Omelia nella festa della B.V.M. Madre della Divina Provvidenza, Voghera, 18 Novembre 2023

18-11-2023

Sia lodato Gesù Cristo!

1. Un cordiale saluto a tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, e ai cari Padri Barnabiti, insieme al saluto, anche un fraterno ringraziamento per l’invito a celebrare la festa della Madre della Divina Provvidenza. 

Dinanzi alla Sua immagine, nella chiesa romana dei ss. Biagio e Carlo ai Catinari, tante volte ho pregato, e non solo nei18 anni d mia permanenza a Roma, a S. Maria in Vallicella, la chiesa madre degli Oratoriani, poco distante dalla bella chiesa dei Padri Barnabiti. Ho impressa negli occhi e nel cuore questa cara immagine: una dolcissima figura di madre che stringe a sé il suo Bambino e lo contempla mentre Lui, in quell’abbraccio, posando la sua piccola mano su quella della madre, alza gli occhi verso il volto materno di lei: «Una reciproca contemplazione –è stato scritto– una viva corrispondenza di amorosi sensi». 

Quella che il pittore ha affidato alla tela è altissima poesia, che commuove… Ma ancor più bello è che questa poesia non canta qualcosa di fantasioso: canta un fatto, una realtà: la madre è la giovane donna di Nazaret a cui Dio Padre ha donato i1 Suo Figlio; per opera dello Spirito Santo Maria lo ha concepito vero Uomo e vero Dio, lo ha portato nel suo grembo per nove mesi, lo ha dato alla luce a Betlemme, lo ha avvolto in panni e l’ha deposto nel presepe, e fin da quel momento lo ha contemplato con uno stupore che nient’altro, quaggiù, può suscitare di uguale… 

Mi ha sempre colpito quanto scrisse non un Padre della Chiesa, ma un filosofo esistenzialista ateo, Jean Paul Sartre, uno dei  “cattivi maestri” che hanno contribuito purtroppo a formare la triste mentalità del nostro tempo, iniettandovi la sfiducia nella verità rivelata e quindi l’incertezza, la confusione, la solitudine e spesso lo sconforto… Nel Natale del 1940 su richiesta di due sacerdoti, suoi compagni di prigionia in un Lager tedesco – compose un’opera teatrale, il “Racconto di Natale”, in cui leggiamo parole che ci stupiscono e ci fanno chiedere come abbia potuto scriverle un filosofo ateo… È che il cuore dell’uomo, anche non credente, non può rimanere insensibile di fronte al fatto, al mistero a cui credono i cristiani: La Vergine – scrisse – guarda il bambinoSul suo viso uno stupore che non è apparso che una volta su un viso umano… Lo stringe tra le sue braccia e dice: piccolo mio! Lo guarda e pensa: Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia… È in quei momenti che io dipingerei Maria, se fossi pittore”. 

Certamente Sartre non conosceva la dolce immagine della Madre della Divina Provvidenza dipinta da Scipione Pulzone…!

2. Ringraziando Dio per il dono della fede che ci fa penetrare più a fondo dell’aspetto soltanto umano delle cose, noi guardiamo oggi, nel giorno della Sua festa, a questa S. Madre e chiediamo al Signore, come all’inizio della S. Messa: “per intercessione della Beata Vergine Maria, allontana da noi ogni male e dona tutto ciò che giova al nostro vero bene”: donaci il nostro vero bene, che non poche volte ci sfugge! Guardandola, noi vogliamo accogliere le sue parole: innanzitutto quella risuonata poco fa nel Vangelo delle nozze di Cana (Gv 21-11): «Fate quello che mio Figlio vi dirà». 

Ma vogliamo accogliere anche le altre parole di Maria, con gli occhi del cuore posati su di Lei, “umile e alta più che creatura”, “di speranza fontana vivace”.

