Omelia nella S. Messa in cui sono istituiti Accoliti quattro candidati al Diaconato Permanente Ivrea, Cattedrale, sabato 13 febbraio 2021

13-02-2021

Carissimi Confratelli Sacerdoti e Diaconi,
Fratelli e Sorelle venuti da alcune Parrocchie della Diocesi,
e voi, carissimi Alessandro, Giovanni, Livio e Luigi, che, in cammino verso il Diaconato Permanente, siete qui per essere istituiti Accoliti dopo aver ricevuto il ministero d Lettorato ed averlo esercitato nelle vostre comunità,

sia lodato Gesù Cristo!

A mente significa“compagno di viaggio”; kéleythos infatti è il sentiero, la via… La Chiesa prese questo termine per indicare chi accompagna nella S. Liturgia i ministri dell’Altare, e nella omelia rituale – suggerita in questa occasione – presenta il senso di questo servizio e le modalità con cui siete chiamati a compierlo, sottolineando però fortemente che la cosa più importante non è solo il fare, e neppure solo il fare correttamente, quello che voi stessi vi siete offerti di fare, poiché questo, come ogni altro servizio nella Chiesa, fino al più alto grado, comporta l’essere, prima che il fare: comporta una adesione interiore, una sincera volontà di vivere interiormente il compito che vi è affidato e di lasciarvi da esso plasmare nel profondo.

Dice infatti la Chiesa ad ognuno di voi in questo momento: “Figlio carissimo, scelto per esercitare il servizio di accolito, parteciperai in modo particolare al ministero della Chiesa che ha il vertice e la fonte della sua vita nell’Eucaristia, mediante la quale si edifica e cresce come popolo di Dio. A te è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni, e come ministro straordinario potrai distribuire l’Eucaristia a tutti i fedeli, anche infermi. Questo ministero ti impegni a vivere sempre più intensamente il sacrificio del Signore e a conformarvi sempre più il tuo essere e il tuo operare. Cerca di comprenderne il profondo significato per offrirti ogni giorno in Cristo come sacrificio spirituale gradito a Dio.
Non dimenticarti che, per il fatto di partecipare con i tuoi fratelli all’unico pane, tu formi con essi un unico corpo. Ama di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Attuerai così il comandamento nuovo che Gesù diede agli apostoli nell’ultima cena: amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”.

Ecco, carissimi! Siete chiamati a servire all’altare immergendovi nel mistero che su di esso si celebra e ad amare nella concretezza dei fatti il mistero che chiamiamo Corpo mistico di Cristo, il popolo di Dio che nasce nel Battesimo e cresce nella partecipazione consapevole alla mensa del Padre, la celebrazione della S. Messa, dove l’opera della Redenzione si fa misteriosamente ma realmente presente. Questa è la fondamentale azione che dovete compiere, mentre esercitate i compiti che vi sono assegnati.

Vivere consapevolmente tutto questo è vivere la bellezza e la gioia di essere cristiani: un nome – lo sappiamo- che i discepoli non si diedero da sé: furono chiamati così per la prima volta ad Antiochia da chi voleva sottolineare il fatto che stavano dalla parte di qualcuno… Ma i discepoli di Cristo sapevano che non si trattava, per loro, soltanto di stare dalla parte di Cristo, ma di appartenere appartenere, essere parte di Lui. San Paolo dice infatti: “Siamo membra del corpo di

Cristo, della sua carne e delle sue ossa”; “Per me vivere è Cristo”; “Vivo io non più io; Cristo vive in me”: una vita nuova, dunque, segnata, anzi costituita, dall’essere uno con Cristo; una appartenenza che mi fa creatura nuova e mi chiede di vivere tutto in una crescente adesione a Cristo crocifisso e risorto, presente e vivo dentro al suo popolo, il pop dei battezzati.

Questo impegno, certamente, richiede una continua conversione nei pensieri e nelle azioni, nel modo di valutare le cose e di agire con una “diversità” che si vede, che è, essa stessa, annuncio del Vanelo. Il peccato, l’inadeguatezza non verranno mai meno in noi, ma l’opera della Redenzione è in atto e Gesù Cristo – per usare una particolare espressione – è “qualcosa che mi sta accadendo”.

La salvezza è la Sua Presenza: non siamo più da soli con il nostro niente. Cristo c’è! La salvezza è una trasformazione che inizia ora attraverso l’azione con cui il Salvatore che mi plasma, mi cambia, conformandomi progressivamente a Sé, cristificandomi: un’azione incisiva come quella di uno scultore che scalpella il blocco di marmo togliendo tutto ciò che impedisce alla forma di emergere. Quest’opera del Salvatore – la potatura di cui Gesù parla; l’essere messi alla prova – è atto d’amore di Dio per me a cui sono chiamato a rispondere collaborando, poiché l’opera di Dio non avviene al di fuori della nostra collaborazione.

La fede è il riconoscimento di questa Presenza che ci incontra ed illumina ogni ambito della nostra vita, dai rapporti umani al lavoro, alla vita sociale e politica. E questo è il miracolo! “Il miracolo – diceva un grande educatore cristiano – è l’incedere del passo divino tra i passi della compagnia umana… L’incedere dei passi di Gesù in mezzo a tutti i passi che facciamo durante la giornata. Questo è il miracolo. Non una cosa strana, ma una cosa normale. Dio riempie di miracolo la nostra vita innanzittutto facendo diventare miracolo tutto quello che facciamo”.

Buon cammino, carissimi Alessandro, Giovanni, Livio e Luigi!

Vi accompagna la Vergine Maria che ricordiamo in questo giorno di Sabato come l’Aiuto dei cristiani, Madre di Cristo e Madre di tutto il popolo del Signore; “donna eucaristica”, come disse san Giovanni Paolo II nella Ecclesia de Eucharistia, la bellissima enciclica che fate bene a rileggere e con essa i principali documenti del Magistero: Redemptionis sacramentum, Sacramentum caritatis, sull’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.

Non abbiate paura di perder tempo a formarvi, approfondire: è la base fondamentale, insieme alla preghiera e alla intensa vita sacramentale, per essere davvero ciò che oggi siete chiamati ad essere e ciò che sarete chiamati ad essere domani.

Buon cammino! E’ questo, oggi, il vostro mettere a disposizione di Gesù i pani che Egli moltiplicherà, come ha fatto là, per quella gente di cui il Vangelo ci ha parlato.

Sia lodato Gesù Cristo!