Archivi della categoria: Cammino sinodale

11. Riunione degli Uffici Pastorali diocesani

Su invito e per iniziativa del Vescovo, che lo aveva annunciato nella lettera pastorale per questo anno, gli Uffici Pastorali della nostra diocesi hanno avviato il loro “cantiere” di lavoro nell’ambito del “Cammino Sinodale” intrapreso dalla Chiesa italiana su impulso di Papa Francesco. 

I responsabili degli Uffici Pastorali diocesani si sono ritrovati venerdì scorso, con la presenza del Vescovo e con don Valerio D’Amico, Direttore dell’Ufficio Catechistico, e di don Riccardo Bigi, Direttore dell’Ufficio Liturgico, i quali, in fattiva collaborazione, li accompagneranno in questo cammino. 

“Tutti gli Uffici Pastorali, ognuno nel suo specifico ambito, non possono infatti fare a meno di camminare insieme non solo in una generica unità di intenti, ma nella reciproca collaborazione sull’intento primo e fondamentale che è il motivo per cui la Chiesa esiste; ed ognuno, nel proprio ambito, non può svolgere il suo servizio indipendentemente dagli altri, essendo unica per tutti la missione fondamentale della Chiesa” ha detto il Vescovo, che ha sottolineato come quanto sia fondamentale riscoprire il nesso che unisce le quattro Costituzioni del Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium, Dei verbum, Gaudium et spes.

Si tratta, certamente, di “ripensare la missione”, facendo in modo che questa non si fermi solo a degli slogan preconfezionati, ha continuato il Vescovo Edoardo che ha proposto, al riguardo, come spunti di riflessione, anche alcune considerazioni – recentemente pubblicate – del giornalista Marco Politi e di Gianfranco Brunelli direttore della rivista Il Regno, i quali sottolineano la necessità di “dare una svolta alla vita della Chiesa attraverso una spinta reale di rigenerazione religiosa dal basso” e di ripartire da una prima evangelizzazione o alfabetizzazione della fede. 

La necessità di “camminare insieme”, in considerazione della “trasversalità” degli Uffici Pastorali nell’attuazione del loro mandato, è stata poi sottolineata don D’Amico e da don Bigi prima degli interventi dei presenti, i quali, tra le tante narrazioni della vita quotidiana e dell’impegno dei diversi Uffici Pastorali, si sono soffermati particolarmente sull’attenzione e la preoccupazione da dedicare al “linguaggio”; parole, gesti, azioni, attitudini… spesso inadeguati per parlare di Gesù Cristo, per presentarlo, e arrivare a trasmettere il suo messaggio; e – da parte di alcuni dei presenti –anche sulla  “competitività” in una cultura che lo ha escluso; sulla necessità di una “parola che accompagna, che motiva, che accoglie”, come ha sottolineato don Luca Meinardi, Vicario Episcopale per la Pastorale. 

Il linguaggio, quindi, è stato scelto come tema del “cantiere sinodale” degli Uffici; su di esso, per almeno due mesi, i responsabili degli Uffici apriranno un confronto con i loro collaboratori inserendosi così attivamente nel cammino che la Chiesa – anche la nostra diocesi – sta compiendo, per ritrovare nuove energie e nuove spinte di evangelizzazione. 

“Ognuno per sé e Dio per tutti” – ha detto il Vescovo in conclusione dell’incontro – “è ormai inaccettabile, posto che fosse evangelico in altri tempi”.

9. Lettera del vescovo Edoardo ai Rev.di Sacerdoti e Diaconi della Diocesi

Carissimi Confratelli,

vi invio la Sintesi redatta dall’Equipe sinodale della nostra Diocesi, ora che è stata consegnata, come richiesto, alla Conferenza Episcopale Italiana per essere trasmissa alla Segreteria del Synodus Episcoporum, e due dei referenti diocesani hanno partecipato a Roma al secondo Incontro programmato per essi.  

Ringrazio cordialmente l’Equipe, costituita, su consiglio dei Vicari foranei, da Mons. Gianmario Cuffia, don Luca Meinardi, mons. Arnaldo Bigio, diacono Raffaele Servalli, dr. Valentina Gili Borghet, dr. Elisabetta Acide e p. Davide Damiano, in qualità di segretario – i quali hanno lavorato con impegno già nella prima fase del “Cammino sinodale”, ed hanno raccolto e sintetizzato le 38 relazioni pervenute.

