Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici

L’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici è un ufficio della Curia Diocesana ed ha come principale finalità quella di cooperare con il Vescovo e gli enti ecclesiastici posti sotto la sua giurisdizione in tutto ciò che riguarda la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici. L’Ufficio, in particolare:

  • mantiene i contatti e collabora con le Soprintendenze competenti per territorio in materia di beni culturali;
  • mantiene i contatti e collabora con altri organi delle Pubbliche Amministrazioni competenti in materia di beni culturali;
  • opera allo scopo di facilitare il dialogo, lo scambio di informazioni, la circolazione di esperienze e di competenze, la collaborazione all’interno della Diocesi in materia di beni culturali.

Le competenze dell’Ufficio si estendono a tutte le materie e le iniziative nelle quali si esprime la conoscenza, la tutela, la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici.
Per quanto riguarda le questioni connesse con la cura dei beni culturali e dell’arte sacra attinenti la liturgia, l’edilizia di culto, la catechesi, i problemi giuridici, l’Ufficio procede in collaborazione con gli altri competenti organismi di Curia.

Allo scopo di perseguire le proprie finalità l’Ufficio:

  • svolge compiti di consulenza a favore di parrocchie ed altri enti ecclesiastici soggetti alla giurisdizione del Vescovo;
  • è a servizio dei rappresentanti degli enti ecclesiastici allo scopo di istruire le pratiche da sottoporre all’approvazione delle competenti Soprintendenze;
  • effettua visite e sopralluoghi.

Riportiamo l’intervista all'Architetto Alessandro Gastaldo Braca responsabile dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici su Il Risveglio Popolare il 24 luglio 2025.

Che compiti ha e a che cosa serve, in una diocesi, l’Ufficio Beni Culturali?
Si occupa in linea generale di tutto il patrimonio storico – culturale - religioso della diocesi: la nostra ha 141 parrocchie, quindi altrettante chiese parrocchiali oltre alle case, alle cappelle e ad altre proprietà con varie destinazioni. Se si pensa che ci sono parrocchie con circa 35 cappelle fuori dal concentrico, si può immaginare la grandezza del patrimonio. Essendo un patrimonio per la quasi totalità storicizzato e quindi di valore storico-culturale, un aspetto dell’ufficio è quello di interfacciarsi con gli enti di tutela (principalmente la Soprintendenza) per ogni eventuale intervento che si voglia fare su di esso. Quindi verifichiamo e trasmettiamo le varie pratiche di autorizzazione, eventuali documenti per le vendite su edifici vincolati e alcune richieste di finanziamento. Il rapporto con gli enti di tutela ci porta in contatto più volte con l’Arma dei Carabinieri, che svolgono un’attività fondamentale e importantissima nel recupero e nel rientro di importanti opere d’arte che erano state trafugate o alienate senza autorizzazione. E c’è anche altro...

Ad esempio?
Il compito dell’Ufficio non è però solo burocratico ma anche di promozione culturale attraverso l’organizzazione di iniziative culturali, la realizzazione di eventi con altre diocesi piemontesi attraverso la Consulta Piemonte-Valle d’Aosta e la gestione delle sale espositive del Museo diocesano. Interessante anche la collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni Sociali e quello della Cultura della diocesi: si può definire un servizio che, spaziando su tutto il territorio diocesa- no in modo trasversale, comprende tutti i beni degli enti religiosi in ogni loro aspetto tecnico o culturale.

Che quadro sintetico farebbe sull'insieme dei beni culturali diocesani?
Anzitutto, dev’essere chiaro che non ci riferiamo soltanto a edifici bensì a tutte le proprietà degli enti ecclesiastici: beni immobili che abbiano più di settanta anni, ma anche beni mobili, librari, paramenti per le funzioni religiose, materiale cartaceo che abbiano più di cinquanta anni. Per farsi un’idea basta pensare alla chiesa che ciascuno frequenta: alla sua architettura, al suo apparato artistico (affreschi, decorazioni, stucchi, ecc.), ai quadri presenti, alla Via Crucis, alle statue, alle porzioni lignee (coro, pulpito, confessionali, ecc.), agli elementi funzionali alla liturgia (calice, tabernacolo, pissidi, ecc.) ai paramenti liturgici: un patrimonio immenso che va interamente censito, monitorato, tutelato per conservarlo e valorizzarlo. I beni culturali diocesani sono quindi moltissimi, quasi nella totalità di notevole importanza storica-artistica, e la Diocesi con i suoi uffici non può, da sola, monitorare e sorvegliare le fragilità di ogni singolo bene. Ci si affida ai parroci ai fedeli e ai volontari che ogni luogo, cappella o chiesa possiede per avere segnalazioni e dare consigli su come procedere di fronte ad ogni problematica.

Architetto Gastaldo, davanti alle povertà umane spendere per i beni culturali sembra a taluni uno spreco... Eppure non per nulla anche questi si chiamano "beni" e i beni vanno custoditi e curati: per farne cosa dunque?
A riguardo dobbiamo porci alcune domande. Pensiamo a chi ha costruito e realizzato questo patrimonio (parliamo di 1000, 500, 200 anni fa): siamo sicuri che fosse più benestante di noi oggi? Quanti sacrifici sono stati fatti dai nostri avi per realizzare la chiesa del nostro paese? I nostri parenti hanno dato tutto per questa chiesa e noi abbiamo almeno l’obbligo di conservarla per le generazioni future. Chi ci ha preceduto ha creato un luogo religioso, storico artistico in cui trovare serenità e rapportarsi a Dio con una qualità artistica oggi non ineguagliabile. Questa “bellezza” è stata realizzata seguendo canoni progettuali e rapporti architettonici oggi abbandonati, che cercavano di avvicinarsi a Dio e al suo creato. Ecco perché se ci troviamo in un luogo dove insiste una chiesa, un palazzo storico o siamo al suo interno noi abbiamo la percezione di serenità, mentre tutti gli edifici contemporanei hanno un influsso diverso su di noi. Questa qualità percepibile è ciò che noi non riusciamo a decifrare ma cogliamo nel subconscio. Lo stesso avviene di fronte ad un’altra qualsiasi opera d’arte che sia un quadro o un coro ligneo. Oggi non saremmo più in grado di replicare tanta bellezza e magnificenza per carenze nei progettisti, nelle maestranze e nei fedeli: ecco perché questi “Beni” vanno custoditi e curati.

Sembra un compito non da poco...
L’impegno è tanto ma per fortuna l’ufficio fa sinergia con gli altri uffici della Curia e oltre al sottoscritto si avvale del fondamentale aiuto di Giulia Demaria che si occupa di catalogazione dei beni di tutta la diocesi, delle visite al museo diocesano e svolge alcune funzioni burocratiche e di valorizzazione dei beni.

Novità dall'ufficio

Documenti

Responsabile: arch. Alessandro Gastaldo Brac
Uffici di Segreteria: Piazza Castello, 3, 10015 Ivrea (To)
Telefono: 0125.641138
Email: beniculturali@diocesivrea.it