Omelia nel Pellegrinaggio al Santuario di N. Signora del Monte Stella Ivrea, 31 Maggio 2024

31-05-2024

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

  1. Siamo saliti, quest’anno, al Monte Stella in un tempo particolare: i mesi che ci preparano all’Anno Santo e che il Santo Padre, nell’Angelus dello scorso 21 gennaio, ha presentato così: “I prossimi mesi ci condurranno all’apertura della Porta Santa, con cui daremo inizio al Giubileo. Vi chiedo di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene questo evento di grazia… Per questo iniziamo l’Anno della preghiera, un anno dedicato a riscoprire il grande valore e l’assoluto bisogno della preghiera nella vita personale, in quella della Chiesa e del mondo”.

Una grande preghiera vogliamo innalzare oggi al Cuore della Madre, a conclusione del mese di maggio, nel Suo Santuario da cui Ella rivolge lo sguardo sulla nostra Città… Le chiediamo la grazia più importante: che si rinnovi la nostra fede, la nostra adesione a Cristo vivendo gli impegni del S. Battesimo nelle situazioni e nelle circostanze della vita quotidiana; e che si rinnovi il desiderio e l’impegno di vivere la comunione all’interno delle nostre comunità e nella comunità diocesana in cui è presente la Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica che proclamiamo nel Credo.

L’Apostolo ci ha proposto passi concreti su questo cammino di autentico rinnovamento: “Fratelli la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Siate ferventi nello spirito, lieti nella speranza, costanti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile”.

Mentre rinnoviamo oggi l’affidamento e la consacrazione della Diocesi al Cuore Immacolato di Maria, accogliamo anche la Parola di Dio pronunciata dal Profeta, sei secoli prima della nascita di Cristo, per il “piccolo resto” rimasto fedele in un popolo che aveva abbandonato il Signore: “Non temere, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a te è salvatore potente. Ti rinnoverà con il suo amore”.

Questa Parola il Signore rivolge oggi a noi nella situazione attuale, preoccupante per tanti aspetti della vita della società e non meno della Chiesa… Nello sconforto che serpeggia e stende un velo di tristezza su giovani e adulti della nostra invecchiata società, questa Parola ci ricorda che “lasciarsi cadere le braccia” è il frutto dell’aver abbandonato il Signore per adorare gli idoli… Per la nostra società e, in essa, per i figli della Chiesa – spesso dimentichi anch’essi che la Legge del Signore non è un “cappio” ma la fonte della vera sapienza – la svolta indispensabile sta nel ritornare a Dio con il cuore e la mente, riaffermando che il fine della vita è conoscerLo, amarLo e servirLo su qs terra per godere eternamente la beatitudine della Casa del Cielo!

Gesù Cristo – Dominus Jesus – è l’unico Salvatore e cantarGli: “Tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo”, è affermare l’impostazione vera della vita: non a parole, ma mettendo concretamente Lui al centro di tutta la nostra esistenza, facendo di Lui il punto di riferimento del pensare e dell’agire, delle scelte e delle prospettive… Egli ci rinnoverà con il suo amore, ci renderà capaci di affrontare la vita non “a modo nostro”, ma a modo Suo, seguendolo non emotivamente, ma nella concretezza delle scelte e dei comportamenti, poiché è Lui la Via, la Verità e la Vita; e credere in Lui non è “1 marcia in più”, come qualcuno pensa, ma l’unico modo possibile per realizzare davvero noi stessi, nella pace che solo Lui ci dona anche nel dolore e nella fatica!

  1. È Lui, il Signore Gesù, che Maria non soltanto ci indica, ma ci porta, come lo portò ad Ain Karin facendo esultare Elisabetta e il Bimbo che portava in seno.

Le ripetiamo “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo”.

Con queste parole rinnoviamo l’atto di affidamento della nostra Diocesi, compiuto qui, solennemente, all’inizio del mio servizio episcopale e incessantemente rinnovato in tante occasioni.

Salve Regina, torniamo a dirLe questa sera; Tu sei vita, dolcezza, speranza nostra! Volgi su di noi i tuoi occhi di Madre! Mostraci l’amore di cui è colmo il Tuo Cuore, conduci tutti noi al Cuore di Cristo, e sostienici nell’impegno di conformarci a Lui, di essere davvero “figli nel Figlio”.

Ancora una intenzione affidiamo, o Madre, al Tuo Cuore: illumina le menti degli uomini e delle donne del nostro tempo a comprender il valore della vita, a rispettarla alla luce della Legge naturale posta da Dio nella Creazione.

Consacriamo al Tuo Cuore di Madre le nostre famiglie.

Sostieni gli sposi nella fedeltà al vincolo sacramentale; sostieni i padri e le madri nella responsabilità e nell’impegno di trasmettere la vita; sostieni nel cammino di crescita i figli nati e benedici quelli che ancora sono nel grembo materno, sotto il cuore della propria madre.

Sostieni tutti nell’amore alla vita: nella generosità nel donarla, nel difenderla e custodirla dal suo sorgere al naturale tramonto; nell’amore tra l’uomo e la donna, nel rispetto della loro identità e della loro complementarietà, nella dimensione materna e in quella paterna; nella adesione e nella testimonianza coraggiosa di quei princìpi fondamentali in assenza dei quali si fa cupo l’orizzonte del singolo e della società, e “l’uomo – come diceva san Giovanni Paolo II – “nella sua umanità muore”.

Con lui Ti diciamo: “O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a Te la causa della vita”.

Sia lodato Gesù Cristo!