Ringrazio di cuore tutti coloro – Comunità parrocchiali, Docenti di religione e studenti, Pastorale giovanile e gruppi di evangelizzazione – che hanno partecipato alla consultazione. 

Il testo che vi invio è per il momento riservato a voi, nell’attesa della Assemblea diocesana che si terrà a settembre – in data che sarà comunicata – con i referenti locali i cui nominativi sono stati segnalati alla Segreteria dell’Equipe. 

Questo testo sarà traccia per il cammino dell’Anno pastorale 2022-2023, caratterizzato dalla fase detta “sapienziale”.

Con il più cordiale saluto,

† Edoardo, Vescovo


8. SIR. Cammino sinodale. Alba e Ivrea: un’occasione per riscoprirsi Chiesa aperta e in ascolto

Le esperienze vissute negli ultimi mesi dalle comunità di Alba e Ivrea, raccontate al Sir dai referenti diocesani

Il cammino sinodale si è aperto “provvidenzialmente” in un periodo non solo di “chiusura” per via della pandemia ma anche di “stanca” nella vita ordinaria di molte comunità ecclesiali. Sarà anche per questo che, in giro per l’Italia, si avverte grande entusiasmo al termine della prima fase, quella che è stata dedicata all’ascolto. Ne sono testimoni le esperienze che i referenti diocesani raccontano, al Sir, condividendo quanto vissuto negli ultimi mesi.

Coinvolgimento, creatività, corresponsabilità. Comunità aperte all’ascolto, più accoglienti e meno verticistiche. È uno degli aspetti emersi dai 220 gruppi sinodali attivati nei mesi scorsi nella diocesi di Alba, tra i quali quelli “di strada” avviati da Caritas, quello con gli imprenditori, con gli operatori sanitari e quelli nelle case di riposo oltre a quelli nelle parrocchie e nelle realtà associative. Un centinaio di contributi, poi, sono arrivati – anche da persone più “esterne” al mondo ecclesiale – attraverso il questionario online reso disponibile sul sito web del settimanale diocesano, al quale si poteva rispondere in modo libero, anche in forma anonima. E poi – racconta don Piero Racca, uno dei due referenti diocesani – non è mancata la risposta degli studenti che, attraverso gli insegnanti di religione, dalle materne alle superiori sono stati coinvolti nel cammino diocesano. E “se all’inizio abbiamo fatto un po’ di difficoltà, per via non solo delle restrizioni dovute al Covid ma anche per una certa resistenza, alla fine è emersa la bellezza delle persone che si sono messe in gioco. Nell’ultimo periodo – spiega l’altra referente, Annamaria Tibaldi –

c’è stato un crescente desiderio di partecipare

e di dire la propria”. Per questo, prosegue, è “importante cogliere il desiderio di protagonismo, di trovare ascolto”. Dai contributi raccolti e dalla riflessione compiuta è emerso un “certo scollamento tra la Chiesa e la cultura e la società odierne”, sottolinea don Racca: “La Chiesa viene percepita arretrata, un po’ chiusa in sé, con poche capacità di comunicare davvero”. “C’è necessità – aggiunge Tibaldi – di un linguaggio non annacquato ma più comprensibile a donne e uomini di oggi”. Partecipazione alla messa, religiosità popolare, centralità della Parola di Dio, il venir meno della figura del parroco come riferimento e il coinvolgimento non dei singoli ma di gruppi di laici corresponsabili sono altri temi sottolineati. Non è mancata l’attenzione, a volte esprimendo preoccupazione, per l’accompagnamento dei giovani con i quali ricucire un rapporto così come per la formazione degli educatori. Nei prossimi giorni , ad Alba, si terrà un’assemblea nella quale la sintesi della prima fase del cammino verrà condivisa con i coordinatori dei gruppi, i Consigli diocesani e il clero.

“Ci vorrà ancora un po’ di tempo – affermano i referenti – per far sì che lo stile e il metodo sinodale entri definitivamente nelle nostre comunità”. C’è bisogno, evidenzia Tibaldi, di “capacità di ascolto ‘vero’, senza paura; quest’ultima c’è e non va sottovalutata ma dobbiamo essere in grado di liberarcene”.

