Omelia S. Messa del “Te Deum” Cattedrale, 31 Dicembre 2020

31-12-2020

Sia lodato Gesù Cristo!

Salutarci con questo saluto cristiano a cui rispondiamo “Sempre sia lodato” è affermare, carissimi Fratelli e Sorelle, che il vero atteggiamento dei discepoli nei confronti di Gesù, nostro Dio e Salvatore, è sempre di lode e di riconoscenza.

Questa lode oggi è cantata in modo solenne nel “Te Deum” che innalziamo a Dio nelle ultime ore dell’anno che termina. Dal punto di vista cronologico questo momento è una piccola cosa: solo il passaggio da un giorno all’altro, dall’ultimo giorno di dicembre al 1° di gennaio, ma è carico di suggestione perché segna il passaggio da un anno all’altro…

Su questo periodo di 12 mesi cantiamo “Te Deum laudamus”, quali che siano state le situazioni, le circostanze del nostro vivere: e quelle del 2020 le conosciamo bene…

Nel breve messaggio che che ieri ho inviato alla Diocesi – come faccio ogni settimana continuando quelli con cui ogni giorno, nella prima fase dell’epidemia, ho espresso la vicinanza e, soprattutto, ho inteso sostenere il cammino di fede – ho detto che il passaggio dal 31 dicembre 2020 al 1° gennaio 2021 è una questione di Calendario, utilissimo sistema persuddividere, calcolare e identificare precisi periodi di tempo. Ma ben più importante della identificazione dei giorni e dei mesi è ciò che in essi accade, ciò che nel tempo viviamo! E ho voluto sottolineare un aspetto fondamentale della nostra vita – sul quale, forse, poco ci soffermiamo – proponendo un pensiero del grande Chesterton, un cristiano sempreattento al significato profondo della realtà, che sta sotto le sue immediate manifestazioni… Per mettere in lux questoaspetto fondamentale, con il suo tipico humor inglese, Chesterton parte da Babbo Natale… “All’opposto – dice – di ql° che sembra essere l’esperienza della maggior parte dei miei amici, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vitafino a riempire la quasi totalità di essa. Da bambino appendevo alla sponda d mio letto una calza vuota, e al mattino la trovavo piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano… Non ero nemmeno stato buono – lungi da me! Un certo essere che tutti chiamavano ‘Santa Claus’ era benevolmente disposto verso di me… Bene: io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l’idea. Allora chiedevo solo chi era a metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza nella casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nelvuoto. Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per quei regali. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare. Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza. Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per contenerlo, e poi buona parte ne rimane ancora fuori; è il regalo di me stesso, perché all’origine di esso io posso solo dire che Qualcuno me l’ha dato in un particolare, fantastico momento di buona volontà.

E’ bello, Amici, alla luce di queste parole, che sono tutt’altro che uno scherzo anche se umoristico è il tono, pensare a ciò che abbiamo vissuto in quest’anno che il Calendario identifica come 2020. In mezzo a tante vicende che han segnato dolorosamente questi mesi, ci siamo accorti anche dei regali che Qualcuno ci ha fatto? E regali non di poco valore! Apriamo gli occhi sui regali che ci sono, e non dimentichiamo che c’è Qualcuno che ogni giorno li fa e li porta anche mentre noi dormiamo…

Dunque: Te Deum laudamus! Ti lodiamo, Signore, per il dono della vita: per avercela donata e conservata; Ti lodiamo per quanto ci hai aiutato a compiere secondo la Tua volontà, e per il perdono che ci ha dato ogni volta in cui siamo tornati a Te dopo esserci allontanati; Ti lodiamo per la Parola divina con cui ha illuminato la nostra esistenza e per i Sacramenti con i quali l’hai nutrita e redenta; Ti lodiamo per le gioie e anche per le sofferenze che abbiamo incontrato; Ti lodiamo perché colmi di amore tutta la nostra esistenza, sottoposta alle leggi della natura e quindi anche alla legge della fatica, del dolore, della malattia e della morte, ma sottoposta, al tempo stesso, ad una legge superiore che è quella della Grazia, il dono gratuito che eleva la nostra vita e dà un senso nuovo all’esistenza.

Te Deum laudamus”!

Lodare è riconoscere che tutto ha un significato profondo, poiché c’è il Padre, l’origine di tutto. La lode, allora, diventa anche offerta: un grido, una invocazione: Manifestati, Signore! Lascia trasparire il Tuo volto dentro alla mia vita, al mio operare, al mio attendere, al mio desiderare!

Per singulos dies benedicimus Te” conclude l’inno: ogni giorno Ti benediciamo, “Et laudamus nomen tuum in saeculum et in saeculum saeculi”: lodiamo il Tuo nome per sempre. “In Te, Domine, speravi, non confundar in aeternum”: Tu sei la nostra speranza, non saremo mai confusi!

Tutta la nostra vita – fragile, bella, faticosa, lieta – è fondata su una Roccia che è l’amore di Dio! La nostra speranza è la certezza che questo è vero e che sarà vero sempre, anche quando si chiuderà non un anno, ma la serie degli anni che costituiscono la nostra vita intera.

Sia lodato Gesù Cristo!