Omelia nella Solennità del Corpus Domini Ivrea, Cattedrale, 14 Giugno 2020

14-06-2020

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

Tra la solennità della SS. Trinità, nella quale lo sguardo adorante si è rivolto al nostro Dio – l’unico vero Dio, in tre Persone uguali e distinte, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo – e la solennità del Cuore Santissimo di Gesù nella quale la Liturgia ci chiederà di adorare con fede e con amore il mistero dell’Umanità di Cristo, vero Dio e vero Uomo, c’è la solennità odierna del Corpus Domini, nella quale preghiamo: «Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e d tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della Redenzione».

Due elementi fondamentali questa preghiera mette in evidenza del nostro rapporto con il SS. Sacramento che «racchiude tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo, dà vita agli uomini» (Concilio Vaticano II):

a) ciò che l’Eucaristia è e che noi siamo chiamati a vivere: il memoriale della Pasqua del Signore che si fa presente: non un una commemorazione, ma l’evento stesso che, misteriosamente, infrangendo le leggi dello spazio e del tempo, si ri-presenta.

b) E l’adorazione. Papa Benedetto XVI, con profonda semplicità insegnò: «E’molto importante riconoscere la centralità della celebrazione della S. Messa ma non a scapito dell’adorazione, come atto di fede e di preghiera rivolto al Signore Gesù, realmente presente nel Sacramento dell’altare… Solo se è preceduta, accompagnata e seguita da questo atteggiamento interiore di fede e di adorazione, l’azione liturgica può esprimere il suo pieno significato e valore. Il vero amore e la vera amicizia vivono sempre di questa reciprocità di sguardi, di silenzi intensi, eloquenti, pieni di rispetto e di venerazione, così che l’incontro sia vissuto profondamente, in modo personale e non superficiale. E purtroppo, se manca questa dimensione, anche la stessa comunione sacramentale può diventare, da parte nostra, un gesto superficiale».

Adoro te devote: adoriamo, infatti, l’Ostia consacrata perché crediamo che in essa è veramente presente Gesù Cristo in corpo, sangue, anima e divinità. E, credendo, adoriamo – magari in silenzio, espressione di adorazione più efficace di qualsiasi parola – la Persona di Gesù, presente, vero Dio e vero Uomo. Devote esprime le disposizioni profonde del cuore: la devozione vera è la volontà di offrire a Lui noi stessi.

E’ scuola di vita l’Eucaristia quando, nella S. Messa ci insegna che la vita è davvero vissuta se è donata, se la carità diventa la modalità del vivere ogni cosa, se la verità portata da Cristo Signore si incarna nelle opere di carità. Ed è scuola di vita anche nell’adorazione fuori della Messa.

Proprio in relazione a questa adorazione è nata, dal cuore della Chiesa, la festa del “Corpus Domini”, istituita per adorare l’Eucaristia e ricordarci che la nostra fede si ravviva nell’adorazione del SS. Sacramento.

Adorare è l’atteggiamento essenziale dell’uomo: è riconoscere di esistere perché voluto, di esistere perché amato; è guardare Colui da Cui tutto proviene. Adorare è impostare la vita alla luce d suprema Verità.

Permettetemi di sottolineare l’importanza di un gesto di adorazione nei confronti dell’Eucaristia che oggi sembra affievolirsi, fin quasi a scomparire nel modo con cui ci si accosta a ricevere il Corpo del Signore.

«Il Corpo di Cristo» ci viene detto, e noi rispondiamo «Amen»: sì, lo credo, lo accolgo come tale… Quel che conta, ovviamente, è la disposizione interiore, ma poiché non siamo solo spirito, anche i gesti esterni di adorazione ci aiutano a dire con verità quell’Amen che contiene la nostra professione di fede.

Si cammina per andare a ricevere il Dono. Quei passi esigono raccoglimento e rispetto. Giunti alla Sua presenza, significativo diventa il gesto di genuflettere o inchinarsi con l’umiltà di chi sa e riconosce di ricevere un dono immeritato.

Un’altra forma di culto all’Eucaristia desidero ricordare: la visita al SS. Sacramento, orante professione di fede e di amore a Cristo presente, consapevole espressione della nostra gratitudine per l’amore con cui ci accompagna nel cammino quotidiano.

Entrare in una chiesa, e fermarci qualche istante ad adorare la presenza del Signore nel tabernacolo, è qualcosa di infinitamente grande! La nostra vita, ciò che stiamo facendo, le preoccupazioni e le gioie della giornata, assumono un tono diverso.

Amici, sia lodato Gesù Cristo!