Collaborazione, centralità della Parola di Dio, richiesta di formazione. “Lo spirito sinodale sta entrando nel vissuto della realtà eporediese. È diffusa la consapevolezza di

un cammino che non si è esaurito

con la sintesi al termine della prima fase ma che continua e dà vita generando nuove riflessioni”. Così Elisabetta Acide, del Gruppo di coordinamento della diocesi di Ivrea, riassume l’esperienza vissuta in questi mesi e lo stato d’animo di chi ha partecipato al percorso sinodale. Nel periodo di avvio, per spiegare in modo semplice e immediato cos’è il cammino sinodale e cosa chiede alla Chiesa è stato realizzato e diffuso in diocesi un video tutorial: “Pensato – sottolinea Acide – per fornire indicazioni sulla logica del discernimento, dell’ascolto, del dialogo e sulle tre parole: comunione, partecipazione, missione”. “In diversi casi – aggiunge – è stato utilizzato per avviare la riflessione nel primo incontro dei gruppi sinodali con frasi, voci e immagini significative”. Al termine di questo “primo momento estremamente ricco di contributi”, Acide traccia un sintetico bilancio: “Nei piccoli centri come nelle città più grandi della diocesi si è riusciti ad attivare processi di ascolto, dialogo e confronto. In alcune realtà si è fatta più difficoltà nell’avviarli per via anche della mancanza di una pregressa abitudine agli incontri. Ma, in ogni caso,

è stata un’esperienza dappertutto fruttuosa” dalla quale è emerso l’“apprezzamento per la logica del camminare insieme che, forse per la prima volta, parte in modo concreto dalla base”.

Contributi sono arrivati dal 60% delle parrocchie della diocesi e nel percorso sono stati coinvolti anche oltre 2mila studenti. Da una parte, osserva, è stata espressa “la volontà di uscire dalla chiusura delle singole realtà parrocchiali e territoriali per provare ad allargare lo sguardo a gruppi, movimenti, realtà vicine e a voci diverse”; dall’altra, è stato manifestato il “desiderio di progettare il futuro con uno sguardo rivolto anche al passato ma con una prospettiva che parte da una nuova spinta capace di creatività per dare spazio alle istanze emerse da più parti”. Anche nelle comunità eporediesi c’è la richiesta di “collaborazione effettiva tra presbiteri, diaconi, laici impegnati ma anche coloro che sono sulla soglia, che magari oggi stanno a guardare ma che non sono disponibili a farsi coinvolgere”. Acide indica poi altri due aspetti che delineano il sentire prevalente: quella di Ivrea è “una Chiesa che ha voglia di continuare il cammino, magari a velocità diverse o con passi diversi, ma insieme e mettendo al centro Cristo”; diffusa è “la richiesta di formazione”, da vivere in “un clima che è già di per sé sinodale perché richiede disponibilità all’ascolto e al dialogo”.

Alberto Baviera


7. Ai parroci e ai collaboratori laici

Ai parroci e ai collaboratori laici

La Commissione Sinodale Diocesana ha scelto di non limitarsi a trasmettere la scheda proposta dalla Segreteria centrale del Sinodo dei Vescovi (vedi sito del Sinodo dei Vescovi: www.synod.va) quasi si trattasse di una mera formalità: piuttosto, abbiamo voluto accompagnarla con questa lettera per favorire una maggiore consapevolezza del cammino sinodale che coinvolge le parrocchie (può essere svolto anche in forma interparrocchiale, là dove già esistono esperienze di unità pastorale).

Il titolo evidenzia il carattere esemplificativo della scheda: non un percorso obbligato in una direzione predeterminata (quasi come se si dovesse rispondere ad un questionario, elaborando una sorta di “compito in classe”!) bensì domande che stimolano l’attenzione sul nostro essere Chiesa, allo scopo di far crescere la comunione, la missione, la corresponsabilità. Per questo motivo, i nuclei tematici possono essere approfonditi tutti o in parte, secondo le possibilità di ogni parrocchia. L’importante è puntare sul maggiore coinvolgimento possibile.

Al termine del percorso sinodale parrocchiale, occorrerà inviare una sintesi (che non superi le dieci pagine) alla segreteria degli uffici pastorali (l’indirizzo e mail è il medesimo da cui viene inviato questo materiale): non siamo ancora in grado di indicare la data entro cui il materiale dovrà essere consegnato in quanto finora era previsto entro il 28 febbraio, ma probabilmente ci sarà una proroga in sintonia con il cammino nazionale (informeremo su questo argomento nel mese di gennaio).

