Ufficio per i problemi sociali e il lavoro
Riportiamo l’intervista all’Ing. Piero Osenga responsabile dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro pubblicata su Il Risveglio Popolare il 7 agosto 2025.
Signor Osenga come è arrivata la nomina a direttore di questo Ufficio e come l’ha accettata e vissuta?
È arrivata in modo inaspettato, anche perché il mio impegno con la Caritas, attraverso Agape, è già, e resta, molto significativo. Ho comunque accolto l’invito del Vescovo con gratitudine e senso di responsabilità, consapevole che oggi più che mai il Vangelo va annunciato anche attraverso l’impegno sociale. Ho dato la mia disponibilità a collaborare con lui per comprendere da vicino le sfide del mondo del lavoro in Canavese, per testimoniare l’attenzione della Chiesa ai problemi ecologici e all’integrazione delle persone provenienti da altre realtà italiane e straniere.
Che immagine ha dell’impegno della Chiesa eporediese per il mondo del lavoro? Come può e deve contribuire il suo ufficio all’incontro tra Chiesa e mondo del lavoro?
La Chiesa di Ivrea ha sempre dimostrato grande sensibilità verso i temi del lavoro. Sono originario di Vercelli, dove ho conosciuto monsignor Albino Mensa, allora arcivescovo (già vescovo di Ivrea), che ricordo per la sua attenzione verso gli immigrati. Di monsignor Luigi Bettazzi conservo il ricordo vivo della sua vicinanza ai lavoratori colpiti dalle dure riorganizzazioni industriali nel nostro territorio. Anche il cardinal Arrigo Miglio, dopo l’esperienza a Iglesias, ha portato avanti con forza l’impegno per le Settimane Sociali dei cattolici. Monsignor Edoardo Cerrato è stato una presenza costante e apprezzata sul territorio, e oggi il nostro vescovo, monsignor Daniele Salera, sta rilanciando con convinzione l’attenzione della diocesi verso il mondo del lavoro. Non possiamo dimenticare, in Canavese, anche la significativa presenza delle ACLI, che hanno saputo tenere viva la riflessione sociale e cristiana.
Come è cambiato il mondo del lavoro in Canavese negli ultimi decenni?
Negli anni Settanta, appena arrivato a Ivrea, ricordo le lunghe file di autobus che al mattino portavano gli operai agli stabilimenti Olivetti dai paesi vicini. Ricordo l’ICO, i grandi stabilimenti di Scarmagno, San Bernardo, San Lorenzo, il Palazzo Uffici, costruito secondo criteri innovativi: un ecosistema produttivo e sociale attento al benessere delle persone, con biblioteche, ambulatori, colonie estive, servizi culturali. Oggi il contesto è cambiato: il territorio è caratterizzato da piccole e medie imprese, spesso nate dall’eredità Olivetti, impegnate nella ricerca e nell’export dei loro prodotti. Viviamo l’esperienza dello smart working, che dà più autonomia ma può aumentare l’isolamento, e assistiamo a una nuova emigrazione giovanile, e laureata, verso l’Europa. Dalla Rerum Novarum in poi, il Magistero sociale dei Papi ci ha ricordato che il lavoro non è solo mezzo di sostenta- mento, ma via di dignità e realizzazione integrale della persona. Questo messaggio, per noi canavesani, è stato incarnato anche dall’esperienza concreta di Adriano Olivetti. Oggi a noi spetta il compito di rilanciare e attualizzare questi valori.
Su cosa pensa di impegnarsi prioritariamente come responsabile di questo ufficio?
Vorrei partire da una fotografia reale della situazione attuale: le esperienze da sindaco e in Caritas mi hanno permesso di conoscere a fondo il territorio e le sue dinamiche operative. Per questo immagino la costituzione di un Osservatorio diocesano sul mondo del lavoro, che aiuti a leggere i bisogni emergenti, ascoltando anche i giovani, troppo spesso ai margini o in fuga dal territorio. Credo sia fondamentale la collaborazione con le istituzioni e le amministrazioni locali: penso all’attuale sensibilità verso il sociale del Comune di Ivrea, penso al consorzio INRete, ai sindacati e ad altre realtà già impegnate. Il nostro tempo richiede la capacità di fare squadra, come ci sollecita il nostro Vescovo: costruire ponti tra mondi che spesso si ignorano, ma che hanno bisogno l’uno dell’altro. L’umanizzazione del lavoro è da sempre patrimonio del mondo cattolico e oggi più che mai attuale. Rileggendo le grandi encicliche sociali troveremo certamente ispirazione e orientamento. Non possiamo inoltre prescindere dai temi dell’ecologia e del rispetto del creato: l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco deve diventare per noi un riferimento imprescindibile. Mi piacerebbe che questo ufficio diventasse un ponte sta- bile tra comunità cristiana e realtà lavorativa, capace di leggere i cambiamenti e di proporre risposte evangeliche. Come ricorda papa Leone, dobbiamo essere “segni di pace e di speranza”. È lì che vogliamo essere presenti: accanto all’uomo che costruisce, sogna, spera.
Novità dall'ufficio
Responsabile: OSENGA dott. Piero
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