nostre comunità e tra di esse, e dell’impegno di testimoniare Colui in cui crediamo”.

Ricordo di avervi scritto nella lettera che vi ho mandato da Roma, il giorno stesso in cui è stata resa pubblica la mia nomina:  

“Il motivo per cui la Provvidenza ha disposto che ci incontriamo per fare insieme un tratto di cammino è che Gesù Cristo diventi sempre più il centro della nostra vita; che la nostra esistenza sia trasformata dalla Sua gloria che è la Sua presenza amata ed accolta; che a Ivrea sia da noi vissuta la vita nuova che avrà la sua pienezza nella Casa luminosa e bellissima del Padre. 

Ciò in cui desidero crescere, anche come Vescovo – continuavo – è la mia amicizia con Gesù Cristo: “l’intima amicizia con Gesù da cui tutto dipende”, come scrive stupendamente il Santo Padre Benedetto XVI nel Suo libro “Gesù di Nazaret”; ciò a cui tengo maggiormente e che desidero servire è la vostra amicizia con Cristo; ciò di cui sono certo è che nell’amicizia personale di ognuno con  Cristo crescerà anche la ns reciproca amicizia di discepoli del Signore, la paternità che sono mandato ad esercitare nei vostri confronti e la filialità che la S. Chiesa chiede a voi nei confronti del Vescovo”.

Sinceramente, carissimi Fratelli e Sorelle, non so quanto io abbia effettivamente vissuto questo impegno; quello che posso dire è di averci tentato, convinto sempre più che la nostra fedeltà a Cristo è sempre fragile, ma la Sua, invece, è infrangibile: per questo il motto scelto per lo stemma è la parola di Paolo apostolo: “Ille fidelis”: fedele è Lui, il Signore; ed è la Sua fedeltà a vincere le nostre défaillances e a rimetterci continuamente in cammino…

Torno perciò a rinnovare il mio atto di fede nella fedeltà del Signore e a chiedere a Maria di accompagnare anche i passi che ancora rimangono. Chiedo a Lei, nostra SS. Madre, di intercedere per tutti noi la grazia che chiediamo al Suo Figlio Gesù dicendo a Lui:

Signore Gesù Cristo donaci la grazia di sperimentare, dentro alla nostra esistenza, la bellezza del cristianesimo, la sua verità così corrispondente al cuore umano, la sua consistenza capace di sorreggere la vita, la sua dolce forza che dal Tuo Cuore sgorga e svela il Senso di ogni desiderio e di ogni azione. 

Donaci la grazia di sperimentare che l’incontro con la Tua Persona è un avvenimento che accade ad ogni istante, e che il nostro rapporto con le persone e con le cose, nelle circostanze più varie della vita, è strada al rapporto con Te, che tutto trasformi perché sei il Significato di tutto.  

Donaci di offrirci al miracolo che in noi incessantemente accade, ed ogni palpito della nostra vita senta, Signore, il fremito dell’eternità che si fa presente e accende l’alba del giorno eterno nel fugace trascorrere delle ore e dei giorni. 

Che noi Ti portiamo, Gesù, a tutti quelli che incontriamo: non come una formula di utopici progetti, ma come esperienza reale della felicità più vera; che Ti portiamo come il prezioso bagliore della indicibile gioia per cui l’uomo è creato. E gli uomini che ci incontrano nella luce e nelle nubi delle nostre giornate, vedano Te presente nella vita di discepoli fragili come loro, eppure abitati dalla Pace che anche il loro cuore desidera.

Buon cammino, Fratelli e Sorelle! 

Sia lodato Gesù Cristo!