In ogni parrocchia vi sia almeno un referente laico oppure un gruppo (ad esempio, il consiglio pastorale parrocchiale) che possano coadiuvare il parroco nel gestire il cammino sinodale ed elaborare la sintesi finale: i nominativi e relativi indirizzi (anche e mail, se possibile) siano notificati alla segreteria degli uffici pastorali. I referenti saranno invitati alla riunione diocesana per il discernimento circa la relazione conclusiva della diocesi da inviare alle Conferenza Episcopale Italiana.

Grati per la vostra attenzione, auguriamo un fruttuoso cammino sinodale a tutte le comunità parrocchiali della nostra diocesi

Ivrea, 12 novembre 2021
memoria della Dedicazione della Cattedrale

La Commissione Sinodale Diocesana

6. Omelia del vescovo Edoardo del 17 ottobre 2021

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

In questa S. Messa con la quale diamo avvio, in Cattedrale, al Cammino sinodale che la Chiesa ci chiama a compiere riflettendo su che cosa esso significa, su quali passi siamo invitati a compiere e su quale è la meta che vogliamo raggiungere, dal momento che si cammina insieme non per camminare, ma per conseguire una meta, la Parola di Dio ci mette immediatamente dinanzi agli occhi chi c’è davanti a noi, chi cammina con noi, chi ci indica la meta, chi sostiene i passi, chi fa luce dentro di noi, chi ci plasma il cuore mentre noi camminiamo. Lo abbiamo sentito dalla voce dell’Apostolo (Eb 4,14-16): «Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno».

Ecco ciò che è il fondamento del nostro cammino sinodale, come di ogni altra attività della comunità cristiana e di ogni atto dei singoli fedeli che noi siamo.

Prima di organizzare nei dettagli tutto ciò che il cammino richiede – e del quale, già dal mese di giugno, i Vicari Generale, Episcopali e Foranei, in ben cinque incontri con il Vescovo, hanno individuato le principali modalità dello svolgimento – è a Cristo Signore che noi dobbiamo guardare, «accostandoci al trono della Grazia per ricevere misericordia», «mantenendo ferma la professione della fede» e avendo a cuore di testimoniarla, questa fede, vivendo la comunione con Cristo e annunciandola anche con la Parola. 

Ne ho parlato nella Lettera Pastorale che torno ad affidarvi. 

Rifletteremo – scrivevo – sul valore della “sinodalità” e sulle modalità del viverla realmente, ma poiché si cammina insieme per raggiungere una meta, fondamentale mi pare quella evidenziata dal nostro programma pastorale di quest’anno: 

La “Nuova evangelizzazione”: la missione, l’annuncio di Gesù Cristo, che ha bisogno di annunciatori profondamente rinnovati nella vita spirituale, capaci anche di modalità nuove nell’annuncio; di costruttori di comunità in relazione alle quali si possa dire: “Vieni e vedi”.  

E qui si innesta l’altro impegno: La “testimonianza nella carità”: la comunione fraterna all’interno delle nostre comunità, nella rinnovata consapevolezza che non lo si incontra in astratto, ma nella vita di discepoli che mostrano il volto vero del cristiano attraverso la comunione con Lui e tra loro: uomini e donne che conoscono, come tutti, difficoltà e debolezze, ma che hanno in Cristo la fonte della loro vita e si impegnano a conformarsi a Lui in un cammino di incessante conversione. 

Di questo ci parla il Vangelo di questa domenica (Mc 10,35-45) presentandoci la comunità degli Apostoli che faticano a lasciarsi trasformare da Cristo, presente in mezzo a loro, ma che il Signore non si scoraggia a educare…: 

 «Si avvicinarono a Gesù – abbiamo ascoltato – Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”». È la ricerca dei primi posti, magari per servire, ma da posizioni di riguardo…

«Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”».  Si serve davvero non per la posizione che si ha, ma “bevendo il calice” del Signore, partecipando alla Sua Passione, donando se stessi in sacrificio, senza nulla pretendere, come i servi di cui Gesù parla in una parabola, i quali sono chiamati a svolgere la loro opera riconoscendo di essere “servi inutili”, che tradotto bene significa: siamo semplicemente servi! «Sedere alla mia destra o alla mia sinistra è per coloro per i quali è stato preparato», continua Gesù, insegnando che in punta di piedi, togliendosi i calzari, si entra nel Progetto del Padre, senza esigere altro.

