Intervista “Risveglio” 31.08.2017

-La pubblicazione degli asterischi scritti in questi anni per il nostro giornale significa che intende chiudere una parentesi?
Direi proprio di no. Mi pare ancora valida la motivazione con cui ho iniziato questa forma di colloquio. E quindi, a Dio piacendo, vorrei continuare.Sono consapevole che si tratta di piccola cosa: il titolo della rubrica –“Asterischi” –lo dice. La pubblicazione della raccolta è iniziativa di amici che vivono in vari posti, in Italiae persino altrove. Posso dire anche di più di quanto ho scritto nella Presentazione: chi me lo ha sugge-rito–sono amici, di qui la loro amabilità mi ha detto: “Eravamo abituati ad avere con una certa frequenza qualche tua pubblicazione, ma da quando sei vescovo ci hai tolto l’abitudine”.Ho risposto che ho meno tempo di prima, benché la mia vita nella Congregazione dell’Oratorio non sia stato affatto un “otium” letterario… Allora è venuto il suggerimento: “Ci è capitato di leggere qualcuno degli asterischi. Perché non ne fai una raccolta?”.Ho detto di sì. Posso anche aggiungere che uno degli amici, dopo aver lettola bozza, ha osservato: “Edoardo, da quarant’anni, da quando ti conosco, dicile stesse cose…”. L’ho preso come un complimento. Sulle cose importanti c’è una “stabilitas” che assomiglia più all’“antico” che al “vecchio”…

-Asterisco. Perché ha scelto questa forma di colloquio?
Primo, perché consente una “brevitas” che ad altre forme di colloquio non si addice. Qualcuno osserva che sono “lungo”nelle omelie.Forse è vero, ma non è così negli scritti:addirittura nelle Lettere pastorali… Ammiro l’ampiezza di quelle di tanti miei confratelli nel Collegio Apostolico: veri libri, in molti casi; ma lamia esperienza di quand’ero fuori dal“Collegio” –cioè fino a cinque ani fa –è che non sempre si giunge alla fine del testo, a meno che non si tratti di Pastori che dicono cose così avvincenti da inchiodarti per ore alla lettura…Se una lettera è breve, c’è speranza che almeno la si legga fino a metà…Secondo, perché questa forma consente di affrontare argomenti “attuali”, nel senso che si tratta di cose, fatti, suggestioni che accadono nel momento in cui gli “asterischi” compaiono… E infatti la data della pubblicazione è, quasi sempre, elemento integrante di ognuno…Terzo, perché credo nel valore del nostro giornale. Avrei potuto “postare”queste riflessioni soltanto sul sito della diocesi, ma credo nel valore del nostro giornale!

-Mare vasto e infinito, navigazione…
Perché ha scelto questi titoli per la raccolta di riflessioni lanciate ad un territorio come il Canavese?Geograficamente parlando non penso siano i più azzeccati, ma io –di indiscussa origine piemontese–ho sempre provato il fascino del mare. E quando ho incominciato –presto, grazie a Dio –a cercare di approfondire un poco le radici della fede cristiana, guardando a Gesù Cristo, ho scoperto con immenso piacere come anche Lui, di indubbia origine non marinara, ha provato il fascino del mare, sia pure del piccolo “Mar di Galilea”che, per la gente di quei luoghi, era, comunque, “il mare”.

In uno degli asterischi ho scritto: “L’ho sempre amato, il mare, per la sua bellezza, la forza, l’incessante movi-mento, la varietà dei colori, l’infinito che evoca con la sua vastità, il mistero che le profondità dei suoi fondali richiamano; amato, inoltre, anche per una lezione che, insieme a tante altre, da esso col-go: se per terra l’andare senza meta può essere, in alcuni casi, persino misura ed espressione di libertà, per mare questo non è consentito: senza rotta, senza la tensione verso il por-to, c’è solo deriva, naufragio. Mi ha sempre colpito che i principali degli apostoli di Cristo fossero pescatori, sia pur nel piccolo Mar di Galilea”…Mi sento in sintonia con pensieri come questi: “Sapete di qua-le amore io amo? Io amo come il mare ama la riva: dolcemente e furiosamente!” (F.De Roberto).“Si ottiene dal mare quello che ci offre, non quello che vogliamo. Le nostre reti sono una domanda. La risposta non dipende da noi”(E. De Luca).“Vedere le onde e avere la certezza che sono state offerte da qualcosa di eterno che tende la mano fino a noi per dirci: Ho bucato il muro del nulla per venire fino da te” (F. Caramagna).

-Allora, Eccellenza, buona navigazione e buona pesca! Con san Filippo nel cuore?

Grazie! Sì, con san Filippo nel cuore! Credo che nessuno si senta defraudato di qualcosa quando un uomo porta nel cuore suo padre!

(da “Il Risveglio popolare”, 31-08-2017)