In margine alla Visita Pastorale

31-03-2017

E’ iniziato il 4 febbraio e terminerà, fra pochi giorni, il 2 aprile, il primo periodo della Visita Pastorale alla Vicaria Rivarolese. Dieci, delle diciassette, le Parrocchie visitate: Rivarolo S. Michele, con la frazione di Obiano, e S. Giacomo, con le frazioni di Paglie, S. Anna, Pasquaro, Vesignano, Cardine e Bonaudi; Argentera; Vialfré; Montalenghe; Lusiglié; Ciconio; Ozegna; S. Giorgio Canavese, con la frazione di Cortereggio; S. Giusto Canavese.

Una sessantina di giorni, quasi tutti densissimi di incontri, perché lo scopo principale che mi sono proposto – come dice il Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi – è stato quello di «mantenere contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio; ravvivare le energie degli operai evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli; richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa». Dovrei tentare un bilancio, sia pure sommario? I bilanci, in questo ambito, li fa il “padrone della messe”, che, grazie a Dio, non è il vescovo. Io posso soltanto dire la gioia di aver potuto dedicare molto tempo e anche un po’ di fatica a compiere ciò che la Visita comporta. Avrei fatto molto più in fretta se avessi scelto un’altra impostazione anziché quella di incontrare le persone là dove vivono ed operano: siano quelle accomunate dall’appartenenza a specifiche “categorie”, siano esse i “semplici fedeli”, come si dice, non pochi dei quali ho incontrato anche nei tempi messi a disposizione per chiunque desiderasse un colloquio personale con il vescovo.

Persone. Infermi ed anziani nelle loro case e nelle Case di Riposo; giovani e ragazzi che frequentano il catechismo in preparazione ai Sacramenti (in alcuni luoghi, gli studenti, piccoli e grandi, anche nelle scuole, là dove sono stato invitato); genitori, insegnanti, catechisti, uomini e donne impegnati in servizi sociali e nella “Caritas”; appartenenti a Movimenti e Associazioni; Comunità religiose, preziosa presenza sia che i loro membri si trovino in grado di servire attivamente, sia che lo facciano con la preghiera e l’offerta delle sofferenze e dei limiti imposti dall’età.

Ho incontrato queste persone per sapere che cosa fanno e conoscere i loro problemi? Grazie a Dio, sia prima che durante l’episcopato, la gente “reale” l’ho sempre frequentata… Ho voluto questi incontri per condividere nella ferialità un tratto del cammino della gente.

Ringrazio i Parroci e Sacerdoti che mi hanno aiutato ad organizzare la Visita come l’avevo chiesta. Ho visto il loro zelo pastorale e il loro lavoro nella vita di ogni giorno; ho visto che c’è tanto bene tra la nostra gente: e dobbiamo dircelo, poiché riconoscerlo, oltre che obiettività, è dare gloria a Dio che sostiene con la Sua grazia i Suoi figli; ho visto tante sofferenze affrontate con coraggio e dedizione, spirito di fede e impegno; ho visto tante opere buone di persone che amano il Signore, vivono la vita della Chiesa, riconoscono i propri limiti, cercano di diventare migliori. Certo, ho visto che non mancano – anzi, sono in crescita – anche quelli che vivono ai margini della Chiesa o addirittura “lontani”, verso i quali è doveroso atto d’amore l’impegno “missionario” a cui la Chiesa da tanto e tanto tempo ci sollecita.

Non si visita “per farsi un’idea”; si visita “per incontrare”. Le decisioni operative appartengono ad un secondo momento. Una, però, c’è stata. E mi è caro ricordarla.

«Visiterò le singole Parrocchie – avevo scritto nella Lettera Pastorale – considerate però non isolatamente, ma nel contesto della Vicaria foranea: con l’intento di rafforzare la comunione e la collaborazione tra le comunità cristiane di un determinato territorio».

Sono grato per la disponibilità che mi ha permesso di dare alla cura di alcune Parrocchie un nuovo assetto maturato già prima della Visita e realizzato durante il suo svolgimento.

Don Luca Meinardi, arciprete di S. Giorgio e amministratore parrocchiale di S. Giusto, e don Marco Marchiando, amministratore parrocchiale di Bairo e di Argentera, hanno iniziato a collaborare nella cura pastorale della parrocchia di Aglié, a loro affidata come “Delegati vescovili” in attesa della nomina del nuovo titolare. La loro collaborazione si estende anche al servizio della parrocchia di S. Giusto, della quale don Marco, durante la Visita, è stato nominato Prevosto. Collaboratore di entrambi, nelle citate parrocchie, ho nominato il diacono don Mario Viano, il quale, già impegnato da più di un anno nella conduzione dell’Oratorio di Aglié, vive, risiedendo in S. Giusto, «la tappa pastorale» in preparazione all’Ordinazione presbiterale come prescrive la “Ratio Institutionis”, recentemente pubblicata dalla Sede Apostolica: «essere inseriti nella vita pastorale, con una graduale assunzione di responsabilità, in spirito di servizio; adoperarsi per una adeguata preparazione, ricevendo uno specifico accompagnamento in vista del presbiterato» (n. 74).

Ringrazio di cuore questi confratelli per la disponibilità a questo condiviso servizio che costituisce una preziosa modalità a cui dobbiamo orientarci: non solo a causa della attuale scarsità numerica dei sacerdoti, ma nella convinzione che la fraternità sacerdotale è il primo, incisivo segno di credibilità dell’azione pastorale: «tra le modalità che danno forma concreta alla fraternità, c’è l’incontro fraterno per pregare insieme, condividere l’impegno ministeriale, confrontarsi sui rispettivi impegni pastorali, aiutarsi, conoscersi, ascoltarsi ed apprezzarsi» (cf. “Ratio” , 88).

Questo condiviso servizio dei sacerdoti coinvolge, ovviamente, in un nuovo rapporto anche le comunità parrocchiali che impareranno ad essere distinte, ma non separate, a conservare ognuna la propria identità e la propria vita, ma aperte alle esigenze della comunione e della collaborazione con le altre, «senza cedimenti – ho ricordato nella Lettera pastorale – a banali “campanilismi” quasi mai esenti anche da egoistiche pretese di comodità e chiusure della mente e del cuore». Un piccolo, grande segno in un mondo, in una società, caratterizzati da fratture, contrapposizioni, conflitti di interessi particolari.

Affido al Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, ciò che in questa prima fase della Visita Pastorale abbiamo vissuto.

+ Edoardo, vescovo