Omelia della S. Messa nella festa di S. Giovanni Bosco – Ivrea, Cattedrale, 27 Gennaio 2019

27-01-2019

Carissimi Salesiani, carissimi Insegnanti e Famiglie del “Cagliero”, e soprattutto voi, ragazzi e ragazze che riempite di festa questa Cattedrale nella quale ogni anno ho la gioia di accogliervi per la festa di don Bosco. Sia lodato Gesù Cristo!

1. Grazie per la vostra presenza! Grazie, Sacerdoti, Insegnanti e Genitori, per l’opera educativa che svolgete al servizio dei giovani, lavorando nel presente per il futuro della società, per questi ragazzi, che forse non ne sono del tutto consapevoli, ma che saranno gli uomini e le donne di domani! E’ proprio guardando a loro, alla loro freschezza, alla loro vivacità, che ho pensato di dire, a noi adulti, alcune cose, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato. Le letture di questa domenica ci presentano il valore e l’importanza somma della Parola di Dio, che non è una delle tante parole che possiamo ascoltare, ma è “Dio che ci parla”, è Gesù Cristo, il Figlio di Dio che si è fatto Uomo per parlarci con Parole che “danno la vita” come gli disse un giorno Simon Pietro… E allora, per prima cosa, noi ci chiediamo – noi adulti –: Lo ascoltiamo veramente il Signore? Ognuno risponda nel suo cuore: Gesù, io ti ascolto? Quando ti ascolto? Come ti ascolto? Carissimi Genitori, se le parole che dite ai vostri figli non sono abitate dalla Parola di Gesù, che cosa dite di davvero serio e educativo per loro? Spesso si sentono degli adulti lamentarsi per come sono i giovani, per come essi si comportano … Ma dovremmo chiederci: e noi che cosa trasmettiamo loro? Li educhiamo, cioè li facciamo crescere, mostriamo loro la strada del diventare adulti e responsabili? Ci sono dei genitori che credono di amare i loro figli perché difendono sempre e comunque i loro comportamenti, a scuola, nella società… Ma li amano davvero? Si sono lasciati educare essi stessi a una buona vita? Un tempo nella società capitava di vedere genitori giovani (ci si sposava presto) che però erano adulti, cioè consapevoli del loro ruolo, della loro responsabilità… Oggi accade di vedere dei Genitori non tanto giovani di età che sono però adolescenti; e se i figli sono adolescenti è cosa normale, mentre non lo è affatto se ad essere adolescenti, cioè immaturi, sono gli adulti… E’ giusto chiedersi “che mondo troveranno i nostri figli?” ma c’è un’altra domanda che non possiamo evitare: che figli stiamo preparando per questo mondo? Queste considerazioni, queste domande, è proprio la Parola di Dio a suggerircele oggi. E noi lo ascoltiamo il Signore? Ci lasciamo educare da Lui, noi adulti, o sono le idee e le impostazioni che ci bombardano dalla società a formare i nostri pensieri, la nostra visione della vita, del lavoro, della famiglia, della persona umana?

Dalla società ci vengono oggi idee e proposte che sono distruttive per le future generazioni… Pensate – è un solo empio – alla pseudoscienza del gender che si è insinuata capillarmente nelle agenzie informative e formative. Perfino la RAI nella trasmissione Alla Lavagna, andata in onda poche sere fa su Raitre, ha scelto di indottrinare i bambini attraverso vere e proprie lezioni sul cambio di sesso tenute da Vladimir Guadagno, alias Luxuria… Tentativo diabolico di minare non solo la mascolinità e la femminilità, ma la famiglia, il matrimonio e la legge naturale. E le persone maggiormente danneggiate da queste nuove follie saranno le più vulnerabili, i nostri ragazzi.

2. Noi posiamo il nostro sguardo, Amici, sul caro volto di don Bosco, nella bella immagine posta qui ai piedi dell’altare, e vediamo innanzitutto il riflesso del suo amore adulto, maturo per i giovani, del suo desiderio fortissimo di fare di loro dei “buoni cristiani e onesti cittadini”, delle persone riuscite che, a loro volta, diventino trasmettitori di quanto hanno ricevuto. Il suo metodo preventivo è un capolavoro di saggezza e conserva tutto il suo valore; essendo – quello che cito – un testo scritto per gli Istituti salesiani, i termini che ricorrono sono “educatori, direttori, assistenti” e “allievi”. Sostituiamoli mentalmente, in questo caso, con “genitori” e “figli”. «Due – scrive don Bosco – sono i sistemi in ogni tempo usati nell’educazione della gioventù: preventivo e repressivo. Il sistema repressivo consiste nel far conoscere la legge, e poi sorvegliare per individuarne i trasgressori ed infliggere la giusta punizione. Opposto è il sistema preventivo, che consiste nel far conoscere le regole e poi sorvegliare in modo che gli allievi abbiano sempre su di loro l’occhio vigile del direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli e correggano amorevolmente. Questo sistema poggia tutto sopra la ragione, la religione, e l’amorevolezza. (Non dimentichiamo, carissimi Genitori, questi tre pilastri: ragione, ragionevolezza; fede cristiana vissuta, indispensabile per educare i figli ai valori fondamentali della vita, per curare la formazione umana secondo i criteri della vera libertà, della solidarietà, della dignità personale, della sensibilità verso gli altri; e amore, dedizione matura, senza paura del sacrificio).

L’educatore – continua don Bosco – guadagnato il cuore del suo allievo, potrà esercitare su di lui una grande influenza, istruirlo, consigliarlo e anche correggerlo. Bisogna fare in modo che gli allievi non siano mai soli (E qui c’è il segreto fondante della vera educazione: la presenza, senza la quale – dice don Bosco – l’opera dell’educazione è monca, se non addirittura svuotata di sostanza)… E poi – continua – la confessione frequente, la comunione frequente, la messa che sono le colonne che devono reggere un edificio educativo».

Carissimi Genitori, in una parola: educarsi per educare; formarsi per far crescere nel modo più fruttuoso i vostri figli, ricordando che siete voi i primi responsabili della loro riuscita e che questa riuscita è vera nella misura in cui essi diventano capaci di vivere da figli di Dio, poiché questo sono diventati nel Battesimo. Fratelli e Sorelle, carissimi Salesiani di Don Bosco, con un bellissimo canto che non tramonta noi diciamo a don Bosco: “Don Bosco, ritorna tra i giovani ancor…”. Mi pare oggi di sentire don Bosco che ci dice: Io ritorno, sì, ma attraverso la vostra opera educativa volta a fare dei giovani “dei buoni cristiani e degli onesti cittadini”… Io ci sono con voi, ma voi non dimenticate di accogliere la mia proposta! Noi gli rispondiamo: te lo promettiamo! Aiutaci, don Bosco, ad essere fedeli!

Buon cammino, Amici!

E voi, ragazzi, aiutate i vostri Genitori ad essere i vostri grandi educatori!

Sia lodato Gesù Cristo!