Omelia nella solennità di N. S. Gesù Cristo, Re dell’Universo nel 75.mo anniversario della morte del Servo di Dio Gino Pistoni, 24 Novembre 2019

24-11-2019

Carissimi Fratelli e Sorelle, sia lodato Gesù Cristo!

1. «Dio onnipotente ed eterno – abbiamo pregato all’inizio della S. Messa – che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine».

Per il cristiano, il discepolo di Gesù Cristo nostro Salvatore che riconosciamo e salutiamo Re dell’universo, «per mezzo del quale e in vista del quale tutte le cose sono state create… e tutte in lui sussistono» come abbiamo ascoltato dall’Apostolo (Col.1,12-20), servire e lodare Dio ha la sua origine in un fatto: Dio ha voluto rinnovare tutte le cose in Cristo suo Figlio e per questo ci ha liberati dalla schiavitù del peccato, mediante l’incarnazione, la passione, morte e risurrezione del Suo Figlio unigenito e ci ha fatti entrare in un Regno che il prefazio della Messa canterà tra poco come «regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace».

Davanti ai nostri occhi oggi risplende, come esempio di questa vita liberata e nuova, un figlio della Chiesa che è in Ivrea, il servo di Dio Gino Pistoni la cui vita e la cui morte, 75 anni fa, manifestano davvero quale servizio è chiesto al cristiano e quale canto di lode siamo chiamati a cantare a Cristo Re.

«Signore – diceva Gino – insegnami a stare degnamente ed umilmente in tua presenza». La presenza di Dio, accolta e amata, il Volto di Dio visibile nel Volto di Cristo, è la “chiave musicale” posta all’inizio del rigo… La vita e la morte di Gino non si comprende se non a questa luce come non si comprende il suo “servire Dio” fino a quell’«Offro mia vita» che leggiamo commossi sulla tela del tescapane, scritto con il proprio sangue: «Offro mia vita per l’Azione Cattolica e per l’Italia. W Cristo Re!».

La vita che egli offriva era quella di un giovane pieno di vita, che praticava con successo calcio, basket, sci…: «uno dei migliori della squadra – ricordano gli amici – ma lo sport che soprattutto amava era l’alpinismo, inteso anche come mezzo di elevazione dello spirito e di avvicinamento a Dio». Gino viveva la bellezza della vita cristiana e camminava con Gesù Cristo. A 18 anni, nel 1942, scriveva: «Il mio cuore oggi eleva a Te, Signore, un inno di lode e di ringraziamento per le molteplici e sublimi grazie che visibilmente mi hai elargito in abbondanza in questi ultimi anni. Ti ringrazio per avermi chiamato, due anni fa, all’Azione Cattolica, e di aver dato alla mia vita, fino allora veramente vuota, uno scopo che la rendesse degna di essere vissuta. Concedimi la grazia di vivere una vita interamente e profondamente cristiana, tutta dedita al Tuo servizio e alla salvezza delle anime». Sta qui, in questa preghiera, il terreno in cui fiorì anche il suo gesto eroico di carità e la forza di compiere e non solo di dire – quanti dicono senza compiere! – quell’«Offro».

Gino Pistoni sperimentò il “centuplo” di cui parla Gesù: cento volte tanto in tutto: nel gusto di vivere, nel percepire il sapore di ogni cosa: dell’amare, dei rapporti con gli altri, del lavoro, delle fatiche, delle gioie, delle riuscite e delle sconfitte.

«Offro»: chi ha ricevuto e riconosce di aver ricevuto e vive come uno che sa di essere dono di un Altro, non può che vivere nell’offerta di sé… «Offro mia vita», offro me stesso, ciò che sono e che sono diventato, ciò che ancora sto diventando nell’abbraccio d’amore di Dio.

Ci sono dei pilastri sui quali Gino ha costruito il suo “sì” all’amore di Dio e il suo slancio nella missione di testimoniare Cristo affinché Egli sia conosciuto: la preghiera, la lettura spirituale, l’Eucaristia, la devozione alla Madonna, l’amore per la Chiesa, portatrice della salvezza donata da Gesù Cristo…: la preghiera che fa entrare Dio dentro la nostra vita, dentro i nostri pensieri, i nostri sentimenti, il nostro agire; la lettura spirituale che la alimenta e apre nuovi orizzonti; l’Eucaristia che ci trasforma in Cristo: «Chi mangia me vive per me» dice il Signore; la devozione alla Madonna che ci dona una vera conoscenza di Cristo, come Egli è, non come io vorrei che fosse; l’amore per la Chiesa che ci educa a considerare che non siamo degli isolati, ma membri di una comunità, la famiglia dei figli di Dio, i tralci dell’unica vite…

2. Cristo Re! E’ Lui stesso, il Signore, ad essersi proclamato tale quando Pilato Gli chiese: «Dunque, tu sei re?». “Sì – rispose – io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» (Gv. 18).

Re dell’universo! «Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono». Nulla esiste senza di Lui; è Lui la consistenza di tutto! Nulla è venuto all’esistenza di propria iniziativa; tutto porta l’impronta Sua; Egli è il fine, lo scopo di tutta la realtà, delle cose e dell’uomo!

La libertà dell’uomo inizia con il riconoscimento di una dipendenza: de-pendere: pendere da… La mia libertà inizia da un atto di ragione con il quale intelligentemente riconosco che non sono io a darmi principio, e non sono io l’origine di me stesso… E questo non mi umilia, come non mi umilia riconoscere che io ci sono perché mio padre e mia madre mi hanno dato la vita; non umilia: al contrario, dà la sicurezza che deriva dal sapere che non “pendo” dal nulla e che il nulla, dunque, non è il mio destino… A partire da questo atto di ragione inizia anche il cammino della fede, nella accoglienza della Parola con cui Dio presenta Se stesso come l’origine vera di tutto ciò che esiste, e della mia vita in questo sconfinato universo di cui l’intelligenza umana scopre la bellezza e la immisurabile dimensione.

Riconoscere che Gesù Cristo è il Re dell’Universo non significa prostrarsi come uno schiavo di fronte al capriccio di un padrone, ma agire come una creatura intelligente che scopre il senso della realtà, scopre che il senso profondo della realtà non è imposto dall’esterno, ma è iscritto dall’artista dentro la realtà stessa; una creatura intelligente chiamata, proprio perché libera, ad agire secondo un progetto che è quello del Creatore; e che, di conseguenza, quando la mia scelta, la mia decisione va in senso contrario a questo progetto, io non mi realizzo, come non si realizza un tavolo fatto da un falegname se, invece di sostenere la carta e la penna di Dante, volesse esso stesso ideare e comporre la Divina Commedia… Libertà non è stabilire il senso della realtà, imponendoglielo dall’esterno, ma accogliere il progetto di Chi ha fatto quella realtà di cui io sono parte!

Tutta la storia umana – quella passata e quella che si sta svolgendo – è sotto i nostri occhi a mostrare come, quando l’uomo rifiuta di entrare in questo Regno, è l’inferno ciò che accade sulla terra: prodotto ieri dalle ideologie che hanno creato i lager e i gulag, prodotto oggi dalle ideologie che si chiamano relativismo, nichilismo… E’ “la morte del soggetto” – scriveva Romano Guardini – e il sorgere di un soggetto tecnocratico collettivo che dà origine a relazioni di carattere soltanto funzionale e utilitaristico (cfr. “La fine dell’epoca moderna. Il Potere”).

Fratelli e Sorelle, a Cristo Re dell’Universo, nel Suo «Regno di verità e di vita», cantiamo con Gino la nostra vita!

Sia lodato Gesù Cristo!