Ma insieme ai due che non fanno certo una bella figura, ci sono anche gli altri dieci che «avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni». «Allora Gesù li chiamò a sé»: non sono lezioni teoriche quelle che il Maestro fa; li chiama a sé perché senza questa vicinanza con Lui nulla può cambiare nel loro cuore e perché imparino nella comunione con Lui chi Egli è e come si comporta nei confronti del Padre a cui tutto appartiene, a cui appartiene il Regno… «E disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”».

Carissimi Fratelli e Sorelle, 

c’è bisogno di altro per avviarci nel cammino sinodale? Dettagli, temi, modalità di consultazione e di confronto ci saranno, ma ciò che conta è il cuore di tutta la faccenda!

Jesu mitis et humilis Corde, fac cor nostrum secundum Cor tuum: Gesù mite ed umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al Tuo!

Sia lodato Gesù Cristo!


5. Preparativi per l’inizio del cammino sinodale

Si è svolta martedì 12 ottobre l’ultima riunione dei Vicari foranei, presieduta da Mons. Vescovo, per fare il punto di quanto finora individuato al fine dello svolgimento del Cammino Sinodale in Diocesi; cammino che inizierà ufficialmente domenica 17 ottobre con la Santa Messa celebrata in Cattedrale, alle ore 18.

Il segretario delle riunioni finora svolte, già a suo tempo incaricato anche di questo servizio nell’ambito del “Gruppo di Coordinamento”, padre Davide Damiano, ha aggiornato i partecipanti circa il materiale finora pervenuto dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, per il tramite della Conferenza Episcopale Italiana: documenti disponibili sul sito internet

www.camminosinodale.net

Come è noto, il Cammino sinodale della nostra come delle altre Diocesi italiane si svolge in concomitanza con il lavoro del Sinodo della Chiesa Universale (Ottobre 2023) e si interseca con esso, articolandosi – secondo quanto indicato dalla CEI – in tre fasi:

* “Narrativa” nel biennio (2021-2023) dedicato all’ascolto: nel primo anno, sulla base delle domande preparate dal Sinodo dei Vescovi, si raccoglieranno – da quanti più sarà coinvolgere – i racconti, i desideri, le sofferenze e le gioie; nell’anno seguente ci si concentrerà invece su alcune priorità pastorali.

* “Sapienziale” (2023-24), nella quale il Popolo di Dio, con il supporto dei teologi e dei pastori, leggerà in profondità quanto emerso nelle consultazioni capillari.

* “Profetica”, che culminerà in un momento assembleare nel 2025 (in data ancora da definire) in cui si assumeranno alcuni orientamenti, da riconsegnare alle Chiese particolari per la seconda metà del decennio programmato.

Entrambi i percorsi sinodali, universale e italiano, iniziano ora con una consultazione delle comunità cristiane presenti in ogni Diocesi, con l’impegno, da parte loro, di consegnare una sintesi delle consultazioni entro la fine di marzo 2022.

Per coordinare le iniziative nella comunità diocesana a vivere il Cammino sinodale, Mons. Vescovo – come richiesto dalla Sede Apostolica – ha costituito un “Gruppo di coordinamento”, espressione delle varie forme di servizio ecclesiale presenti in Diocesi, i cui membri – di nomina vescovile – sono stati scelti dopo che il Vescovo ha sottoposto i loro nomi ai Vicari Generale, Episcopali e Foranei nella riunione del 12 Ottobre.

Il “Gruppo di Coordinamento” risulta così costituito:

Coordinatore: Mons. Gianmario Cuffia, Vicario Generale

Segretario: padre Davide Damiano, C.O.

Due Sacerdoti: Rev.di Luca Meinardi, Vicario Episcopale per la Pastorale, e Arnaldo Bigio, Parroco.

Un Diacono: Raffaele Servalli, in rappresentanza dell’ambito caritativo;

2 Laici impegnati nelle attività parrocchiali: Elisabetta Acide, catechista e docente di Religione; Valentina Gili Borghet, dell’Ordo Virginum, in rappresentanza anche della Vita Consacrata.

Anche nell’ultima riunione dei Vicari è stata fortemente sottolineata l’opportunità, che il Cammino sinodale offre, di una ripresa di incontri e di attività rallentate – in alcuni casi addirittura sospese – a causa della situazione epidemica.

Davide Damiano, C.O.

segretario