Carissimi Fratelli e Sorelle della Diocesi di Ivrea,
ho la gioia ancora una volta – è la decima – di augurarvi “Buona Pasqua”!
Questo augurio che ci scambiamo in questi giorni sarebbe pura convenzione, usanza ereditata dalla storia di un popolo segnato dalla fede in Gesù Cristo risorto, se non fossimo convinti che “Surrexit Dominus vere”, che Egli è veramente risorto e quindi presente e vivo dentro la nostra esistenza, nei giorni faticosi e densi di preoccupazione che nel momento attuale stiamo vivendo.
“Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” ci dice e, come più di venti secoli fa, ci ripete la promessa: “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amore mio la troverà. Chi perderà la sua vita per me la troverà”.
Perdere per Lui la vita significa donarGliela, viverla mettendo la nostra libertà e la nostra volontà nelle Sue mani; significa appartenerGli.
Nel biglietto di auguri preparato anche quest’anno per le feste pasquali ho riportato un pensiero di un grande sacerdote della nostra epoca.
Lo propongo a tutti, sacerdoti e laici, come luce sul cammino.
«Tutto si rinnova nel contatto con Lui. Oh, non aspettiamo di essere buoni per vivere insieme al Signore! È il vivere con Lui che ci farà buoni; è l’accogliere Lui che ci farà santi. Non c’è altra santità. Lo guarderò e mi basterà. Non vivrò che per il Signore e non saprò davvero che la mia vita è sacrificio. È una vita di sacrificio quella di una donna che ama veramente il vivere soltanto per colui che ama? Dovete avere soltanto una preoccupazione: credere e credere sul serio e credere che è qui, credere che vi ama e credere che siete con Lui. È il vivere con Lui che ci farà buoni; è l’accogliere Lui che ci farà santi» (Divo Barsotti)
Surrexit Dominus vere! Il Signore è veramente risorto! Alleluia
+ Edoardo, vescovo