– La prima è quella che Lei rivolse all’Angelo che le annunciava: «Concepirai e darai alla luce un figlio». «Come è possibile?» chiede Maria: interroga poiché quanto le è stato detto è umanamente incomprensibile. La domanda di Maria manifesta la serietà della creatura umana di fronte al Mistero… È la domanda che sorge anche in noi in tante circostanze della vita…: Come è possibile? Ho i miei desideri, i miei progetti e Tu, Signore, entri nella mia vita con progetti Tuoi e, sconvolgi, talvolta, i miei… Il cammino della fede, Amici, comporta l’accettare che non sono io a decidere della mia vita, ma è il Signore!  

– Ed ecco, allora la seconda parola di Maria: «Eccomi, Ecce ancilla Domini»: sono qui a Tua completa disposizione, mi consegno completamente a Te, Signore; fa di me quello che tu dici… Consegnarci a Dio è il vero atto di fede! 

– La terza parola di Maria è il Magnificat cantato sulla soglia della casa di Elisabetta: «Dio ha guardato la piccolezza della sua serva… Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, Lui solo è il Santo». Quello che io faccio per Dio è una risposta: rispondo a quello che Dio, amandomi, fa per me!  

– Poi c’è la parola detta da Maria a Gerusalemme, nel Tempio, quando, insieme a Giuseppe suo sposo, ritrova Gesù dopo tre giorni di ricerca angosciosa: «Figlio, perché ci hai fatto questo?». Non è facile capire Dio. Egli ci spinge sempre oltre… Non si accontenta… È un Dio che si è scomodato per me… Cercarlo nelle crisi che attanagliano la nostra vita, accogliere da Lui le risposte ai nostri problemi è camminare nella fede, è essere fedeli. 

– «Fate quello che mio Figlio vi dirà» è la parola risuonata a Cana, durante un banchetto di nozze che franava nella delusione perché era venuto a mancare il vino della festa. La soluzione delle nostre situazioni difficili è l’umile accoglienza di ciò che ci viene chiesto, anche quando ci pare inadeguato.  Fate!” dice Maria… Obbedite! «Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre entrerà nel Regno dei Cieli».

– La sesta è una parola non detta, ma un atto più eloquente delle parole…

Maria è ai piedi della croce dove il Figlio sta morendo; il suo cuore di Madre, come di ogni madre che perde un figlio, si chiude, si serra nel dolore… Gesù le chiede qualcosa di straordinario: allargare il cuore, anziché serrarlo: accogliere come figli tutti gli uomini e le donne della terra. E Lei, senza parlare, dice ancora il suo sì. Accoglie nel Suo cuore ogni essere umano e lo ama con amore materno! Facendosi discepola del Suo Figlio, lungo il corso di tutta la Sua vita, Maria ha compito il Suo cammino di fede e lo continuerà dentro la Chiesa! 

3. Ecco, carissimi Fratelli e Sorelle, chi è la Vergine che oggi salutiamo “Madre della Divina Provvidenza”! Ci ha accolti come figli, ci ama come figli; la Provvidenza di Dio, il Suo Amore misericordioso passa attraverso il cuore della Madre e da Lei noi lo riceviamo per vivere abitàti da una pace che non è solo tregua tra le guerre, ma molto di più, infinitamente di più: è la novità testimoniata dai nostri Santi, nella cui vita vediamo realizzato quanto l’Apostolo Paolo ha detto ai Galati (cfr. Gal 4, 4.7): «non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, anche erede per volontà di Dio». 

Nella situazione della società e anche della vita della Chiesa, preoccupante per tanti aspetti, Maria ci indica Cristo e ci porta all’incontro con Lui: a conoscerlo, a lasciarci plasmare dal Suo insegnamento, a convertirci al Suo modo di pensare, di sentire, di vedere e di agire; a vivere n comunione con Lui la ns vita nel concreto tessuto dell’esistenza quotidiana…  

Grazie, Vergine-Madre, vita, dolcezza, speranza nostra! Volgi su di noi i tuoi occhi di Madre! Mostrandoci l’amore di cui è colmo il Tuo Cuore conduci tutti noi al Cuore di Cristo Tuo Figlio, e sostienici nell’impegno di conformarci a Lui, per essere davvero “Figli nel Figlio”.

Sia lodato Gesù Cristo!