Omelia per l’Istituzione degli Accoliti Strambino, chiesa parrocchiale, 29 Giugno 2022, Solennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo

29-06-2022

Carissimi Fratelli e Sorelle, Sia lodato Gesù Cristo!

1. A pochi giorni dalla solennità del Corpus Domini e da quella del Cuore Sacratissimo di Gesù, celebriamo la solennità dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Le prime due mettono davanti ai ns occhi il Pastore della Chiesa: la reale presenza di Gesù nella S. Eucaristia, e il Suo Cuore sul quale, come Giovanni, possiamo posare il nostro capo per attingere vita e vivere da discepoli Suoi; questa odierna, dei Ss. Apostoli, ci presenta la Chiesa nelle sue membra, la “Una, santa, cattolica ed apostolica” che è Romana poiché a Roma è la sede del Successore di Pietro a cui il Signore ha assegnato il compito di pascere l’intero gregge, fedeli e pastori. 

2. Cristo Capo del Corpo, e Chiesa Corpo del Signore! 

Carissimi Lettori, aspiranti al Diaconato Permanente, e carissimo Matteo, in cammino verso l’Ordinazione sacerdotale, questo è il contesto liturgico in cui ricevete oggi il ministero dell’Accolitato per accompagnare (Akóloythos significacompagno di viaggio”) nella S. Liturgia i ministri dell’Altare e per servire il popolo di Dio in quello che la Chiesa vi chiede di fare. 

Fra poco l’Omelia rituale che la Chiesa ci propone dirà con semplicità e chiarezza ciò che vi attende e che vi siete preparati a vivere: “Figli carissimi, parteciperete in modo particolare al ministero della Chiesa che ha il vertice e la fonte della sua vita nell’Eucaristia, mediante la quale si edifica e cresce come popolo di Dio. A voi è affidato il compito di aiutare i presbiteri e i diaconi nello svolgimento delle loro funzioni, e come ministri straordinari potrete distribuire l’Eucaristia a tutti i fedeli, anche agli infermi. 

Anche agli infermi: questo soprattutto desidero sottolineare. Il vostro servizio all’altare – non dimenticatelo! – è servizio che si compie nel momento culminante della vita della Chiesa, la S. Messa, ma il culmine è come la vetta di una montagna: c’è tutta la montagna sotto il culmine, e distribuire, in aiuto al Sacerdote, a cui in primo luogo spetta, la Comunione ai fedeli che sono in chiesa, suppone il servizio reso a coloro – anziani, ammalati – che in chiesa non possono recarsi. D’accordo con i vostri Parroci, non mancate di visitare queste persone, di recare loro il conforto della visita, della preghiera fatta con loro, e di portare loro il SS. Sacramento. Non dimenticate che il culmine è culmine, ma le vette poggiano sul resto della montagna… In aiuto ai Sacerdoti, oggi gravati dalla cura di più parrocchie, il vostro servizio agli anziani e ai malati nelle loro case rende presente l’amore materno della Chiesa e conforta la solitudine e il dolore. Il vostro servizio continuerà nel Diaconato, ma non aspettate allora ad esercitarlo: svolgetelo con cura, consapevoli che si tratta di un grande atto di carità! 

L’omelia rituale continua: “Questo ministero vi impegni a vivere sempre più intensamente il sacrificio del Signore e a conformarvi sempre più il vostro essere e il vostro operare. Cercate di comprenderne il profondo significato per offrirvi ogni giorno in Cristo come sacrificio spirituale gradito a Dio”.

Dicendovi questo la Chiesa vi ricorda che il fare è necessario, ma – per essere autentico e per rispondere, dunque, al compito che la Chiesa vi affida – il fare comporta una vita segnata dalla fedeltà a Gesù Cristo nella quotidianità dell’esistenza: la fedeltà di cui san Paolo parlava ai cristiani di Corinto (2 Cor 1, 18-20): “Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu il “sì”… Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro “Amen” per la sua gloria”.

  A nome vostro, perciò, fin da questo momento, faccio salire al Signore la preghiera che prendo da san Giovanni Enrico Newman, fervido discepolo di san Filippo Neri: “Tu, o mio Dio, che ci hai fatti, sai che nulla può appagarci all’infuori di te, e per questo hai voluto darci te stesso in nutrimento e bevanda. Da chi andrei, se non da te? Fuori di te, chi può salvarmi? Chi può pormi in grado di vincere me stesso? Tu conosci ciò che c’è in me, tutti i miei sentimenti personali e i miei pensieri, le mie inclinazioni e le mie simpatie, la mia forza e la mia debolezza. Tu ascolti la mia voce come pure il battito del mio cuore e il soffio del mio respiro. Non sono soltanto una creatura, ma un uomo redento e santificato, un tuo figlio, favorito di quella stessa gloria e benedizione che dal Padre eternamente si riversa sul Figlio unigenito”.

Vivere il servizio che la Chiesa vi affida, carissimi, è vivere nella fede della Chiesa, alla luce di quanto insegnava Papa Benedetto (24.10 2012) e che Papa Francesco riprese nella sua prima Enciclica, Lumen fidei, tanto spesso dimenticata: La fede “è il fiducioso affidarsi a un “Tu”, che è Dio, […] che si è mostrato a noi in Cristo, ha fatto vedere il suo volto e si è fatto realmente vicino a ciascuno di noi. […] Avere fede è incontrare questo “Tu”, […] è affidarmi a Dio con l’atteggiamento del bambino, il quale sa bene che tutte le sue difficoltà, tutti i suoi problemi sono al sicuro nel “tu” della madre. Penso che dovremmo meditare più spesso, nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi e situazioni a volte drammatiche, sul fatto che credere cristianamente significa questo abbandonarmi con fiducia al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che è il fondamento su cui possiamo vivere senza paura».

3. Risplendono oggi dinanzi a noi, come esempio sublime di questa fedeltà a Cristo, vissuta nelle vicende della loro vita, i Ss. Apostoli Pietro e Paolo. L’hanno vissuta fino al dono totale di se stessi, pronunciando il loro “Amen”: Pietro ai piedi del Colle Vaticano, crocifisso a testa in giù per essere come Cristo ma senza sostituirsi a Lui; e sulla Via Ostiense, fuori le mura, Paolo, decapitato, lui che aveva detto: “Mi protendo nella corsa per raggiungerlo, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo(Fil. 3,12)!

Risplende dinanzi a noi, in questa bellissima chiesa, la Vergine Madre, partecipe, come nessun altro, del Mistero di Cristo. A Lei, al Suo Cuore Immacolato, ci affidiamo e consacriamo!

Sia lodato Gesù Cristo!