Carissimi Fratelli e Sorelle!
Sulla soglia del cammino annuale verso la Pasqua, nel quale l’impegno della preghiera, del digiuno e dell’elemosina non nasce per nostra iniziativa, ma è risposta all’iniziativa di Dio che ci chiama a conversione e ci offre la Grazia del rinnovamento, desidero riproporre quanto avevo chiesto alla Diocesi nell’anno pastorale 2014: che i passi quaresimali siano compiuti, nell’ambito delle Vicarie foranee, anche in relazione all’impegno di valutare, con novità di mente e di cuore, il nostro servizio alle nostre comunità, ma anche ai molti che ne sono fuori e verso i quali la missione ci sollecita.
Mentre stiamo compiendo, con tutta la Chiesa, il cammino sinodale, rinnovo a tutti questa proposta. Se la preghiera, il digiuno come distacco da sé e da una visione mondana della vita e l’elemosina come condivisione di sé, non solo di qualcosa, nascono nell’ascolto del Signore, anche il nostro cammino sinodale non può fare a meno di ascoltare il Signore e ascoltare i fratelli: “Abbiamo bisogno – scriveva Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium”, 171 – di esercitarci nell’arte di ascoltare, che è più che sentire. La prima cosa, nella comunicazione con l’altro è la capacità del cuore che rende possibile la prossimità, senza la quale non esiste un vero incontro spirituale. L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori”.
L’analisi della situazione, a cui ci induce con urgenza la preoccupazione per la riduzione del Clero e per l’età che avanza, comporta che si valutino ragionevolmente le forze a disposizione, che si cerchino soluzioni adeguate, che si rinnovi profondamente l’impegno di non mettere se stessi e i personali interessi davanti alle esigenze del servizio al Regno di Dio; che ci si impegni a collaborare e a camminare insieme, anche più e meglio di quanto si è fatto e si sta facendo. Per guardare avanti davvero, cioè nella verità, è indispensabile una verifica sui metodi, le impostazioni, i risultati del nostro servizio, sullo spirito con cui abbiamo lavorato e lavoriamo nel campo del Signore. Non basta, evidentemente, descrivere le situazioni; occorre valutarne le cause alla luce di Dio accolta in un vero impegno di “conversione pastorale”; alla luce della “comunione, partecipazione, missione” che ci sono state proposte per compiere un vero cammino sinodale. È di tutti, Pastori e fedeli, questa Chiesa particolare di cui siamo parte. Da tutti è costituita e a tutti sarà chiesto conto dal Signore della messe.
Carissimi Fratelli e Sorelle, mentre attendo il frutto delle vostre riflessioni vi dico: buon cammino nella “operosità della fede, nella fatica della carità, nella fermezza della speranza”.
Aff.mo nel Cuore di Cristo
† Edoardo, Vescovo