Omelia della S. Messa del “Te Deum” Ivrea, S. Maurizio, 31 Dicembre 2023

31-12-2023

Carissimi Fratelli e Sorelle,

un anno di vita sta per concludersi, un altro sta per iniziare. Di entrambi noi lodiamo il Signore:

Sia lodato Gesù Cristo!

  1. Salutarci con questo saluto cristiano al quale rispondiamo “Sempre sia lodato” – è una cosa che ripeto spesso poiché, in mezzo a tante parole che ci frastornano, le cose essenziali si disperdono – è affermare il cuore della nostra fede e della nostra vita di credenti: Gesù, Dio fatto Uomo, è la nostra salvezza; la Sua Pres.za è il centro della nostra esistenza, e in Lui tutto ciò che viviamo trova il suo senso, il suo vero significato: tutte le situazioni e le circostanze del nostro vivere, anche quelle più dolorose e difficili… Fare memoria di Cristo è riconoscere che Dio non ci salva lasciandoci come siamo, ma chiamandoci a conversione, ad uscire dalle nostre infedeltà e ad amarlo con tutto il cuore.

A questa luce, rivolgendo con riconoscenza il nostro filiale pensiero al grande Benedetto XVI, nel 1° anniversario della sua partenza per la Casa del Padre, vogliamo pronunciare anche noi le parole con cui, in quell’alba del 31 dicembre dello scorso anno, egli concluse la sua vita terrena:

Signore, ti amo”.

Queste parole pronunciate nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, a pochi passi dalla tomba di san Pietro, ci riportano alla memoria quelle che, sulle sponde del Lago di Tiberiade, il primo Papa disse al Signore risorto, che gli affidava la missione di guidare tutta la Chiesa:

Signore, Tu sai che ti amo”.

Noi diciamo grazie all’amato Papa Benedetto anche per queste ultime parole che sono la sintesi di tutta la sua vita di uomo, di cristiano, di prete, di Vescovo e di Vicario di Cristo!

In questo “Signore ti amo!” è la sorgente di tutto il suo luminoso Magistero e noi gli chiediamo di aiutarci a pronunciarle con la stessa fede, speranza e carità di cui egli ha dato testimonianza nella Chiesa pellegrina e davanti al mondo bisognoso della Luce della Verità che è il Signore Gesù!

 

  1. Ecco, Fratelli e Sorelle, perché in queste ultime ore dell’Anno civile, mentre, con i Primi Vespri, già abbiamo iniziato la celebrazione dell’Ottava di Natale, noi cantiamo solennemente “Te Deum laudamus’”: Ti lodiamo, Signore, per il dono della vita: per avercela donata e conservata; Ti lodiamo per quanto ci hai aiutato a compiere secondo la Tua volontà, e ci hai dato il tuo perdono ogni volta che, pentiti, siamo tornati a Te dopo esserci allontanati; Ti lodiamo per la Parola divina con cui hai illuminato la nostra esistenza e per i Sacramenti con i quali l’hai nutrita e redenta; Ti lodiamo per le gioie e anche per le sofferenze che abbiamo incontrato; Ti lodiamo perché Tu colmi di amore tutta la ns esistenza, sottoposta alle leggi d natura e quindi anche alla legge della fatica, del dolore, della malattia e della morte, ma sottoposta, al tempo stesso, ad una legge superiore che è quella della Grazia, il dono gratuito che eleva la nostra vita e dà senso nuovo all’esistenza.

Te Deum laudamus”!

La lode, allora, diventa anche offerta di noi stessi all’amore di Dio per noi; diventa invocazione:

“Manifestati, Signore”! Lascia trasparire il Tuo volto dentro alla mia vita, al mio operare, al mio

attendere, al mio desiderare!

Per singulos dies benedicimus Te”: ogni giorno Ti benediciamo, “Et laudamus nomen tuum in saeculum et in saeculum saeculi”: lodiamo il Tuo nome per sempre. “In Te, Domine, speravi, non confundar in aeternum”: Tu sei la nostra speranza, non saremo mai confusi!

Tutta la nostra vita – fragile, faticosa, bella, lieta – è fondata su questa Roccia dell’amore di Dio! E lo sarà anche quando si chiuderà non un anno, ma la serie degli anni che costituiscono la nostra vita intera.

Fra poco, al momento di presentare al Signore la ns offerta del pane e del vino che diventeranno il Corpo e il Sangue di cristo, la Chiesa pregherà così:

O Dio, che nella tua provvidenza dai inizio e compimento a tutto il bene che è nel mondo, concedi a noi, nella solennità della divina maternità di Maria, di gustare le primizie del tuo amore misericordioso per goderne felicemente i frutti”.

Sia lodato JSX!