Messaggio di Mons. Vescovo per la Giornata degli Operatori Pastorali

26 settembre 2020

26 Settembre 2020

Memoria di san Paolo VI

 

Cari Amici,

questa “Giornata diocesana” ci vede necessariamente riuniti in 6 luoghi diversi, dove ci confrontiamo, sotto angolazioni particolari, sul tema proposto per questo anno pastorale: “Eucarestia: Parola e Pane di vita”.

Non potendo essere, ovviamente, in tutti i gruppi, ne ho scelto uno anch’io, ma desidero salutare tutti, e ricordare ad ognuno quanto ho scritto nella Lettera pastorale: il cuore di tutto, il centro della nostra vita, è Gesù Cristo presente e vivo; vivere da cristiani è vivere per Lui e con Lui in un rapporto che coinvolge tutto di noi: pensieri, parole, azioni; affetti, scelte, decisioni; ascoltare la sua Parola è ascoltare Lui che ci parla; accogliere il suo dono è accogliere Lui stesso, Pane di vita.

«Il cristianesimo – scrisse Romano Guardini e questa frase mi ha accompagnato nel cammino fin da quando l’ho letta per la prima volta, tanti e tanti anni fa – non è una teoria della Verità, o una interpretazione della vita. E’ anche questo, ma non in questo consiste il suo nucleo essenziale. Questo è costituito da Gesù di Nazareth, dalla sua concreta esistenza, dalla sua opera». «Nell’esperienza di un grande amore tutto si raccoglie nel rapporto Io-Tu, e tutto ciò che accade accade dentro a questo ambito».

 

E’ Lui, il Signore Gesù, il centro e il cuore anche del programma pastorale che ci siamo proposti per il triennio 2019-2022, e che è incentrato sull’Eucarestia da conoscere, vivere, amare, adorare; sull’Eucarestia presenza reale del Signore in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, Gesù presente e vivo che ci dice: “Non abbiate paura. Sono Io”!!

Vedo tanta gente impaurita e scoraggiata, come se l’epidemia non dovesse più finire…

Non lasciamoci abbattere! La fede ci illumina sul senso delle cose della terra! C’è bisogno di “RIPRESA”, ma di una “ripresa”vera. Nei mesi difficili che abbiamo vissuto in tutta la Quaresima e nel Tempo pasquale abbiamo sentito dire, tante volte: “Tutto andrà bene”!

Dobbiamo ripetercelo ma non banalmente, in modo scaramantico, come molti lo hanno detto.

“Tutto andrà bene” se da questa dolorosa esperienza ripartiamo con una fede rinnovata, con la speranza cristiana che ci aiuta a guardare oltre seguendo lo sguardo di Dio, con l’esercizio della carità sincera in tutte le forme in cui questa si coniuga!

“Tutto andrà bene” se in questa dolorosa prova vediamo un forte richiamo a ciò che conta nella vita: richiamo alla società perché veda il bisogno urgente di reali cambiamenti nel modo di pensare e di vivere; e alla Chiesa, Pastori e fedeli, a riflettere su ciò che è essenziale.

L’impossibilità, per i fedeli, di partecipare per tre mesi, nelle chiese, alla Messa e ai Sacramenti, l’impossibilità di riunire i bambini e i ragazzi per il catechismo, la sospensione di altri momenti consueti, pongono una domanda: qual è il “cuore” di tutta la vita della Chiesa?

Questo “cuore” è davvero il “cuore” con cui ognuno di noi vive il rapporto “con la Parola e con il Pane di vita” nella Liturgia, nell’ascolto e nell’annuncio della Parola di Dio, nel servizio della carità in tutte le sue forme?

La ripresa non può essere vera senza cambiamenti profondi, non solo di facciata quale è la messa in esecuzione delle Ordinanze di salvaguardia della salute.

Il Santo Padre Francesco ci ha detto nella “Evangelii gaudium”: “Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita”.

Vivere con un rinnovato slancio di fede, crescere nella fedeltà a Dio, affrontare la vita portando nella mente e nel cuore la Verità che ci illumina nel cammino è anche il servizio più grande che possiamo rendere a questa società confusa, impaurita, smarrita.

Ho citato nella Lettera Pastorale le parole scritte dal Cardinale Vicario alla Diocesi di Roma nelle linee guida per il nuovo anno pastorale, che hanno per titolo una significativa domanda: “Saremo disposti a cambiare gli stili di vita?”: «la “ripresa” – scrive il Cardinale – non può essere una ripartenza da “dove eravamo rimasti”: questo periodo infatti non è stato una “parentesi”, ma piuttosto un tempo in cui siamo “stati arati” per renderci “il terreno buono”».

 

Buon lavoro a tutti, in questa mattinata di incontro!

A tutti un abbraccio e la più cordiale Benedizione.

+ Edoardo, vescovo

26-09-2020