Omelia della S. Messa nella Solennità dell’Annunciazione del Signore – Montanaro, 25 Marzo 2019

25-03-2019

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

Questa festa ci pone di fronte ad un fatto che ci è familiare – ogni giorno lo ricordiamo nella preghiera dell’Angelus – e ci chiede di entrare in un atteggiamento di profonda contemplazione, di stupìta adorazione, di riconoscimento che c’entra – totalmente – con la nostra vita, proprio quella che viviamo di giorno in giorno di ora in ora, la nostra esistenza quotidiana.

Annunciazione del Signore, Incarnazione del Figlio eterno di Dio, “generato dal Padre prima di tutti i secoli; Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero… della stessa sostanza del Padre”. Insieme al mistero dell’Unità e Trinità di Dio (che ci svela chi è il Dio in cui crediamo), il mistero dell’Incarnazione ci dice perché siamo cristiani e perché la nostra non è una delle tante religioni, ma il coinvolgimento in un fatto straordinario accaduto nella storia e che permane nella storia…. Non una delle tante religioni, ma il Dono che Dio fa di se stesso all’uomo fino a condividere la nostra natura umana per innalzarci alla partecipazione alla natura divina.

Il fare, il vivere da cristiani, è la conseguenza di questo Fatto… Dio non ci ha gettato dall’alto un elenco di precetti da osservare: ci ha dato se stesso, e nella comunione con Lui noi possiamo vivere ciò che Egli ci chiede per la nostra salvezza eterna. Meravigliosa realtà, di fronte alla quale ci sentiamo così piccoli e poveri, immeritevoli di tanto amore! Non idee, ma realtà! Il Verbo eterno per mezzo del quale e in vista del quale tutto è stato creato, e nel quale tutto consiste, tutto ha a sua consistenza, poiché “chorìs autoù…oudèn” – come dice Giovanni nel Prologo – fuori di lui… nulla”, oggi si è fatto Uomo nel grembo di Maria Vergine, da lei concepito per opera dello Spirito Santo.

E’ l’inizio del cristianesimo, la sorgente da cui è scaturito tutto ciò che siamo: figli di Dio, nuovo popolo dell’Alleanza, Chiesa del Dio vivente, progetto dell’Amore infinito di Dio che ha voluto salvarci attraverso il farsi Uomo del Verbo eterno. Quanto avvenuto a Nazaret di Galilea, accade, nei suoi effetti, oggi, nel giorno in cui viviamo…

2. “Nel sesto mese – abbiamo ascoltato – (sei mesi dopo che l’angelo apparve a Zaccaria nel Tempio di Gerusalemme) l’anglo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, ad una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide,chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria”. Tante volte l’ho sottolineato, ma non è mai troppo, tentati come siamo dall’utopia… Qui tutto è concreto… Il tempo è reale: quello di Erode, re della Giudea, sei mesi dall’annuncio della nascita del Precursore del Signore… Il luogo è reale: Nazaret, il piccolo villaggio di poche centinaia di persone: uomini concreti, testardi, spesso ottusi, che non troveranno di meglio che spingere Gesù sul ciglio del monte per precipitarlo giù quando Egli ormai adulto ritornerà a casa, un giorno, dalla sua predicazione… Concreti il tempo e il luogo; concrete anche le persone e la loro situazione: hanno un nome: Maria e Giuseppe; e sono legati tra loro da un vincolo di promessa nunziale. Dio entra dentro a questa concretezza, dentro la storia! Le situazioni sono quelle che sono. Dio non le cambia magicamente. Condivide, e con la sua presenza imprime una novità! Fede è affidarsi a Lui dentro a ciò che viviamo; è vivere dando il meglio di noi senza vagheggiare altri luoghi, tempi situazioni… poiché il vagheggiare si chiama utopia, il luogo che non c’è… Il desiderio di altro, che sempre in noi insorge, va vissuto prendendo sul serio ciò che c’è, affrontando con Dio ciò che c’è!

“Il Signore è con te” dice l’angelo a Maria… E’ con te qui, in questa casa dove tu vivi. Cara casa di Nazaret, nella quale tre volte al giorno entriamo recitando l’Angelus. La conosciamo questa casa, a Nazaret e a Loreto dove oggi si è recato pellegrino il Vicario di Cristo in terra: una casa come tutte le altre del villaggio… Con la sua concretezza essa ci dice DOVE il Signore è con noi! Non solo nel Tempio, ma lì dove viviamo, nelle cose della vita di ogni giorno, nelle circostanze, nei doveri, nelle fatiche della giornata…. “Maria, hai trovato grazia presso Dio”: questo significa “il Signore è con te…. è con noi”. La Sua presenza è la Sua grazia, l’Amore divino che cambia le situazioni poiché fa qualcosa di nuovo dentro la concretezza della nostra vita. “Lo Spirito Santo scenderà su di te… concepirai un figlio, colui che nascerà da te sarà dunque il Santo…”: quello che avviene nella casa di Nazaret, nella persona di Maria, è un fatto unico, irripetibile; ma è anche ciò che accade ad ognuno di noi quando diciamo a Dio “eccomi”, sono a tua disposizione, mi consegno a Te: anche in noi si compie l’incarnazione del Verbo … “Eccomi – è la risposta di Maria – sono la serva del Signore si compia in me la Tua parola”: è la risposta di un essere umano che nel suo stupore e nel tremore mette in atto la ragione, chiede, fa domande non perché dubita, ma perché vuole aderire pienamente a ciò che Dio gli chiede… E’ la giovinezza spirituale, la porta del cambiamento, dell’unico vero cambiamento! Signore, attraimi a Te, portami dentro il tuo progetto; sono piccolo, ma tu sei grande! Questa giovinezza è il trasparire della fede attraverso la carne di uomini e di donne nel luogo, nel tempo, nelle situazioni della vita. La nostra vita diventa bella non perché è quella che io desidero, ma pché ogni giorno, qualunque sia la situazione nella quale ci troviamo a vivere, anche la più sofferente, è un bene che ci è dato, è il compiersi della Promessa fatta da Dio con la venuta tra noi di Gesù Cristo!

A Lui la nostra lode: Sia lodato Gesù Cristo!

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Il Santo Padre oggi consegna nelle mani di Maria l’Esortazione apostolica su “I giovani, la fede, il discernimento vocazionale”…

Non dimentichiamo: siamo noi adulti i chiamati ad accompagnarli nel cammino, a guidare i loro passi… Lo hanno fatto gli adulti, qualche giorno fa, quando i giovani si sono messi in marcia a favore del clima? Hanno parlato con loro dei valori veri della vita? Li hanno educati a prendere coscienza dell’integrale ecologismo che comprende anche l’uomo, la persona umana, il suo valore, il valore della vita, della famiglia? O si sono limitati giovanilisticamente ad applaudire, magari saltando sul carro con interessi non del tutto puri?

Ci sono affidati i giovani, come i figli in una famiglia sana… Vanno educati, formati… La cura che ci è chiesta nei loro confronti è prioritaria rispetto ad ogni altro impegno! Sentiamone la responsabilità in questo mondo, in questa società che mostra tanti segni di follia! Ce ne chiederà conto Dio, e ce ne chiederà conto la storia, anche se molti di noi non saranno più qui a vederla scorrere nei suoi esiti prevedibili…

Ti affidiamo, Vergine Madre, il nostro impegno per l’educazione dei giovani; ti affidiamo l’impegno di serietà che l’educazione richiede.

Prega per noi!

Così sia.