Questo momento di dolore e di serena preghiera unisce la Diocesi di Ivrea a tante e tante persone.
Ringrazio tutti i presenti: insieme alle Autorità Civili e Militari, gli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi venuti da varie Diocesi del Piemonte e da fuori della nostra Regione. Porto la commossa partecipazione spirituale di coloro che non hanno potuto essere presenti: tra questi Sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi, Sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone e Sua Eccellenza l’Arcivescovo di Torino, nostro Metropolita.
Ringrazio per la loro presenza gli Eminentissimi Cardinali Giuseppe Bertello e Arrigo Miglio, il quale presiede questa celebrazione.
Ringrazio davvero tutti, di cuore.
Il Signore ha chiamato a Sé monsignor Luigi Bettazzi quando già avevamo abbozzato i festeggiamenti per il suo 60° di Episcopato (al santuario di Prascundù il 27 agosto) e il 100° compleanno (in Cattedrale il 26 novembre). Ci uniremo a lui che ringrazierà il Signore in altro santuario.
Monsignor Bettazzi.
Molto meglio di me – che l’ho conosciuto di persona solo al mio arrivo ad Ivrea, quando egli da tredici anni ormai era Vescovo emerito – altri hanno sottolineato in questi giorni, e ancora sottolineeranno, importanti aspetti del vivere, del pensare, dell’agire di monsignor Luigi. Convinto che non si tratta di un elemento marginale, io mi soffermo sulla sua bella umanità, da tutti riconosciuta come grande valore aggiunto.
Fin da subito si è instaurato tra noi un rapporto sincero, preziosa realtà, oggi in particolare; e, basato sulla sincerità del rapporto, un reciproco rispetto che mi ha fatto percepire in monsignor Bettazzi un padre.
La sua età era quella della mia cara mamma: “la mia coscritta” diceva monsignor Luigi ogni volta che la incontrava… “Come sta la mia coscritta? Salutamela!” mi diceva ogni volta…
Erano persone – sia lui che lei – di forte tempra, di robusta volontà, di salde convinzioni: uomini e donne che non si perdevano in quisquiglie perché capaci di sguardi profondi sulla realtà e animati da forte speranza, umana e teologale.
Da una ricca umanità si è confortati, vivificati. Da una povera umanità, anche in presenza di altre doti cospicue di mente e di ingegno, si rimane mortificati.
Al caro monsignor Luigi il mio grazie, anche a nome della sua “coscritta” che da poco lo ha preceduto là dove tutti siamo incamminati: dove tutto è chiaro e dove conta l’essenziale che si è cercato lungo i passi del cammino terreno; là dove risplende quel Volto verso cui puntiamo lo sguardo, desiderosi di vederlo non solo attraverso i veli del mistero…
Ho sotto gli occhi il testamento spirituale di monsignor Luigi: quattro fitte pagine vergate a mano in cui, facendo scorrere, fin dagli inizi, la sua lunga vita, ringrazia Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, le persone, le istituzioni e le tante realtà significative che hanno arricchito il suo cammino di uomo e di cristiano; e conclude con un’umile richiesta di perdono, a tanti rivolta.
Carissimo monsignor Luigi, “In paradisum deducant te angeli”!
† Edoardo, vescovo